Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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20. SAN MICHELE ARCANGELO

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 29 settembre 19681

Domenica XVII. Ma ora, la dedicazione di san Michele arcangelo. Cominciamo a leggere la parte dell'Apocalisse del beato Giovanni apostolo. È l'ultimo libro della Scrittura quello di Giovanni apostolo, dei 72 libri (...).
In quei giorni: Dio rivelò ciò che doveva accadere, comunicandolo per mezzo del suo angelo al suo servo Giovanni, il quale ha attestato la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo in tutto quello che ha veduto. Beato chi legge e chi ascolta la parola di questa profezia, ed osserva le cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino. Giovanni alle sette chiese dell'Asia. Grazia a voi e pace da Colui che è, che era, che ha da venire, e dai sette spiriti che stanno dinanzi al suo trono, e da Gesù Cristo, il fedele testimone, il Primogenito di fra i morti, il principe dei re della terra, il quale ci ha amati e ci ha lavati dai nostri peccati nel suo sangue2.
Quindi è la visione di Giovanni nel libro definitivo: l'Apocalisse. Però è grande (...) difficoltà a conoscere bene le cose, non è ancora tutto chiaro.
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Allora, adesso, leggiamo il Vangelo secondo Matteo1.
In quel tempo: Si accostarono a Gesù i suoi discepoli e gli dissero: «Chi è più grande nel regno dei cieli?» (ciò che domandavano i discepoli). Gesù, chiamato un pargoletto, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: Se non mutate e non divenite come pargoli, non entrerete nel regno dei cieli». E cioè, che dobbiamo essere come bambini, pargoli, semplici e ascoltare il Signore come bambini. «Chi si farà, pertanto, umile come questo fanciullo - diceva Gesù - diventerà il più grande nel regno dei cieli». E cioè, quelli semplici, chiari: «diventerà il più grande nel regno dei cieli». E non sono i grandi che salgono più alto nei cieli; quelli che sono più semplici e che crescono nella semplicità, la fede e l'amore.
«E chiunque accoglierà in nome mio un pargolo come questo, accoglie me. Chi poi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui gli fosse appesa al collo una macina d'asino e fosse sommerso nel fondo del mare. Guai al mondo per gli scandali! Guai al mondo per gli scandali! Certo è necessario che ci siano degli scandali, ma guai all'uomo per cui succede lo scandalo! Per il popolo per cui succede gli scandali. Ora, se la tua mano o il tuo piede dà scandalo, troncalo (...) e gettalo via da te; meglio è per te giungere alla vita monco o zoppo, che con due mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. E se l'occhio tuo ti è di scandalo, cavatelo e gettalo via da te; meglio è per te entrare nella vita con un occhio solo che essere gettato, con due, nel fuoco dell'inferno. Guardatevi dal disprezzare uno di questi fanciulli. Vi assicuro che i loro angeli nei cieli vedono sempre il volto del Padre mio che è nei cieli».
E quindi è il tratto del Vangdo secondo [la dedicazione di] san Michele.
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San Michele, il campione di Dio nella battaglia contro Lucifero. San Michele è colui che ha combattuto con gli angeli ribelli. Quindi tutti su, in alto; ma quelli che erano gli angeli, i quali pensavano di essere così (...) così in alto e quasi (...) a coprire Dio. E allora un grande numero di angeli guidati da san Michele. E allora, tutti quelli secondo san Michele, allora la gloria alla Santissima Trinità, Dio. E quelli che erano superbi, e allora sono precipitati nell'inferno. E quindi le schiere degli angeli. Allora la divisione di quelli che sono gli angeli del cielo e quelli che sono angeli dell'inferno, sì. Oh, allora, pensare alla Chiesa che se (...).
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Allora tre funzioni, gli angeli guidati da san Michele e tutti gli altri.
Primo: guida e conduce le anime in cielo, dopo averle pesate sulla bilancia della giustizia di Dio. Quindi, guida e conduce le anime in cielo, primo punto, dopo averle pesate sulla bilancia della giustizia divina. Quindi, il punto a considerare: san Michele che guida gli angeli, guida e conduce le anime al cielo. In cielo, le anime, e gli angeli, già.
