Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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44.
DONAZIONE E APOSTOLATO

È un momento preziosissimo, il momento che segue la comunione, quando Gesù è nell'intimo del nostro essere. Allora fare le confidenze nostre a Lui; ascoltare, tendere sempre l'orecchio del cuore per udire le sue ispirazioni e per offrire a Lui i nostri cuori, i propositi di questi santi giorni.
Certamente le ore migliori della giornata sono le prime del mattino. «Deus, Deus meus es: te sitit anima mea»: Signore, Signore, sei il mio Dio, il padrone del mio cuore; l'anima mia ha sete di te. Uno dei segni molto evidenti è quello di prevenire al mattino la propria giornata; e cioè alzarsi presto al mattino, coricarsi presto alla sera per riposare quanto è necessario, ma alzarsi presto al mattino per dedicare i nostri pensieri, i nostri propositi per la giornata da trascorrere.
Amare il Signore con tutta la mente; ottenere questo grande amore che già avete desiderato in questi giorni. Ecco, che la mente non abbia frivolezze di pensieri; che il cuore non sia vagante nella vita, ma orientato, sia di Dio, del suo Paradiso; che la volontà sia conforme a quella di Dio: sia fatta la volontà di Dio come in cielo così in terra, da me; cioè: che io faccia la tua volontà, o Signore, così bene come la fanno gli Angeli in cielo. L'amore con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutte le forze, con tutta l'anima, come ha detto Gesù. E se volete essere interamente di Gesù, sempre più di Gesù, è necessario purificare il vostro essere e orientare la vita totalmente verso Dio e non solo in generale, ma in particolare, cioè per quest'anno.
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Quando ritornerete agli esercizi, rivedrete se il cuore, lungo il corso dell'anno, è stato sempre orientato non verso l'io, cioè l'egoismo, ma verso Dio; se Dio cioè si è sostituito a noi e diviene il nostro amore.
Però oltre questo amore grande verso Dio vi è il secondo comandamento: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Ciò vuol dire: fare agli altri quello che ragionevolmente vorremmo fosse fatto a noi, e non fare agli altri quello che ragionevolmente non vorremmo fosse fatto a noi. Quest' amore al prossimo può essere al minimo, cioè non offendere il prossimo né coi pensieri, né coi sentimenti d'invidia o di altro, né con le parole, né con le opere. Non fare il male è il minimo. Fare il bene è l'aspetto positivo, fare cioè l'apostolato. Quando vi è un amore verso il prossimo, si desidera fare al prossimo il bene che il Signore ha dato a noi, si desidera per tutti il Paradiso come lo speriamo per noi sinceramente, cioè la vita eterna. E come siamo stati aiutati fin da bambini per avere la grazia di Dio, così aiutare le anime.
La donna è associata allo zelo sacerdotale. Il sacerdote è per le anime, la donna è associata allo zelo sacerdotale. Quello sulla donna associata allo zelo sacerdotale è stato il secondo libro che ho scritto, dopo il primo che riguardava il sacerdote. In questo ho inteso parlare delle anime consacrate a Dio, che sono associate allo zelo sacerdotale.
Se in questo momento avete molta luce, posso dire anche questa parola e cioè: Maria Vergine, lo disse l'Angelo, è madre, si arrese a diventare la madre di Dio: vergine e madre delle anime. Vi sentite di arrivare a questo apostolato? E cioè conservare la purezza del cuore, la verginità nei pensieri, nei sentimenti, nelle azioni, nelle parole, ed essere madri di anime? La donna non perderà mai lo spirito di maternità se non è corrotta nell'intimo, sino all'infimo grado. La donna ha lo spirito materno comunque sia, anche se consacra totalmente il suo essere a Dio. Lo spirito materno con la consacrazione viene elevato. Se lascia una famiglia, è per avere una famiglia più grande di anime. È questo l'apostolato della donna, essere madre di anime.
