Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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7. DOMENICA I DI QUARESIMA

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 3 marzo 19681

Il Vangelo, secondo Matteo.
In quel tempo: Gesù fu condotto dallo Spirito Santo nel deserto per essere tentato da satana. Dopo aver digiunato per quaranta giorni e per quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore, accostandosi, disse: «Se tu sei Figlio di Dio, comanda a queste pietre di trasformarsi in pane». Gesù rispose: «È scritto: Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo trasportò nella città santa e lo pose sulla cima del tempio, dicendo: «Se tu sei il Figlio di Dio, gettati nel vuoto, poiché sta scritto: Dio ha comandato ai suoi angeli di sostenerti sulle loro mani affinché il tuo piede non inciampi nei sassi». E Gesù: «È pure scritto: Non tentare il Signore Dio tuo». Quindi il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e, mostrandogli tutti i regni della terra e la loro magnificenza, gli disse: «Io ti darò tutto questo, se prostrandoti, mi adorerai». Allora Gesù rispose: «Va' via, satana, poiché sta scritto: Adorerai il Signore Dio tuo e servirai a lui solo». Allora il diavolo si allontanò, e gli angeli si accostarono a Gesù e lo servivano2.
Dobbiamo pensare che le tentazioni continuano nella vita. Le tentazioni possono essere in tre modi: quanto alla tentazione della carne; le tentazioni del demonio; e poi l'orgoglio; e quello è contro la carne, secondo il corpo.
La tentazione è un incitamento al male che il demonio, per odio contro Dio e contro l'uomo, eccita in noi3 direttamente oppure indirettamente per mezzo delle passioni, della fantasia, dei sensi, degli uomini cattivi e delle occasioni pericolose. Quindi sono tre i pericoli: prima il corpo, e poi nella mente, e poi il demonio. In se stessa la tentazione è indifferente, diventa peccato solo quando c'è il consenso, cioè l'adesione volontaria al male col pensiero, i desideri e le azioni. La soggezione o proposta della dilettazione o compiacenza istantanea proveniente dalla tentazione, non sono peccato finché non vi si aggiunge il consenso della volontà. La frequenza e la violenza delle tentazioni variano secondo il temperamento, il carattere, l'educazione delle singole persone e secondo i disegni provvidenziali di Dio. Le tentazioni sono permesse da Dio per purificarci, farci conoscere la nostra debolezza, irrobustire e perfezionare le virtù, specialmente l'umiltà, la diffidenza di noi e l'amore di Dio. Contro la tentazione al peccato grave è necessario reagire con prontezza, energia, costanza e umiltà. Alle tentazioni di vanità, ai sospetti, alle gelosie, alle invidie, alle stizze (...) bisogna contrapporre il disprezzo e la noncuranza.
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Quindi sono princìpi di tentazioni, in primo luogo, satana, e poi della carne, e poi lo spirito, la mente.
Il demonio ha tentato subito Adamo, ha tentato Adamo il diavolo, e ha ceduto alla tentazione, ha ceduto all'invito di satana: mangiare quello che voleva, che era proibito da Dio. Allora ha corrisposto a quello che satana aveva detto e Adamo ha ceduto; (...) e aveva tentato prima ancora, la donna.
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Noi dobbiamo domandare al Signore la grazia di resistere alle tentazioni. La tentazione che procede dalla carne, in primo luogo, sì, quando noi... ci sono e gli occhi e l'udito e la lingua e il tatto; tutto può essere pericoloso. Noi dobbiamo, in primo luogo, dominare noi stessi. Quando si cede alla carne, allora si finisce col peccato, col male. Bisogna che noi dominiamo la carne. Vi è in noi l'anima e vi è il corpo. E allora il corpo tenta di dominare l'intelligenza, quello che è l'anima. Bisogna che l'anima sia fornita di grazia per combattere e resistere alle tentazioni del corpo, in tante maniere, i vizi capitali. E dopo, un lunghissimo esame. Dominare il nostro io.
E poi le tentazioni attraverso del demonio. E il demonio è tanto astuto. E, come ha tentato Gesù Cristo, così tenta ciascheduno di noi, satana, il demonio, sì. Avere sempre paura del pericolo. Ma allora occorre la preghiera, perché con la preghiera viene la grazia di Dio, la quale supera le tentazioni di satana. Quindi bisogna che si domini il nostro io per mezzo della grazia, presenza di Dio.
