Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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4. PRIVILEGI E APOSTOLATO DI MARIA1

In questi giorni mediteremo alcune cose intorno a Maria, per meglio conoscerla, per amarla di più, per pregarla con maggiore affetto e zelarne il culto con cuore più caldo. A lei chiederemo le grazie per l’apostolato del cinema, affinché tale apostolato sia meglio conosciuto, sia compiuto con innocenza, con delicatezza e merito, e porti alle anime maggiore conoscenza delle verità eterne: Gesù Cristo, la Chiesa, il valore cristiano della vita terrena. Quindi conoscere Maria Regina degli apostoli, pregarla, farla pregare, zelarne il culto.
Consideriamo un momento il titolo più glorioso per Maria: Madre di Dio. Maria sebbene non sia la madre della divinità è però la madre della seconda persona della santissima Trinità quindi di Dio. Ora come si dice madre nostra colei che ci ha formato il corpo, sebbene l’anima ce l’abbia creata direttamente Dio, così Maria pur avendo dato a Gesù solo l’essere umano, è detta Madre di Dio, perché è madre di tutta la persona del Cristo, unita ipostaticamente alla santissima Trinità.
In Gesù Cristo vi sono due nature: la natura umana e la natura divina, ma vi è una sola persona, quella divina del Figlio di Dio, perciò giustamente Maria è detta Madre di Dio, essendo madre della seconda Persona della santissima Trinità. Questa verità fu definita dalla Chiesa nell’anno 431 ad Efeso, contro l’eresia di Nestorio, il quale asseriva che Maria era madre solo di Gesù come uomo. Allora i vescovi si raccolsero in concilio ecumenico nella città di Efeso, ove secondo la tradizione, abitò per qualche tempo la Madonna con S. Giovanni. La discussione fu lunga nell’interno del palazzo, mentre il popolo fuori stava aspettando e pregando. Alla fine tutti i vescovi convennero nell’asserire che Maria è chiamata ed è veramente, vocatur et est, Madre di Dio. Nestorio fu condannato assieme ai suoi
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seguaci. La sua lingua venne rosa dai vermi ed egli finì miseramente i suoi giorni. I Padri del concilio furono lungamente acclamati e portati in trionfo per la città al lume delle torce.
Dunque Maria è Madre di Dio. La sua dignità è altissima, e dice S. Tommaso che è impossibile pensare a una madre più grande della Madre di Dio, perché occorrerebbe ci fosse un figlio più grande del Figlio di Dio. La dignità di Maria ha qualcosa di infinito in se stessa, per la sua relazione con la divinità. Per questo suo privilegio Maria entrò in certa maniera nella partecipazione alla unione ipostatica2, e ciò la rende più sublime e più alta. Non vi è perciò da stupire se nella Chiesa, e fuori della Chiesa, Maria è tanto onorata: statue, quadri, cappelle, canti, preghiere... altari e chiese numerosissime dedicate a Maria. Perché? Per la sua grande dignità di Madre di Dio sempre la Chiesa intende unire Maria al culto del Figlio.
I protestanti accusano i cattolici di onorare troppo Maria3, ma noi cattolici dobbiamo piuttosto pentirci di non onorarla ancora abbastanza, sia per la sua dignità e perché tutto il culto che rendiamo a lei è reso a Dio. Noi onorando Maria diamo lode e gloria al Figlio di lei, Gesù Cristo.
In secondo luogo dal privilegio di Maria Madre di Dio dobbiamo trarre gioia e conforto, perché se Maria è Madre di Gesù, Figlio di Dio, vuol dire che ha su di lui grande potere, ed egli non può negarci quanto gli domanda sua Madre.
Perciò andiamo a Maria con fiducia e domandiamole molto, moltissimo... e in certo modo esigiamo da lei le grazie. Vedete come i bambini esigono dalla loro mamma! Qualche volta è ammesso questo anche con Maria. Certe anime sono un po’ capricciose con Maria, un po’ capricciose con Gesù... nel senso che insistono, ripetono la domanda..., perseverano.
E quale maggior mezzo di perseveranza del santo rosario? Prega per noi adesso e nell’ora della nostra morte: nel rosario questa domanda si ripete centocinquanta volte, quante sono le Ave Maria del rosario intero. E insistere: Vergine Maria, Madre
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di Gesù, fateci santi4, mattina e sera per cinquanta volte e qualche volta anche durante il giorno. Insistere.Il Signore che ha iniziato la redenzione per mezzo di Maria, la applica anche per mezzo di lei. Egli non ci salva senza l’intercessione di Maria, non perché non lo possa fare, ma perché non vuole farlo, come dice S. Girolamo5. È perciò necessario anzitutto conoscere bene Maria, nostra madre, perché non si può amare né desiderare ciò che non si conosce.
La Chiesa ci fa conoscere Maria in molte maniere, specialmente con l’insegnamento dei Pontefici, con la Tradizione, gli scritti dei santi Padri e degli scrittori ecclesiastici. Ce la fa conoscere ancora per mezzo della liturgia, dei predicatori, degli scrittori ascetici, e anche per mezzo dei poeti, degli artisti, come pittori, scultori, musicisti, ecc. In questi ultimi tempi la Chiesa ha approvato diverse Istituzioni religiose con lo scopo particolare di fare conoscere e amare Maria.
