Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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42. PUNTI CHIAVE PER LA CRESCITA SPIRITUALE

Esercizi Spirituali (18-26 ottobre 1964) alle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 26 ottobre 1954. 1

Non vengo a farvi la predica, adesso, ma due pensieri.
Il primo pensiero riguarda la Bibbia. In questa settimana comincia la diffusione della Bibbia nella diocesi di Roma, portandola alle singole famiglie.
L'altro ieri, L'Osservatore Romano aveva tutta una pagina dedicata a questa iniziativa della diffusione della Bibbia in ogni famiglia2.
Nella diocesi di Roma vi sono 220 parrocchie; gli abitanti, adesso, superano i due milioni e mezzo; 220 parrocchie sono divise in 17 prefetture. Questa parola equivale alle così dette vicarìe, come si dice generalmente nelle altre diocesi; ogni prefettura è un gruppo di parrocchie3. Ora, ogni settimana sarà dedicata per una prefettura e, presso a poco, da questa settimana, che sta per incominciare, fino a Pasqua prossima, aprile, ogni settimana vi sarà come una nuova... sì, bisogna dire, ogni settimana ha la sua misura e occorre che in tutti i giorni della settimana si arrivi a portare, a ogni porta, una Bibbia.
Nelle parrocchie si fanno preghiere, predicazioni, conferenze alle varie categorie di persone, ecc. Non sappiamo ancora [a] quanto si potrà arrivare, perché le propagandiste saranno squadre da 30 a 40, ma è incerto a quante porte si busserà in una giornata o in una settimana. Comunque accompagnare questa iniziativa con la preghiera, le Adorazioni.
[Questo] è stato il desiderio del Papa espresso già da parecchi mesi. È promosso, questo, dal pensiero che i Protestanti si sono impegnati, un certo gruppo, di fare un congresso e diffondere la loro Bibbia, e proprio farlo, questo, a Roma, in dispetto al Papa, in contrarietà, e quindi seminare quello che loro intendono di seminare. Perciò la preghiera, molto utile.
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Ma, secondo luogo, volevo dire questo: negli Esercizi Spirituali si fanno sempre i propositi, si raccolgono i pensieri più utili che il Signore ha ispirato, oppure i pensieri che sono ricavati dalle letture, dalle prediche.
Ora, in generale, i propositi sono da considerarsi diversamente fra persona e persona e dipende, questo, dalle tendenze e dalle grazie che ogni anima ha.
In generale, quando si inizia la vita spirituale si fanno propositi - e sono da farsi questi propositi - sopra punti speciali, e possono essere i tre punti la santificazione della mente, la santificazione del cuore, la santificazione della volontà; oppure si fa il proposito: compier la volontà di Dio; proposito, quindi, dell'obbedienza; propositi che riguardano una difficoltà particolare o un particolare mezzo di progresso.
Ma quando si è più avanti, i propositi devono essere piuttosto riassuntivi, come un principio particolare che guidi.
In principio, particolarmente, della vita religiosa e anche prima, i propositi devono riguardare: il progresso nello spirito; progresso nell'apostolato; il progresso, ancora, dello studio, di progredire lo studio; poi la formazione, quarto punto, la formazione religiosa, sì. Quindi propositi più in particolare, sì.
Più avanti, avere dei principi che dominano la giornata, e il mese, e l'anno, e la vita. Quindi, se si arriva a questo: cercare in tutto la gloria di Dio, ecco, questo è un principio che deve dominare, e così, dal mattino alla sera, ogni cosa farla bene, a gloria di Dio.
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Il fine della gloria di Dio è il fine ultimo e assoluto Il Signore ci ha creati per la sua gloria. E la santificazione è il mezzo, finché siamo qui, sulla terra. Sì, la gloria di Dio. «La mia gloria non darò ad altri»1 - dice il Signore ripetutamente nella Scrittura -. La gloria è a me che deve venire. Perché? perché «Io sono il Principio e la Fine»2. «Sono il Principio». Perché è lui che ha creato tutto. E il fine? E il fine è la glorificazione sua.
E in paradiso noi saremo impegnati sempre a glorificar Dio e, nel glorificar Dio, saremo felici. La felicità è proprio nel glorificar Dio. E perché? La gloria che vi è nell'intimo della Santissima Trinità, una Persona che glorifica l'altra, vi è un amore e una glorificazione tra Persona e Persona e quindi la gloria intrinseca di Dio. Ora, dovremo partecipare a questo.
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Ma se noi vogliamo prepararci al paradiso, è molto utile che si orienti, l'anima, a un certo punto della vita, si orienti verso la glorificazione di Dio: «sia che mangiate, sia che beviate, sia qualunque altra cosa facciate, omnia in gloriam Dei facite1. Quindi [fin] dal mattino la giornata, per la gloria di Dio: e la meditazione, alla gloria di Dio, e poi azione per azione, così che c'è un lume che guida la giornata. È quello il principio, quello che ci porta alla preparazione al cielo, perché il cielo è il dare la gloria a Dio, nel senso che allora si darà la gloria a Dio. Ma prevenire e cominciare a prepararsi a fare quel che si fa in paradiso.
