Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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36. MARIA SANTISSIMA CUOCA

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, 2 ottobre 19641

La giornata liturgica di oggi specialmente è per ringraziare il Signore di averci dato un Angelo Custode per intercedere egli, l'Angelo Custode, presso il Signore ché ci difenda dal male: dalle disgrazie materiali, corporali e dal male, quel che è male spirituale. Sempre, uscendo di casa: "Angeli di Dio".
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Siamo arrivati al mese di ottobre, mese del rosario. È il secondo mese dell'anno che si consacra a Maria.
Penso che giovi molto ordinare i rosari di questo mese, e poi anche più avanti, per la diffusione della Bibbia, la diffusione della Bibbia in ogni famiglia.
E con il principio del mese prossimo si inizia il lavoro della diffusione della Bibbia in Roma, e già tre volte il cardinal Traglia, vicario di Sua Santità1, ha parlato ai parroci per promuovere questa iniziativa.
E occorreranno circa sei mesi per visitare tutte le famiglie, perché in Roma, diocesi, le famiglie sono da 500 a 600 mila, città e diocesi. Offrire i rosari per questo scopo, tanto più che i Protestanti hanno preso la decisione - un convegno che si compirà alla fine dell'anno - : la diffusione più larga della Bibbia protestante, proprio contro la Chiesa e contro, in modo particolare, il Santo Padre.
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Oh, per la Bibbia, che si preghi. Ma fare anche il proposito di leggere tutta la Bibbia, nella vita, cominciando dai libri storici che son più semplici. Prima quelli del NT, come i Vangeli e gli Atti degli Apostoli e poi i libri storici dell'AT, il Genesi, ecc., e poi i libri profetici, e poi i libri morali.
Se si divide la Bibbia in tre, quattro versetti per giorno, in quasi quattro anni si arriva a leggerla tutta. E nessuno vada al Padre celeste senza aver prima letta quella lettera che il Padre celeste ha mandato agli uomini, che è la Bibbia1. Tutti leggere la Bibbia. E nella formazione addirittura si guidino le aspiranti e le suorine e le novizie e, se non bastasse, anche il tempo della professione temporanea fino alla professione perpetua, non perché si cessi, ma perché già almeno una volta sia stata letta. Con tre, quattro versetti, si arriva bene, senza fatica.
Il canonico Chiesa2, non solo li leggeva, i tre, quattro versetti, ma li studiava sempre a memoria; li leggeva alla sera e poi nella mattinata, preparandosi alla Messa, recitava i versetti che aveva letto nella sera antecedente. Se non la si mandi... veramente non si potrà tutte mandarla a memoria, ma almeno averla letta. Dividere i versetti, tanto più all'inizio della scuola, così [vi sarà] l'insegnamento di Dio. Quello è il principale e quindi è la scuola migliore.
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Oh, quest'oggi veramente dobbiamo ricordare una cosa, secondo che mi fu detto, e cioè, oggi bisognerà ricordarci e venerare e poi prendere l'esempio, da chi? Maria, cuoca. Credete bene che faceva la cucina, e credete anche che la faceva bene, ecco. Prendere l'esempio e lo spirito con cui compiere questo apostolato.
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Dobbiamo pensare che l'uomo è composto di anima e corpo e, quindi, la persona umana: anima e corpo. E bisogna pensare che quando viene la morte c'è la divisione fra l'anima e il corpo e che si chiama morte, questo, la divisione. Ma finché l'anima è unita al corpo c'è la persona che opera, dopo, quando c'è la divisione fra l'anima e il corpo, non si può più commettere peccato, ma non si può più anche fare meriti.
