Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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40. SANTIFICAZIONE: VIVERE GESÙ CRISTO VIA, VERITÀ E VITA (V)

Esercizi Spirituali (18-26 ottobre 1964) alle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 21 ottobre 19641

[Abbiamo ricordato] quattro punti:
1. Cercare la gloria di Dio. In questo sta l'amore perfetto verso Dio e, di conseguenza, il giusto amore al prossimo.
2. [La nostra santificazione] per la glorificazione di Dio e quindi dopo che avrem glorificato Dio sulla terra, si glorificherà in eterno in cielo e, in quella glorificazione di Dio, la nostra felicità.
3. La santificazione in Gesù Cristo considerato come Maestro, considerato come Via, Verità e Vita.
4. Perché questa santificazione sia più facile e perché possiamo arrivare a cercare in tutto la gloria di Dio: omnia in gloriam Dei facite2, quindi sarà compìto del tutto il senso del Vangelo: con Maria, la quale ci faciliterà tanto il lavoro di santificazione e la santificazione presa nella via più perfetta: configurazione a Gesù Cristo, Via, Verità e Vita.
Quindi abbiamo già ricordato: Via e Verità, cioè:
[1.] Come Gesù Cristo ci ha tracciato la via con la sua vita, la via della santità, e poi ce l'ha spiegata nel suo ministero pubblico, nella sua predicazione.
2. Gesù Cristo Verità. Quindi la nostra fede profonda, sì, quello che Gesù ci ha rivelato, ci ha insegnato e quello che ci insegna la Chiesa, sì. Credere, profondamente credere. Non dei Credo cantati, così, con la bocca o recitati semplicemente nelle orazioni, ma fede vera, profonda fino ad arrivare a credere le otto Beatitudini: «Beati i poveri, beati i miti, beati quei che soffrono, beati quelli che hanno sete e fame della Parola di santità, di Dio, ecc., beati coloro che soffrono»3. Oh, chi le comprende le Beatitudini? Bisogna comprenderle con la luce dello Spirito Santo, non con dei ragionamenti, con la luce che viene dallo Spirito Santo. E sono anche applicate in Gesù Cristo, le Beatitudini, secondo è stato la passione di Gesù Cristo, espresse anche nelle Sette Parole che Gesù Cristo ha dette in croce.
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Adesso: Gesù Cristo è Vita
Che cosa significa "vita"? Ci sono due vite nel cristiano, e cioè, la vita naturale composta di anima e corpo che forma la persona. E poi c'è un'altra vita, la vita soprannaturale, la vita della grazia e quindi insieme la fede, la speranza e la carità. Così queste tre virtù teologali ci sono state infuse con la grazia nel battesimo; con la grazia sono state infuse in noi lo spirito di fede, speranza e carità. E se c'è stata una vocazione, c'è stata anche la tendenza alla religione, cioè la quarta virtù. Perché chiamate alla vita religiosa? Perché si cerca la religione più profonda. È la quarta virtù. Dopo seguono le altre quattro virtù cardinali, di conseguenza. E senza che ci siamo accorti noi subito, ma c'è stata nel profondo dell'anima una tendenza verso la virtù della religione. Cosa faceva quel ragazzo che ha avuto vocazione, aveva otto anni, e andava formandosi un altarino e provava a dir Messa? Vi è una tendenza religiosa per cui qualche volta avete incontrato delle suore e qualche pensiero...
Oh, la vita soprannaturale! E quindi: oportet nasci denuo1: è necessario nascere un'altra volta. Quindi, oltre la vita naturale umana, la vita soprannaturale di grazia.
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E in che cosa consiste? Consiste, questa vita, nel dono di Dio. E cioè, il Signore infonde in noi quello che Gesù Cristo ha guadagnato, cioè la grazia.