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Allora che cosa abbiamo da pensare? Pensare che se il battesimo ci ha fatti cristiani, la cresima ci fa apostoli; perché il battesimo infonde in noi la vita divina, la vita della grazia, ma la cresima ci fa soldati di Gesù Cristo. Che cosa vuol dire ciò? Vuol dire combattere il male e lavorare «sicut bonus miles Christi»: da valoroso soldato di Cristo (2Tim 2,3). Lavorare per la salvezza delle anime, allontanare i pericoli e procurare i mezzi perché le anime si salvino. Abbiate una maternità grande. Mirare un po' a tutti gli apostolati; non la sterilità per cui si ha una pietà egoistica, ristretta, una pietà che poi in fondo è monca, perché allora la persona diviene anche acida. Ma quando l'anima si consacra a Dio e si consacra per le anime, allora la vita è piena, gioiosa, anche se ci sono le lotte, anche se ci sono i disinganni, anche se, dopo tanti tentativi, non riusciamo a fare bene. D'altra parte che cosa deve essere un'Annunziatina? Deve essere come il Papa l'ha definita, cioè la donna che si consacra per le anime. Primo, che bruci di amor di Dio, come dice il primo comandamento; secondo, che voglia trasformare la propria vita in apostolato. Queste sono le due espressioni: bruciare d'amor di Dio e trasformare la propria vita, in quanto è possibile, in apostolato. Questa è la vocazione dell'Annunziatina. Allora due amori nel cuore: Dio e le anime; Dio e la sua gloria, le anime, «pax hominibus», pace agli uomini, cioè salvezza agli uomini.
Parliamo un momento brevemente degli apostolati. Per l'Annunziatina sempre ci deve essere qualche apostolato. Distinguiamo: vi sono gli apostolati individuali e vi sono gli apostolati sociali. Quelli individuali tutte potete farli e ne siete capaci: apostolato della vita interiore, il primo; secondo: l'apostolato della preghiera; terzo: l'apostolato della sofferenza; quarto: l'apostolato del buon esempio; quinto: l'apostolato della parola spicciola.
L'apostolato della vita interiore vuol dire purificarsi, sentire e fare il lavoro interiore di emendazione e di conquista di Gesù, conquistare Gesù per tutto il nostro essere, perché diventiamo suoi e Lui nostro essere, cioè colui che domina il nostro essere, che viene in noi come l'autista del nostro essere.
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Apostolato della vita interiore! Qualcuna può pensare che relazione ha questo apostolato con gli altri. Ogni anima che è santa è una calamita, attira le anime. Dove? Dove lei è; lei è con Gesù e attira le anime a Gesù. Esteriormente non si vede che opera, ma in quei momenti in cui si confessa, in quei momenti in cui lavora per se stessa, per santificarsi, per praticare le virtù, essa ha una forza di attrazione, perché quest'anima si uniforma a Gesù Cristo, il quale attira le anime. L'anima santa attira e anche se fosse sepolta in una caverna, attira ugualmente. Questo è il primo apostolato; senza di questo gli altri sono più o meno efficaci. Quando non pensiamo a farci santi prima noi, come pretenderemmo che altri facciano questo?
Secondo apostolato è quello della preghiera. Quello è più facile, si capisce da tutte. Se poi una dà il nome all' organizzazione dell'apostolato della preghiera e recita la preghiera: «Cuore divino di Gesù», allora prende parte ad una organizzazione della preghiera per la salvezza delle anime. Sono circa 50 milioni gli iscritti a questa unione.
Terzo: apostolato della sofferenza, quando si sa soffrire qualche cosa per le anime. Gesù Crocifisso è il libro. Quanto ha sofferto per le anime e ai piedi della croce Maria, la cui anima fu trapassata dalla spada del dolore! Maria e Gesù soffrirono per le anime. Sappiamo anche noi soffrire qualche cosa, sappiamo rinnegarci in qualche cosa? Si può arrivare fino allo stato di vittima.
