Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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7. CATECHISMO1

Nel corso della vita spirituale si vengono a fare successivamente molti propositi: chi sopra la carità, chi sopra l’umiltà, chi sulla pietà, chi sopra l’obbedienza, lo studio, l’apostolato, la vita comune, la pratica dei voti, ecc.; però tutti questi vari propositi che si vengono a fare e si cerca di osservare successivamente, hanno un fine, sono come tante parti di un edificio spirituale.
Nell’edificio materiale abbiamo un paragone dell’edificio spirituale e cioè: nell’edificio materiale prima bisogna scavare, poi mettere materiale di fondazione, poi s’innalzano i muri, un piano poi l’altro e l’altro ancora; infine i soffitti, i pavimenti e tutte le rifiniture della casa: porte, finestre, intonachi, ecc.
Il nostro edificio spirituale si costruisce anche gradatamente, con questi vari propositi, ma l’edificio spirituale si completa con la carità.
Domus Dei credendo fundatur, sperando erigitur, amando perficitur2. La carità è perfezione. Vi sono anime che puntano sulla carità verso Dio e verso il prossimo e quindi per amor di Dio e per amore del prossimo fanno tutti quegli atti di virtù: obbedienza, castità, povertà, umiltà, ecc. Altre invece, partono da un’altra base e cioè prima maggior fede, speranza più ferma, obbedienza continua, delicatezza di coscienza, ecc. In sostanza l’edificio spirituale deve compiersi e perfezionarsi nella carità, la quale è tra la terra e il cielo, perché in terra si pratica l’amore di
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Dio e l’amore del prossimo, e in cielo: «Caritas autem manet in aeternum»3. Questa carità va alle anime, poiché ne siamo debitori. Quando la nostra Congregazione o meglio la nostra Famiglia Paolina fosse perfetta nella carità, sentirebbe questo obbligo verso tutti e in questo apostolato, in cui cerchiamo di sdebitarci con gli uomini e sdebitarci con Dio, avremo la perfezione della carità, non solo, ma la santità. Vi è una cosa che aiuta molto: la pratica della carità all’interno nella Congregazione in generale e in ogni casa in particolare. Qui ne avete un’occasione particolarissima.
Poco per volta questa casa è diventata la Casa del catechismo4, la casa che è la parte eletta dell’apostolato, poiché direttamente o indirettamente lavora per il catechismo: dalla rivista alle filmine, dai quadri [catechistici]5 a tutte le guide, dai testi di catechismo delle classi a tutti i mezzi sussidiari per il catechismo, c’è un’unità impercettibile. Si è avverato ciò che per me era un sogno: Casa per il catechismo! Che bella cosa! Abbiamo aperto la prima tipografia per stampare il catechismo e abbiamo sempre pensato a quest’opera come la fondamentale. Ecco che, attraverso varie vicende, qualche volta più liete e qualche volta meno liete, si è realizzato un grande disegno di Dio! Mi pare che l’anno del Divin Maestro abbia anche perfezionato questo disegno di Dio nella sua esecuzione! Si dirà che non tutto è perfetto, e quale degli uomini riuscirà a fare delle cose perfette? Nessuno. Facciamo tutti tante cose con tanti difetti e siamo tutti tanto insufficienti! Bisogna che applichiamo a noi la frase di S. Giovanni: «Chi dice di non aver peccati ne commette uno, dicendo questo: tutti infatti abbiamo peccato»6. Tutti abbiamo da guardare noi stessi e sempre cercare ciò che c’è da eliminare e ciò che c’è da aggiungere.
