12. MARIA MADRE DELLA CHIESA,
MAESTRA E REGINA DEGLI APOSTOLI
Istruzione su Maria Regina degli Apostoli
Santuario Regina Apostolorum, Roma, 20 aprile 19581
Novena alla Regina Apostolorum. In questa domenica2 è opportuno che dedichiamo questa meditazione a considerare questo titolo che viene dato a Maria e che poi veniamo alle conseguenze pratiche, sia nella realizzazione della pietà nostra verso di Maria Regina e sia ancora nel compiere il nostro apostolato; il nostro apostolato o diretto con le anime o per trasmettere quello che riguarda noi, cioè l’uso delle tecniche moderne per trasmettere il pensiero, trasmettere gli insegnamenti che fan conoscere i mezzi di grazia che il Signore ha abbondantemente preparato per l’umanità.
Leone XIII3 chiama Maria «mater Ecclesiae, [atque] magistra et regina Apostolorum»4 e dimostra come ella abbia questo titolo, anzi questi titoli.
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Noi sappiamo, dai due libri che sono scritti sopra dei giudizi5, questo argomento: che il regno di Maria è un regno particolare, è un regno un po’ simile ed è una partecipazione del regno di Gesù Cristo, portando un carattere particolare e cioè il carattere della misericordia. «Salve, Regina, mater misericordiae»6: perché nel suo regno non c’è l’amministrazione della giustizia e c’è invece l’amministrazione della misericordia. Del resto la natura di questo regno è più diretta alla natura del regno di Gesù Cristo che è re per le menti, per i cuori, per le volontà. Abbiamo troppo in mente le cose di questo mondo per capire sempre i misteri di Dio e le cose soprannaturali. Subito7, come noi facciamo pensando agli angeli, e [cioè] gli angeli vengono dipinti come uomini, è un po’ in tutte le cose spirituali che noi, essendo vestiti anche di carne umana, sempre rassomigliamo e consideriamo le cose soprannaturali, le cose divine, sempre un po’ all’umana, perché si deve dire che tutte le cose divine immesse in noi sono capite sempre così: «Ad modum recipientis recipitur omnis veritas»8.
Maria divenne Regina nell’atto in cui concepì il Verbo Divino e ne divenne Madre. Maria fu proclamata Regina sul Calvario. Maria esercitò la sua regalità nel Cenacolo9. Maria passò al premio di Regina nella sua beata morte. E Maria compì e fu incoronata Regina del cielo dal suo Divin Figliolo e Maria esercita perpetuamente la sua regalità adesso in paradiso. Ecco i punti che dobbiamo sempre considerare, riferendoci però a quello che dobbiamo tener presente: è un regno
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tutto particolare. Partecipa Maria del regno del Figlio, il Re delle menti, dei cuori e delle volontà. Ecco. E possiamo dire, in certo modo, dei corpi nostri stessi, di tutto il nostro essere. E nasce un pensiero: che ella risplende anche nel suo corpo di quella gloria di cui risplende la sua anima santissima e attende i suoi figli alla risurrezione, perché i suoi figli abbiano anche la partecipazione al regno di Gesù Cristo e al suo regno. E come saremo accolti nel regno di Gesù Cristo, saremo accolti nel regno della misericordia di Maria, nel regno di Maria.
