Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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61. LO STEMMA DELLA CONGREGAZIONE61
1. Venendo qui, vi abbiamo portato lo stemma della congregazione (dopo dieci mesi si è potuto terminare). Lo stemma è un programma di vita, indica ciò che vuole la congregazione, ciò che avete nelle costituzioni: la gloria di Dio, mediante la vostra santificazione, e l'apostolato, mediante le opere parrocchiali.
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2. Se si guarda lo stemma con intelligenza e con cuore buono, si rinnova la nostra consacrazione a Dio e il proposito di essere pastorelle buone, sante e generose.
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3. Lo stemma, che esporrete sull'entrata, deve indicare a tutti il fine per cui si opera in questa casa.
Come tutti gli stemmi, ha anzitutto una cornice esterna; dentro in alto c'è l'Ostia, perché tutta l'opera della vostra santificazione e tutto l'apostolato viene dall'Eucarestia con la comunione, la messa e la visita.
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4. Gesù nell'Ostia è fonte di tutto e rimane sempre con noi «usque ad consummationem saeculi» (Mt 28,20).
Considerare l'Ostia come la fonte della vocazione, la fonte della grazia, la fonte della vostra buona volontà, la fonte dello zelo nell'apostolato, la fonte di ogni consolazione e letizia.
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5. Servire Gesù e vivere in tutto di lui. L'Ostia deve dominare nella vostra vita spirituale e di apostolato. Ha detto Gesù: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna» (Gv 6,54).
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6. Sotto l'Ostia vi è, quasi come piedestallo, la spada, che è simbolo di sacrificio, indispensabile per compiere bene l'apostolato. Infatti amare le anime significa sacrificarsi per esse. Di più, indica che la nostra santificazione vuole rinnegamento di noi stessi per seguire la croce di Gesù. La spada ci ricorda il martirio dei santi apostoli Pietro e Paolo, i nostri modelli nell'esercizio dell'apostolato.
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7. Dietro la spada c'è il libro del santo Vangelo aperto, dove è scritto: «Ut innotescat per Ecclesiam multiformis Sapientia Dei» (Ef 3,10). Il pastore e la pastorella facciano conoscere alle anime la sapienza di Dio.
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8. La pastorella deve istruirsi e istruire nelle cose che riguardano la fede, dare, come Gesù buon Pastore, la dottrina che salva, la dottrina che dà la vita eterna.
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9. Per che cosa lavoriamo se non seguiamo l'esempio di Gesù che: «propter nos homines et propter nostram salutem descendit de caelis» (lit.). Dobbiamo fare nostro il programma cantato dagli angeli sulla capanna di Betlemme «Gloria Deo, pax hominibus!» (Lc 2,14), la gloria di Dio, la salvezza nostra e del prossimo.
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10. Santificarsi. Essere in pace con Dio, cioè essere in grazia di Dio; avere la pace nell'anima, amando più di ogni cosa, su questa terra, il Signore.
Essere in pace tra sorelle, allontanando ogni sentimento di avversione o di invidia e desiderando il bene per tutte. Vivere in pace, «Ego cogito cogitationes pacis et non afflictionis» (Ger 29,11). Gesù ha voluto pensieri di pace e li comunica a chi ha buona volontà.
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11. Nello stemma vi è il programma della vostra vita spirituale e di apostolato. Esporre lo stemma non è come esporre un mazzo di fiori, ma è indicare a noi e agli altri il nostro programma di vita: «Gloria Deo, pax hominibus» (Lc 2,14).
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12. Ricordare i mezzi per santificarci: amare Gesù, sacrificarsi, portare alle anime la vera luce. (Serve per noi e per gli esterni).
La benedizione di Gesù scenda sopra le menti, i cuori, le volontà. Rinnoviamo spesso il dono di noi a Gesù.

Albano Laziale (Roma)
28 novembre 1954

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61 Albano Laziale (Roma), 28 novembre 1954