Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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114. L'INSEGNAMENTO DEL PRESEPIO114
1. Stiamo per celebrare il grande mistero del Natale. Nel tempo liturgico dedicato a questa festa si visitano i presepi, ma soprattutto ci si impegna ad accogliere Gesù nel cuore.
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2. Voi avrete preparato il presepio con le pecorelle e i pastori, e nella capanna avrete collocato la Madonna, san Giuseppe, il Bambino: ebbene tutto questo ricorda il grande avvenimento della nascita di Gesù che dobbiamo meditare.
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3. Che cosa ci insegnano i pastori? Semplici e di costumi buoni, ci dimostrano che Gesù predilige la semplicità e la povertà di affetto e desidera vicino a sé i poveri, i semplici, gli umili. Se vogliamo andare a Lui ed essere da Lui accettati, dobbiamo avere in cuore l'umiltà, la semplicità, l'innocenza. Dobbiamo meditare in modo particolare questa frase del divino Maestro: «Se voi non vi farete come i piccoli non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,3). Per entrare in cielo è necessario farsi simili ai bambini, non certamente ai bambini capricciosi, ma al Bambino Gesù.
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4. La contemplazione del mistero del santo Natale ci ottenga di essere semplici e umili come i pastori i quali non avevano alterigia e superbia, non miravano agli onori e alla stima, ma vivevano in semplicità ed umiltà di cuore.
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5. Nel presepio si contempla ancora la figura di san Giuseppe, il quale era un operaio umile per la professione che esercitava, ma grande per la sua santità. E' il più gran santo dopo la Madonna. Il Signore vuole dei santi presso di sé. San Giuseppe ebbe la grazia di accompagnare la Madonna nel viaggio a Betlemme, di cercare un ricovero e di vedere per primo, dopo la Madonna, il nato Salvatore nel presepio.
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6. Quando si guarda una persona non bisogna considerare se sia ben vestita o no, se abbia bella presenza, se sia elegante o meno; bisogna guardare al cuore. Può darsi che sotto vesti poverissime, sotto un'apparenza molto umile, vi sia un'anima bella, molto cara a Dio. San Giuseppe ci insegna a cercare i beni dell'anima che sono i più preziosi, e non quelli esterni che contano ben poco.
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7. Vicino a Gesù troviamo la santa Vergine, madre di Gesù e madre nostra, prima adoratrice di Gesù sulla terra; Ella ci insegna ad amare il Signore, ad adorarlo convenientemente. Per andare a Gesù bisogna essere devoti della Madonna. Chi è devoto della Madonna si libera più presto dai suoi difetti, si fa santo più presto, trova più facile prepararsi alla comunione.
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8. Tutto quello che si fa con la Madonna si fa meglio; chi è molto devoto troverà in punto di morte tanta facilità a disporsi bene al gran passo. La Madonna purifica l'anima e la abbellisce di virtù e di meriti. Con lei si fa molto progresso: bisogna però che si tratti di vera devozione, non di un sentimentalismo qualsiasi.
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9. Imprimiamoci bene nella mente gli insegnamenti del presepio. In esso troviamo il Bambino che è caro, bello, amabile, attorno al quale vi sono gli angeli. Chiediamo a san Francesco d'Assisi, a sant’Alfonso, che ci imprestino i loro cuori, chiediamo a santa Teresa del Bambino Gesù che ci insegni la scienza dell'infanzia spirituale e il suo amore al celeste Bambino. Il linguaggio del presepio è un linguaggio di amore.
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10. Nella notte santa raccogliete nel vostro cuore e nel vostro spirito tutte le persone che vi sono care, defunti e viventi, e raccomandatele al Signore, domandando per tutte la grazia della gloria celeste.
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11. Preghiamo affinché il Signore voglia dare a tutti una benedizione molto larga e abbondante. Ci sono tanti bisogni che noi dobbiamo raccomandare al Bambino, ma cerchiamo intanto di farci bambini anche noi meditando e praticando gli insegnamenti che ci vengono dal presepio.

Albano Laziale (Roma)
dicembre 1955

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114 Albano Laziale (Roma), dicembre 1955