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Il catechismo! La parte eletta dell’apostolato. Primo: che cosa dai con il catechismo? Qual è l’oggetto del catechismo? Poi: il modo con cui tratti questo oggetto, il fine a cui è diretto il catechismo, l’efficacia che ha sulle masse. Ecco, bisogna contemplare il Maestro divino, attorniato da ragazzi, da bambini, che accarezza, benedice, a tutti rivolge una buona parola nonostante che i bambini di allora fossero come quelli di adesso: vivaci, qualche volta anche impertinenti, capricciosi, rissosi, disattenti. Pietro pensava che Gesù trattenendosi con i bambini perdesse tempo, che egli dovesse occuparsi degli uomini adulti e nel suo zelo cercava di allontanarli. Ma Gesù lo richiama dicendo: «Lasciate che i pargoli vengano a me, di questi è il regno dei cieli»7. Sono i bambini che più facilmente e più di tutti ascoltano la parola del sacerdote, non hanno ancora imparato a criticarla, a discutere su quello che il sacerdote dice. Il bambino accetta con quella disposizione di animo che ha ricevuto nel Battesimo, quando è stata infusa in lui la grazia e con la grazia la fede. Quella disposizione di animo lo induce a fare e a credere a quello che il sacerdote dice e a quello che la suora ha scritto. Ecco, i bambini sono la categoria di persone che è più accetta al Maestro divino. Egli dice che il paradiso è fatto per questi. Non si legge che Gesù abbia abbracciato qualcuno, ma i bambini, sì. «Amplectens eos»8, il che significa che non avvenne una sola volta. Quello era un modo di trattare frequente, un’azione che veniva ripetuta spesso: essi sono i più cari a Gesù!
Secondo: che cosa diamo noi nel catechismo? Diamo le verità essenziali per arrivare alla salvezza: che c’è un Dio, che questo Dio sarà giudice, che in Dio vi sono tre persone uguali e distinte, che la seconda persona della SS. Trinità si è fatta uomo per noi. Quindi Gesù Cristo fu per l’umanità il Maestro, il Sacerdote, l’Ostia, la Vittima: Crucifixus, mortuus, resurrexit... e risuscitò per provare che quanto aveva insegnato veniva da Dio, mostrando che egli era Dio venuto sulla terra per ammaestrare gli uomini. Vi sono infinite scuole nel mondo.
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Dicono che in Italia si devono aggiungere ancora più di trentatremila aule scolastiche. Ebbene, possiamo dire che vi sono infiniti libri, vi sono infiniti periodici, vi è una caterva di maestre e maestri, ma la scienza che si dà con il catechismo è la sola necessaria a tutti, la più alta di tutte le scienze. Quella che è capace di far dell’uomo un cristiano, un figlio di Dio, un erede del cielo, capace di meritare e un giorno essere compagno di Gesù nella gloria: coerede di Cristo.
Oh! Che bella missione: provvedere per l’eternità! Davanti a questo che cos’è un avvocato, un architetto, un ingegnere, un medico? La missione della suora che insegna il catechismo nelle sue varie forme è tanto più alta quanto più l’anima è più nobile del corpo, e quanto più il cielo vale più di tutta la terra, l’eternità rispetto al tempo. La suora deve avere proprio sempre l’anima innocente, il cuore puro, e qualche volta scrivere stando in ginocchio.
Inoltre il catechismo si rivolge a tutta l’umanità. E noi supponiamo che adesso ci avviciniamo ai cinquanta milioni di abitanti dell’Italia (e nel mondo di uomini ce ne sono due miliardi e mezzo). Ma parlando solo dell’Italia: quanti sono quelli che appartengono alle classi umili, alle classi che non hanno cultura generale? Sono otto su dieci le persone che appartengono alle classi disagiate, meno istruite; cosicché il catechismo è rivolto alle masse.
Ci sono riviste di una materia o di un’altra, riviste tecniche, riviste filosofiche, riviste di letteratura, ecc., ma si rivolgono sempre ad un settore molto ristretto di persone. Ma ci sono tutti i contadini, i bambini (anche tutti quelli dei signori e dei letterati e degli ingegneri), poi tutti gli operai, tutti i piccoli commercianti, tutti quelli che per lo più si chiamano lavoratori: ecco le masse!
