Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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26. «LI RICONOSCERETE DAI LORO FRUTTI»
(Domenica VII dopo Pentecoste)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 5 luglio 19641

In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti. Essi vengono a voi travestiti da pecore, ma nel loro animo sono dei lupi rapaci. Li conoscerete dai loro frutti. Si raccoglie, forse, dell'uva dalle spine, o dei fichi dai rovi? Così ogni albero buono dà buoni frutti, ed ogni albero cattivo dà frutti cattivi. L'albero buono non può dare frutti cattivi, né l'albero cattivo dare frutti buoni. Ogni pianta che non fa frutti buoni viene tagliata e gettata nel fuoco. Voi riconoscerete, dunque, i buoni dai falsi profeti dai loro frutti. Non coloro che mi dicono: "Signore, Signore" entreranno nel regno dei cieli, ma soltanto coloro che fanno la volontà del Padre mio che è nei cieli»2. Bene.
I falsi profeti son tutti coloro che diffondono errori contro la fede e la morale cristiana. Il catechismo enumera gli eretici, gli apostati, gli scomunicati, gli scismatici, gli infedeli, gli ebrei; sono falsi profeti tutti i partiti e i raggruppamenti, associazioni e sette che combattono o non diffondono e non difendono la religione cattolica: i comunisti, i loro alleati, i protestanti, i laicisti, gli atei, i materialisti, gli anarchici; falsi profeti; come sono falsi profeti i cattivi compagni, la stampa, il cinematografo, i teatri immorali, la scuola, la radio, la televisione che diffondono o difendono l'errore e la ribellione contro Dio e Cristo e la Chiesa e la morale cristiana. Allora sono numerati, e non son tutti, ma sono già qui una buona parte numerati coloro che sono falsi profeti.
Col nome di profeti non si intendono solo quelli che profetano il futuro, ma: quelli che predicano il bene, i buoni profeti; e quelli che insegnano il male, i cattivi profeti.
L'albero buono dà buoni frutti, e cioè: la Chiesa, i sacerdoti, i catechisti, quei che dirigono gli Istituti, maestri, assistenti, tutti alberi buoni; e sono alberi buoni anche i compagni, le sorelle, il loro esempio. Dalla bocca o escono parole buone o, al contrario, parole non buone perché quando la mente è piena di errori, massime non buone, cattivi sentimenti, cattivi esempi, ecco questi non daranno buoni frutti, ma daranno cattivi frutti perché, se si semina grano, dà grano; se si semina zizzania, cioè erbaccia, eh, crescerà erbaccia, e se dà qualche frutto, dà cattivi frutti.
Ecco, i buoni hanno da essere illuminati dalla sapienza di Dio, dalla luce di Dio. Distinguere quali siano gli alberi buoni, cioè, quali siano i buoni profeti, da quelli che sono gli alberi cattivi, i cattivi profeti. Distinguere.
E se uno vuole veramente assicurarsi che siano alberi buoni? Ecco ci sono i libri, ci sono le Costituzioni, ci sono le disposizioni che vengono date e ci sono le persone che danno esempio di fervore, di bontà, di osservanza religiosa, ecco, bisogna pensare che quelli sono alberi buoni e daranno frutti buoni e, seguendoli, raccoglierai buoni frutti, frutti di santità e frutti di salvezza e di gloria eterna. E al contrario, se non siamo bene illuminati interiormente, che cosa succede? Tante volte si prende il meno bene: "Lo fanno anche gli altri", così mi scrivono. Bisogna che siano, invece, quelli che fan bene da seguire; prendere l'esempio buono. Quanti cattivi profeti! Sono stati favoriti, eletti per il governo... 10 milioni che han dato il voto ai comunisti, e si aggiungano, poi, i socialisti, i liberali. È, il mondo, pieno di falsi profeti. Occorre che ogni cristiano abbia tanta luce e tanta prudenza per distinguere, distinguere l'albero buono dall'albero cattivo, e allora, ecco, il cristiano saggio, illuminato da Dio, potrà raccogliere frutti da quelle piante, da quegli alberi che sono buoni. Quanti seminatori di mali!
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Alle volte, però, basta che ci sia una persona in comunità che non sia esemplare, fervorosa. E ci sono le persone in comunità che hanno veramente fervore e danno esempio osservando tutto quello che è stato stabilito, quello che è la via buona. Perché, possono pregare tutti insieme in quella comunità: «Signore, Signore». Ma chi è che ha il merito? «Entreranno nel regno dei cieli coloro che fan la volontà del Padre mio» Si fanno le stesse preghiere, ma non basta che si facciano le stesse preghiere, ma bisogna guardare quell'ultimo tratto: «Non coloro che mi dicono: "Signore, Signore" entreranno nel regno dei cieli, ma soltanto coloro che fanno la volontà del Padre mio che è nei cieli».
