Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

21. DOMENICA XVIII DOPO PENTECOSTE

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 6 ottobre 19681

... alcuni gli presentarono un paralitico disteso sopra un letto. Gesù, visto la loro fede, disse al paralitico: «Confida, figliolo, ti son rimessi i peccati». Subito alcuni scribi pensarono dentro di sé: «Costui bestemmia». Gesù, visti i loro pensieri, disse: «Perché pensate male nei vostri cuori? È più facile dire: Ti son rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, affinché sappiate che il Figlio dell'uomo sulla terra ha il potere di perdonare i peccati: Alzati! - disse al paralitico - prendi il tuo letto e ritorna a casa». Il paralitico si alzò e andò via. Le turbe, visto tutto ciò, si intimorirono e resero gloria a Dio che aveva dato agli uomini tale potere2.
Col Vangelo è utile con la lettura dell'Epistola3, Paolo apostolo ai Corinti.
Fratelli, ringrazio sempre Dio per la grazia che vi ha donato in Cristo Gesù; uniti a lui (...) a voi che aspettate la manifestazione di Nostro Signore Gesù Cristo. Dio vi conservi fedeli e senza peccato fino a quel giorno affinché possiate presentarvi irreprensibili davanti a Gesù Cristo.
Allora fare una riflessione, sì. Alcuni gli presentarono un paralitico. E allora Gesù Cristo: «Perché pensate male nel vostro cuore? È più facile dire: ti son rimessi i peccati o dire: alzati e cammina?».
128
Intanto in questo giorno vi sono due comandamenti; e, uno è il comandamento secondo, e poi l'altro, l'ottavo1. Quindi sono due comandamenti uniti, secondo e l'ottavo insieme: la condotta diabolica e ipocrita dei farisei verso Gesù. Prendiamo questi due comandamenti alla nostra considerazione.
Il secondo comandamento: non nominare il nome di Dio invano, ci proibisce di disonare il nome di Dio. Perché nominarlo senza bisogno e senza rispetto, di bestemmiare, ingiurare Dio, la Vergine, i Santi e le cose sante (...). Questo è il secondo comandamento.
Poi adesso, l'ottavo comandamento: non dire falsa testimonianza ci proibisce ogni falsità e il danno ingiusto della fama altrui; perciò oltre la falsa testimonianza proibisce la calunnia, la bugia, sia la bugia (...) cosa officiosa (...) la detrazione o mormorazione, la maldicenza (...) l'adulazione, il giudizio e il sospetto temerario (...). Dire (...) la verità; di interpretare in bene le azioni del prossimo, chi ha danneggiato il prossimo nella roba (...) deve riparare il danno arrecato. Questi due comandamenti (...).
Non nominare il nome di Dio invano (...). Quindi per noi, invece, nominiamo sempre il nome di Dio e insieme il nome della Vergine e i nomi dei Santi e le cose sante. Quindi dare tanta importanza, la sua importanza delle cose sante (...). Mai parlare con facilità, così, parlare un po' superficialmente di Dio, di Gesù Cristo, dei Santi, della Vergine. Bisogna che stiamo sempre con prudenza. Le parole bisogna che le misuriamo, le parole; le parole bisogna che (...) sempre le cose che sono rette e specialmente (...). Allora un progresso, un aumento di grazia e di vita. Riflettere. Quindi: Non nominare il Nome di Dio invano. Invano vuol dire, quando sono persone che magari nel discorso che si fa, così... e quante volte nel popolo si nomina la parola di Dio. E noi allora, riparare, riparare per quelli che usano malamente la parola di Dio o di Gesù Cristo o dei Santi. E invece, la nostra parte, che noi nominiamo soltanto quello che è necessario: Dio, Gesù Cristo, la Vergine, i Santi, e tutti quelli che sono (...). Quindi, il secondo comandamento.
129
Poi corrisponde l'ottavo comandamento: Non dire falsa testimonianza. Quindi non dire cose false. Non commettere ciò che non è giusto: la detrazione o la mormorazione (...). Nelle relazioni diciamo sempre bene la verità, mantenendo il segreto (...). E quindi c'è una cosa la quale (...) tenerla in segreto, tenerlo dentro di noi. E interpretiamo in bene le azioni del prossimo. E vi sono coloro che interpretano bene le azioni del prossimo, altri invece le vedono (...). E quindi riparare certe parole, il danno arrecato (...). E quando noi parliamo del prossimo...
130

1 Nastro 158/b (= cassetta 253/a.1). In PM. nessun indizio cronologico (cf nostra nota in c119). - dAS, 6 ottobre 1968 (domenica): «m.s. cappella CGSSP» (cf dAS in c1).

2 Mt 9,1-8.

3 Cf 1Cor 1,4-8.

1 Cf Catechismo di PIO X, o.c. nn. 179 e 206-208.