Il catechismo è la scienza data in modo facile e quindi adatta alla mente di coloro che non hanno fatto grandi studi. Come la mamma, vedendo che il suo bambino deboluccio non ha ancor tutti i denti, gli mastica il pane e tutto quel complesso di alimenti che gli dà, con grande amore, con delicatezza, così la suora, la suora che si dedica al catechismo!
Dobbiamo ancora guardare questo: che sono uscite tre encicliche
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sulla predicazione9: «Andate e ammaestrate tutte le genti, predicate il Vangelo a ogni creatura, ecc.»10. Ma nella predicazione qual è la parte più importante, più necessaria? Lo dice il decreto11 in cui Pio XI riassume tutto quello che è stato disposto antecedentemente riguardo al catechismo, a partire dal Concilio di Trento12 a venire al nostro secolo. Si riassume tutto quello che ha detto Pio X13 e Benedetto XV14 e ciò che sta scritto, fatto e detto da Pio XI, fino al momento in cui uscì il decreto. Dappertutto è detto: la parte principale dell’insegnamento religioso è nel catechismo. Allora: a voi è proprio affidato il compito principale nell’insegnamento della religione, nella predicazione del Vangelo. Quindi che cosa abbiamo? Abbiamo che: già i santi Padri ce ne danno l’esempio, e vi sono opere magnifiche. E che specialmente negli ultimi tempi molte sono state le persone che hanno pensato al catechismo e persone colte, molto istruite, sacerdoti di maggior intelligenza e dottrina. Pensiamo a S. Roberto Bellarmino15, al card. Gasparri16, che dopo aver lavorato alla legislazione per tutta la Chiesa, e dopo aver atteso alle cose più alte, prima di chiudere la sua
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vita si dedica al catechismo. Perché? Perché quando si ha una certa esperienza e si arriva a una certa età, si capisce che il popolo ha bisogno di cose semplici, chiare, e si comprende che per nutrire la maggior parte degli uomini, nutrirli secondo lo spirito, è necessario abbassarsi. Oh, le grandi discussioni vanno bene, tutto va bene quel che porta alla verità, alla salvezza e alla santità, ma il re degli insegnamenti è il catechismo! Il catechismo che noi abbiamo avvilito, catechismi fatti sotto una scala, catechismi distribuiti in dieci, dodici classi in una chiesa, [dove ci si disturba perché] ogni classe si sforza di gridare più che può... Altri invece hanno eretto scuole per insegnare la grammatica, la geografia, leggere e scrivere. Oh! com’è stato avvilito, abbassato l’insegnamento del catechismo! Riparare!
Si è sempre senza programmi; certe volte il catechismo viene fatto da quattro ignorantelli che avrebbero bisogno di andare loro al catechismo; dove la disciplina è tenuta con gli schiaffi o con le minacce; dove non si comprende la santità, la necessità di quello che si sta facendo. C’è anche la mancanza di testi: il sacerdote domanda alla suora come organizzare il catechismo, come usare i registri, ecc. Molti studi ecclesiastici sono stati fatti per la teoria e non per la pratica. Noi ci teniamo le nostre belle idee di teologia e di filosofia e gli altri camminano seguendo le loro idee comuniste, protestanti e più di tutto materialiste, atee, ecc.
Che cosa si fa? Fortunate voi! Dicevo da principio, che avete solo, non voglio dire in modo assoluto ma quasi, un lavoro che porta all’insegnamento del catechismo. Ci vuole somma unione fra di voi, un’intesa perché si tratta di costruire una casa in cui ognuna deve portare il suo contributo. Come in una casa si chiama l’elettricista, lo stagnaro, il vetraio, il falegname, colui che deve lavorare il ferro, colui che deve portare i mattoni, il cemento, così voi, poiché siete operaie di un grande edificio. Mi pare che siate arrivate anche a uno sviluppo tale e a una certa perfezione di cose, che da una parte deve darvi sommo coraggio e dall’altra parte una può imparare dall’altra, e tutte insegnare quel che sanno, e tutto apprendere quel che vedono di bene nelle altre.