La grazia con cui Gesù Cristo ha santificato l'anima sua è la stessa grazia che viene comunicata a noi, è la stessa grazia; cioè la stessa, ma c'è una piccola diversità di ragione, cioè nel ragionare noi. Quindi la stessa grazia che è nell'anima nostra, e perciò la linfa che è nella vite, Gesù Cristo, e che passa a noi, tralci, è la stessa.
Oh, questa grazia l'ha conquistata Gesù Cristo, per sé e per noi. Una duplice grazia: egli ha meritato per sé e ha meritato per noi. Quanto a quello che riguarda noi, la grazia: prima, [quella] di togliere il peccato e, secondo, la grazia e l'accrescimento della grazia.
Quindi la redenzione sostanzialmente consta di queste due parti, e cioè: soddisfazione per i peccati, e i meriti per la nostra santificazione. I meriti che ci son stati applicati già nel battesimo e poi avanti nella vita se si arriva all'uso di ragione e se si vive cristianamente e santamente, religiosamente.
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[Primo:] Gesù Cristo ha soddisfatto pienamente per tutti i peccati del mondo. E, se ci fossero anche milioni di mondi, la sua soddisfazione è infinita, non si esaurisce mai. E così i suoi meriti sono infiniti e quindi non si esauriscono mai. Perciò, se un'anima fosse nera come il diavolo e avesse commesso tutti i delitti, purché si penta e specialmente si confessi, se ha il tempo e...
Allora, che cosa dire? La soddisfazione per i peccati commessi è quella di Gesù Cristo applicata a noi. Lui ha soddisfatto. Noi dobbiamo, però, fare anche quella soddisfazione che accompagna e che merita l'applicazione dei suoi meriti, dei meriti di Gesù Cristo. Cioè, egli [si] offre al Padre celeste in soddisfazione, e così [si è] offerto in soddisfazione per tutti i peccati: «Son venuto a cercare, non i giusti, ma i peccatori»1. È venuto per questo. E peccatori siamo nati e peccatori siamo anche restati, sì. E chi può dire di non aver commesso peccato? Direbbe una bugia, come dice san Giovanni2. Quindi non scoraggiarsi, non disperare, non affannarsi perché ci viene applicata la soddisfazione che Gesù Cristo ha dato, cioè l'offerta del suo sangue, sì.
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Però, perché si applichi questa soddisfazione per i nostri peccati, bisogna anche che diamo noi soddisfazione, perché si applichi la sua soddisfazione. E quale? Il confessore dà una piccola penitenza, ma è una piccola penitenza. Ma la penitenza vera è il cambiamento di vita. Se eri superbo, che sia umile; se mancavi di carità con il prossimo, con le persone con cui si convive, che adesso cominciamo a essere caritatevoli. Sforzarsi. E se è mancata la lingua, allora governare la lingua perché si parli sempre saggiamente e si usi alla gloria di Dio e al bene delle anime. Così. Questa vera soddisfazione da parte nostra è fare al contrario che abbiam fatto. E se eravamo chiacchieroni, che parli così senza prudenza e fuori tempo, allora, diversi. E se prima non obbedivi bene, adesso obbedire bene. La soddisfazione nostra. Perché non basta dirlo con la bocca che vogliamo che ci sia applicata la... però che abbiamo la nostra disposizione di essere più umili, più caritatevoli, un po' più forti, un po' più prudenti, un po' più moderati nelle cose, un po' più osservanti. Quello dimostra, se vogliamo cambiar vita, dimostra che c'era il pentimento, che non è, il pentimento, una lacrima; il pentimento è il cambiamento di vita: fare il contrario di quel che abbiam fatto, che non era buono. L'applicazione della soddisfazione, allora, sarà compiuta.
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Secondo: Gesù Cristo, però, ha meritato la grazia, ha fatto i meriti per noi. Questi meriti che ha fatto per noi, sono proprio per noi. E Gesù Cristo dal cielo semper vivens ad interpellandum pro nobis1. Sempre prega il Padre perché noi abbiamo i frutti della redenzione.