L'anima che già si orienta verso la glorificazione di Dio, allora non farà più purgatorio, perché ha già preso il mestiere in paradiso - se vogliamo dire così, per esprimerci -. E la purificazione è già compiuta e perciò l'ingresso anche immediato in paradiso. Ecco uno dei principi che possono illuminare. E allora come una frase, come hanno avuto tutti i Santi, poi, a un certo punto della vita; tutti i Santi hanno avuto un principio, un pensiero, e come una frase che era sempre come direttiva nella loro vita, sì.
Quindi, quando si arriva a una certa età, specialmente quando non si sente più tanto il bisogno di propositi particolari, minuti, e allora ecco che l'anima si conforma a un principio, a una frase, a una sentenza, a una parola della Scrittura, ecc. che serva di guida e porta l'anima più avanti. Si fa anche più presto, allora, a progredire.
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Quindi, volevo dire: vi sono due specie di propositi. Può essere che, invece di questo principio che ho detto: arrivare a gloria di Dio - quello bisogna arrivarci perché quello è il paradiso - ma ci può essere una persona che trovi più facile: per me, cercare solo, in tutto la volontà di Dio; oppure: l'unione con Dio, con Gesù; ed è più facile ancora e più comprensivo: cercare la configurazione nostra a Gesù Cristo, cioè vivere in Gesù Cristo Via, Verità e Vita.
E questi sono principi generali i quali illuminano tutte le azioni della giornata e tutto l'apostolato e tutta l'attività spirituale, interiore dell'anima, sì.
Quindi un progresso nel formulare i propositi. E specialmente prendere una frase, un principio, un detto, un versetto del Vangelo, ecc., che serva da guida e sia come la strada e che in ogni momento della giornata e in ogni occasione o in tante cose che succedono, quel principio che domini tutto, e illumini tutto, e serva a risolver tutte le difficoltà, le varie cose che nella vita...
Oh, però vi sono persone che non hanno mai un punto fisso, non hanno ancora maturato, e allora, i propositi particolari, sì. E allora fanno bene. E poi, a un certo punto, quando si sente che la grazia è più abbondante, è la luce dell'anima.
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Ora, però, quello che è da riassumersi: progredire, ecco, progredire un tantino ogni giorno1, sì. Non fermarsi, non contentarsi di essere una suora sufficiente, ma una suora la quale tende con tutta l'anima alla perfezione, alla santità. E questo dovrebbe essere il frutto degli Esercizi attuali.
Continuate pure a leggere l'Estratto2 di quel libro: La Teologia della Perfezione Cristiana3, sì, continuare, perché a poco a poco l'anima sarà illuminata e sentirà, l'anima, che, anziché fermarsi a molti punti determinati, l'anima sente la luce che la guida e sente anche l'attrattiva di Dio. È Dio che attira a sé le anime e l'anima sente di volere arrivare a Dio, arrivare a Gesù, vivere in Gesù. Quando poi si giunge al vivit vero in me Christus4, allora si è alla perfezione.
Come ho detto, i Santi arrivano soltanto a due vette, hanno soltanto due consegne: vivit vero in me Christus: Gesù Cristo vive in me, cioè vive nella mente, nel cuore, nella volontà. O l'altro: sul monte non c'è altro che la glorificazione dell'Eterno, di Dio. Sì.
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Ciò che deve sentire l'anima negli Esercizi, a chiusa degli Esercizi: questo desiderio di santità, questa volontà decisa. Quindi santificare le 24 ore della giornata, tutte le 24 ore, perché tutto quel che facciamo nella giornata, tutto quel che fate nella giornata, è fatto secondo la volontà di Dio, e cioè: omnia in gloriam Dei facite1, sia che mangiate, sia che beviate, sia che dormiate, ecco. Sempre questa ricerca della gloria di Dio, perché si va a riposo per volontà di Dio, come mangiamo per volere di Dio, per mantenerci nel servizio di Dio e mantenerci nell'apostolato e, quindi, le ore della notte hanno il merito, come hanno il loro merito le ore che si impegnano nella giornata per le varie cose, compreso il mangiare, bere. Omnia in gloriam Dei facite, sì. Quindi, anime tese verso Dio, verso la santità.
Se c'è ancora bisogno di propositi particolari, sì, diversamente, proposito generale che riassuma tutto e che serva di lume per il cammino della nostra vita, nelle varie circostanze, sì.
Allora: mi alzo per la gloria di Dio, come vado in chiesa per glorificar Dio; e se c'è altra cosa da fare nella giornata, il mangiare e l'apostolato e le ricreazioni: tutto a gloria di Dio.