Che non manchi mai nulla per i parroci, per i catechisti,
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ecc. Qualche volta vi è una tendenza a cose sempre più alte, ma noi abbiamo da dire le cose alle masse, in generale, in primo luogo. Certo abbiamo anche da insegnare a fare il catechismo, quindi ci vogliono anche queste cose, ma nella sostanza noi abbiamo da nutrire lo spirito delle masse. Oh! allora liete nel vostro apostolato, a gara nel far sempre meglio, tutte in comunicazione con le sorelle, ognuna con tutte le sorelle, con chi fa la pulizia, la cucina, chi va a fare le commissioni e chi lavora nell’orto. Tutte hanno merito perché è la casa del catechismo. È vero che in qualche angolo della casa ci starà qualche articolo per Così, ci sarà ancora qualche angolo di tempo, ma nella sostanza: ecco il compito della casa.
Com’è da benedire il Signore! Come bisogna dolersi se non vi abbiamo dato tutta l’importanza, se non abbiamo fatto il nostro compito con l’entusiasmo che si poteva mettere in una cosa così santa, così bella! Come vi devo dire di allontanare fino all’ultimo il peccato, fino all’ultima venialità deliberata, perché da qui esca tanta luce?
Come stanno bene le parole: Non temete, Io sono con voi. Di qui voglio illuminare. Voi siete i raggi di questa luce che è Gesù. «Ego sum lux mundi»17 e «Vos estis lux mundi»18, perché prendete da lui e date agli altri. Allora avanti su questa buona via, il Signore sarà sempre più con noi, diciamo così, perché è più facile farsi santi.
Vi sono periodici nei quali dobbiamo maneggiare tanta roba che non ci piace tanto. Eppure dobbiamo andare incontro alle miserie, e prendere la gente dov’è per portarla su, ad imitazione di Gesù che va in cerca della pecorella smarrita. Ma voi, facendo il vostro apostolato, avete tutta materia sacra in mano. È come se portaste il calice, come se esponeste il Santissimo, Gesù. E che cosa fate tutto il giorno se non esporre le cose più sante che ci sono in cielo e in terra? Questo fate! Qualcuna può pensare che lo dica per l’occasione. Lo dico perché è il pensiero che ho sempre avuto dal 1905 fino ad oggi: Casa del catechismo, che è prima della casa della Bibbia e del Vangelo.
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Quella viene in secondo luogo e in terzo luogo la tradizione. Dunque sempre liete, contente, piene di coraggio e, nelle vostre piccole difficoltà: il Maestro è qui! Siano difficoltà che riguardano lo spirito, l’apostolato, siano difficoltà che comporta la vita religiosa.
Una volta ho detto al canonico Chiesa19: Ma il Vescovo, l’altro giorno, mi ha fatto un bel discorso e cioè mi ha detto: Il tuo ufficio è troppo impegnativo, non prendere più predicazioni fuori, perché non puoi dare tutto il tempo ai chierici. Oh! cominciavano a chiamare di qui e di là. Anche voi andate qualche volta di qua e di là per le giornate e le settimane catechistiche con molta lode e fate molto bene. Allora, dicendo questo al canonico Chiesa che era il mio direttore spirituale, mi ha risposto: Sta’ a casa, fa’ uscire tante belle cose, bei libri, frutterà di più. Qui nella solitudine, nella tranquillità queste cose le potete meditare, pensare e come potete spezzare proprio il pane ai piccoli, perché i piccoli, dice la Scrittura, chiedono il pane «et non erat qui frangeret eis»20. E voi lo spezzate, che è molto più che distribuire il pane ai bambini. Vi benedica il Signore, e tutte le Figlie di San Paolo preghino per questa casa.