Altro apostolato: il buon esempio. L'esempio di una vita retta quando si compie bene il proprio dovere, quando la persona si conforma al volere di Dio e compie esattamente e continuamente il dovere del suo stato, allora l'esempio si diffonde e si diffonde il «bonus odor Christi», il buon odore di Cristo (2Cor 2,15). Gli altri potranno anche criticare, giudicare male e ridere; ma in fondo all' anima loro resta qualche cosa. L'esempio è una predica tacita e tante volte va al cuore più che una predica di parole.
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Poi c'è l'apostolato della parola spicciola. Nel Vangelo si leggono tante volte espressioni casuali di Gesù, come suggerite dalle circostanze; però per Lui niente era casuale. Noi possiamo dire tante buone parole senza prendere l'atteggiamento di predicatori e atteggiamenti di maestri: una parola perché sopportino le pene della vita ricordando il paradiso, una parola che riguardi quel fanciullo, quella giovane, orientandoli nelle compagnie. Quando c'è il cuore pieno di Dio, vengono sulle labbra spontaneamente tante belle espressioni, e questo si chiama apostolato della parola spicciola. Vi è una lunga meditazione qui sopra in un libro di un padre gesuita che ha predicato per 55 anni esercizi spirituali e che ora è andato al premio.
In secondo luogo vi sono gli apostolati sociali: apostolato familiare, apostolato parrocchiale, apostolato nella Chiesa. Nella famiglia portate sempre del bene? E se noi non amassimo in primo luogo i familiari? Anche se si lasciano, perché una vuol consacrarsi a Dio, ci si consacra perché abbiano la salvezza i genitori, i fratelli, i congiunti. Mettere la pace in famiglia, sapersi regolare bene. Vi sono persone che in famiglia sono veramente angeli di pace.
Poi l'apostolato parrocchiale. Vorremmo dire anche sociale qui, ma sociale comprende un po' tutti. Nella parrocchia si può lavorare, fare il catechismo, l'Azione Cattolica, partecipare alle funzioni, al canto sacro, contribuire in quanto è possibile allo sviluppo delle opere parrocchiali. Noi abbiamo ricevuto il battesimo nella parrocchia, quindi contribuiamo nelle attività della parrocchia. Poi vi è l'apostolato sociale più largo e questo, in primo luogo, nella Chiesa. Apostolato quindi diocesano, perché lo Spirito Santo «elegit episcopos regere ecclesiam Dei», cioè lo Spirito Santo ha eletto i vescovi a reggere la Chiesa, e ogni chiesa locale è in una Diocesi; quindi dare la propria collaborazione non solo al parroco, ma al Vescovo e particolarmente al Papa, cioè al Vicario di Gesù Cristo e, attraverso il suo Vicario, a Gesù Cristo stesso.
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Il che vuol dire partecipare volentieri alle iniziative della Santa Sede, che sono tante. Adesso su questo punto credo che siate già abbastanza illuminate.
La vostra posizione di Annunziatine richiede che dica una parola circa la collaborazione alla Società San Paolo, alle Figlie di San Paolo, alle Pie Discepole, alle Pastorelle, alle Suore Apostoline, cioè circa la partecipazione, qualche volta, ai loro apostolati.
Consideriamo l'apostolato delle edizioni che fanno la Pia Società San Paolo e le Figlie di San Paolo. Vi è chi scrive, chi traduce libri per le pubblicazioni, chi scrive articoli per il bollettino parrocchiale, oppure per qualche rivista, eccetera. Vi sono persone tra voi che hanno questo dono, che hanno ricevuto un'istruzione più ampia da poter mettere al servizio di Dio e della penna il loro intelletto, il loro ingegno, le cognizioni, il talento che il Signore ha loro dato. Spendiamo tutti i talenti; il primo è quello della mente, carità di verità: fate carità di verità. Insegnare anche catechismo, si capisce, ma anche con la penna. E vi è chi lavora con l'altra edizione, cioè la pellicola, il cinema. Oggi la pellicola insegna coll'essere un sollievo innocente, quando il film è approvato, e almeno preserva le anime dal peccato, cioè, trattiene le persone dall'andare a vedere spettacoli immorali. C'è questa tendenza cattiva del popolo, salviamo le anime dal peccato per quanto ci è possibile.
