21. LA VOCAZIONE DI PIETRO
E LE VOCAZIONI NELLA CHIESA
IV Domenica dopo Pentecoste, Meditazione, Castel Gandolfo, 22 giugno 19581
Quest’oggi è la festa di san Paolino da Nola2, il quale era una grande autorità al suo tempo e godeva la fiducia delle massime autorità. E lasciò tutto e si consecrò a Dio. E perciò nell’Oremus si domanda al Signore: Signore, che hai detto per coloro che lasciano tutto che riceveranno il centuplo e possederanno la vita eterna, concedici la grazia di saper abbandonare tutto e di servire solo a te e amarti3. Questo è ciò che è più perfetto, cioè questo comprende la vita religiosa.
Però abbiamo da considerare il Vangelo, il quale è estremamente istruttivo:
«Un giorno in cui Gesù era sulla riva del lago di Genèsaret, le turbe gli si accalcavano intorno per udire la Parola di Dio – c’era ressa attorno a Gesù: tutti volevano ascoltarlo e cercavano di avvicinarsi quanto più è possibile a lui. E Gesù si trovava sulla sponda del lago e lo spingevano sempre di più, con pericolo di cadere nell’acqua –. Allora vide due barche ancorate presso la riva, i pescatori ne erano scesi e lavavano le reti. Gesù, salito in quella di Simone Pietro, lo pregò di scostarsi un po’ da terra e, postosi a sedere nella barca, ammaestrava le turbe – dalla barca,
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le turbe che stavan sulla spiaggia –. Cessato poi di parlare, disse a Simone: Prendi il largo e getta le reti per la pesca. Rispose Simone Pietro: Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla: sulla tua parola, però, getterò le reti. E fatto così, presero tale quantità di pesci che le reti si rompevano. Fecero segno, allora, agli amici che erano nell’altra barca perché venissero ad aiutarli e quelli vennero e riempirono ambedue le barche che quasi si affondavano. Simon Pietro, visto tutto ciò, cadde ai piedi di Gesù dicendo: Allontànati da me, o Signore, perché sono peccatore. Egli infatti e tutti i suoi compagni che si trovavano con lui erano rimasti stupefatti per quella pesca straordinaria. Ugualmente rimasero sbigottiti Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, e i soci di Simone. Allora Gesù disse a Simone: Non temere, d’ora avanti sarai pescatore di uomini. Ricondotte a terra le barche, abbandonarono tutto e seguirono Gesù»4.
Gesù predicava e le turbe facevano ressa, si accalcavano attorno a lui cosicché facevano come una specie di violenza per accostarsi gli uni più degli altri per udirlo meglio. E allora Gesù, vedendo due barche, chiamò i pescatori ed egli salì in una delle due barche per avere davanti, sulla spiaggia, meglio disposta la moltitudine ad ascoltarlo. E di là faceva la predica, predicava.
Da notarsi che predicava nella barca di Pietro. Gesù Cristo insegnerà per tutti i secoli nella barca di Pietro, cioè con la parola di Pietro nei suoi successori: il Papa. Scelse la barca di Pietro e Gesù rese infallibile Pietro e i suoi successori. Quando si tratta di cose di fede e di costumi, non ispira lo Spirito Santo i singoli a interpretare il Vangelo autoritativamente, ma ispira Pietro e cioè il Papa. Ma non ci dà anche la grazia di capire noi? Sì, certamente. Però è il nostro pensiero. Quando – [si] vuole dire – insegna Pietro, allora il pensiero è infallibile perché nella Chiesa è [il pensiero] di Gesù Cristo, è Gesù che insegna nella barca di Pietro. Questo va tanto più bene a ricordarsi adesso che è incominciata la novena dei santi Apostoli Pietro e Paolo.
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Ricordarsi che Pietro e cioè i Papi sono infallibili perché è sempre Gesù Cristo che insegna a mezzo di loro. Ma infallibili solo in due cose: quando si tratta di fede e di costume. E [ricordarsi] che tutti gli altri maestri possiamo ascoltarli in quanto sono uniti al Papa, hanno il pensiero del Papa; e in quanto hanno il pensiero del Papa, allora uniti al Papa divengono come infallibili in quanto accettano il pensiero di Pietro, del Papa.
