Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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PARTE II
MARIA NELLA SUA VITA TERRENA

IV.
NASCITA DI MARIA

Considerata la Vergine Maria nella mente di Dio, nella bocca dei Profeti, nei Simboli, nelle Figure vediamo la vita che Maria condusse in terra dalla sua Immacolata Concezione fino alla gloriosa Assunzione al Cielo.
I Profeti avevano presentato al popolo eletto un criterio infallibile per riconoscere la venuta del Salvatore: doveva apparire un segno: la Vergine benedetta, predestinata a concepire e partorire, nella sua integrità verginale, il Messia sospirato da tutte le Nazioni. E il popolo ebreo, primogenito di tutti i popoli, guardava fisso alla radice di Jesse, la regia stirpe di David, dalla quale doveva spuntare il gran segno.
L'ora del riscatto stava per suonare; tutti aspettavano il segno d'Isaia: La Vergine che doveva concepire e partorire il Salvatore: «Et egredietur de radice Jesse, et flos de radice ejus ascendet» (Is. XI, I).
La bella immagine di Maria ci si presentò come un sole: «sicut sol oriens mundo» (Eccli. XXVI, 21); e questo sole radioso ebbe la sua alba ed aurora nella Concezione Immacolata di Maria, nella sua nascita ed imposizione del nome. Consideriamo quindi:
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I. CONCEZIONE IMMACOLATA DI MARIA.-Maria apparve piena di grazia, tutta bella, tutta santa; Ella, scrive S. Ambrogio, è «la verga dove non fu mai né il nodo del peccato originale, né la corteccia del peccato attuale»; S. Efrem, decoro della Chiesa siriaca, così chiama Maria: «Sponsa Dei, per quam ipsi reconciliati sumus, inopinatum miraculum»; S. Germano di Costantinopoli: «la più ammirabile di tutte le cose mirabili: mirabilia mirabilium»; e S. Giovanni Damasceno: «Capo dei miracoli: caput miraculorum, un abisso profondo di miracoli, un pelago smisurato di doni, l'innocente per eccellenza, I'Immacolata, l'intemerata, l'incorrotta ed in tutto pudica Vergine Madre di Dio e Signora nostra».
Alcuni Padri, rapiti dalla bellezza di Maria, così la chiamarono: «Colomba mondissima, Gerusalemme santa, trono eccelso di Dio, arca di santificazione, fabbricata dall'Eterna Sapienza, Regina piena di delizie appoggiata al suo diletto, uscita dal Cuore di Dio, cara a Lui, in tutto bella e senza ombra di peccato». Ed altri la dicono: «Giglio tra le spine, terra intatta, Vergine illibata, immacolata, sempre benedetta!».
Ma com'è possibile contemplare un frutto sì bello senza pensare alla pianta che lo produsse? Guardiamo i genitori, per amor della figlia. S. Gioacchino e S. Anna furono fortunati genitori di Maria SS. Il nome di queste creature privilegiate non ci è dato dalla S. Scrittura, ma dalla comune testimonianza dei Ss. Padri, ossia dalla Tradizione.
Essi furono arricchiti di fede, di speranza, di carità, furono ripieni di ogni virtù, e, nella preghiera e nel digiuno, affrettavano la redenzione d'Israele. Gioacchino dunque, il grande eletto che col suo nome esprime preparazione del Signore;
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«Joachim preparatio Domini», e la sua Consorte che «grazia si nomina»: «Anna gratia interpretatur», diedero alla luce la Signora, la Regina del cielo e della terra.
La Chiesa asserisce nella Liturgia del giorno della Natività, che Maria fu della tribù di Giuda e precisamente della regale stirpe di David. E la S. Scrittura ci dice che Maria era sposa di S. Giuseppe, discendente di David. Anche Maria quindi era di stirpe regale, perché gli Ebrei, per comando di Dio, non potevano sposare donna fuori della propria tribù. Lo stesso attesta la Tradizione cominciando dai Padri Apostolici.
Maria è la gloria fulgida di S. Gioacchino e S. Anna. I figli buoni sono veramente la gloria e l'onore dei genitori.
Qual fortuna per la Chiesa e per lo Stato avere famiglie buone! O se tutte le famiglie fossero ben ordinate e fondate sul Sacramento!
Nelle famiglie buone nascono assai spesso le vocazioni alla vita Religiosa ed Ecclesiastica. Primo nostro dovere è dunque quello di pregare per la santificazione delle famiglie; in secondo luogo essere riconoscenti a Dio per essere nati da buone famiglie, e pregare il Signore perché susciti tra la nostra parentela delle sante vocazioni.