Ecco, non santità di parole, ma santità di opere, e cioè (...) sempre, continuamente: volontà di Dio. Qualche volta riempiono dei fogli, dei papiri di propositi, di buoni pensieri, ma poi bisogna che ci sia l'osservanza, e cioè, dopo [che] si mantengano quei propositi. Qualche volta bisogna anche dire: quelli che «dicono e non fanno»1. Il Signore poi penserà a giudicare quelli che dicono poco, ma fanno, e specialmente danno il buon esempio. E con il buon esempio e con la preghiera e con la vita sempre più santificata, ecco, sono buoni profeti. Perché non è solo la lingua, ma è ancora più la vita, sì, che bisogna guardare, e i buoni esempi. E chi vive bene, anche se dice poche parole, queste parole sono benedette. E gli esempi valgono più, di più che le sole parole.
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Allora ecco, le virtù cardinali: prudenza, quel veder giusto, la giustizia, e poi la mortificazione, la temperanza e la fortezza, sì. Abbiam sempre bisogno della luce di Dio. Non pensiamo già di essere perfetti, ma anche se si è già arrivati a un certo punto, la strada è lunghissima ancora. Dobbiamo arrivare a Dio, alla visione di Dio. Se viviamo secondo la fede e secondo la prudenza, ecco arriviamo alle porte del cielo e così la morte sarà spingere l'uscio. Di qua c'è la fede, di là c'è la visione di Dio: intra in gaudium Domini tui1. Questo dev'essere la nostra vita. E che cosa cerchiamo ancora su questa terra, se non questo? E non abbiamo scelto proprio il lavoro di perfezionamento? Allora, i voti sono sacri. Osserviamoli.
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E leggere volentieri sempre le Costituzioni perché, ci sono i voti, ma l'applicazione dei voti è data dalle Costituzioni. La vita che si è abbracciata è data e spiegata dalle Costituzioni e sta nell'osservanza delle Costituzioni. E le Costituzioni spiegano che cos'è la povertà, e come si applica; la purezza, e come si applica; l'obbedienza, e come si applica; lo spirito dell'Istituto, e come è spiegato nelle Costituzioni; e la pietà e l'apostolato e la vita ordinaria, la vita comune. Ecco, la volontà di Dio è segnata molto chiara nelle Costituzioni. Sono 500 articoli circa e tracciano la via del cielo. Non solamente in generale, la volontà di Dio, non prendere solamente le cose in generale, cioè: «sia fatta la tua volontà come in cielo, così in terra»1. Ma per me, com'è questa volontà? nelle mie circostanze, nella vocazione che ho? Ecco, l'osservanza. E le Costituzioni ben osservate, saranno testimoni di noi al giudizio che avremo osservato diligentemente, attentamente - senza scrupoli, però - quello che era tracciato nelle Costituzioni.
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Conclusione. Allora evitiamo coloro che possono essere meno buoni, meno esemplari, e seguiamo quegli esempi... e seguiamo chi ci insegna la via di santità.
Oh, vogliamo essere coi santi in cielo? Dobbiamo metterci tra i santi sulla terra. Quelli che fan rumore, in generale, son più i meno buoni. I santi non fanno rumore se non per quello che devono fare, anche in pubblico, come loro compito. Il bene non fa rumore, in generale, e il rumore non fa anche del bene. Il bene non fa rumore e il rumore non fa bene.
Siamo tranquilli, non stiamo a contare cosa abbiam fatto ieri; quel che è fatto è già sulle porte del cielo, ci aspetta per il premio. Coraggio, quindi, in letizia: accumulo, accumulo ricchezze per il cielo. L'avaro conta i soldi, rimette in ordine quei biglietti e fa i conti. Oh! E noi? Riguardo alle ricchezze? Divitias1- dice san Paolo -, le ricchezze accumulare. E quindi accumulando in letizia perché si acquistano...
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1 Nastro 120/b (= cassetta 160/a.1). Per la datazione, in PM nessun indizio cronologico. Una voce incisa dice: «Domenica VII dopo Pentecoste. Meditazione del PM». - dAS, nessun accenno (cf nostra nota in c215).

2 Mt 7,15-21.

1 Mt 23,3.

1 Mt 25,21.23.

1 Mt 6,10.

1 Cf Ef 1,7 et passim.