Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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55. FARE BENE TUTTE LE COSE55
1. Consacrare la giornata presente a Maria nostra madre, perché possiamo trascorrerla sotto il suo sguardo. Gesù fanciullo e giovanetto stava nella casetta di Nazaret sotto lo sguardo di Maria. Si lavora bene sotto lo sguardo vigile di questa mamma. Pensate come passava per le strade Maria, come trattava le persone. Così agiamo noi, sotto il suo sguardo, come se ci accompagnasse dappertutto, mostrandoci il bene e togliendoci dal pericolo.
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2. Il fervore si distingue in primo luogo dall'orrore al peccato veniale deliberato. Odiare il peccato veniale significa vivere in fervore, come commettere peccati veniali significa essere nella tiepidezza.
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3. Il secondo segno del fervore è far bene tutte le cose. La tiepidezza invece ci fa far male e mal volentieri ogni cosa. Dicevano di una suora defunta: era la suora delle cose ben fatte; anche se chiudeva la porta, lo faceva senza sbattere.
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4. Fare bene ogni piccola cosa è segno di voler fare la volontà di Dio, è segno di fervore. Si incomincia dal mattino: ci si alza come si deve e si prepara la persona come si prepara la pisside che deve ricevere Gesù. Andando in chiesa l'anima fervorosa genuflette bene, fa con devozione il segno di croce; saluta Gesù, la Vergine, i santi apostoli Pietro e Paolo; risponde bene alla messa. Fa bene le pulizie, a tavola sta composta, con le sorelle tratta bene. E' semplice, aperta, modesta, così dovunque. Non fa molte cose, ma cose ben fatte. Una cosa cucita dalle sue mani dura molto di più. Prepara bene la messa, scrive bene una lettera. L'esterno, l'ordine, la pulizia, gli abiti denotano una persona fervorosa.
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5. L'interno però conta di più. Occorre fare le cose con retta intenzione, offrendo tutto, fin dal mattino, a Gesù: nutrire desideri, aspirazioni, tutto secondo lo spirito della vostra congregazione. Quanto meglio fate le cose della casa, tanto più vi farete sante, perché questa è la volontà di Dio per voi.
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6. Vita comune. Non può essere buona la ricerca delle eccezioni, la diversità per farsi notare. La virtù sta nella vita comune, la stessa pietà, la stessa messa, la comunione, la visita, lo stesso orario... Fare tutte le cose bene, internamente ed esternamente; che non ci siano pensieracci in mente o ambizione.
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7. Bisogna che l'interno preceda l'esterno; badare di fare tutto con amore e per amore di Dio. Allora la vita diventa progressiva; in poco tempo, dopo che una è entrata, si nota, perché ha progredito nella scuola e nell'apostolato, è attenta, silenziosa, profonda. San Tommaso era chiamato il «bue muto»; ma il suo maestro sant’Alberto Magno, che ne conosceva la virtù, diceva: «Ma quando questo "bue" muggirà, si vedranno meraviglie».
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8. Se dovessimo ritornare in famiglia, in vacanza, dopo qualche tempo che siamo in religione, non devono quasi riconoscerci per il tanto e profondo spirito religioso che abbiamo acquistato.
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9. Il vero segno del fervore è il progresso. Se siamo per strada e dobbiamo andare a Roma, occorre che camminiamo; se stiamo ferme e non si va avanti, non si arriverà mai. Progredire, camminare, non fermarsi sui paracarri a guardare quelli che ci sorpassano.
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10. Anche l'ufficio di scopare bisogna farlo bene; anche qui si nota la persona fervorosa. Sapersi tenere ugualmente pulite e ordinate. Chi trascura facilmente le cose esterne, c'è da pensare che anche al confessionale non abbia cura diligente; forse non fa bene l'esame e non sa fare i propositi. Così dopo dici anni che una è suora, rimane ancora una semplice donna e basta.
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11. Per progredire può darsi che una suora voglia fare delle stranezze; non è questo il progresso. Se una, per essere pulita, si impiastrica il viso, non dimostra tanto pulizia quanto leggerezza. Questi esempi tanto pratici ci possono fare capire e aiutare a distinguere bene.
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12. Dopo quattro mesi che una suora era in una parrocchia, il parroco le affidò non solo una classe, ma tre classi di catechismo, tanto lo sapeva fare e inculcare bene.
La suora fervorosa sa fare le cose perfette. Certo, per fare le cose bene, si esige molta attenzione.
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13. Vediamo se c'è in noi questo amore, questo segno di fervore o se c'è tiepidezza. Segno di fervore è fare bene le cose nell'interno e all'esterno; mentre segno di tiepidezza è fare male le cose all'interno e all'esterno. Fare tutto bene, seguire l'esempio di Maria che non aveva abitudini lussuose e non si profumava; eppure se foste entrate nella casetta di Nazaret, avreste trovato tutto ordinato secondo gli usi delle buone donne di quel tempo, anche se tutto era povero ed umile. La Madonna come santificava ogni cosa!
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14. Chiedere a Maria il suo modo di fare interno ed esterno cioè la retta intenzione e un intenso amore al Signore.
Esaminiamoci: porto in me i segni del fervore o della tiepidezza? Interiormente come faccio? Ed esteriormente?
Diciamo una Salve Regina per imparare il modo di fare di Maria.

Albano Laziale (Roma)
30 ottobre 1954

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55 Albano Laziale (Roma), 30 ottobre 1954