Perciò il Signore vuole che il corpo sia nutrito e custodito e curato nella maniera moderata, ragionevole e spirituale, sì. Allora, perché Gesù ha detto che - nel Padre nostro - dobbiamo chiedere anche il pane quotidiano? E il Signore vuole che lo custodiamo e che lo curiamo in quella moderazione che bisogna mantenere. «Dà a noi il nostro pane quotidiano»1.
Il Signore vuole che abbiamo la cura del corpo. Il Signore ha creato Adamo, secondo leggete nella Bibbia, sì. E quanti miracoli ha fatto il Signore perché l'uomo non mancasse del pane; ad esempio, la manna2; perché gli Ebrei erano nel deserto e non avevano più le necessarie provvigioni e allora si son rivolti a Dio e il Signore faceva piovere la manna. E anche ha mandato gli uccelli3 perché potessero cibarsi, col pane, un po' di carne, cioè il companatico. E Gesù ha fatto miracoli. Due volte, si narra nel Vangelo, la moltiplicazione dei pani4, appunto perché il Signore vuole che noi manteniamo, quello che è possibile, manteniamo l'uomo in salute; e poi, oltre a quello che è il pane quotidiano, ci sono anche le medicine, le cure. Il Signore, alle volte, ha mandato anche il corvo a certi eremiti, il corvo a portare ogni giorno un pane. E come, in molte occasioni, al Cottolengo, a Torino, il Signore è intervenuto proprio miracolosamente. Perché? Perché non vi erano le cose necessarie e il cibo stesso. È l'ora di andare a tavola, non c'è altro che la pentola al fuoco con l'acqua, non ci sono paste per metter dentro. E il Cottolengo era entrato in refettorio e davanti al quadro della Madonna: "È tempo, mandate a tavola il necessario perché è quasi l'ora". E arrivano dei carretti, fuori, alla porta della Casa, così detta «Piccola Casa». "Questa mattina i soldati non sono a casa, sono andati a far manovre molto lontano, avevam preparato già la minestra e il necessario per sfamare i soldati e non son tornati in tempo, e allora abbiam portato qui"5. E così i poveri si son sfamati.
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Oh, la dignità della cuoca! È la collaborazione al Padre celeste che vuole che viviamo. E le altre persone si ricordino di più delle cuoche perché si va in cucina, in refettorio o tre o quattro volte al giorno, quindi la riconoscenza di tutti. E ricordarsi che sono strumenti, le cuoche, e sono collaboratrici di Dio perché si conservi [la salute]; e si aggiungono anche le suore che sono infermiere, per la cura del corpo. Oh, voi nei vocazionari fate di tutto perché gli aspiranti arrivino alla professione e al sacerdozio, quando si tratta di giovani chiamati al sacerdozio. La collaborazione continua per anni ed anni per mantenere e tenere in vita e conservare in buona salute gli aspiranti; anni ed anni: entrano a 12 anni o un po' più avanti, secondo, perché si arrivi alla professione religiosa, e, se sono chiamati al sacerdozio, è poi lo stesso, la stessa collaborazione, e quindi il servizio quotidiano per coloro che si esercitano nell'apostolato ed esercitano il ministero sacerdotale, se tali sono. E questo è l'apostolato. E chi ne può fare a meno, di questo, cioè dell'alimentazione? Perciò da una parte operare bene, ma dall'altra parte essere molto riconoscenti.
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Primo: pregare la Provvidenza. Le cuoche lo facciano. E tutti quelli della Casa preghino la Provvidenza per il necessario quotidiano. E questo necessario quotidiano non è solamente il pane, ci son, per esempio, anche le Case, ma in particolare, in primo luogo, perché si viva: «dà a noi il nostro pane quotidiano»1. La provvidenza.
Secondo: ufficio che ha compìto Maria, la quale, Maria, ha nutrito il Bambinello; e poi negli anni successivi come lo ha cresciuto; e quale premura quando il Bambino cresceva, quand'era già arrivato ad essere fanciullo, giovinetto. E poi per 30 anni Maria compì questo ufficio. E certamente l'ha compito con quella diligenza, con quella perfezione che era propria di Maria.
