Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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63.
ZIZZANIA E BUON GRANO

In quel tempo Gesù propose alle turbe questa parabola: Il regno dei cieli è simile ad un uomo che seminò il buon seme nel suo campo, ma nel tempo che gli uomini dormivano, venne il suo nemico, seminò la zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando il grano crebbe e mise le spighe allora apparve pure la zizzania. I servi del padrone di casa andarono a dirgli: «Signore non hai seminato buon grano nel tuo campo? Come è venuta della zizzania?». Egli rispose loro: «Qualche nemico ha fatto questo». I servi ripresero: «Vuoi che andiamo a estirparla?». Ed Egli: «No, perché togliendo la zizzania è facile sradicare anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano fino alla mietitura, al tempo della messe direte ai mietitori: raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla. Il grano invece ponetelo nel mio granaio». (Mt 13,24-30). Il senso è questo: il seme indica la parola di Dio: il buon grano. E la zizzania cosa indica? Tutti gli errori e disordini, le false dottrine, i cattivi discorsi che si sentono, e tante cose che vengono trasmesse, o nelle rappresentazioni del cinema, o anche delle cose non convenienti a sentirsi per radio, in certe trasmissioni televisive e anche nei dischi, nei libri, eccetera. Il buon grano è la parola di Dio; la zizzania è la parola del diavolo.
Adesso, nella riforma liturgica, nella Messa si darà importanza e solennità, come merita, alla parola di Dio: l'epistola e il Vangelo, come verranno esposti nella prima parte della celebrazione. Poi seguirà la consacrazione e la comunione, per chi vi vuole accedere.
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Quindi, la Chiesa facendo l'esame del mondo attuale, ha visto questa zizzania, gli errori che si seminano, così ampiamente sparsi che non si capisce più, non si ricorda più quello che è la parola di Dio. Quanti disordini! E quale allora è la vita? Cristiani che finiscono per abbandonare la Chiesa e poi conducono una vita disordinata. D'altra parte non ci sarebbe neppure bisogno che il diavolo lavorasse con gli errori che ci mette in testa, le insinuazioni che egli fa nel nostro cuore. Vedete, i seminatori della zizzania: tanti libri, tante riviste, tanti giornali, tanti discorsi che si sentono. E nello stesso tempo, mentre da una parte si sentono tanti errori, dall'altra non si sente la verità. Perché, vedete come sono: a molti cristiani pare lungo il sentire la Messa e quindi escludono la prima parte della Messa. Entrano dopo che c'è stato il Vangelo, che c'è stata la predica. Non sentendo più la parola di Dio e sentendo, invece, la parola di satana, alla fine la parola di Dio non si ricorda, il ricordo è sbiadito e non opera più nella vita dell'uomo, del cristiano. E quindi vanno ancora a Messa, seppure ci vanno; molti non ci vanno più, e si dicono cristiani mentre son comunisti e atei. Come si mettono insieme le due cose? Non può stare l'errore con la verità.
Oh, ecco la vostra missione: portare più che si può, quanto più si può, la parola di Dio, la parola buona, perché tutto l'Istituto è per illuminare. Non con la predicazione soltanto, ma soprattutto con l'apostolato che riguarda i mezzi tecnici, ossia quello che il Concilio Vaticano II ha solennemente sancito, cioè con gli strumenti della comunicazione sociale che sono: la stampa, il cinema, la radio, la televisione, i dischi e tutto quello che insegna, tutto quello che si ha per comunicare la verità. Allora questo: «Di qui io voglio illuminare»: E Gesù Cristo è la luce: «Io sono la luce» (Gv 8,12). La zizzania invece è la parola dell'inferno, del demonio, e di coloro che si fanno portatori dell'errore. Perciò è buono tutto quello che fate per diffondere la parola di Dio, e cioè quello che fate nel vostro apostolato: tutti, in modo diretto o indiretto, tutti purché si diffonda la parola di Dio. Questo è il fine di tutta la nostra opera.
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Adoperare tutto quello che serve perché la parola di Dio arrivi con l'organizzazione nelle famiglie, ai singoli individui. «Ego sum lux mundi»: Gesù Cristo è la luce del mondo (Gv 8,12). Questo riguarda l'apostolato nostro e quindi confermarlo, ringraziare il Signore di averci dato questa vocazione. E ringraziamo la Chiesa che così solennemente non solo approva, ma vuole, comanda. E ne fa obbligo la Chiesa ai Vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi, i quali hanno questo scopo, di usare i mezzi di comunicazione sociale.