La grazia che Gesù Cristo ha acquistato anche per noi è infinita. E secondo che noi abbiamo le disposizioni, ce ne applica - diciamo - in quella misura che noi siamo disposte a ricevere, specialmente l'umiltà e la fede. Questi meriti che Gesù Cristo ha fatto, li ha fatti per noi, proprio ne abbiamo diritto noi, il diritto di ricevere, mettendo le disposizioni.
Spiegando: Gesù Cristo ha istituito l'Eucaristia e ha detto: «Prendete e mangiate, questo è il pane, cioè, è la mia carne, prendete e mangiate»2, e quindi, istituita l'Eucaristia. E l'Eucaristia si moltiplica in tutte le ostie che si consacrano. «Prendete e mangiate», e moltissimi non vengono a ricevere la comunione alla balaustra. E Gesù Cristo l'ha istituito, hai solo da prendere. E non vanno e, qualche volta, anche un po' non vanno tanto bene alla comunione.
Allora, lo stesso è dei meriti. Gesù Cristo li ha fatti per noi, se noi non li usiamo vanno perduti, come chi non va più alla comunione, va perduta la grazia e il bene che si ha della comunione. Quindi c'è un diritto, c'è solo da mettere le nostre disposizioni di umiltà e di fede. Quindi far bene il nostro dovere in umiltà, e l'obbedienza a Dio, e obbedienza, poi, a chi rappresenta Dio. Allora c'è l'umiltà vera.
E dopo la fede: [credere] che Gesù Cristo veramente è morto per noi sulla croce, dopo quante sofferenze, proprio per noi. Lasciar perdere i meriti di Gesù Cristo, che insipienza, no? Quando noi chiediamo al Signore che ci applichi i suoi meriti, specialmente nei sacramenti e poi in qualunque opera che facciamo, qualunque opera che viene fatta di obbedienza e di seguir la volontà di Dio, allora ci son le disposizioni, e allora i meriti sono in proporzione di quello che è la nostra fede, la nostra umiltà. Allora il Padre celeste è glorificato e gioisce, il Padre celeste, perché ha mandato il suo Figlio a fare questi meriti e allora è proprio il fine per cui il Padre celeste [lo] ha mandato sulla terra: sic Deus dilexit mundum ut...3. Perché? Perché fossimo santi, fossimo salvi. Quindi ha ottenuto il suo fine per cui ha mandato il Figlio suo a redimerci e a guadagnare i meriti per noi.
E Gesù Cristo è lietissimo perché il suo sangue non va perduto e si applica quindi alle anime. Perciò questa umiltà, questa fede è sapienza.
Perciò quell'anima che si dichiarava sempre misera, povera e si intimoriva e si scoraggiava. Ma Gesù una volta le ha fatto sentire: "Ma quando possiedi me, non sei mai povera, non lo sei, quando possiedi me".
Ora, quindi, dipende da noi il ricevere questa grazia e utilizzare questi meriti in proporzione.
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E quali sono le vie perché noi possiamo realmente utilizzare, da una parte, la soddisfazione di Gesù Cristo e, dall'altra parte, i meriti, la santificazione?
Le vie sono specialmente tre, per cui passano i meriti, cioè, la grazia di Gesù Cristo: i sacramenti, in primo luogo; e poi, in secondo luogo, le virtù, la vita quotidiana ben vissuta; e terzo, lo spirito di fede.
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Primo: i sacramenti. Ed è stato il sacramento del battesimo che ha passato in noi la vita di grazia, la vita soprannaturale. E poi l'altro sacramento della cresima. Questi due sacramenti li abbiam ricevuti e, nei sacramenti, molta grazia.
Ma quello che adesso riguarda nelle nostre condizioni di vita: la Confessione e la Eucaristia. Ma che ci sia, tanto [per] la confessione, come [per] la comunione, una buona preparazione e un buon ringraziamento.
