Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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33. ADORAZIONE COME APOSTOLATO

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, 21 agosto 19641

Questa mattina domandiamo al Signore la grazia di pregare sempre meglio, con le dovute disposizioni di umiltà e fede. Domandare al Signore... pregare per pregare meglio.
Ora, le grazie da chiedersi sono molte.
Fra le prime grazie, questa: l'intimità con l'Eucaristia. Quindi, le Messe bene ascoltate, e le Visite ben fatte, e le comunioni ben ricevute, e con l'intenzione: che nel mondo, specialmente noi cristiani, veramente conoscere che cosa sia, che cosa voglia dire: Dio con noi, Gesù Cristo con noi; perché vi è un certo raffreddamento riguardo alla divozione eucaristica, alla pietà eucaristica. In generale si nota che le Adorazioni sono meno seguite e le Messe sono meno frequentate. Quanti sono gli Italiani che alla domenica, almeno, compiono il loro dovere domenicale? Interrogativo. E poi, le comunioni diminuiscono, se si considerano le statistiche.
E bisogna che aumenti lo zelo per domandare al Signore vocazioni ecclesiastiche, vocazioni religiose. Ecclesiastiche. Anche in Italia, vi sono centri dove alla domenica appena appena, oppure, neppure la Messa. Parroci che hanno tre parrocchie; allora, o ne frequentano una, e cioè ne servono una al mattino e la seconda alla sera. E la terza? E la terza viene servita la volta seguente, ma [ne] resta un'altra.
Quindi nelle Adorazioni, queste intenzioni: che il culto alla Santissima Eucaristia sia sentito di più. In mezzo a questo mondo che è sempre più materialista, in questo tempo, poco danno importanza a quello che è spirituale, e poca attenzione a quello che è il sacramento dell'Eucaristia.
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Avete anche sentito o avete letto quello che ha detto il Papa a Orvieto1, sì. Essendo Pie Discepole di Gesù Maestro, ecco: [ottenere] che sia onorato il Maestro che è presente in mezzo agli uomini: «Io sono con voi fino alla fin del mondo»2. Egli vuole stare con noi. Ma, come in Gerusalemme: «non lo vogliamo»3. E ne chiedevano la morte. E, così, non vogliono e, alle volte, direttamente e molte volte indirettamente, sì. E non vogliono, non amano che siano costruite chiese, ecc.
Domandare che abbiamo la grazia di pregar bene, sempre meglio.
E, particolarmente, chiedere la grazia che Gesù Cristo eucaristico sia onorato nella sua presenza reale agli uomini, presenza eucaristica sacramentale; e che le Messe siano più capite e frequentate; e che le comunioni siano più numerose e fatte bene. Questa serie di grazie.
Naturalmente è legata, a questa serie di grazie, tutto quel che riguarda le vocazioni: vocazioni sacerdotali e diocesane, e vocazioni religiose e sacerdotali, e vocazioni religiose laiche, ecco.
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Poi, un altro ordine di grazie che ci deve stare a cuore, che interessa tutta la Chiesa, particolarmente quello che viene trattato nella Sessione seguente del Concilio Vaticano II.
[1.] Che si conosca bene la divina Rivelazione, sia come Bibbia, quello che è scritto, e sia come quel che viene tramandato per mezzo della Chiesa.
2. Che si conosca la Chiesa, che è il mistero di Gesù Cristo, è il mistero che sta in ogni anima in grazia di Dio. Eh, son le anime che costituiscono la Chiesa, siamo noi.
3. La pastorale e gli uffici che hanno i vescovi nella Chiesa e nelle singole diocesi.
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Pregare ancora:
- Per le Chiese Orientali, e cioè, quelle chiese che sono distaccate da Roma, sebbene seguono una fede cattolica. Ma ci sono degli articoli che riguardano la fede cattolica che esse, Chiese Orientali, non hanno ancora accettato, come esempio: l'infallibilità pontificia, l'immacolato concepimento di Maria, la sua assunzione.
- Per le Missioni, le Missioni che sono un po' in tutti i continenti. E quante difficoltà trovano e quanti sacrifici;
- Per l'Ecumenismo e quindi l'unione di tutti i fedeli. E anche quelli, che si avvicinino sempre di più alla Chiesa.