Ma poi, pericoloso, la superbia, è pericoloso la superbia. La superbia che si domina in tante maniere; parole che si vogliono... allora che siano tentazioni che procedono da superbia, e sì. E c'è il corpo e c'è l'anima; il corpo e la sua parte, e lo spirito, cioè l'anima, può essere tentata, sì. Bisogna che noi preghiamo per [non] essere dominati, dominati dalle tentazioni, dal male. Quindi bisogna che possiamo sempre tenere un po' la testa bassa, pensando che siamo tanto fragili e siamo tanto tentati; da tentazioni, e tentazioni.
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Questa è la parte negativa solamente, di evitare il peccato. Ma bisogna fare di più, e cioè, chiedere al Signore la grazia, non solo evitare il peccato, ma fare opere e virtù continue; vivere, quindi, santamente (...). La mente: pensieri santi; e poi quello che è dominare il nostro io, cioè dominare, sì, dominare il corpo, e allora un'altra serie di meriti. E poi se si supera le tentazioni di satana, allora i meriti saranno anche più grandi, sì. Abbiamo un nemico triplice: e la carne, e lo spirito, e satana.
In questo tempo, Quaresima, dobbiamo riflettere e pensare alle nostre debolezze e, con la mortificazione, allora, è più facile vincere le tentazion. Nessuno può essere non tentato, tutti siamo tentati, tutti. Bisogna che noi possiamo vincere.
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E poi in modo speciale fare la parte positiva, sì. La parte positiva. L'uomo, «Non di solo pane vive l'uomo, ma d'ogni parola che esce dalla bocca di Dio». E quindi, il primo mezzo: «ogni parola che esce dalla bocca di Dio». E cioè, che noi conosciamo quello che è la volontà di Dio; «esce dalla bocca di Dio», «d'ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Vincendo una tentazione, è vinta, allora c'è un gran merito; la lotta, la vittoria sopra la tentazione. «Esce dalla bocca di Dio». La parola di Dio, e cioè, il Vangelo, «esce dalla bocca di Dio». E che noi meditiamo il Vangelo.
Poi, il secondo punto: «Se tu sei il Figlio di Dio, gettati nel vuoto, ecc. Dio ha comandato ai suoi angeli di sostenerti nelle loro mani». E Gesù: «È scritto: Non tentare il Signore Dio tuo». Se vogliamo noi crearci delle tentazioni, e cioè, se queste tentazioni procedono dal nostro io e dall'esterno: «Non tentare il Signore Dio tuo. E ci si mette davanti ai pericoli, e se si mette nel pericolo e poi dopo, alla fine si cade o, almeno, almeno almeno sarà una debolezza.
E poi l'altra tentazione riguarda la superbia: «Io ti darò tutto questo, se prostrandoti, mi adorerai». Allora Gesù rispose: «Va' via, satana, adorerai il Signore Dio tuo e servirai a lui solo». Quindi non cedere a satana, non cedere. «Allora il diavolo si allontanò e gli angeli si accostarono a Gesù e lo servivano».
E quindi, quanto facciamo bene quello che è vincere le tentazioni!
La vittoria è un gran merito soprannaturale, sì. Ma se noi ricorriamo sempre al Signore, allora avremo la forza e la grazia di superare quel che è la tentazione, la tentazione e della superbia, e della carne, e del demonio, sì. E quante volte queste tentazioni che continuano in tutta la vita, in qualche maniera, da una parte e dall'altra, sì.
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Allora facciamo un esame se noi resistiamo alle tentazioni. E se vinciamo le tentazioni allora si ha un premio, un merito. Un esame sopra di noi.
Alle volte noi diamo la causa al demonio, ma per lo più è il nostro io stesso, per lo più siamo noi stessi che siamo tentatori di noi stessi (...).
La superbia, questa, porta già a una strada non buona; bisogna (...) la superbia, vincerla.
E poi c'è anche la carne; ma prima il pericolo è la superbia, in generale, sì.
Vi sono dei pericoli nella vita: pericoli della carne (...) la gioventù; e poi quello che è superbia succede secondo; e terzo la tentazione di satana. Sì, nella vita nostra ci sono sempre tentazioni, ma secondo la vita, prima è la carne, e poi quello che è la superbia, e poi quello che è il demonio, il demonio il quale tenta fino agli ultimi momenti della vita, sì.
Quindi preghiamo sempre in umiltà: Signore, pietà, misericordia per noi. E ricorrere a Maria. Maria che ha vinto satana, sì.
Oh, allora, in conseguenza, i nostri propositi: vincere la carne, vincere la superbia e vincere satana. E tutte le vittorie sono meriti, se vinciamo veramente. Adesso fare i propositi che vogliamo emettere.
E pregare perché possiamo avere la grazia di vincere sempre. E se satana tenta e noi lo vinciamo, allora invece di avere il peccato avremo il merito.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 155/a (= cassetta 248/b.1). In PM, nessun accenno cronologico (cf nostra nota in c62) - dAS, 3 marzo 1968 (domenica): «m.s. cappella CGSSP e Apostoline» (cf dAS in c1).

2 M t4,1-11.

3 Cf Catechismo della Dottrina Cristiana di PIO X, n. 59.