Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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109. GESÙ BUON PASTORE E IL NOSTRO APOSTOLATO109
1. Abbiamo da considerare in questa meditazione Gesù buon Pastore. L'opera sua risulta dal Credo che si canta nella messa: «et incarnatus est...» (lit.). Egli è venuto a cercare le pecorelle smarrite, è venuto per la nostra salute.
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2. La pastorella è mandata dal Padre celeste per gli uomini e per la loro salvezza ed è ripiena della luce dello Spirito Santo per spargere il bene a piene mani; dà le sue forze, tutta se stessa e, morendo, offre ancora la sua vita nell'amore a Dio e nell'amore alle anime.
Segue il buon Pastore in cielo nel posto che meritano coloro che si consumano per Gesù e per le anime. Questa è la vita che state scrivendo senza carta.
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3. Gesù compì un apostolato pieno: non solo fu sacerdote che offrì l'Ostia per gli uomini, ma è ancora pontefice e apostolo. L'apostolato di Gesù fu completo: prima di tutto con la sua vita interiore, sempre in contemplazione del Padre «pro eis sanctifico meipsum» (Gv 17,19).
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4. Avete l'obbligo di santificarvi per coloro che dovete salvare. Non si sa quante anime siano salvate per un'anima che prega in un paese! Gesù le concede le grazie che vuole. «Propter nos homines et propter nostram salutem» (lit.).
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5. Cercare che tutti siano in grazia di Dio, che la parrocchia sia la famiglia di Dio, pensare dal primo all'ultimo; dal primo svegliarmi devo pensare alle anime, ricevere quelle anime nel cuore, cercando di conoscerle tutte. «Io sono il buon Pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me» (Gv 10,14). Avviene, ad esempio, che uno è infermo; prima di chiamare il medico si domanda che venga la suora.
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6. Occorre generosità, solo così si capisce cosa significa andare in una parrocchia dove non c'è limite di opere. Pensate alla vastità del vostro apostolato espresso nel secondo articolo delle costituzioni; lì vi sono solo esempi sul modo di compiere le varie opere, ma se ne possono trovare tante altre.
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7. L'apostolato di Gesù fu di esempio; è l'apostolato che ci fa vedere che siamo tutte per Dio e per le anime. Piacere a Dio! Gesù disse: «Quae placita sunt ei facio semper» (Gv 8,29b). Vita semplice, sempre attiva, premurosa. Di un vescovo fu detto: è tutto per tutti. Ecco come è la pastorella che ha il cuore del buon Pastore. Lavorare per quelli che stanno nell'altra sponda. Maria chiama tutti; dovete avere il cuore della divina pastorella.
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8. L'apostolato della sofferenza: mortificazione nella fedele osservanza delle costituzioni e dei nostri doveri. Fare anche ciò che non piace e ciò che costa.
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9. L'apostolato della preghiera: Gesù pregava continuamente. L'apostolato della parola: Gesù predicò abbondantemente. Nell'apostolato ebbe le sue preferenze: gli infermi, i poveri, i bambini e le vocazioni per le quali si impegnò a lungo, non solo per chiamarle, ma soprattutto per formarle.
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10. Dobbiamo far progredire il nostro apostolato. Si lavora già molto, ma occorre progredire. Fare due passi quest'anno: nella bontà, poi nel cinema e nella stampa. Introdurre il cinema nelle parrocchie e fare abbonamenti ai periodici cattolici. Il giornale cattolico è come una visita di Dio nelle case.
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11. Migliorare tutti i catechismi, non solo conseguire un diploma ma, dato che entra nella vostra missione, migliorare e progredire sempre più per tutta la vita. La suora è per le anime per tutta la vita.
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12. Sempre insegnare e saper adattare e dare la verità a tutti. Se riuscite in una parrocchia a tenere buone le giovani e le madri, vi siete fatte tanti amici e avete assicurata la vostra opera perché esse tengono buone le famiglie. Quante parrocchie sono morte alla grazia! Che non siano cimiteri, ma giardini di figli di Dio.
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13. Tre sono le condizioni per compiere l'apostolato: la prudenza, la fortezza, la generosità.
Apostolato prudente: salvare gli altri, ma prima salvare noi. Ci sia la fermezza, la virtù, la santità interiore; si cerca di dare aiuto alle anime ma nello stesso tempo di salvare noi stesse. Non abituarsi a star fuori troppo, ma il necessario per le opere e poi ritirarsi. Non occupiamoci degli affari del paese; la pastorella deve stare con tutti ed essere amata da tutti per fare del bene a tutti. Prudenza! Prudenza!
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14. Fortezza. Significa costanza, non scoraggiarsi alle prime difficoltà e non troncare subito perché le persone non vengono; se ne accolgono anche due o tre e, se ne viene una sola, se ne prende una. La pastorella sa che ha un ufficio speciale. Se gli altri non lo fanno, lo fa lei; se non vengono, va a cercarli: nessuno sfugge allo zelo della pastorella! Ci sono persone istruite che si sdegnano se vedono parlare una persona senza libro o senza foglio, questo succede specialmente in certe nazioni: siamo rispettose.
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15. Generosità. E' amore alle anime, segno del l'amore di Dio. Si è tanto generosi con le anime quanto si è generosi con Dio. E' inutile essere zelanti per gli altri se prima non lo siamo per noi. Arriverete ai frutti del ministero. «Vi ho mandato nel mondo perché andiate e portiate frutto stabile» (Gv 15,16).
Quando c'è una suora buona porta frutto stabile. Il segno lasciato dal passaggio della suora, quando è riuscita a mettere un sigillo in un'anima, non si cancella. Siate madri della parrocchia!

Albano Laziale (Roma)
5 agosto 1955

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109 Albano Laziale (Roma), 5 agosto 1955