- Per i sacerdoti. Pregare per i sacerdoti, quanto a numero e, particolarmente, quanto a doti e quanto [ad] attività pastorale.
- Per i religiosi, i religiosi i quali vengono trattati anche nel Concilio Ecumenico. Ma una parte sarà, invece, introdotta nel Codice - che viene riveduto - del Diritto Canonico.
- Per l'apostolato dei laici e fra essi l'Azione Cattolica;
- Per il sacramento del matrimonio che tanto è profanato. E allora, se le famiglie cominciano male, non possiamo aspettarci molto del bene per coloro che saranno nelle nuove famiglie.
La formazione dei religiosi e dei sacerdoti, quindi, non solo che si diano delle regole, ma per coloro che sono aspiranti alla vita religiosa o alla vita sacerdotale: [che] siano docili e seguano quanto viene detto, indicato.
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Poi quello che riguarda la questione della scuola e quindi le scuole cattoliche, in particolare in certe nazioni. E questa questione riguarda anche l'Italia
E poi, come la Chiesa è veduta oggi nel mondo e come viene capita o non viene capita, secondo [che], più o meno, i cristiani siano istruiti. E molte volte sono anche già trascurati un po' i catechismi. E se non c'è l'istruzione, che cosa si aspetterà del bene? le opere buone? Bisogna che lo conoscano prima il bene da farsi; poi, che si aggiunga la grazia; e la preghiera per [ottenere] la grazia per seguire1.
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Pregare per la Casa di cura vostra; per la chiesa a Gesù Maestro, e per le altre iniziative varie, e per tutto l'apostolato, e per tutte le vocazioni; in particolare: scelte bene; più sono dotate e meglio e di più si aspetterà per l'Istituto; e poi la piena formazione da chi la dà e per chi la riceve. La formazione.
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Domandare al Signore anche quest'altra grazia: che le opere che fa il cristiano, queste opere, se son fatte con le dovute disposizioni, cioè: siano buone, ci sia la retta intenzione, ci sia la volontà di farle bene, ha un grande merito, certamente. Ma considerare e capire che tutte le azioni della religiosa, del religioso hanno sempre un valore distinto. Come c'è la diversità e quindi la preziosità della vita religiosa rispetto alla vita cristiana, come c'è questa superiorità in valore, così in tutto quello che si fa nella giornata, la religiosa, il religioso aumenta i meriti; l'opera che fa è più meritoria e dà maggior gloria a Dio. Quindi, anche le minime cose, le osservanze, senza scrupoli si capisce, ma dare importanza alle minime cose, che può essere un saluto, alle volte, ben dato, ecc.; ha tutto, quello che fa il religioso, ha tutto un valore particolare. E facendo un paragone: ci son delle piante le quali sono di miglior qualità e danno migliori frutti; e vi sono piante di minor qualità che danno ancora dei frutti, ma di minor valore.
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Particolarmente è importante capire questo, capirlo per poterlo praticamente ricordare e seguire: altro è la Messa di un semplice cristiano e altro è la Messa di un'anima consacrata a Dio. Perché? Vi sono modi per assistere alla Messa, modi vari sì. E tutti hanno il loro valore; intrinsecamente sono buoni, buoni tutti quelli che sono proposti, ma vi è sempre qualità e qualità. Ma il miglior modo di ascoltar la Messa è sempre quello di accompagnare la Messa. E l'essenza della Messa è particolarmente nel sacrificio. È vero che il senso completo della Messa è: passione, morte, risurrezione e ascensione, il senso completo, sì; ma particolarmente, essenzialmente è nel sacrificio di Gesù Cristo, sacrificio che vien portato sugli altari per mezzo della Messa. Ora, il modo migliore di sentir la Messa è sempre questo: accompagnare il sacrificio. Che cosa vuol dire? Soltanto delle parole? Vuol dire dei fatti, cioè, quello che è in noi; con-mortui1 - dice san Paolo -, morire con Gesù Cristo, cioè sacrificarci. Tutti i cristiani per ascoltare bene la Messa, almeno per ascoltarla meglio, [devono] offrire, anche per loro parte, il sacrificio. E quale sacrificio? Le pene che si hanno, le fatiche che si fanno, le virtù che si praticano. Ma insieme e specialmente quello che è l'osservanza dei comandamenti e la vita del buon cristiano.