Oh! Gesù, dopo aver insegnato dalla barca, predicato alle moltitudini, disse a Simone: Prendi il largo – va’ più avanti sul lago – e getta le reti per la pesca – stendi le reti, come fa ogni pescatore su questi laghi –. Ma Pietro fece una obiezione: Abbiamo lavorato tutta la notte, abbiamo pescato niente. È inutile, voleva dire, che tentiamo ancora. Ma ravvivò la sua fede in Gesù Cristo e ravvivando la sua fede disse: Sulla tua parola getterò le reti. Ecco, cioè spiegherò, distenderò le reti sulla tua parola. Questo vuol dire che alle volte non capiamo le cose di fede che ci vengono insegnate; però noi crediamo sulla parola di Pietro, sulla parola del Papa che è parola di Gesù Cristo e, credendo, porteremo le grazie, e cioè avremo non solamente più fede, ma avremo anche più meriti, avremo anche più grazia, più santità, più virtù. Ecco. Allora Pietro, sulla parola del Maestro, stese le reti con i suoi compagni. I suoi compagni erano, per esempio, Giovanni5 e Giacomo: questi erano i figli di Zebedeo e parenti di Gesù6.
Oh! Gettate le reti: queste reti si riempirono presto di molti pesci, una quantità di pesci, cosicché temevano che le reti si rompessero e poi, dopo, vedendo che la quantità era tale, per non affondare la barca loro, domandarono anche agli amici che stavano vicino che portassero l’altra barca, e
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così riempirono entrambe le barche di pesci e le reti non si ruppero. Allora, tanto Pietro come i suoi compagni rimasero meravigliati, stupefatti del prodigio che era avvenuto.
Oh! Allora Pietro, riconoscendo che lì stava Gesù il quale aveva operato il miracolo, riconoscendo Gesù per vero Dio, per Messia, fece quella esclamazione: Allontànati da me, o Signore! Non venire con me che sono un peccatore!. Non merito – voleva dire – queste misericordie, queste grazie!. Veramente era lui che doveva allontanarsi, ma Pietro era sempre pronto a rispondere in tutti i casi. E Gesù gli rispose anche secondo che era il suo caso7 e cioè: Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini – e cioè –, non andrai più sul lago a pescare, ma andrai per il mondo, a pescare nel mare del mondo anime, per salvarle, per guidarle al cielo. Ecco.
Oh! Allora tanto Pietro come i due fratelli, che erano Giacomo e Giovanni, abbandonarono le barche e il padre e si misero al seguito di Gesù. Seguirono Gesù, corrisposero prontamente, subito, e decisamente, costantemente alla vocazione che il Signore in quel giorno aveva loro dato: D’ora in poi sarete pescatori di uomini.
Vedete, Pietro non riusciva a tirare tutti i pesci che erano impigliati nella rete e temeva che la barca sua, anche se avesse tirato tutti i pesci, affondasse. Allora chiamò dei compagni. Sempre il Papa chiama vescovi, sacerdoti e aiutanti nella opera di salvezza del mondo: le vocazioni… «annuérunt sociis»8.
Se non abbiamo delle anime di spirito apostolico, il Papa potrà fare tutto da sé? Possibile? Quindi le raccomandazioni senza numero che si coltivino le vocazioni. E Gesù ha dato l’esempio: e in principio del suo ministero pubblico, in primo luogo si curò di chiamare gli apostoli, di chiamare le vocazioni. Così questo bisogno delle vocazioni è sempre più sentito ed è sempre più stretto. Non si può fare il bene senza le persone. Tutte le opere son da farsi! Quanti apostolati son da farsi! Ma se non ci sono le persone, chi li fa?
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Gesù aveva detto: Vedete, i campi biondeggiano di messi [cf Gv 4,35], e in questi giorni le messi son mature. Quei giorni in cui9 Gesù diceva questo, mostrava i campi biondeggianti di messi. Ma la messe è molta e gli operai pochi: pregate il Padrone della messe che mandi gente, che mandi operai alla mietitura [cf Mt 9,37-38]. Questa è la preghiera che fate sempre tutti i giorni e chissà quante vocazioni ottenete a tutti gli Istituti, al clero secolare, a tutti gli apostolati, agli stessi Istituti Secolari, eccetera… Chissà quanti meriti e quante vocazioni vengono dalle vostre preghiere! Oh! Bisogna che noi ascoltiamo il Padrone della messe, pregando il Signore che mandi gli operai.