La vera devozione a Maria è fondata sulla conoscenza di questa nostra Madre, Maestra e Regina degli Apostoli. Una devozione che fosse di puro sentimento non dura; una conoscenza superficiale non porta all’imitazione di Maria; più la conosceremo, più la imiteremo e più saremo costanti nel vivere uniti a lei e compiere il nostro apostolato mariano.
Sono due le fonti che ci fanno conoscere Maria: la sacra Scrittura e la Tradizione. Nell’Antico Testamento abbiamo le profezie, i simboli, le figure di Maria; nel Nuovo Testamento abbiamo la sua vita, i suoi insegnamenti, i suoi esempi.
Ecco, la Chiesa sotto l’azione dello Spirito ha penetrato meglio lungo i secoli i privilegi, le virtù, la missione di Maria e avendo sempre meglio approfondito questa conoscenza l’ha
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esposta ai fedeli con sempre maggior chiarezza. Molte verità, come la divina maternità di Maria, la verginità perpetua, la pienezza di grazia, sono state chiaramente stabilite6. Però non si è ancora abbastanza approfondito il concetto dell’apostolato di Maria. Gli scrittori sacri, i devoti di Maria, conoscono sì, in qualche maniera, l’apostolato di Maria, ma ne parlano quasi implicitamente. A noi, il compito di parlarne spesso ed esplicitamente, perché Maria fu veramente destinata da Dio a compiere l’apostolato di dare Gesù Cristo al mondo.
Onoriamo Maria Madre di Dio. Quando andiamo alla Comunione noi riceviamo quel Gesù che è qualcosa di Maria. Nella Messa si immola il Figlio suo che è vero Figlio di Dio, e cioè sull’altare della croce si è immolato colui che era il suo Figlio, a cui Maria aveva dato l’essere umano. Maria ha compiuto un apostolato universale perché non ha dato la Comunione soltanto a un’anima, ma a tutta l’umanità e ha dato il Maestro divino e l’Ostia divina al Padre celeste.
L’umanità vedendosi oggi sempre più travagliata, i buoni vedendo la religione e il regno di Gesù Cristo in sempre maggiori difficoltà, si raccolgono e si rivolgono a Maria, e ciò con ragione, perché è proprio Maria che deve dare a tutti gli uomini Gesù Cristo. Questa è la volontà di Dio.
Ma non basta conoscere Maria, perché la nostra conoscenza sia completa deve essere accompagnata dall’affetto, dall’amore, dalla devozione a Maria. Vi sono anime le quali non hanno molta istruzione, ma amano tanto Maria e allora hanno una visione chiara dei suoi attributi, dei suoi titoli, dei suoi privilegi, delle sue virtù, della sua missione. Quante persone nella Famiglia Paolina hanno penetrato bene il titolo di Regina degli Apostoli! Perché? Perché docilmente, umilmente lo hanno considerato e con maggiore attenzione, fiducia e affetto hanno pregato Maria con questo titolo.
Allora rivolgiamoci a Maria. Immaginiamoci che Gesù dal tabernacolo rivolga a noi le parole che rivolse a S. Giovanni ai
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piedi della croce: «Ecco la tua madre»7. Accettiamola come nostra Madre, Maestra e Regina, e cerchiamo di conoscere sempre più i libri che trattano di Maria, che ne illustrano la vita, gli esempi, i privilegi, onde saperli presentare anche agli altri. (I titoli di tali libri sono oggi circa cinquanta mila in tutto il mondo).
Ognuno nella vita ha una sua missione da compiere. Noi, in forza di essa, dobbiamo far conoscere Gesù Via, Verità e Vita assieme alla conoscenza della Regina degli Apostoli. Di qui, quattro ossequi:
Primo: qualche Figlia di San Paolo vorrà cercare o almeno tentare di raccogliere dai Vangeli, dagli Atti degli Apostoli, dai primi scrittori sacri, Padri e Dottori, e anche da qualche scrittore degli ultimi tempi, quanto riguarda il titolo di Regina Apostolorum, per maggiormente illustrarlo e lodarne Maria?
Secondo: fare un elenco dei migliori libri che sono stati scritti intorno a Maria. Come voi cercherete di leggere i migliori libri che riguardano Maria, così cercherete anche di diffonderli, affinché l’umanità la conosca di più. Vi sono libri per le persone colte e per le meno colte. Per queste vanno molto bene i catechismi mariani che giovano ad almeno due terzi della popolazione. Da tener però presente che sovente le persone meno istruite, per il lume dello Spirito Santo, conoscono facilmente cose che persone più istruite non riescono a comprendere.
Terzo: vivere sempre in grazia di Dio, perché chi porta Dio nel cuore ha maggiore luce.
Quarto: leggiamo con fede quanto è stato scritto su Maria Regina degli Apostoli8. Chi avrà questa devozione avrà innumerevoli grazie per corrispondere bene alla propria vocazione, per seminare la devozione a Maria e per attirare e formare altre vocazioni. Solo al giudizio di Dio capiremo quale grazia sia stata per noi poter conoscere, praticare e diffondere la devozione a Maria Regina degli Apostoli.
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1 Predica tenuta a Grottaferrata, [11 o 12] gennaio 1956, stampata in Spiritualità Paolina, Figlie di San Paolo, Roma 1962, pp. 358-363, dove è detto che è inedita e da cui si deduce la data. Nel Diario curato da don Speciale si dice che il giorno 12 gennaio Don Alberione ha parlato della Madonna.