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E la religiosa, che diversità? La vita religiosa è una specie di martirio, non violento, ma quotidiano; diremmo, quasi si muore poco a poco, o a colpi di spillo. E quali sono questi sacrifici? Non pensare a delle cose straordinarie che ordinariamente non ci sono; quindi pensare solo alle cose ordinarie.
In primo luogo, almeno: ripetere i voti, cioè il sacrificio della mia volontà con l'obbedienza continuata, religiosa, secondo le Costituzioni e secondo le disposizioni quotidiane che vengono date e gli uffici che sono affidati, ecc., se vuoi che la Messa sia veramente: non mea sed tua voluntas fiat1, con Gesù Cristo. Più niente delle nostre preferenze, la preferenza è sempre quella che è il volere di Gesù Cristo. «Non la mia volontà», dirlo con Gesù nel Getsemani. La volontà si dà a Dio per mezzo dell'obbedienza, il sacrificio della volontà è il sacrificio più elevato, più perfetto, più caro a Dio, sacrificio della nostra libertà, essendoci messi sotto un'obbedienza.
E poi il sacrificio dei beni esterni con la povertà, col voto di povertà. Riconfermarlo e vedere se noi lo osserviamo con diligenza, con attenzione. E vi sono ancora, delle volte, dei piccoli abusi o abusi un po' importanti che si verificano, quindi il rinnovo, anche se non si ripete la formula, ma l'intenzione. Sacrificio di tutte le cose esterne. Niente ambizioni!
E poi il sacrificio del corpo, cioè, delle concupiscenze che bisogna dominare. E dominare la fantasia e dominare gli occhi e dominar l'udito e dominare la lingua e dominare il gusto, il tatto, l'odorato; l'essere, in sostanza, fisicamente considerato.
Questa rinnovazione dei voti, questo dono, rende la Messa del religioso, della religiosa molto più perfetta e molto più meritoria e, quindi, [dà] molta maggior gloria a Dio e ottiene maggiori grazie secondo le intenzioni con cui ognuno ascolta la Messa.
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Comprendere che la Messa della religiosa, del religioso è diversa dalla Messa del semplice cristiano. Il semplice cristiano offre il suo sacrificio in quello che è compreso nell'osservanza dei comandamenti e della vita cristiana. Ma qui si aggiunge la vita religiosa e quindi più perfetta, più cara a Dio e più meritoria. Oh, quando si capisce questo, la vita religiosa ci sembra sempre cosa migliore e si conserva l'entusiasmo del giorno della Professione, anzi poi va crescendo, va crescendo non tanto perché si sente, alle volte, così, per sentimento, ma proprio per persuasione e si capisce allora che la vita religiosa diventa una vita lieta, gioiosa, ecco. E perciò la pace dei conventi, la carità vicendevole, e sempre la serenità dei volti, e cioè, la serenità dei cuori che si riflette poi nell'esterno.
Tra le grazie, quindi, da chiedere è questa: valorizzare la Messa del religioso, della religiosa, nel senso giusto.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 77/c (= cassetta 163/a). Per la datazione, cf PM: «Questa mattina domandiamo al Signore... di pregare sempre meglio» (cf PM in c29 e in c156). «Avrete anche sentito o avrete letto quello che ha detto il Papa a Orvieto...». - Il Papa è stato a Orvieto 1'11 agosto 1964. - dAS, 21/8/1964: «Andato [il PM] in via Portuense dalle PD». - VV, 21/8/1964: «Predica del PM: "Intenzione per cui devono pregare le PD"». (Si è cambiato il titolo).

1 Discorso di Paolo VI, nel Duomo di Orvieto, 11 agosto 1964, nel settimo centenario della istituzione della festa del Corpus Domini (11 agosto 1264) in tutta la Chiesa per opera di papa Urbano IV. - Cf Insegnamenti di Paolo VI, II, 1964 (Tip. Poliglotta Vaticana) pp. 477-486.

2 Cf Mt 28,20.

3 Cf Gv 19,15.

1 Per questi diversi documenti da trattarsi nel corso del Concilio Ecumenico Vaticano II, cf Enchiridion Vaticanum, a cura del Centro Dehoniano - Documenti: Il Concilio Vaticano II, VII Edizione, Bologna, Edizioni Dehoniane, 1968.

1 Cf 2Tm 2,11.

1 Lc 22,42.