Oh! Quando l’angelo annunziò alla Vergine che doveva essere la Madre di Dio, che sarà prescelta per questo altissimo ufficio, l’angelo ricordò la regalità del Figlio e cioè: «David patris eius»; ricorda la fede, il potere di Davide: «David patris eius, et regnabit in domo Iacob in aeternum»10 , regnerà dalla casa di Giacobbe; e che i sudditi di questo regno sono tutti quelli che seguono Gesù Cristo: «Regnabit in domo Iacob in aeternum» [Lc 1,32–33]. Sì. E se il Signore l’ha fatta Regina per virtù11, allora ella ha dato al mondo il Figlio di Dio incarnato e l’ha dato pienamente. È passato da lei tutto quel che è venuto a noi per mezzo di Gesù Cristo: «Vitam datam per Virginem»12. E se noi abbiamo il Maestro, e se noi abbiamo l’Ostia, e se noi abbiamo il sacerdozio… tutto è passato da Maria; e quindi ogni grazia che è venuta all’umanità in generale: le grazie di illustrazione della mente; le grazie di sentimentalità soprannaturale, dell’amore nuovo che il Figlio di Dio ha portato dal cielo; e le grazie di santità, di vita perfetta. Ecco. Tutto questo complesso di doni l’ha portato il Figlio di Dio dal cielo e tutto è passato da Maria sopra noi. Quindi una partecipazione di quel complesso di verità soprannaturali per cui Gesù Cristo regna nelle menti; e una partecipazione di quell’amore nuovo che ci è dato nel cuore di Gesù,
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quell’amore nuovo con cui viene amato il Padre Celeste, Dio; e quella uniformità, intimità del Figliolo di Dio incarnato col Padre: «Questo è il mio Figlio diletto» [Mt 17,5]. E bisognerebbe considerare a lungo questo.
E poi Maria venne proclamata Regina sulla croce dal Figliolo, da Gesù, dal Figliolo suo Gesù. E Regina precisamente degli Apostoli, perché Giovanni rappresentava la nuova generazione, la generazione dei figli di Dio e, quindi, i nuovi figli là sopra il Calvario. Prima era un apostolo… quindi, particolarmente, rappresentava gli apostoli: perciò la Regina universale è la Regina Apostolorum in modo particolare.
Poi esercitò questo ufficio di Regina nel Cenacolo quando venne lo Spirito Santo: e ogni elezione di grazia e di Spirito Santo che viene data all’umanità passa per mezzo di Maria. E là il fatto stesso lo indica: Regina degli Apostoli là dove ella li accolse, gli apostoli, a pregare; li animò a sperare; e con la sua preghiera, nella quale era accompagnata dagli apostoli, accelerò la venuta dello Spirito Santo. [Accelerò] la venuta dello Spirito Santo come aveva accelerato, quasi possiamo dire, l’inizio della predicazione di Gesù: «Nondum venit hora mea»13 [Gv 2,4] …ma Maria fece suonare l’ora, fece suonare l’ora di Gesù, e Gesù – «initium signorum»14 [Gv 2,11] – compì il miracolo di Cana.
Leone XIII poi parla [di] come non solo proprio nel Cenacolo, ma [anche di come], in quegli anni in cui Maria rimase sulla terra, ha compìto quel suo stesso ufficio di Madre, Maestra e Regina degli Apostoli. [Lo] compì finché il Signore la chiamò al premio; ed ecco che la sua morte è una morte tutta particolare, una morte tanto diversa dalla morte comune. Gesù si immolò per amore degli uomini e niente risparmiò per noi, e spirò sulla croce: ci amò e diede se stesso [cf Gal 2,20]; e Maria morì di amor di Dio e di amore per l’umanità, e fu incoronata Regina lassù in paradiso dalla Santissima Trinità, la quale si è
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degnata di fare di questa creatura un essere tutto particolare: «Alta più che creatura»15.
E là compie il suo ufficio, là si perpetua la sua regalità in eterno, affinché la Chiesa che sta combattendo contro il male e sta comunicando all’umanità i beni che Gesù Cristo ci ha portato dal cielo… Maria «mater misericordiae, vita, dulcedo et spes nostra, salve»16, fino alla consumazione dei secoli compie questo ufficio di illuminare le menti! E basta dire un rosario perché siam subito, anche nei momenti peggiori, siamo subito illuminati, orientati; vediamo le cose in altro senso, sempre sub specie aeternitatis17 […].