II. NASCITA DI MARIA. - Maria fu concepita come la creatura più bella, non solo esente dal peccato, ma rivestita di tanta grazia da superare gli stessi Angeli e Santi: «Omnem electae creaturae altitudinem electionis suae dignitate trascendit» (S. Greg.). La Chiesa canta nella Liturgia di questa festa: «La nascita della gloriosa Vergine Maria recò allegrezza a tutto il mondo». S. Pier Damiano scrive: «Rallegriamoci contemplando la natività
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della SS. Vergine; sì, rallegriamoci per questa nascita della Beata Vergine, come facciamo per la nascita di Gesù Cristo stesso. Oggi ci è nata la Regina del mondo, la porta del Paradiso, il Tabernacolo del Signore, la Scala del Cielo, dalla quale scenderà sino alla nostra bassezza il Re dell'eternità, per la quale l'uomo peccatore, che giaceva a terra, potrà risalire sino al suo Dio». E S. Giov. Damasceno: «Io vi saluto, graziosa pecorella, nella quale, ben presto, il buon Pastore verrà a rivestirsi d'umana carne, ciò che gli permetterà d'essere l'Agnello di Dio, il vero Agnello pasquale, immolato per la Redenzione del suo popolo».
Il luogo ove nacque Maria è ignoto. Alcuni suppongono che sia Sefori, altri Betlemme, altri Nazaret. Sono però congetture.
Gli Occidentali ritengono che la città natale di Maria sia Nazaret. E quest'opinione pare la più probabile, perché conforme all'Ufficiatura della festa della S. Casa. In essa si legge infatti che la Santa Casa di Loreto, proveniente da Nazaret, accolse i primi vagiti di Maria Bambina.
La S. Scrittura non parla della nascita di Maria e la Tradizione ce ne porge ben poche notizie. Seguendo però la sentenza più comune, si crede che Maria sia nata l'8 settembre del 733 se stiamo col 748 di Roma, o del 737 se stiamo col 752 di Roma.
Con la nascita di Maria si levò nel mondo una fulgida aurora, foriera d'una radiosa giornata, perché il mondo intero salutò nella futura Madre del Redentore l'aurora della sua Redenzione. Gioirono gli angeli e salutarono in questa piccola Bambina la loro Augusta Sovrana; gioì il Padre che contemplò con amore la sua Figlia Immacolata e la Madre del Suo Verbo Eterno; gioì il Figlio
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che contemplò in Lei l'amatissima Madre; gioì lo Spirito Santo che si compiacque del suo capolavoro e contemplò in Lei la purissima e fedelissima Sposa.
Maria nacque riempiendo di gioia il cielo e la terra. Maria nacque splendente di luce come Gesù Bambino, spargendo attorno alla sua culla un profumo soprannaturale e celeste.
Prostriamoci spiritualmente in unione degli Angeli e dei Santi genitori innanzi alla culla di Nazaret e salutiamo esultanti la celeste Bambina, il tempio d'oro purissimo, nel quale, quando sarà giunta la pienezza dei tempi, entrerà il Gran Sacerdote, Redentore del mondo, Gesù Cristo.
Ringraziamo il Signore per averci dato questa madre tanto grande e tanto buona, l'Altare su cui s'immolò spiritualmente l'Agnello Divino.
O la bellezza dell'anima di Maria! Omnis gloria ejus... ab intus! Non è l'esterno che conta presso Dio, ma la virtù, la grazia (Salm. XLIV, 13).

III. IL NOME DI MARIA. -Quindici giorni dopo la nascita Gioacchino ed Anna, secondo il costume ebraico, imposero alla Bambina il nome di Maria. E questo nome santissimo, dolcissimo, degnissimo, conviene ottimamente alla Vergine degnissima, dolcissima e santissima. Esso è uscito dai tesori della Divinità, e fu imposto alla Vergine per esprimere la dignità, il mistero a cui la ordinava il Signore.
Che cosa significa il nome di Maria?
Secondo l'etimologia del nome esso significa tre cose:
1) Stella del mare; 2) Illuminante o illuminatrice; 3) Signora.
Maria è la stella del mare, perché indica ai poveri
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mortali, sbattuti dalle passioni, la via più breve e più sicura per giungere al sospirato porto: «Ave Maris stella»; stella splendidissima, da cui procede il lucidissimo raggio dell'Uomo-Dio; Stella utilissima, illuminatrice, per gli esempi della vita, per i benefici della misericordia, per gli splendori della gloria.
Maria s'interpreta ancora Signora: la Signora per eccellenza; Signora in cielo, Signora in terra, Signora anche nell'Inferno: «Maria Domina convenientissime interpretatur»: stella del mare agli uomini, illuminatrice degli Angeli, Signora dell'universo.
Questo nome dunque non fu imposto a caso alla Vergine nazarena, ma, disceso dal cielo in terra, fu significativo delle virtù che, riposte come in germe nella Bambina, si sarebbero sempre sviluppate fino a raggiungere l'ultima perfezione.
«Innanzi al nome di Maria, scrive il celebre Idiota, tutto il mondo genuflette; genuflette il cielo, la terra, l'inferno. Questo nome, meglio d'ogni altro, ristora gli stanchi, sana i languenti, illumina i ciechi, commuove gli induriti, conforta i combattenti, scuote il giogo di satana. A sentirlo si rallegra il cielo, esulta la terra, gioiscono gli Angeli, tremano i demoni, l'inferno si conturba». Come il nome di Gesù, il nome di Maria è «miele al gusto, armonia all'orecchio, giubilo al cuore».