Secondo: difende la Chiesa e il popolo cristiano; in cielo presiede il culto dell'adorazione, sì; difende la Chiesa e il popolo cristiano. Come san Michele ha voluto e ha guidato gli angeli santi nel cielo. Ora, in secondo punto: pace, gli angeli. Ora ci vuole la cristianità; quindi, secondo: difende la Chiesa e il popolo cristiano; in cielo presiede il culto, sì. Quindi san Michele che ha (...) funzioni (...) in cielo; ma adesso san Michele difende e aiuta la cristianità che siamo sulla terra. Difende la Chiesa e il popolo cristiano, sì, san Michele difende la Chiesa che è combattuta, e il popolo cristiano. E molti del popolo si allontanava dalla Chiesa. Quindi, prima, ciò che ha fatto nel cielo, e, adesso, ciò che fa nella Chiesa e il popolo.
Il terzo punto: in cielo presiede il culto dell'adorazione: Santissima Trinità, e offre a Dio le preghiere dei santi e dei fedeli. Questo terzo punto: in cielo presiede il culto dell'adorazione della Santissima Trinità. Lui presiede il culto dell'adorazione della SS Trinità, quindi in cielo. E offre a Dio le preghiere dei santi e dei fedeli, e cioè che sulla terra e gli uomini e i cristiani, offre a Dio le preghiere dei santi e dei fedeli. Quindi sono i tre punti da considerare in san Michele, che combatte con i cattivi angeli che sono precipitati nell'inferno. E allora san Michele, con tutti gli angeli, ecco, lassù.
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Poi, riguardando ciò che è nella Chiesa per il popolo cristiano, difende la Chiesa e il popolo cristiano. Come san Michele ha difeso i cattivi angeli, ora difende anche la stessa cosa per noi della terra, della vita attuale, la vita della Chiesa, cioè di quelli che sono nella Chiesa. Quindi lui ha fatto la parte (...) cielo e ora la parte della Chiesa attuale. E terzo: in cielo presiede il culto dell'adorazione della Santissima Trinità e offre a Dio le preghiere dei santi e dei fedeli. E cioè, allora san Michele, alla gloria della Santissima Trinità, le preghiere dei santi e dei fedeli. E cioè, san Michele, prendere le preghiere dei santi e dei fedeli; dei santi che sono già in cielo e dei fedeli che sono ancora sulla terra. Quindi, è una dedicazione di san Michele arcangelo, cioè (...) di una grande cosa, grande cosa avere che san Michele arcangelo a capo e degli angeli del cielo e poi di quelli che vivono nella Chiesa. E poi alla Trinità, le preghiere dei santi e dei fedeli. E quindi indica che gli angeli, sì, e poi i santi che già sono al cielo e poi quelli che siamo noi fedeli. E san Michele li segue. Ma ci sono tanti che non lo seguono san Michele (...). Quindi è una giornata felice, santissima, questa giornata: san Michele arcangelo, sì.
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La mia madre, sì, una parte, ma il mio padre, lui sempre pregava san Michele; appena noi, fanciulli, lui per san Michele, e invitava a seguire san Michele arcangelo e pregare a san Michele arcangelo, così.
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E quindi bisogna pensare che ci sono queste tre cose, tre punti. E allora: la gloria, la lotta di san Michele; gli angeli e allora si son divisi quelli che sono gli angeli che seguono san Michele e quelli che sono nell'inferno, che sono i demoni. E poi quello, dopo ciò che c'è nell'eternità, nell'alto, e poi c'è la Chiesa, la quantità di gente, popolo cristiano. E allora si distinguono: quelli che seguono la Chiesa e a capo san Michele, e quelli invece che, anche dei cristiani, che si allontanano dalla Chiesa e dal popolo cristiano. E poi, la terza parte: presiede il culto dell'adorazione alla Santissima Trinità. San Michele, presiede il culto dell'adorazione alla Santissima Trinità. Lui, in cielo, guida il culto di adorazione della Santissima Trinita, sì, e offre a Dio le preghiere dei santi. Quindi il culto dell'adorazione, e lui offre a Dio le preghiere, quelli che già sono santi in paradiso, e i fedeli che siamo noi, che possiamo seguire san Michele. Quindi san Michele in questo punto ha tre funzioni: culto di adorazione della Trinità; e poi le preghiere che sono nei santi in cielo e i fedeli che sono ancora sulla terra. E quindi c'è una, questa (...) vita. Allora come dobbiamo seguire? Presiede il culto dell'adorazione e poi offre a Dio la preghiera dei santi e le preghiere dei fedeli. E quindi anche nell'adorazione si può considerare, meditare e seguire, sì.
