ininterrottamente innanzi alla venerata immagine della Madonna.
Uno dei membri della Giunta Direttiva della Lega, testimone oculare di questi fatti, compendia in queste brevi parole le emozioni di tristezza e di gioia che riempirono tutti i cuori: «Lo spettacolo che offriva la cerimonia della consacrazione nazionale al nostro Re divino e a nostra Signora di Guadalupe, non può dirsi essere stato solenne, perché ci mancava quello che è il culto cattolico, cioè il santo sacrificio della Messa; ci mancava Gesù nel augustissimo Sacramento, e non v'era all'altare il sacerdote, ministro e rappresentante di Cristo; ma può ben dirsi essere stato uno spettacolo senza precedenti, perché mai si erano viste tante migliaia di cattolici venire ai piedi della nostra Madre e Regina di Guadalupe per rinnovare innanzi alla sua miracolosa immagine la nostra consacrazione piena e totale al suo divin Figliolo, Gesù Cristo, Re universale dei popoli e delle Nazioni e per giurare solennemente una volta di più la nostra fedeltà incrollabile alla Chiesa ed al suo Capo Supremo, il Successore di Pietro, cui Cristo Nostro Signore disse quelle parole che sono il fondamento della nostra speranza in questi giorni di crudeli persecuzioni: «
Portae inferi non praevalebunt».
POESIA: AVE MARIA Ave Maria! Quando su l'aure corre
l'umil saluto, i piccoli mortali
scovrono il capo, curvano la fronte
Dante ed Aroldo.
Una di flauti lenta melodia
passa invisibil fra la terra e il cielo:
spiriti forse che furon, che sono
e che saranno?
Un oblio lene de la faticosa
vita, un pensoso sospirar quiete
una soave voluttà di pianto
l'anima invade.
Taccion le fiere e gli uomini e le cose,
roseo il tramonto ne l'azzurro sfuma,
mormoran gli alti vertici ondeggianti
Ave Maria!
GIOSUÉ CARDUCCI.