Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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97. L'ESAME DI COSCIENZA97
1. Dobbiamo considerare in questi giorni quello che è il massimo problema della nostra vita: la salvezza eterna. Una piccola sofferenza o atto virtuoso ci preparano un premio eterno. Non c'è proporzione tra il valore di ciò che facciamo e il premio che riceveremo: è una misura traboccante!
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2. Il punto di partenza è l'esame di coscienza. Quali sono le forme e il frutto dell'esame? Che cos'è l'esame? Pensiamo agli esami che abbiamo dato nelle scuole elementari o in altre scuole e pensiamo all'esame finale dopo la morte; là saranno portati i libri in cui è notato tutto ciò che abbiamo fatto.
Ci sono gli esami che si dicono di coscienza, sono esami che facciamo noi e su noi stessi, non è un altro che ci esamina. E' molto di più il numero degli errori fatti che il numero degli errori scoperti dagli altri.
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3. Il maggior numero di mancanze si trovano nei pensieri e nei sentimenti. Questo esame non può riguardare solo le parole e le opere, ma i pensieri e le cose fatte di nascosto.
Giudicarsi bene: ciò che è giudicato bene è cancellato. L'esame si può definire un'inchiesta sopra lo stato dell'anima nostra, cioè si vuol sapere come si sta. E' un'inchiesta su di noi, sull'esterno e sull'interno, non per riguardo al corpo, ma per riguardo all'anima.
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4. Due sono i punti dell'esame: la bontà di Dio su di noi e la nostra corrispondenza. Ci sono le figliole che hanno più grazie e devono corrispondere di più. Non dobbiamo nascondere le grazie che abbiamo ricevuto, anzi bisognerebbe meditarle e rilevarle per poter corrispondervi meglio.
Riconoscere i doni di natura ricevuti, l'intelligenza per studiare di più, il cuore per amare, l'educazione, l'aiuto in famiglia, gli esempi avuti dalle sorelle, i sacramenti, le spinte dello Spirito Santo. Questo Dio, questo Gesù, non è ozioso, ma è presente nella nostra anima, parla, opera e comunica tante grazie alle quali molte volte noi facciamo un po' i sordi.
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5. Ciascuno di noi confessi pure: «E' stato molto buono con me il Signore, ed io come ho corrisposto? I miei occhi si sono chiusi sempre davanti al male e si sono aperti davanti al bene? Le orecchie si sono chiuse davanti al male e hanno ascoltato il bene?». Del cuore e della mente particolarmente si fa grande sciupìo.
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6. Prima esaminare i pensieri: quando sono frivoli, non riguardano il servizio di Dio. Esaminare anche quando sono spesi bene i doni e le grazie, ogni facoltà che Dio ci ha dato. Non abbiamo molto da fare, ma dobbiamo corrispondere alle grazie ricevute.
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7. In particolare dobbiamo pensare allo stato della nostra anima e alle mancanze. Amare di cuore Dio perché ha perdonato tante volte i peccati. I benefici ricevuti da Lui ci devono spingere ad una gratitudine amorosa.
Esaminiamoci a riguardo delle mancanze: siamo in stato di fervore, di tiepidezza, di malizia o di freddezza?
Si è tiepidi quando si trascurano le pratiche di pietà; si è in stato di malizia quando non ci importa nulla del peccato e si copre con ipocrisia.
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8. Nella nostra anima non basta considerare la buona volontà, occorre considerare se ci sia la preghiera.
Due sono gli elementi del fervore: la buona volontà e la preghiera. Qual è il mio grado di orazione? Provate a darvi qualche volta il voto sulla buona volontà e la preghiera. Se ci sono la buona volontà e la preghiera prima o poi miglioreremo.
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9. Quante sono le specie di esame di coscienza?
Vi è l'esame annuale degli esercizi che riguarda tre aspetti: come uomini, come cristiani, come religiosi.
Ci sono poi l'esame mensile e l'esame settimanale, che hanno lo stesso oggetto dell'esame annnuale.
C'è poi l'esame quotidiano che può essere: preventivo, consultivo e particolare.
L'esame preventivo previene le necessità della giornata: l'esame consultivo riguarda i propositi ed è bene farlo nella visita perché lì c'è tutta la calma per eccitarsi al pentimento e al proposito e per cercare le cause delle mancanze.
Durante la visita si può fare anche l'esame generale.
L'esame particolare invece è quello breve fatto sul proposito.
Nell'esame della sera l'atto di dolore si estende a tutta la vita. Sempre alla sera dire: «Vi dono il cuore e l'anima mia».
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10. Per fare l'esame dobbiamo metterci alla presenza di Dio: «Signore, datemi la grazia di conoscere me stessa». Esaminarci, fare il proposito ed esprimere il nostro pentimento. Se siamo sinceramente pentiti siamo sicuri che Gesù ci dà il perdono, si può chinare la testa per l'assoluzione e ci si può dare una penitenza. Ci sono delle penitenze medicinali, per esempio chiedere scusa per riparare un'offesa; e delle penitenze riparative che riparano il male fatto, per esempio dire un Ave Maria, studiare senza perdere un minuto. Chi si esamina non sarà esaminato da Dio.
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11. Pentirsi anche di ciò che non si ricorda, di ciò che non si conosce e di quello che abbiamo fatto.
Alle volte bisogna esaminarsi molto di più sulle omissioni che sulle commissioni, sul bene non fatto che sul male fatto.

Albano Laziale (Roma)
29 luglio 1955

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97 Albano Laziale (Roma), 29 luglio 1955