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Le preghiere poi che ci sono in queste orazioni, sono così: «Benedite il Signore, voi tutti angeli suoi, potenti in virtù, esecutori dei suoi ordini, pronti ad obbedire al suono delle sue parole» (Introito). «Pronti ad obbedire al suono delle sue parole». L'Oremus insegna: «O Dio, che con ordine mirabile distribuisci gli uffici degli angeli e degli uomini». Quindi distribuisci gli uffici: da una parte gli angeli e dall'altra parte gli uomini. Gli angeli che sono in cielo e degli uomini che seguono la santità, la buona cristianità. «Fa che la nostra vita in terra sia protetta da coloro che in cielo continuamente ti assistono e ti servono» (Oremus) sì, «da coloro che in cielo continuamente ti assistono e ti servono». Questa preghiera bisogna tenerla (...) almeno qualche volta, presente, considerarla. «Presso l'altare del tempio si fermò un angelo che aveva un turibolo d'oro in mano e a lui fu data gran quantità d'incenso; ed il fumo dell'incenso salì al cospetto di Dio» (Offertorio). E la conclusione poi delle funzioni: «Benedite angeli tutti del Signore, il Signore, cantategli inni ed esaltatelo sopra tutte le cose del cielo» (comunione). Sopra tutto quello che ci può essere sulla terra a quel che è più santo, più alto, più grande in cielo. «Appoggiati all'intercessione del santo arcangelo Michele» (dopocomunione). E che quindi anche noi, di tanto in tanto, ricordare la parola san Michele. «Ti preghiamo, Signore, di confessare con la vita quanto abbiamo ricevuto con la bocca». Sì. (dopocomunione).
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E allora le conclusioni? E quali sono i propositi? Si può fare, seguire, se mettere una parola che voglia dire: non voglio... e cioè, san Michele che è a capo degli angeli e dei santi che sono in cielo. E poi che coloro, dobbiamo oltre che noi, la Chiesa, quindi non solamente noi, ma sia difesa la Chiesa e il popolo cristiano, questa Chiesa, il popolo cristiano. Quindi non solo ciò che è il cielo. E poi quello che ci fa ricordare: adorazione nella (...) Santissima Trinità; e secondo, le preghiere della Chiesa, dei santi, e poi sono dei fedeli, cioè... Riflettere. È cosa di grande importanza. E allora pensare che, man mano che noi passiamo dalla vita presente, e allora incontreremo san Michele che guida i santi del cielo e quelli che sono i cristiani della Chiesa e quelli che sono ancora fedeli che vivono ancora santamente. Riflettere e approfondire le cose. E questi libri che adesso hanno solamente qualche pensiero, oppure neppure ben guidato; poco per volta ritornerà il libro a formarsí bene, in maniera tale che ci sarà un perfezionamento. Intanto gli altri fedeli che hanno qualche libro, ma poi non si penetra bene quello che si deve penetrare le cose. Preghiamo tutti assieme.
E sarebbe bene che le suore, che avete l'Adorazione, con questo ricordare i tre punti che sono da parte di san Michele, sì. E ci sarà un progresso speciale, particolare. È un grande giorno.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 158/a (= cassetta 252/b). Per la datazione, cf PM: «Domenica XVII. Ma ora la dedicazione di san Michele arcangelo». Nel 1968 la Domenica XVII dopo Pentecoste cadeva al 29 settembre, festa di san Michele arcangelo. Le meditazioni nn. 20.21.22.23 sono registrate sullo stesso nastro e di seguito; ci pare possano offrire la garanzia che siano tutte dello stesso anno (1968). - dAS, 29 settembre 1968: «Celebra [il PM] alle ore 6, in lingua italiana, per le PD, e tiene meditazione (domenica)».

2 Ap 1,1-5.

1 Mt 18,1-10.