Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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101. PROGREDIRE101
1. In questi giorni abbondano molte grazie in primo luogo la grazia di conoscere bene noi stessi, poi la riconoscenza e il dolore dei peccati. Le grazie si ottengono con la preghiera.
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2. Progredire significa camminare nella virtù e nell'apostolato. Più saremo osservanti meglio sarà l'apostolato. Quando si arriva alla professione non si è già a posto, non basta conservarsi così. La vita religiosa è già preparata in famiglia, poi nel tempo in cui si è aspiranti e postulanti, però se vuoi essere perfetto, devi dimostrarlo coi fatti.
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3. La preparazione si fa più decisamente nel noviziato in cui si studia come fare questa strada; occorre che nel noviziato ci sia già la decisione di abbracciare la vita religiosa.
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4. Facendo la professione ci si assume come impegno l'obbligo di lavorare per la perfezione. Quindi l'impegno proprio della religiosa è quello della perfezione.
Il più bel giorno della vita religiosa non sarà il giorno della professione ma l'ultimo giorno della vita perché si è progredito tutti i giorni e si è terminato il proprio corso.
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5. Passano gli anni, si è esigenti: si facciano santi i giovani! E noi rimaniamo lì. Una volta messo mano sull'aratro, lavorare decisamente: la vita religiosa è la professione di farsi santi. Come il medico e il maestro devono esercitare la propria professione, così fa la suora lavorando per perfezionarsi. C'è il pericolo di andare indietro e disfare ciò che si è fatto prima: dobbiamo esaminare perché questo può accadere.
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6. Quali sono i mezzi per progredire? In primo luogo vedere le cose con fede, perché l'istituto è una fabbrica di santi. Considerare l'istituto come una casa di santificazione. Ad quid venisti? Fai i solchi profondi? Essere più grandi vuol dire essere più forti.
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7. Poi ragionare sempre soprannaturalmente. Tutto è permesso e disposto da Dio per la santificazione. Una volta che ti sei donata al Signore, è lui che ti lavora; egli non è ozioso. La volontà di Dio è la ragione di tutto, è la nostra santità. Il Signore vorrebbe che non andassimo neppure in purgatorio. Se muore lo spirito soprannaturale tutto il resto rimane senza merito. Occorre giudicare gli avvenimenti e guardare sempre le cose con fede, così alla fede corrisponderà l'eterna visione di Dio.
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8. Altro mezzo di impegno è la direzione morale, che suppone l'apertura morale e significa immaginare l'istituto come una fusione di anime. Tutte le case sono fuse con casa madre, voi fuse insieme e tutte unite alla madre: formate le pastorelle in modo da ricevere veramente il bene che nasce dalla comunità. Questo significa mettere insieme l'esperienza, la pietà, l'apertura: se non si arriva lì, la vita religiosa è vissuta solo esteriormente.
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9. L'istituto non è un meccanismo ma un organismo, in esso circola il sangue di Gesù buon Pastore. Aiutarsi a vicenda; credo che si deve comprendere la necessità dell'unione. La casa madre si chiama «madre» proprio rispetto alle sue figlie. Se una non amasse casa madre, non avrebbe amore alla madre sua e quindi non avrebbe carità.
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10. Vi è prima di tutto la carità che riguarda cose comuni ed è questo che assicura il progresso casa madre impara dalle case filiali, se voi fate un gran bene materiale e morale, riceverete altrettanto bene materiale e morale.
Non si fanno più diversità. Alla mattina siamo presenti nella messa della comunità dove si prega per tutte, dappertutto si prega per casa madre: che bella famiglia! Non è una famiglia materiale, ma una famiglia modellata sulla famiglia di Nazaret.
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11. Camminiamo in questa direzione per aprire il cielo a tanti che sono in peccato. «Anime fuse assieme»! Si dirà: E' un bell'ideale, ma difficile.
E' vero, se vogliamo farci santi bisogna superare le difficoltà. In esse si consiglia di venire a casa madre, di ricorrere in tutto a casa madre; in questo modo viviamo molto più facilmente tutto.
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12. Bisogna tenere presente che nelle costituzioni si consiglia molto l'apertura; non pensate che dopo la professione i consigli non sono così necessari come prima; può essere che ci sia bisogno di consigliarsi, allora occorre farlo in comunità.
La direzione morale vi deve venire da casa madre. Ricordate: «Non siamo un meccanismo ma un organismo». Occorre un lavoro fatto in comune, la preghiera, il buon esempio, la letizia in casa. Gesù buon Pastore ci dia in questo tanti lumi e anche aumento di grazia.

Albano Laziale (Roma)
31 luglio 1955

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101 Albano Laziale (Roma), 31 luglio 1955