Lo spirito soprannaturale. Pensare che si conserva la vita. E se il lavoro della cuoca vien fatto bene, quante volte si riuscirà ad evitare certe malattie o si riuscirà anche ad allungare un po' la vita. E allora quale merito c'è! E quale grazia, allora! Che se qualche persona allungherà la vita, si arricchisce di meriti e dà maggior gloria a Dio e arriverà alla felicità più abbondante in cielo. Il premio, certamente, il premio sarà grande, sarà grande il premio.
Quello che si fa è evidente, e le fatiche che si hanno perché si compia bene l'ufficio. E l'attenzione a fare gli acquisti che riguardano la cucina, come usare attenzione per gli altri acquisti che riguardano il vestire, ecc. Far bene le spese per collaborare alla Provvidenza, perché nulla si sprechi; e tutto quello che invece è necessario, sia anzi un po' abbondante e più conveniente; e anche nell'acquistare, dare il giusto prezzo, ma non lasciarsi ingannare nei prezzi. Bisogna che collaboriamo con la divina Provvidenza. Le attenzioni che abbiamo da usare.
Però è necessario sempre che si faccia con lo spirito di Maria. Pensarla quando faceva la piccola cucina e quando preparava e portava a tavola quello che era preparato per Gesù e per Giuseppe, quanto visse ancora.
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Oh, a questo riguardo, da una parte essere piuttosto generose e, dall'altra parte, la povertà. Vi sono persone che sanno così far bene che sono una benedizione per le Case. Generose e, nello stesso tempo, la osservanza della povertà.
Queste suore che sono sempre lì come in locali riservati e quasi distinte dall'azione generale dell'Istituto, delle cose che si fanno come apostolato liturgico, apostolato poi sacerdotale. Oh, vivono come una vita più raccolta.
E diligenza nel far le cose bene, nella pulizia, e poi fare tutto quello che è necessario perché ci sia l'osservanza della disciplina quotidiana, cioè l'orario: né troppo presto né troppo tardi perché questo favorisce anche l'andamento della comunità, sì, o quando troppo si ritarda oppure se si anticipa. E la conservazione di quello che rimane e raccogliere le briciole, perché Gesù ha moltiplicato i pani e dopo ha detto: «Adesso, raccogliete i frammenti»1. E ne conservarono parecchie sporte, sì. Se Gesù ha fatto così è un insegnamento che ci ha lasciato. E il modo di presentare [il cibo] anche in bel garbo, in maniera gradita, sì; anche perché, persone che attendono agli studi, ad esempio, hanno poca voglia di prendere il cibo, alle volte, per la stanchezza che porta lo studio e che portano altre occupazioni, non solo lo studio, sì.
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Offrire tutti i sacrifici come cuoche. Tutto è a servizio, sì. Del resto siam tutti a servizio, chi serve per il corpo e chi serve per lo spirito.
Bisogna però anche ricordare che le cuoche hanno dei sacrifici particolari per cui devono essere rispettate; e se c'è una festa di casa e qualche solennità speciale, proprio allora han più lavoro e meno partecipano alla festività esteriore, quindi sacrificio. E quando si può, allora, portare anche un piccolo aiuto appunto perché in certe occasioni si devono preparare cose un po' diverse.
Curate anche la vostra salute, cuoche. Qualche lode e qualche disapprovazione. Molto spesso si lamentano delle cuoche, e molte volte anche lodano le cuoche. Non guardate le disapprovazioni, le critiche, e non guardate anche se vi lodano, se vi ringraziano: "l'abbiam fatto per il Signore, mica per voi"; ecco tutto.
Quindi due conseguenze: tutti essere riconoscenti alle cuoche; e secondo, pregare per loro; e ancora, oltre che pregare, una collaborazione per rendere più facile il loro apostolato, perché bisogna dire che è vero apostolato. E d'altra parte, quando si nutrono gli apostoli e le apostole si ha parte importante del loro merito, di chi fa l'apostolato, perché sono le cuoche che sostengono. E noi, a questo riguardo, intendiamo anche le econome delle Case che devono fare le spese per la casa, per la cucina. Sentirsi, quindi, tutte obbligate e tutte diano contributo di preghiera.