Poi vi è l'apostolato delle Pie Discepole. È triplice, ma il primo è eucaristico, con le due ore quotidiane di adorazione. Vi sono tra di voi persone che hanno proposto l'adorazione eucaristica una volta al mese, una volta alla settimana, tra le persone amiche conoscenti; e mi risulta che talvolta questa iniziativa è diventata ufficiale nella parrocchia. Il secondo è il lavoro per i sacerdoti, e riguarda l'orientamento delle vocazioni, ma specialmente aiutare il sacerdote offrendo le preghiere per il ministero sacerdotale, facendo il servizio sacerdotale nell'assistenza quando il sacerdote è vecchio e infermo, e suffragando le anime dei sacerdoti.
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Poi c'è l'apostolato liturgico che riguarda la liturgia sacra e, se non si studia soltanto l'arte in generale, ma anche l'arte sacra, si può contribuire non solamente ai paramenti della chiesa, ma a tutto quello che è il complesso e l'espressione dell'arte sacra, compresa la costruzione delle chiese. Il campo è immenso perché la religione è dogma, morale e culto, e qui si è nel culto che ne costituisce la terza parte, cominciando da quel che riguarda la Messa fino a quel che riguarda il viatico e l'olio santo prima di passare all'eternità.
L'apostolato delle Pastorelle è per le parrocchie. Esse vanno nelle parrocchie per aiutare il parroco nelle sue iniziative pastorali, quindi a tener bene la chiesa, a fare catechismi, ad assistere la gioventù femminile e le donne, ad avvicinare i malati, a praticare la carità verso i poveri distribuendo gli aiuti e i soccorsi, eccetera; cioè tutto quello che può contribuire al bene della parrocchia.
Poi vi è l'apostolato dell'Istituto Regina Apostolorum. Queste religiose hanno specialmente l'ufficio di lavorare per le vocazioni in generale. Quello che si è stabilito, cioè l'unione della preghiera, della sofferenza e della carità per le vocazioni, ha lo scopo che siano molti i chiamati e siano ben formati; poi una volta che siano diventati sacerdoti, religiosi, si santifichino e salvino le anime. Questo apostolato è specialmente indicato per voi, oltre agli altri apostolati che ho ricordato prima.
L'esempio è Gesù il Salvatore. «Da mihi animas et cetera tolle»: Signore toglimi pure tutto, ma salva le anime. Gesù è morto spogliato di tutto e senza aver neppure un sorso d'acqua nel supremo momento della sua agonia. Cosa sappiamo fare per le anime? Cosa ha fatto Gesù? L'altro esempio è Maria, Regina degli Apostoli. Non chiamarla solo Regina degli Apostoli, ma mettersi nell'apostolato per essere coloro i quali sono devoti veramente della Regina Apostolorum, imitando il suo apostolato. Il suo apostolato è stato per tutte le creature il primo: ha dato Gesù al mondo. Gli apostolati si riassumono tutti nel dare Gesù alle anime; e Gesù è il Salvatore per tutte le anime.
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Apostolato universale! E guardare a san Paolo, il grande apostolo, il quale ha consumato tutte le sue forze, e a conclusione della sua vita ha detto: «Cursum consummavi», e cioè ho finito il mio cammino, il corso della mia vita (2Tim 4,7). E la sua vita era stata il correre dietro alle anime e poi, non avendo più forze, diede la vita, cioè arrivato là alle Tre Fontane, alla periferia di Roma, abbassò il capo di fronte al carnefice e così, non avendo altre forze per le anime, diede la vita per esse, per Gesù.
Far un esame sopra i vari apostolati perché meglio abbiamo nel cuore i due amori: di Dio e delle anime; e perché imitiamo Maria Vergine e Madre e diveniate madri di anime. Vi sono tra di voi tante belle anime, che danno tutto per la salvezza delle anime.
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