E Maria è la regina dei cuori. E quando ci si accosta a Maria, tutti i sentimenti che erano rivolti verso la terra, specialmente di orgoglio, di desiderio della stima o dei piaceri della terra o di sostanze materiali, si dileguano – si può dire – e si accende nel nostro cuore un amore nuovo che è verso Dio, che è verso il bene supremo, verso la felicità eterna. Questo è il vero amore. La sentimentalità nostra diviene soprannaturale. E quando son difficili le lotte della vita, allora: «Respice stellam, voca Mariam»18, e la lotta finisce sempre, si risolve in una vittoria. Quindi la virtù, ma non solamente la virtù che è dei cristiani, ma la virtù dei religiosi fino a imitare la sua perfettissima castità, la sua perfettissima povertà, la sua perfettissima obbedienza, e fino a partecipare all’apostolato stesso del Figlio di Maria: «Come il Padre ha mandato me, così io mando voi» [Gv 20,21]. Perché gli apostoli, i sacerdoti divoti di Maria, hanno un altro timbro, hanno un altro carattere, hanno un altro potere sulle anime. E noi abbiam bisogno di sentirlo più degli altri perché il nostro apostolato
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tante volte non arriva diretto, a contatto delle anime, ma arriva indirettamente a operare sulle anime: perché altro è sedere in confessionale, altro è sedere a tavolino con la penna in mano. Noi abbiamo bisogno di sentirlo questo. E come «regni eius non erit finis», «regnabit in domo Iacob in aeternum»19 [cf Lc 1,33], così Maria.
E si sono moltiplicati i titoli per riconoscere e far amare questa regalità: Regina Patriarcharum, Regina Prophetarum, Regina Apostolorum, Regina Martyrum, Regina Confessorum, Regina Virginum, Regina Sanctorum omnium20. E i fedeli ne hanno inventati degli altri: Regina Mundi (questo è già dato solennemente), ma Regina del clero, Regina delle missioni, per esempio. Vedere, adesso, Regina del lavoro: quell’Istituto che onora Maria come la Regina del lavoro,21 ma vivendo22. Sì, e così si può dire di tutti i titoli.
Siccome è Regina universale, sta sempre bene qualunque dedica: che richiamiamo ogni particolare sotto quel titolo universale. Essendo Regina del mondo, è Regina del clero, ma Regina del clero per cui ha delle ragioni speciali per essere così chiamata, Maria.
Allora è molto bene che ci si stia preparando a celebrare solennemente questa novena, con canti ben scelti, preparati.
Oh, bene! Quindi Regina. Adesso facciamo una constatazione: lo si sente ancor troppo poco questo titolo fra di noi. Lo si sente un po’ poco, cioè – possiamo dire – nelle nostre
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menti, nei nostri cuori perché le manifestazioni esterne, ecco, a poco a poco fan conoscere ciò che sta nell’interno. Far penetrar bene negl’albori di questo tempo23 la conoscenza, le ragioni del titolo che si dà a Maria Regina Apostolorum. E poi gli effetti di questo titolo, i frutti di questo titolo. E [per] come è bello24, questo titolo va particolarmente ricordato, inculcato, predicato da noi figli. E, forse, certi mancati frutti nell’apostolato si devono proprio da questa nostra…, in questa deficienza. Bisogna amare di più la Regina Apostolorum, perché noi, a nostra volta, sappiamo che cosa dare di più, meglio, a coloro a cui noi dobbiamo comunicare i beni soprannaturali. Sì.
Allora si comprenderà meglio il Maestro quando si comprenderà meglio la Regina, e la Madre e la Maestra. Quando un sacerdote comprende un po’ la maternità di Maria rispetto agli uomini, allora è più padre delle anime. E quando comprende meglio l’ufficio di Maria Magistra, sarà un maestro più compìto. E quando comprende meglio il titolo di Regina Apostolorum, diviene un apostolo più fecondo.
Ma quando diciamo che tutto passa per mezzo di Maria, intendiamo tutto quel che completa l’uomo, completa il cristiano e completa il religioso e completa il sacerdote. Cioè le verità soprannaturali; e la sentimentalità nuova in Cristo: amore di Dio perfetto e amore del prossimo perfetto, il quale amor di Dio perfetto si compie nella professione religiosa e nell’apostolato. E poi la partecipazione a quelle virtù che Maria aveva praticato, perché non c’è virtù che noi possiamo considerare la quale non sia stata esercitata in maniera così completa, così perfetta, come fu esercitata da Maria.