2 Maria ha un rapporto con l’unione ipostatica non per sé, ma “secundum quid”, nel senso che dona la carne che si unirà al Verbo (cf S. Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, 3, q. 103, a. 4).

3 Per questa affermazione Don Alberione è debitore del suo tempo.

4 Riferimento alla coroncina Vergine Maria, Madre di Gesù che Don Alberione adottò da S. Giuseppe B. Cottolengo (1786-1842), fondatore della Piccola Casa della Divina Provvidenza a Torino per l’assistenza sociale e attività caritativa. Per questo il Cottolengo istituì quattro comunità: due femminili, una comunità maschile e una congregazione di sacerdoti.

5 Girolamo (347-419/420), nativo della Dalmazia (odierna Croazia), sacerdote, Padre e Dottore della Chiesa, scrittore e traduttore della Bibbia dal greco e dall’ebraico al latino, la Volgata. Cf Breviarium romanum, in Conceptione Immaculata B. Mariae Virg., in I Vesperis, ad Matutinum, in II Nocturno, S. Girolamo sacerdote, Sermo de Assumptione B.M.V., Lectio IV-V.

6 Maternità divina definita nel 431 dal Concilio di Efeso; Verginità perpetua di Maria definita nel II Concilio di Costantinopoli, 553; il dogma dell’Immacolata Concezione è stato proclamato da Pio IX l’8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus.

7 Cf Gv, 19,27.

8 Cf Giaccardo T., La Regina degli Apostoli, Pia Società S. Paolo, Roma 1928; Alberione G., Maria nostra speranza, Pia Società San Paolo, Alba 1938; Maria nostra speranza vol. II, Pia Società Figlie di San Paolo, Roma 1939; Maria nostra speranza vol. III, Pia Società San Paolo, Alba 1940; Maria Regina degli Apostoli, Società San Paolo, Roma 1948. La trilogia Maria nostra speranza è stata rieditata nel 1951 con questo ordine e questi titoli: I. Grandezze di Maria; II. Vita di Maria; III. Feste di Maria.