Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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29. L'AMORE DI DIO29
1. In una costruzione, quando si vuol raggiungere una certa altezza, si mettono fondamenta più profonde, quando si pensa di costruire una casa grande e alta, si cerca di mettere buone fondamenta; così se si vuole raggiungere una grande santità ci vuole una profonda umiltà. Che se il Signore, domani, volesse fare per mezzo vostro dei miracoli, siate convinte che li fa lui.
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2. Umiltà, sempre umiltà, profonda umiltà. Come si deve spiegare la profondità? Non è altro che l'osservanza del primo comandamento: amerai il Signore con tutta la mente, con tutte le forze, con tutto il cuore. Il Signore ha ripetuto tre volte «tutto» per indicarci che dobbiamo essere profonde.
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3. Non una mente che pensa un po' ai doveri dello studio e un po' ai capricci o ai torti, ma una mente che pensa a Dio e a tutto ciò che a lui piace. La mente è la facoltà più difficile da disciplinare in noi. La santità dipende dalla mente: se i pensieri sono buoni, sarà buona tutta la vita, sarà buono tutto l'operare.
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4. Con la sola mente si possono fare tanti meriti, come si possono fare tanti peccati. Nessun peccato si fa senza la mente e nessun merito. nostri pensieri sono come un torrente, non possiamo comandarli direttamente; ci vuole molto esercizio per abituarsi a indirizzarli al bene. Otto ore al giorno si dorme e non si pensa a niente, nelle altre sedici ore si può pensare a Dio e alle sue cose, o immaginare cose che distraggono. Sprecare le energie della mente è sprecare uno dei maggiori talenti ricevuti da Dio.
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5. Gesù afferma: «Ama Dio con tutto il cuore». Significa che i nostri affetti e i nostri desideri devono essere tutti per Dio, per il paradiso, per il bene della congregazione, per il bene dei sofferenti e dei bambini che ci sono affidati.
Molte volte amiamo noi stesse e guai se ci toccano, coltiviamo simpatie ed antipatie, rancori malevoli, pensieri di vendetta. Tutto questo non è amare Dio con tutto il cuore.
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6. Il padre e la madre sono doni di Dio. Gesù ha detto: «Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me» (Mt 10,37). Eppure alle volte si amano cose ben più piccole del padre e della madre. Bisogna custodire il cuore. Come il bambino va trattato da bambino, così alcune tendenze devono essere controllate.
Vigiliamo e custodiamo il cuore e facciamo sì che ami le cose di Dio. Se sei studente, porta il cuore ad amare lo studio; se sei maestra di catechismo, cerca di capire sempre più i testi e di usarli in bene.
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7. Nella santa semplicità santifichiamo il cuore, amiamo le cose di ogni giorno, l'angelo custode, la Madonna, Gesù eucaristico, lo Spirito Santo, Gesù buon Pastore, i santi apostoli Pietro e Paolo. Che i cuori di Gesù e di Maria formiamo il nostro cuore.
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8. Con tutte le forze vogliamo accogliere la volontà di Dio. Chiediamoci: facciamo delle preferenze nell'obbedienza? E' sincera la nostra obbedienza? Vi è la persona a cui ripugna di fare la conferenza, fare il catechismo, fare certi uffici?
Bisogna farsi violenza, finché non è entrata in noi la santa indifferenza che ci rende capaci di accettare tutto; significa che il cuore non è tutto di Dio. Dire per tutta la vita sempre il nostro sì. Che cosa potete aspettarvi alla fine se non il paradiso? Osserviamo bene il primo comandamento? Amare Dio con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutta la volontà. Ci vuole molto, ma quando si adempie perfettamente tutto il primo comandamento, si e santi.

Albano Laziale (Roma)
3 agosto 1954

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29 Albano Laziale (Roma), 3 agosto 1954