Poi Pietro, Giacomo e Giovanni si diedero a cercare le vocazioni, e quante vocazioni fecero10 dopo che Gesù salì al cielo! Quanti vescovi stabilirono, quanti apostolati! E anzi, [Pietro], vedendo che non bastava più la giornata per lui – la giornata era già piena e c’era sempre da fare –, istituì i diaconi per aiuto, i quali distribuirono il cibo alle vedove, agli orfani, eccetera. Diceva: Dobbiamo chiamare altri perché noi possiamo occuparci prima di pregare, secondo di predicare11 [cf At 6,1-6]. Così. Oh! Ci vogliono tanti nella Chiesa di Dio… e i ministri di Dio non bastano perché hanno da pregare e da predicare. E allora tanti apostolati si possono fare dagli altri che, nella Chiesa di Dio, hanno anche la loro missione. Ecco.
Dunque, credere al Papa: Gesù ha predicato dalla barca di Pietro.
Secondo. Sapere che nel mare di questo mondo, i pesci, che indicano gli uomini, sono innumerevoli: più di due miliardi e mezzo; e poi, l’umanità ad ogni generazione si rinnova. E se vi è lo zelo si otterrà, infallibilmente si otterrà perché Gesù sarà con noi. E se noi siamo capaci a poco, ci ricordiamo che, eseguendo la Parola di Dio, Gesù sarà con noi: Per tutta
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la notte ho lavorato e ho preso niente, però sulla tua parola, ecco, stenderò la rete, sull’obbedienza nella vocazione, e anche [sulla] fede nelle grazie della vocazione. E la quantità di pesci fu enorme. E Gesù conchiuse: D’ora in poi sarai pescatore di uomini… diede la missione, assegnò la missione a Pietro, la missione che avrebbe poi dovuto fare. Sì.
E il Signore che è con noi, il Signore benedirà lo sforzo. Mica che siamo noi che suscitiamo le vocazioni, le vocazioni le dà il Signore! Noi lo facciamo in obbedienza, per volere di Dio, cercando le vocazioni, aiutandole: diamo questo! Gesù è con noi, lo facciamo sulla Parola di Dio: «In verbo autem tuo – allora – laxabo rete»12, le reti dello Spirito. E allora bisogna che noi ci avviciniamo bene a Gesù e che facciamo le cose con purezza d’intenzione per Gesù, e con fede appoggiati alla grazia di Dio… e basterà. Quello che noi non possiamo e non sappiamo fare, lo farà lui, Gesù. Ma ci vuole questa obbedienza a Dio che è sottomissione, che è umiltà, e ci vuole nello stesso tempo fiducia. Ci appoggiamo a Gesù, alla sua grazia, ai suoi meriti. Sì, «in verbo tuo laxabo rete».
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 26/58 (Nastro archivio 29a. Cassetta 29, lato 1. File audio AP 029a). Titolo Cassetta: “Sulla tua parola getterò le reti”.
2 San Paolino da Nola, Vescovo e Confessore (355 ca-431). La sua festa liturgica (oggi memoria facoltativa) ricorre appunto il 22 giugno.
3 Cf Missale Romanum, S. Paulini Episcopi et Confessoris, Oratio.
4 Vangelo: Lc 5,1-11. Il testo letto dal PM è una traduzione che non corrisponde a quella della versione del Messale usata solitamente. Viene citato liberamente all’interno della meditazione.
5 Il PM dice: Pietro.
6 Il PM si rifà alle conoscenze bibliche relative al suo tempo. L’esegesi degli ultimi 20/30 anni ha rilevato con maggiore chiarezza la distinzione tra Giacomo il maggiore, fratello di Giovanni (Mc 3,17), Giacomo il minore, chiamato così probabilmente per distinguerlo dal primo (Mc 15,40), e Giacomo di Gerusalemme, il parente di Gesù (Gal 1,19; At 15,13), distinto dai dodici apostoli (1Cor 15,5.7).
7 Il PM intende dire che Gesù risponde a Pietro con un paragone legato alla sua professione di pescatore.
8 «Fecero cenno ai compagni [dell’altra barca, che venissero ad aiutarli]».
9 Dice: giorni che.
10 Sta per: trovarono, associarono a loro.
11 In realtà, il brano degli Atti degli Apostoli non cita soltanto Pietro ma i Dodici; infatti il PM traduce il versetto al plurale, come è nel testo.
12 «Ma sulla tua parola getterò le reti».