Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

102. I VOTI102
1. L'ufficio e la messa di domani ci parlano di san Pietro e san Paolo. Pietro come il capo degli apostoli, Paolo come il principale degli apostoli. Essi hanno consumato la loro vita per le anime. Pietro fu crocifisso presso il Vaticano, Paolo decapitato presso le Tre Fontane nello stesso giorno. Le preghiere che si fanno per i sacerdoti, specialmente per il Papa, hanno grande efficacia.
~
2. Ora parliamo dei voti. Il voto è una promessa, però è diverso da una promessa ordinaria perché quest'ultima non obbliga sotto pena di peccato. Il voto comporta un nuovo impegno; quando si pratica il voto, si pratica anche la virtù della religione. Se si osserva il voto si ha doppio merito, se si trasgredisce, invece, doppio peccato.
~
3. I voti nostri sono: voto di povertà, castità e obbedienza, che mirano a compiere il nostro dono a Dio.
La povertà impegna tutti i nostri beni, compresa la salute; la castità il nostro corpo; l'obbedienza i beni interni, la volontà. Il voto ci aiuta ad osservare meglio le virtù. Il voto fa la religiosa e l'aiuta ad essere più povera e più distaccata da tutte le cose.
~
4. E per il voto di povertà che si porta l'abito comune così da evitare ambizioni. Con il voto rinunciamo ad amministrare i nostri beni. Il voto di povertà ci dovrebbe inclinare a vivere nello spirito di povertà del Maestro divino che ha in una grotta mangiato il pane dei poveri, guadagnato con il sudore della sua fronte. Nella vita pubblica aveva delle offerte che non teneva per sé. «Le volpi hanno le tane, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo» (Mt 8,20), Gesù non ha nulla di suo. E' spogliato, nudo, prima di morire, e muore sopra un durissimo legno, la croce, per essere sepolto in una tomba che non è sua.
~
5. Perché si fa il voto di povertà? Per impegnarci a praticare la povertà di Gesù. Gli istituti devono avere delle offerte, delle retribuzioni; d'altra parte la suora deve impegnarsi a lavorare: l'obbligo del lavoro è imposto a tutti.
~
6. Il voto di castità è per essere totalmente di Dio come lo fu Gesù. La nostra vita è di Gesù, la salute è di Gesù, gli occhi, l'udito, la lingua, i piedi, sono di Gesù. Bisogna che camminiamo dove vuole Gesù. Tutte le sue forze erano spese per il Padre, amò e s'immolò; anche la suora dovrà spendere tutte le energie per Gesù, come Lui e poi, dopo aver speso tutta la vita, la darà sul letto di morte. Questo piace a Dio ed è per questo che lo devo fare.
~
7. Siamo di Dio, possesso intero di Dio, contente poi che la morte ci umili, pregando Dio. Il nostro corpo si ridurrà a un pugno di polvere, ma diremo che Dio è giusto a farci subire quest'umiliazione. Prendere il voto non solo come parte negativa, ma considerare la sua parte positiva: gli affetti di Gesù.
~
8. Col voto di obbedienza offriamo al Signore la nostra volontà. Contro il voto si manca raramente, ma contro la virtù si può mancare spessissimo. L'obbedienza, che è dare il nostro interno a Dio, si estende ai comandamenti, alle costituzioni, alla pratica delle virtù. Importante è anche l'obbedienza al confessore, l'essere interamente di Dio per osservare i voti, e la molta preghiera. Quando c'è la preghiera si cammina, si corre, si vola.
I voti fanno sì che noi apparteniamo totalmente a Gesù.

Albano Laziale (Roma)
31 luglio 1955

~

102 Albano Laziale (Roma), 31 luglio 1955