Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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84. CONOSCERE NOI STESSI E IL DONO DI DIO84
1. La prima parte della Pasqua è morire con Cristo, la seconda è risorgere con Cristo. Occorre cambiare da tiepidi a fervorosi, da negligenti a diligenti, da trascurati ad accurati, da superbi a umili, da irascibili a miti, da curiosi a mortificati, da distratte a persone raccolte, da birichine a osservanti. Questo è risorgere in Cristo.
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2. Imitare la vita di Cristo che era vita di povertà, di abbandono, di mortificazione, per diventare da peccatori santi e apostoli. Ecco come dobbiamo celebrare la risurrezione spirituale.
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3. Essere attenti allo stato presente dell'anima nostra. Noi diventiamo santi se abbiamo la grazia, la fede, la speranza. A volte si crede di non avere più la vocazione perché un giorno si avvertono altre tendenze. Occorre rendersi conto se sono tentazioni. Le tendenze ad altro stato le sentono tutte. La vocazione è sentire di fare delle proprie tendenze naturali una offerta a Dio. Ed anche materialmente si riceve il centuplo. Esaminate lo stato presente in modo che abbiate davanti come lo specchio della vostra anima. «Signore, che io mi conosca!».
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4. Conoscere noi stessi e conoscere le grazie di Dio. Conoscere noi per disprezzarci e conoscere Dio per lodarlo. Vivere la vita in Cristo, considerare come viveva il buon Pastore Gesù e imitarlo Si può imitarlo come cristiani e come religiosi.
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5. Il Figlio di Dio si è incarnato, per redimere il mondo con la sua vita. Anche voi avete le stesse intenzioni di Gesù: siete uscite dalla famiglia per santificare e salvare le anime. Noi amiamo di apprendere, di imparare. Gesù imparava da Maria ad essere docile ed attento. Siamo così anche noi? Maria aveva fatto così. Il tempo presente è preziosissimo per apprendere. Gesù imparava anche il mestiere di falegname. E' importante apprendere! Se uno vuol far tanto bene, ha bisogno di sapere tante cose, poiché il Signore può chiamarvi ad alta santità e ad intimità con lui.
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6. Imparare di tutto! Il Signore è delicatissimo con noi. Se noi non abbiamo una mente santa, come entreremo in paradiso? Evitiamo le negligenze nell'imparare! Abbiamo bisogno di apprendere, di rassomigliare a Gesù. Egli ci ha dato l'esempio. Egli sapeva insegnare a san Giuseppe, ma ha voluto imparare per darci l'esempio. Bisogna apprendere tutte le cose riguardanti la casa, l'orto, il cucito, il ricamo: tutto quello che ci sarà bisogno nella vita. C'è questa applicazione?
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7. Nell'inizio della congregazione e all'inizio della vocazione, il Signore vi mette in certe tentazioni perché poi, egli sa che vi serviranno per aiutare gli altri. Ciascuna pensi che il Signore la prepara interamente per compiere i suoi disegni.
Già vi è stato detto tutto ciò che dovete essere.
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8. L'istituto si può paragonare a una pianta, che da principio è un piccolo seme, ma poi cresce e produce i frutti. così è il principio della vostra vocazione. Gesù ha messo già tutto in germe, ma dovete stare molto raccolte, umili, attente, disprezzare ogni orgoglio perché la pianta cresca. State attente all'azione amorosa, premurosa, paterna, continua di Dio.
Essere sensibili a tutto ciò che vi mette in cuore.
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9. Gesù opera amorosamente in ognuna, e alle volte si perde materialmente una cosa perché è per un bene maggiore. Quante cose fa sentire nella silenziosità e non nell'agitazione! Il Signore è come un venticello mite che porta una temperatura mite. Gesù ci ha mostrato anche come ha lavorato negli ultimi anni della sua vita.
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10. La pastorella vuol fare come Gesù buon Pastore: imparare il suo zelo, la sua prudenza, il suo apostolato. Gesù ha messo più tempo a preparare i dodici apostoli che a fare altro. Gesù non ha dato solo esempi e parole, ma tutto se stesso fino ad immolarsi. Così voi dovete spendere tutte le vostre forze fisiche e morali fino all'immolazione, dovete condurre una vita simile a quella di Gesù sulla terra. Fate i propositi, i buoni pensieri e i sentimenti sono tesori che vengono da colui che ci ama intensamente.
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11. Oh, se potessimo capire quanta cura ha Gesù di noi. «In Deo vivimus, movemur et sumus» (At 17,28).
Vi benedica tanto Gesù buon Pastore, egli ha dei disegni grandi su questa casa e sulla congregazione. Dovreste migliorarvi perché ora non capite tutto; dite a lui: «Non ho desideri se non i tuoi, non ho programmi se non i tuoi».

fine ritiro
Albano Laziale (Roma)
3 aprile 1955

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84 Fine Ritiro - Albano Laziale (Roma), 3 aprile 1955