Dunque, in primo luogo, considerarla la Maestra e la Madre e la Regina: questi titoli son così connessi tra di loro che si potrebbero riassumere in un solo titolo. Come quando diciamo Maestro a Gesù: possiamo, sotto questo titolo, considerare quegli uffici che ebbe Gesù rispetto all’umanità, che
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ha Gesù rispetto all’umanità: l’ufficio di insegnare – Re delle menti –; l’ufficio di condurre25 gli uomini verso la santità – Re delle volontà e Maestro delle virtù –; per l’ufficio che Gesù ha verso gli uomini di infondere in loro l’amore, mette in noi l’amore nuovo verso il Padre Celeste e verso il mondo umano, poiché è lui che ci ha portato in persona la carità.
Dunque, prima vedere come stiamo noi a riguardo della conoscenza di questo titolo e riguardo alla divozione che abbiamo verso il titolo di Maria Regina Apostolorum.
Secondo: come lo inculchiamo. Come lo inculchiamo? Maria non ci può fare molte grazie come Regina Apostolorum finché noi non abbiamo la pietà giusta. Noi tratteniamo la sua mano. La sua mano è sempre disposta a dare e sempre offre. Chissà quante grazie abbiamo impedito a Maria! Quanto abbiamo impedito alla sua azione misericordiosa nella Congregazione! A questa santità felice!26 Adesso vediamo poco ma il giorno in cui, comparendo davanti al tribunale di Dio, Dio proietterà sopra di noi la luce a farci conoscere tutti i misteri di grazia che voleva far passare a noi attraverso Maria, allora sarà un giorno di confusione – dico, se vogliam dire, in un certo senso – o meglio una rivelazione di quello che doveva essere e di quel che è mancato. Quindi la santità di frutti a cui noi siamo poi, diciamo così, arrivati.
Oh, inculcare questo titolo nell’apostolato: già ispirare alle anime fiducia. Le grazie per i nostri giovani devono passare attraverso questa divozione; ne parlino già qui in merito27 a questa divozione a Maria Regina Apostolorum: perché è proprio con la divozione a questo titolo che noi abbiamo da ottenere e fare in maniera che si ottengano le grazie per la stabilità delle vocazioni, per la corrispondenza alle vocazioni. Non solo per arrivare alla professione o al sacerdozio, ma per chiudere con l’esercizio dell’apostolato e del ministero, e del ministero.
Dunque attraverso al confessionale, al pulpito, attraverso l’apostolato da questo pulpito, fare in maniera che il titolo
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sia conosciuto, sia glorificato, sia onorato; e che attraverso la pietà […], pietà filiale verso questa nostra Madre, Maestra e Regina, possiamo ottenere le grazie necessarie e le benedizioni su tutto quel che facciamo.
Adesso interroghiamoci un poco. Primo: conosciamo abbastanza il titolo? Secondo: con quale fiducia invochiamo Maria sotto questo titolo? I santi come hanno onorato questo titolo? E noi come 28onoriamo questo titolo? Come l’invochiamo? Almeno nella novena vediamo di […]
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1 Nastro originale 21/58 (Nastro archivio 25a. Cassetta 25, lato 1. File audio AP 025a). Titolo Cassetta: “La Regina degli Apostoli”.
2 La festa esterna della Regina Apostolorum cadeva la prima domenica di maggio, che nel 1958 era il giorno 4. La novena sarebbe cominciata perciò il sabato successivo a questa meditazione, il 26 aprile. Più avanti nel testo, il PM dice che «è molto bene che ci si stia preparando a celebrare solennemente questa novena»: ciò fa supporre che le parole iniziali – «novena alla Regina Apostolorum» – indichino semplicemente l’argomento di cui egli avrebbe trattato e che, quindi, non siamo nella domenica della novena. Ciò, sempre che la data indicata sul Nastro originale sia corretta.
