Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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66. LA VOLONTÀ DI DIO - III66
1. Pace agli uomini di buona volontà cioè agli uomini che abbracciano la volontà di Dio. La perfezione è essere perfettamente uniti alla volontà di Dio. E beate voi che avete fatto bei passi nella corrispondenza alla sua volontà.
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2. Dio ha messo l'occhio sopra di voi e voi avete compiuto il volere divino. Non basta però, bisogna anche fare tutto ciò che si trova da fare nella casa di Dio. Continuate a fare bene il suo volere.
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3. Il Signore non chiede la separazione dal mondo o dalla vostra famiglia, ma la separazione dalla vostra volontà. E' molto difficile lasciarla, ma, entrando nell'istituto, lasciatela fuori dal cancello. Il primo atto con cui avete fatto la volontà di Dio vi aiuterà a fare gli altri atti di obbedienza.
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4. Quando farete bene le obbedienze, il Signore vi darà delle obbedienze più difficili, perché vi vuol più sante. La ripugnanza a certe obbedienze non sono un castigo, ma sono occasioni in cui potete farvi più meriti.
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5. Gesù obbedisce sempre. Alle volte diciamo di sapere che cosa dobbiamo fare, anche Gesù lo sapeva, eppure fu obbediente a Maria e Giuseppe fino a trent'anni e alla Madre chiese il permesso per intraprendere la sua missione. Il meglio in comunità e davanti al Signore è quello che vuole Iddio, è ciò che viene ordinato. Se il Signore comanda quello, ricompenserà quello solo. Il volere di Dio è il meglio.
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6. La religiosa faccia tutto secondo l'obbedienza e niente fuori dell'obbedienza. Dio esaltò Gesù in paradiso.
La vita comune è vita di obbedienza. Qualche volta il cibo non piace, così qualche pratica di pietà ci è dura, la lezione è difficile, è difficoltoso fare il catechismo, ma avete la grazia. Se non si fa la volontà di Dio, anche se si digiuna, non va bene.
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7. Per guadagnare il massimo, non è necessario portare il cilicio o battersi le spalle, ma mortificare la testa. La nostra superbia ci fa vedere tante cose che danno dei consigli anche al Padre eterno. Non diamo tanti consigli al Padre celeste. Non vi chiederà dei gran sacrifici, né degli eroismi, ma avrete tanti piccoli atti da compiere che diventerete eroine. Non sapete che la volontà di Dio è l'apice della santità?
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8. Maria accettò la sua vocazione come l'avete accettata voi. Ella acconsentì: «Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum» (Lc 1,38).
Maria non si discostò mai dalla volontà di Dio, sempre fu l'ancella del Signore anche sul calvario, fece solo e sempre il suo volere e vi corrispose senza nessun tentennamento.
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9. Anche i santi apostoli Pietro e Paolo fecero sempre il volere di Dio da quando ebbero conosciuto il Signore.
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10. Alle volte una parola taciuta santifica tanto, così una mortificazione a tavola, tutto santifica. La santità religiosa è fatta di tanti piccoli rinnegamenti e di tanti piccoli atti di virtù. Obbedienza interna però: sentire una ribellione non è che ci si voglia ribellare alla volontà di Dio; se la punta della nostra volontà è ancora unita a quella di Dio, il nostro atto è ancora meritorio: Lo scoglio nel mare in burrasca vede ancora il sole! Lo spirito è pronto, anche se la carne è inferma.
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11. Adorare il volere di Dio anche nel dire:
«Signore, accetto la morte come vorrete voi». Abituarsi a dire sì, allora direte sì anche quando Gesù vi dirà: «Veni sponsa Christi». Abituarsi a dire sì; ne abbiamo tanti di sì da dire nella vita e cresceremo sempre più in meriti.
Chiediamo al Signore di essere sempre pronte alle piccole e continue obbedienze.

Albano Laziale (Roma)
28 dicembre 1954

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66 Albano Laziale (Roma), 28 dicembre 1954