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Bene questa specie di distinzione nei propositi. Ma tutte: cercare la santità, tendere, tendere, lavorare. Perché siete venute? «Se vuoi esser perfetta...»1. Ecco lì. E allora, come ci fermiamo ancora verso (...) certe preferenze, ancora certe tendenze naturali? Altrimenti si fiacca la vita, così una vita stanca, una vita che è di tiepidezza, in fondo; poi ancora certi affetti, magari la stessa famiglia; certi desideri, certe abitudini, certe preferenze; legate a un ufficio, legate a una casa, legate a particolari cose che impediscono il cammino. Dio! Dio! in fondo; vederlo, Dio, contemplar Dio. E se volete, anche più facile, mediante le Visite contemplare Gesù nella sua vita.
Può essere che un'anima si orienti così in Cristo che non legge altro che Vangelo. E allora, se siete Discepole di Gesù Maestro, è proprio per voi. Che il Vangelo sia proprio la luce quotidiana. E d'altra parte, se si vuol prendere una frase che guidi la nostra vita, si troverà qualche versetto dove l'anima si trova meglio; può essere un versetto delle Beatitudini; può essere un altro versetto, o una parola che Gesù Cristo ha detto in croce; oppure quegli ammonimenti di tutto il "Discorso della montagna". Ma poi in tutto il tempo della vita, la parola: «Se vuoi esser perfetto...» che vi ha invitate, questa parola, invitate alla santità, «se vuoi esser perfetta», alla santità. E può essere che è questo: voglio perfezionare ogni cosa, voglio esser perfetta: perfetta in povertà, perfetta in castità, perfetta in obbedienza, perfetta in tutte le azioni della giornata, negli impieghi che si hanno e negli uffici che si hanno, sì, in tutto. Allora, poco a poco la nostra mente è unita alla mente di Gesù Cristo; la nostra volontà resta unita alla volontà di Gesù Cristo, e il nostro cuore, unito al cuore di Gesù Cristo. E Gesù nella nostra mente, Gesù nella nostra volontà, Gesù nel nostro cuore.
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Tendere alla perfezione. Chiudere così gli Esercizi. Non fermarsi, non fermarsi. Perché vi sono sempre un po', generalmente, vi sono quei periodi in cui si hanno certe particolari difficoltà; ci sono; e si capisce che, a un certo punto, prima l'entusiasmo, poi, a un certo punto, sembra che si diffonda la stanchezza. Guardarsi da quello. Il diavolo, a un certo punto della vita, muove delle tentazioni diverse da quando si era giovani o si era appena professi; c'è il demonio meridiano, cioè il demonio del mezzogiorno, cioè, da metà della vita.
Se noi cadessimo nella indifferenza, tiepidezza, in quel tempo, allora l'anima corre rischio di fermarsi davvero e di sentirsi un po' annoiata della vita religiosa. E se invece, c'è il fervore, quelle tentazioni risvegliano ancora: "Bisogna che preghi di più e sia più fervorosa". Perché? Perché ho più bisogno. E allora il diavolo non riesce a vincerla, anzi, dà occasione ad un risveglio e ad una pietà più intensa.
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Ecco, adesso, il Signore vi benedica tutte tanto, con tutti i vostri propositi che avete già preparati e quelli che volete ancora preparare. E, soprattutto, fervore: voglio la santità.
Il fine assoluto [è] la gloria di Dio, il fine ultimo e assoluto.
E i mezzi: specialmente tendere alla santità per arrivare alla glorificazione di Dio. La santificazione è il gran mezzo per dare gloria a Dio e, quindi, arrivare ad una beatitudine grande, sì. Perché il Signore, quando l'anima tende alla santità: paradiso! paradiso! Perché ci sarà la visione di Dio, e la visione di Dio e delle cose di Dio è proporzionata alla fede che abbiamo adesso.
È la fede che merita la visione di Dio; ed è l'obbedienza che assicura il possesso di Dio, il possesso eterno di Dio; e il gaudio eterno per chi orienta il suo cuore e ama il Signore. Come noi abbiamo tre facoltà: intelletto, volontà e sentimento, così il paradiso è visione, possesso di Dio e gaudio in Dio.
Non è tanto lontano il paradiso. Coraggio! Ci avviciniamo ora per ora.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 75/c (= cassetta 167/b). Per la datazione, cf PM: «Il fine della gloria di Dio è il fine ultimno e assoluto e la santificazione è il mezzo»(cf PM in c220). «In questa settimana comincia la diffusione dela Bibbia nella diocesi di Roma portandola alle singole famiglie (...) da questa settimana che sta per incominciare fino a Pasqua prossima, aprile...» (cf PM m c57, c308). «L'altro ieri, L'Ossservatore Romano aveva tutta una pagina dedicata a questa iniziativa della diffusione della Bibbia in ogni famiglia». - L'articolo su L'Osservatore Romano è apparso il 24 ottobre 1964, n. 247, pag. 3. - dAS, 26/10/1964: «Andato [il PM] ad Ariccia per una predica alle PD» - VV (cf c329).

2 Cf nota in c375.

3 Situazione nella Diocesi di Roma nell'anno 1964.

1 Is 42,8.

2 Ap 1,8.

1 1Cor 10,31.

1 Proposito di Maggiorino Vigolungo, aspirante della PSSP (1904-1918).

2 Opere già citate.

3 Opere già citate.

4 Gal 2,20.

1 1Cor 10,31.

1 Mt 19,21.