3 Leone XIII, Gioacchino Vincenzo Pecci (1810-1903), Papa dal 20 febbraio 1878 al 20 luglio 1903.
4 «Madre della chiesa, e maestra, e regina degli apostoli». Lettera enciclica Adiutricem populi [ASS 28(1895-96), pp. 129-136], 5 settembre 1895, in EnchEnc 3, Bologna 1997, 1219. Cf anche San Paolo, Maggio 1958, p. 1; Novembre– Dicembre 1959, pp. 1-16 (CISP, pp. 1331-1351).
5 Il senso di questa espressione non è chiaro.
6 «Salve, Regina, madre di misericordia».
7 Intende dire: in un primo momento, immediatamente.
8 «Ogni verità viene recepita al modo di chi la riceve». Questo concetto è ricavato da una massima della Filosofia Scolastica. Cf SAN TOMMASO D’AQUINO, Le Questioni disputate/2, La verità, 20,4.
9 Si ritrova qui quanto il PM aveva scritto su “Maria Regina degli Apostoli”: «Di essa si deve credere: che fu la madre dell’Apostolo del Divin Padre, il Divin Verbo; che divenne madre e maestra e regina di ogni apostolato nella nascita di Gesù loro capo; che tale fu proclamata sulla croce; che tale si mostrò cogli Apostoli specie nella Pentecoste…». GIACOMO ALBERIONE, Donec formetur Christus in vobis (DFst), Roma 2001, 96–97.
10 «[Il Signore Dio gli darà il trono di] Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe».
11 Parola incerta.
12 «[Applaudite genti redente] la vita data attraverso la Vergine». Dall’Inno O gloriosa virginum: Breviarium Romanum, Commune Festorum beatae Mariae Virginis, Ad Laudes.
13 «Non è ancora giunta la mia ora».
14 «[Questo, a Cana di Galilea, fu] l’inizio dei segni».
15 DANTE ALIGHIERI, La Divina Commedia, Paradiso, canto XXXIII: «Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio, tu sei colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ’l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura».
16 «Madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve».
17 Letteralmente: sotto l’immagine dell’eternità. Formula, usata per lo più in filosofia, con la quale si intende dire: guardare le cose dal punto di vista dell’eternità.
18 «Guarda la stella, invoca Maria». SAN BERNARDO DI CHIARAVALLE, In Lode della Vergine Madre, Sermone 2,17.
19 «Il suo regno non avrà fine», «regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe».
20 Regina dei Patriarchi, Regina dei Profeti, Regina degli Apostoli, Regina dei Martiri, Regina dei Confessori della fede, Regina delle Vergini, Regina di tutti i Santi. Dalle Litanie Lauretane.
21 Si riferisce all’Istituto secolare Notre–Dame du Travail (Nostra Signora del Lavoro): GIANCARLO ROCCA, Dizionario degli Istituti di Perfezione, VI, col. 393. Il PM ricorda questo Istituto più volte: cf Il Raggio, Luglio–Agosto 1958, Archivio generale FSP, p. 152: «Vi è, per esempio, l’Istituto di Maria SS.ma Regina del lavoro, diffuso in Francia, nel Belgio e un po’ anche in Italia, che ha lo scopo di attuare i consigli e gli indirizzi della “Rerum Novarum”»; Meditazioni per Consacrate Secolari (1958/67), Modena 1976, p. 86; San Paolo, Maggio 1958, p. 3 (CISP, p. 1311). Cf anche GIACOMO ALBERIONE, Anima e corpo per il Vangelo, (ACV), Roma 2005, pp. 197–199.
22 Parola incerta.
23 Espressione incerta.
24 Parola incerta.
25 Parola incerta.
26 Frase incerta.
27 Frase incerta.
28 Il breve testo che segue, non passato nel Nastro archivio, è ricavato dal Nastro originale, che si interrompe qui.