E tutte si considerino "a servizio". Perché, che cosa è la Chiesa? È servizio delle anime. E che cos'è il sacerdozio? È il servizio delle anime. E che cosa sono i superiori, le superiore? A servizio delle anime. E chi fa scuola? A servizio delle anime. E chi attende ai Centri? Servizio delle anime. E chi attende alla cucina? Servizio delle anime, cioè del corpo delle anime, del corpo dell'anima, per mantenere le persone a servizio di Dio e a servizio dell'apostolato. Non siamo soltanto spirito, la persona è costituita dall'anima e il corpo assieme.
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Ecco, quante anime belle che lavorano nel silenzio, in continuità, a servizio, silenziosamente e diligentemente. Quanti meriti!. Vita nascosta, serena, unite con Dio. Quanto è prezioso questo! Non invidiate mai, cuoche, non invidiate mai le altre. Siete in una posizione di maggior santificazione facendo quelle cose che vi sono affidate. Oh, e certamente se si fan le cose bene e anche i cibi fatti in maniera che si digeriscono bene, tutte queste attenzioni, che sono attenzioni, preziosi meriti davanti a Dio, sì.
Oh, da quanti anni assisto a queste benedette professe che fanno questi servizi in tante case maschili e in tante case anche femminili, vostre, da quanto tempo le considero. E un ricordo particolare lo faccio sempre nella mattinata, nella preghiera, sempre.
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E come voi volete arrivare a colazione e a pranzo e a cena, ricordarsi di pregare per le cuoche, perché compiano il loro ufficio nello spirito di fede e di umiltà, e poi nella grazia di compiere quello che è il loro ufficio. E se qualche volta viene la stanchezza - ci vuole anche riguardo per dare il riposo necessario -, e se viene la stanchezza ricordatevi di Maria, cuoca. E aver divozione a Maria. Anche Maria riguardata sotto questo ufficio, che ebbe l'ufficio di mantenere, di crescere, di mantenere e conservare Gesù Cristo nella sua missione. E si aggiunge, e si conchiude poi, quello che Maria ha assistito Gesù crocifisso, vicino alla morte.
E qui è anche un po' ricordato l'ufficio delle suore che fanno l'infermeria o le infermiere. Tutto questo riguarda la salute fisica. Essere riconoscenti proprio perché l'anima sta unita al corpo e il corpo all'anima. E fino lì tutti quelli che hanno buona salute, o almeno, che vivono anche come infermi, aumenteranno i meriti, perché l'anima unita al corpo è sempre in condizioni di meritare presso Dio.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 77/e (= cassetta 164/b). Per la datazione, cf PM: «La giornata liturgica di oggi, specialmente è per ringraziare il Signore di averci dato un Angelo Custode (...). Siamo arrivati al mese di ottobre...». «E con il principio del mese prossimo si inizia il lavoro di diffusione della Bibbia in Roma»(cf PM in c57, c375). - dAS 2/10/1964: «...altra meditazione alle PD, via Portuense, per le cuoche». - dAC, 1-2 ottobre 1964: «Incontro delle cuciniere. Il venerdì 2, meditazione del PM». - VV, 2/10/1964: «Incontro sorelle cuciniere. PM: "Maria cuoca"».

1 LUIGI,card.TRAGLIA(1895-1977).

1 Cf S. GREGORIO MAGNO, Ep V, 46.

2 FRANCESCO CHIESA (sacedote, 1874-1946). Dal giorno 11 dicembre 1987, Venerabile.

1 Mt 6,11.

2 Sulla manna, cf Dt 8,3-16.

3 Sulle quaglie, cf Nm 11,31-32; Sal 78,26-29.

4 Sulla moltiplicazione dei pani, cf Mc 6,34ss; 8,1ss e par.

5 Nelle biografie dei Santi si trovano fatti del genere - Sovente nella vita di s. Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842).

1 Mt 6,11.

1 Cf Gv 6,12.