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Onoriamo, invochiamo, difendiamo il nome di Maria. Onoriamo il nome di Colei che è l'Immacolata, la piena di grazia, la Regina dell'Universo; invochiamola nei pericoli, nelle tentazioni, nelle
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angustie, nelle tribolazioni; difendiamolo benedicendolo, se alcuno lo profana.

PENSIERO DI S. PIER DAMIANO. - Rallegriamoci, contemplando la natività della SS. Vergine; sì, rallegriamoci per questa nascita, come facciamo per la nascita di Cristo stesso. Oggi ci è nata la Regina del mondo, la Porta del Paradiso, il Tabernacolo del Signore, la Scala del cielo, dalla quale scenderà sino alla nostra bassezza il Re dell'eternità, per la quale l'uomo peccatore che giaceva a terra, potrà risalire sino al suo Dio.

Lettura: CONCILII A FAVORE DELL'IMMACOLATA.

Concilio di Efeso: E' il primo Concilio Ecumenico che chiama Maria Immacolata cioè senza colpa, come la interpretò Sofronio citato da S. Girolamo.
Concilio di Toledo: Fu tenuto nel 634. Approva con lode il Messale riformato da S. Isidoro Arcivescovo di Siviglia. In esso è segnato per tutta l'ottava l'Ufficio della Concezione e riporta che la Vergine fu preservata dal peccato originale per un privilegio giustamente dovuto alla dignità di Madre di Dio.
Concilio di Toledo: del 675: Conferma la dottrina di S. Ildefonso e confessa con lui che Maria non fu mai macchiata del peccato originale.
Concilio di Costantinopoli: Fu tenuto nel 680 sotto il Pontificato di Agatone. Ricevette con plauso universale la lettera di Sofronio, Patriarca di Gerusalemme nella quale Maria è chiamata «Immacolata, santa cioè di corpo e di anima e libera da ogni peccato o contagio di peccato».
Concilio di Nicea: Convocato nel 787 e ratificato dal Papa Adriano parlò della S. Vergine chiamandola «Santissima ed Immacolata, irreprensibile e più pura di tutta la natura, sia sensibile che intellettuale» cioè più pura degli Angeli del cielo che non peccarono mai né di colpa attuale, né di colpa originale.
Concilio di Basilea: Si dichiarò per la Concezione Immacolata di Maria. In Roma si conserva ancora una Bolla emanata durante quel concilio, che conferma la stessa opinione.
Concilio di Trento: Nella quinta sessione dichiarò che nel decreto riguardante il peccato originale non intende comprendere
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la Vergine Madre di Dio, ma che a questo proposito si osservino le Costituzioni di Papa Sisto IV.
Tutti i Papi da Sisto IV in poi accordarono molte grazie e privilegi a chi crede nell'Immacolata Concezione della Vergine.

POESIA: LA NASCITA DI MARIA

L'alba del sole eterno il mondo indora
cui cieco error il fosco orror copria;
di suo puro candor l'alme innamora
Vergine sempre bella e sempre pia.

Voli, voli dal ciel schiera canora,
e senta il mondo angelica armonia;
augelletti celesti, ecco l'aurora,
fortunati mortali, ecco Maria.

Senti (volli dir Dea) senti quant'osa
dir con strane d'amor forme leggiadre,
l'innocente empietà d'alma pietosa.

Tu sei minor di Dio, s'hai Dio per padre,
egual a Dio, se tu di Dio sei sposa,
maggior di Dio, se tu di Dio se Madre.

I. D. L.

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