Seconda applicazione riguardo a noi. Abbiamo sempre questo da ricordare: la meditazione e la lettura spirituale. Massima importanza alla meditazione e alla lettura spirituale! Nelle nostre Costituzioni si mette in primo luogo la meditazione, la lettura spirituale: o che sia meditazione predicata o che sia letta. Ecco: prima illuminare la mente. Quando la testa nostra ha dei pensieri giusti, ha delle convinzioni giuste, allora verrà spontanea la preghiera e verrà il proposito della vita buona. Se si perde la meditazione, se si lascia da parte la lettura spirituale, ci si mette all'oscuro e, a poco a poco, la luce non è più bella, non risplende più così chiara nell'intimo nostro perché noi non stiamo vicini alla luce. Gesù è il Maestro: «Io sono la luce»; e lì ci sono prima di tutto i libri sacri, che sono i libri della sacra Bibbia; perché questi pensieri di Dio, questi insegnamenti di Gesù Cristo entrino in noi, e dominino lo spirito, l'intelligenza e quindi illumineranno anche la preghiera.
Perciò la meditazione e la lettura spirituale. La meditazione serve a penetrare meglio le verità; poi queste verità vengono applicate per la vita quotidiana e per la preghiera. Perché con la preghiera noi possiamo mantenere i propositi che si sono fatti nella meditazione, e così press'a poco accade nella lettura spirituale. Quindi l'importanza della meditazione. Quelli che conservano solamente una pietà più o meno giusta, si disorientano, e poi non sanno nemmeno più perché vadano a pregare; a poco a poco abbandonano anche la preghiera...
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Ma se si sente la meditazione, è la luce che entra nell'anima. Allora si capisce che cosa è il cristianesimo, che cosa vuol dire santificarsi.
La zizzania non manca mai. Un po' ci sono le parole che si sentono, un po' ci sono i cattivi esempi, un po' ci sono i pensieri strani che entrano nella mente, un po' ci sono le tendenze del cuore indebolito, eccetera. Bisogna che noi teniamo sempre accesa la lampada perché ci illumini il cammino della vita. Quindi somma importanza alla meditazione e alla lettura spirituale. Nella Visita si viene a pregare e va bene, questo si deve fare; ma la prima parte è la lettura spirituale, poi le altre due parti. Così nella meditazione si legge il tratto del libro, oppure si ricorda un fatto o qualche massima, eccetera; ma poi che ci sia l'applicazione; che ci sia veramente una considerazione approfondita, quindi una meditazione. Perciò la pietà al mattino è: meditazione e Messa. Così la giornata viene a essere ben diretta dai pensieri soprannaturali e dai propositi fatti nella mattinata. Così si cresce in santità. Il cuore e la volontà dipendono dalla mente, e se la mente è a posto è buon grano; se però ci sono solamente le voci che sono zizzania, sono già effetto di mescolanza di grano e di zizzania; e poi magari in certi cuori ci rimane solamente più la zizzania; sentite tante cose contrarie a quello che la Chiesa e il Vangelo c'insegnano.
Esame di coscienza: la meditazione la facciamo bene? La lettura spirituale si fa bene? Qualche volta ci sono dei libri che valgono più o meno, che suggeriscono di qua, di là... e a volte solamente danno dei princìpi naturali, non ci sono più i princìpi di fede. Oh, ma il libro centrale è la parola di Dio! E cioè è il Vangelo e in generale tutta la Bibbia. Leggerla e portarla; leggerla e farla arrivare. Così allora anche voi sarete luce, perché Gesù ha detto due cose: «Io sono la luce» (Gv 8,12); poi: «Voi siete la luce» (Mt 5,14). È come dire: io sono il sole e voi siete la luna che illumina quando manca il sole.
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Quindi pensare bene secondo la fede, parlare bene secondo la fede, e diffondere tutto quello che è verità e quello che serve per la vita cristiana. Che siamo sempre illuminati, e che a nostra volta cerchiamo di illuminare! Illuminare con la parola, illuminare col buon esempio, con tutti i mezzi di comunicazione sociale; perché alla fine la zizzania viene raccolta e destinata al fuoco e il buon grano andrà nei granai celesti. E cioè: chi è vissuto di zizzania come si troverà alla fine? E chi invece avrà seguito la verità, che è il buon grano, come si troverà?
L'anima che vive alla luce di Dio, entrerà nella luce di Dio, nella visione di Dio, nella felicità eterna. Pregare, perché chi ha la missione di pregare per la diffusione della parola di Dio dà un contributo; ma chi mette ancora l'opera aiuta a diffondere la parola di Dio. Però, in primo luogo, che siamo illuminati noi, perché tante volte ci sono le passioni dentro e c'è il diavolo di fuori, e c'è il mondo che ci attornia. Guardiamoci dalla zizzania e stiamo sempre con Gesù Cristo: «Io sono la verità». Così vedrete che la vostra vita spirituale progredirà sempre. È sempre il re dei libri il Vangelo, la Bibbia: lì è la parola di Dio. Gli altri libri, anche se sono di santi sono derivazioni, applicazioni; ma il centro della luce è Gesù Cristo: «Io sono la luce». Stiamo alla luce: Gesù Cristo; e, a nostra volta, rispecchiamo e tramandiamo agli altri quella luce che abbiamo ricevuto. Il nostro apostolato è tutto una predicazione della parola di Dio. È dichiarato nel Concilio Vaticano II: è predicazione.
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