Ho ricevuto dal Messico la nuova rivista Via Verità e Vita21, come l’avevo già ricevuta da altre parti. Vedete: avere proprio una casa che in questo campo, in questa istruzione è la più utile, la più necessaria che la Famiglia paolina possa fare [per l’apostolato], costituire proprio una casa che si possa trapiantare e in Giappone e in Messico e in tutte le regioni dove andrete, cioè dove andrà la Famiglia paolina. Questa è il modello, la casa modello, casa di scrittrici.
Catechismo vuol dire andare per domande e risposte. È il modello più facile per insegnare la verità, anzi vi sono tante cose che si dovrebbero ridurre a domande e risposte. La dottrina su Maria se non sarà ridotta a domande e risposte, si faranno
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pure tante prediche di maggio, tante solennità, ma il popolo non porterà mai via un concetto chiaro e preciso. La pietà serva veramente ad illuminare! Se non c’è questa precisione, la pietà mariana diviene solo un sentimento, così per la sociologia, e la dottrina sul matrimonio, e la dottrina sulla vocazione, e la dottrina che riguarda ogni comandamento.
Si potrebbe ridurre tutto l’insegnamento di Pio XII nella sua moltitudine di volumi, che vanno sempre aumentando, a catechismo, perché pochissime persone li leggono. Molti non sono capaci di afferrarne tutto il senso profondo. Allora, se si riduce l’insegnamento nelle sue parti essenziali, magari per domande e risposte che è più facile, ecco che sarà molto più efficace e utile per le anime. Ridurre a catechismo tante cose che si espongono in discorsi, in tanti articoli, in interi libri, ad esempio: il catechismo della vita religiosa precisa tutta la dottrina, poi si allarga con spiegazioni. Quando uno ha la nozione precisa, tutto ciò che serve a inculcarla, a spiegarla potrà essere utile, ma bisogna che ci sia il nucleo, l’espressione chiara, precisa, come fondamento: il resto verrà.
Adesso chiediamo perdono al Signore se avessimo tralasciato qualche cosina in questa nostra missione, e se si aspettasse da noi qualche cosa di più. Domandiamo che benedica tutte le nostre mete, tutti i vostri cuori, tutte le vostre forze, perché siano dirette a servire Gesù Maestro Via, Verità e Vita. Voi stesse potete essere vita con belle Messe, con belle adorazioni, coi sacrifici quotidiani dello scrivere, del lavorare, ecc. : tutto costa sacrificio. Offriamo per le anime, per i bambini, per le masse: è così facile che bevano il protestantesimo e gli errori protestanti. Non hanno in testa idee precise. Dicono: siamo religiosi! Religiosi perché? Perché hanno a casa un quadro, perché hanno ricevuto il Battesimo, ma la loro testa è vuota, non hanno bene in mente la verità che la Chiesa cattolica insegna, quindi per loro è lo stesso essere cattolici, valdesi, testimoni di Geova, metodisti, evangelici, episcopaliani. Prendono poi la setta che li lascia più comodi, che permette tutte le soddisfazioni e tuttavia promette ugualmente il paradiso: cioè paradiso di qua e paradiso di là. Almeno togliere di qua la maggior parte delle pene.
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1 Predica tenuta durante gli Esercizi spirituali a [Grottaferrata il 15 gennaio 1956]. Dattiloscritto, carta comune, fogli 8 (21x29,5). Le curatrici di un dattiloscritto successivo hanno corretto il titolo con “[Apostolato del] catechismo”. Sulla copia è scritto “Registrazione molto disturbata, difficile trascrizione”, ma il nastro non esiste più. Ci atteniamo quindi alla prima trascrizione. Nel Diario curato da don Speciale del giorno 15 gennaio, si dice: “Parte per Grottaferrata per una meditazione alle FSP in Esercizi e per ascoltare le suore che lavorano alla rivista Via, Verità e Vita” (Diario Sp. 1956, pp. 1951).