Confessione. La preparazione richiede certe condizioni, ma particolarmente la preparazione consiste nel dolore e nel proposito: dolore del male compiuto e il proposito di voler cambiare vita. Quindi ci sia un vero dolore; anche se ci fosse solo stato un peccato veniale nella vita: un vero dolore, e un vero proposito «di non offendervi mai più». E quindi fare al contrario di quello che abbiamo commesso peccando. Dar tanta importanza alla confessione. Ma quel dare importanza a un confessore, a un altro, oh, delle distinzioni; e parlare dell'uno e volere l'altro. Guarda te stessa, di aver le disposizioni.
Poi il sacramento viene amministrato e quindi c'è la soddisfazione e la santificazione, se veramente sei preparato.
Vedere un poco, che ci sono pensieri, alle volte, modi di giudicare... Non parlar di confessioni e non parlare di confessori, in generale, neppure; perché si fa perdere un po' del valore e della santità, della sacramentalità della confessione.
Poi la Comunione. E allora, Gesù nella mente e nel cuore e nella volontà. [A] Gesù che viene in noi: sostituisci ai miei pensieri, i tuoi, le verità; e poi la volontà di Dio; la tua volontà che domini la mia; e dammi il tuo cuore perché io ami il Padre come l'hai amato tu. Quindi la preghiera di san Francesco di Sales: Signore, sostituisci il tuo cervello al mio; così il cuore, così la volontà. Vivere in Cristo, ecco.
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Secondo: altra via per la santificazione è la vita quotidiana: fare la volontà di Dio da mattina a sera e da sera a mattino, anche dormendo - come ho già spiegato -, offrendo il riposo alla gloria di Dio, se si fa con questa intenzione, non per pigrizia, ma perché è la volontà di Dio che noi mangiamo e che noi dormiamo: Iesus autem dormiebat1: Gesù dormiva. Eh! Tutto. 24 ore santificare. Quindi tutta la giornata in unione con Gesù Cristo, e la pratica di questa virtù, di quell'altra, ecc.
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E terza altra via: lo spirito di fede. Cioè considerare che ogni cosa nostra, fatta per Dio, ha il merito: e se ti lucidi le scarpe e se ti lavi la faccia e se qualsiasi altra cosa che si debba fare nella giornata, che possa essere più santa - diciamo - in sé e più ordinaria in sé: tutto in Dio, tutto per Dio.
Spirito di fede. Cioè vedere la vita nostra, in che senso? Secondo la fede: venuto dal cielo per compiere la volontà di Dio e ritornare al cielo, al Padre. Considerare tutto nello spirito di fede. Così. «Io sono la Via, la Verità e la Vita»1. Quindi Gesù Cristo in noi e noi configurati a Gesù Cristo. Questa è la via più alta, più perfetta riguardo alla santificazione.
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Coraggio, quindi, avanti in fede. Questa sia la divozione a Gesù Cristo. Non perdervi anche in letture varie o cambiamenti di... tanto facilmente, di propositi o perché si sente una predica che magari non è adatta, cioè riguarda altri doveri, quando si predica ai cristiani semplicemente. Fermi in vivere in Cristo e arrivare a ottenere che viva Gesù Cristo in noi: nella mente, nella volontà, nel cuore. Avanti! Siete le Discepole di Gesù Maestro. Quello è il programma della vostra vita. Il titolo significa programma. E anche quando una suora sceglie un nome deve sceglierlo in ordine a imitare quella santa di cui vuol prendere il nome, altrimenti si chiama così, ma non è così. Perché essere Pie Discepole di Gesù Maestro, vuol dire configurare la vita a questo Maestro Divino che è Via, Verità e Vita.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 75/a (= cassetta 166/b). Per la datazione, cf PM: «Abbiamo già ricordato Gesù Cristo Via e Verità. Adesso: Gesù Cristo è Vita»(cf PM in c342). - dAS, 21/10/1964: «[il PM] tiene una meditazione ad Albano (vocazionario per adulti) e due ad Ariccia». - VV (cf c329).

2 1Cor 10,31.

3 Cf Mt 5,3ss.

1 Gv 3,7.

1 Cf Mt 9,13.

2 Cf 1Gv 1,8.10.

1 Eb 7,25.

2 Mt 26,26 (cf anche Gv 6,51ss).

3 Gv 3,16.

1 Mt 8,24.

1 Gv 14,6.