Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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106. LO SPIRITO LITURGICO106
1. Abbiamo in noi delle cose che a prima vista possono sembrare strane ma che sono anche spiegabili. Quando una persona fa delle cose per essere stimata finisce sempre per essere disistimata.
Per esempio le case dove le suore cercano di avere bei salotti vengono visitate meno volentieri dalla gente; nelle case invece dove c'è decoro e semplicità la gente corre con fiducia. Non dobbiamo perdere lo stile di semplicità.
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2. Quando un parroco si fa vedere attaccato al danaro non riceve più offerte, quando invece si mostra distaccato le offerte arrivano. Così quando si cercano le soddisfazioni. Occorre che noi non ci attacchiamo a questa terra, ma guardiamo al cielo e sulla terra ci comportiamo in modo da raccogliere grandi meriti.
Qualche volta si perde tempo in soverchia pulizia: si adoperi invece il tempo per i bambini e per le anime.
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3. Domandiamo, nella meditazione, la grazia dello spirito liturgico. La liturgia è il complesso degli atti e delle parole che servono per il culto pubblico. La formazione liturgica deve essere compiuta da chi è ministro destinato dalla chiesa. E' liturgia la messa e il breviario; non lo è la «via crucis».
La sacra liturgia è contenuta nel Messale, nel Rituale, nel Pontificale, nel Breviario.
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4. Il Messalino contiene le messe che vengono celebrate nella loro parte ordinaria e nelle parti non fisse.
Generalmente vi sono anche i commenti che ci aiutano a ricavare da ogni messa un principio di ascesi.
La liturgia consta di tre parti: gli insegnamenti della fede, gli insegnamenti di perfezione cristiana e le suppliche che dobbiamo presentare al Signore.
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5. Il tempo dopo Pentecoste, che è il tempo della vita della chiesa e dell'anima, occorre valorizzarlo di più. Fare nostra la redenzione compiuta dal Signore. San Paolo diceva che compiere la redenzione significa fare nostro ciò che Gesù ha già compiuto. Questo è il tempo in cui noi abbiamo maggiori vantaggi.
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6. Ora facciamo qualche applicazione.
Curare bene la chiesa, luogo del culto pubblico, con l'ordine, i fiori, il silenzio; guidare il canto, imparare i vespri, le messe cantate, servire nelle processioni, nei funerali. Rispettare la chiesa e la sacrestia col silenzio. Non ogni chiesa può avere paramenti di lusso; vi sono le piccole chiese che sono modeste in tutto. Ci sono anche certe chiese parrocchiali ben ordinate in cui si prega bene. In questo voi pastorelle dovete rendervi abili il meglio possibile.
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7. Insegnare la liturgia di famiglia, cioè che ci sia il crocifisso, si veneri il protettore della famiglia, soprattutto far crescere la devozione alla sacra Famiglia. Consacrare le famiglie alla sacra Famiglia, far sì che le orazioni della sera siano possibilmente guidate dal capo famiglia e che si porti per tempo il bambino al battesimo, specialmente quando c'è pericolo che il bambino muoia.
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8. Vedere che i matrimoni siano ben costituiti e celebrati in chiesa; sollecitare perché i bambini della prima comunione siano ammessi per tempo. Vedere che i bimbi frequentino tutti il catechismo, che non manchi in ogni famiglia l'acqua benedetta; far partecipare la famiglia alla messa in cui c'è la spiegazione del Vangelo.
Proporre il rosario in casa; il rosario è una grande cosa e credo che, dove si è introdotto questo uso, tutti si salvino.
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9. Far preparare gli ammalati a ricevere i sacramenti e la raccomandazione dell'anima a Dio.
Abituare le famiglie a chiamare le suore prima che l'ammalato muoia, non solo dopo. In tutto questo ci sia molta carità.
Il Bollettino parrocchiale serve per chi non viene in chiesa.
Quanto bene può fare una pastorella che si sente pastorella!

Albano Laziale (Roma)
2 agosto 1955

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106 Albano Laziale (Roma), 2 agosto 1955