2 “La casa di Dio si fonda con la fede, si erige con la speranza, si perfeziona con la carità”. Cf S. Agostino, Sermo 27, De psalmo XCV. Agostino vescovo d’Ippona (Tagaste 354-430), Padre e Dottore della Chiesa. Tra le sue opere sono particolarmente note: Le confessioni, La città di Dio, Il Maestro, I soliloqui, Commento a S. Giovanni, ai Salmi.

3 1Cor 13,8: «La carità non avrà mai fine».

4 Nell’aprile del 1952 si costituì a Grottaferrata la casa delle scrittrici con la quale si diede nuovo impulso al lavoro redazionale, soprattutto in campo catechistico. Infatti l’opera catechistica divenne gradualmente una delle principali attività redazionali della Congregazione. Cf Boffa G., Gli Studi e la redazione delle Figlie di San Paolo, op. cit., pp. 148-155; 214-227.

5 Maestra Teobalda Gandolfo (1915-1998), Figlia di San Paolo, illustrava gli episodi più importanti della Sacra Scrittura con disegni che venivano ingranditi, formato quadro, per spiegare il catechismo.

6 Cf 1Gv 1,8.

7 Cf Mt 19,14.

8 Cf Mc 10,16: «E prendendoli fra le braccia».

9 Pio X, Acerbo nimis, 15 aprile 1905 sull’insegnamento della dottrina cristiana; Benedetto XV, Humani generis redemptionem, 15 giugno 1917 sulla necessità della predicazione degli insegnamenti cristiani e della idoneità dei predicatori; Pio XI, Divini illius Magistri, 31 dicembre 1929 sull’educazione della gioventù.

10 Cf Mc 16,15.

11 Sotto gli auspici di Pio XI, l’Ufficio della S. C. del Concilio emanò il decreto Provido sane, sull’insegnamento del catechismo, 12 gennaio 1935, AAS 27 (1935) 5, pp. 145-152.

12 Concilio della riforma cattolica che si svolse dal 1545 al 1563 con lunghe sospensioni e spostamenti di sede.

13 S. Pio X, Giuseppe Sarto (1835-1914) papa dal 1903. Lottò contro il modernismo, riformò la liturgia, operò in campo catechistico e pastorale, con particolare attenzione alla Comunione ai bambini. Il suo nome è legato al Catechismo usato fino al Concilio Vaticano II.

14 Benedetto XV, Giacomo Della Chiesa (1854-1922), papa dal 1914. Fu strenuo oppositore della Prima guerra mondiale e dedicò particolare attenzione alle missioni. Promulgò nel 1917 la prima edizione del Codice di diritto canonico.

15 Roberto Bellarmino (1542-1621), gesuita, cardinale e dottore della Chiesa. Scrisse numerose opere esegetiche, pastorali e ascetiche. Con il suo catechismo in forma di dialogo fu maestro di fede.

16 Pietro Gasparri (1852-1934), cardinale, Segretario di Stato della Santa Sede, collaborò alla stesura del Codice di diritto canonico, condusse le trattative che portarono ai Patti Lateranensi (1929). Ritiratosi a vita privata, completò la stesura di un testo di catechismo al quale, sin dal 1924, aveva dedicato parte del suo tempo libero.

17 Cf Gv 8,12: «Io sono la luce del mondo»

18 Cf Mt 5,14: «Voi siete la luce del mondo».

19 Venerabile Francesco Chiesa (1874-1946), sacerdote della diocesi di Alba, insegnante di filosofia e teologia nel seminario diocesano, canonico e parroco della chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Fu direttore spirituale di Don Alberione e dei primi paolini. È considerato il padrino della Famiglia Paolina.

20 Cf Lam 4,4: «… e non c’era chi lo spezzasse loro».

21 Le Figlie di San Paolo del Messico iniziano a pubblicare Via Verità e Vita dal 1955.