Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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12. DOMENICA V DOPO PASQUA

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 19 maggio 19681

Dal Vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità vi dico: ciò che voi chiederete al Padre nel mio nome, egli ve lo darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete ed otterrete perché la vostra gioia sia piena. Vi dissi queste cose in parabole. Viene l'ora in cui non vi parlerò più in parabole, ma apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome, e non dico che io pregherò il Padre per voi, poiché il Padre stesso vi ama. Infatti mi avete amato e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e son venuto nel mondo; di nuovo lascio il mondo e torno al Padre». Gli dissero i suoi discepoli: «Ecco adesso parli apertamente e non dici alcuna parabola. Ora conosciamo che sai tutto, e non hai bisogno che alcuno ti interroghi, perciò noi crediamo che sei uscito da Dio»2.
Stiamo alla conclusione del giorno di Pasqua, la risurrezione di Gesù Cristo. E poi i giorni vicinissimi di salire del Figlio di Dio incarnato, il quale ha fatto, compiuto la sua missione. Allora, dopo quaranta giorni, il Figlio di Dio incarnato: salirò al cielo.
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E allora vi sono parecchi insegnamenti in questa parte della Epistola1, sì. «Siate operatori della parola e non uditori soltanto ingannando voi stessi». Quindi, cioè, non soltanto far delle parole, perché allora ci inganniamo. Bisogna che, (...) invece di tante parole, che si facciano, invece, le opere.
«Se uno ascolta la parola e non la metta in pratica, assomiglia ad un uomo che osserva nello specchio la sua fisionomia; egli contempla se stesso, ma poi se ne va e subito dimentica com'era. Ma chi invece penetra profondamente nella legge perfetta della libertà e vi aderisce, non come uditore immemore, ma come realizzatore di opere, costui nel praticarla sarà beato».
E cioè, che noi non ci contentiamo di parole, anche parole che sono molto buone, ma solo conoscere le parole... «Non come uditori immemori, ma come realizzatori di opere». E quindi non pensare e parlare lì, con parole, bisogna che ci sia il realizzatore delle opere. «Costui nel praticarla sarà beato». Quindi, quando si è conosciuto quel che il Signore ha insegnato, allora «costui nel praticarla sarà beato». Quindi il Signore ha predicato il Vangelo, e bisogna che, non soltanto conoscerlo, ma meditarlo, seguirlo e operare, e operare.
Questo indica come Gesù, l'Ascensione, Gesù, 40 giorni, gli Apostoli hanno alzato gli occhi considerando Gesù Cristo che salì al cielo2, sì.
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E bisogna che... Noi dobbiamo ricordare le tre parole che son tre espressioni che sono praticamente adatte da meditare e seguire.
Gesù disse, primo: «Sono uscito dal Padre». Il Figlio di Dio si è incarnato nel seno della Vergine, e poi la sua missione. Quindi, uscito dal Padre: Verbum caro factum est1. È la Parola vera. La Vergine, Madre di Dio. Primo: «Sono uscito dal Padre».
Secondo: «Sono venuto nel mondo». Sono venuto a fare la missione. Che egli ebbe la sua missione e una grande vocazione. Non solamente che ci sono dei sacerdoti o delle suore, altre che si consacrano al Signore, questo segue bene il Signore: «Sono venuto nel mondo». Quindi, venuto nel mondo, cioè a fare e seguire la vocazione: quello che il Signore vuole da uno o da un altro. «Son venuto nel mondo».
E poi dopo che si è fatta la vocazione e si è risposto alla vocazione, terzo, «di nuovo lascio il mondo». Questo è il terzo punto. E poi l'altra successiva: «Torno al Si... al Padre».
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Ecco, sono i quattro punti da meditare nella giornata attuale, e specialmente in questi ultimi tre giorni, dei 40 giorni; questi tre ultimi giorni. Allora fare le meditazioni, riflessioni: «Sono uscito dal Padre». Siamo stati creati dal Padre, il quale Padre ci ha dato l'anima. «Sono uscito dal Padre». Pensare il giorno in cui siamo nati. «Sono uscito dal Padre».
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Secondo: «E sono venuto nel mondo» per fare quello che il Signore voleva e vuole, e cioè, che noi compiamo quella vocazione, perché noi abbiamo la vocazione; ma poi ci son tutti i fedeli e tutti i cristiani buoni e fanno bene anche la vita cristiana. «Sono venuto nel mondo». E quindi possono essere le buone famiglie. «Sono venuto nel mondo», ciascheduno. Proprio l'impepno, perché ognuno che viene da Dio, ognuno ha una missione.
Quindi, primo è: usciti dal Padre; e secondo: venuto nel mondo. Abbiamo da rivedere e rileggere che cosa sia la nostra vocazione «Sono venuto al mondo». Adesso possiamo riflettere? Ciascheduno di noi bisogna che dica la stessa parola di Gesù: «Son venuto al mondo». Ciascheduno dica di sé: Sono venuto al mondo. Ringraziare tanto della vocazione; e non solo che ci sia soltanto la vocazione, ma che si segua la vocazione.
E se si è cominciato la vita religiosa, allora è nato la vita nuova, la vita religiosa. E da quel giorno, fino al giorno in cui passiamo all'eternità, bisogna che, dal giorno della Professione, che ci sia ogni giorno un poco di passi; fare dei passi verso il paradiso, sì. E quindi allora, giorno per giorno, secondo il volere di Dio. Se noi, giorno per giorno, facciamo un passo ver... in che cosa? Nel cammino della santità. Migliorare, migliorare la vita religiosa, bene.
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Poi, terzo: «di nuovo lascio il mondo». Allora la morte. «Di nuovo lascio il mondo» e cioè la morte. E quindi pensando al giorno in cui lasciamo il mondo, allora si cammina verso il Padre celeste.
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E (...) lassù, il quarto: «di nuovo lascio il mondo e torno al Padre». Così il Figlio di Dio incarnato, Gesù Cristo. E allora, quando ci chiama dalla nostra vita, e come ci troviamo? E quanto, abbiamo fatto il cammino bene? I passi dei giorni, dei mesi, degli anni? «Torno al Padre». E quindi, noi abbiamo fatto completo, tutta la vita nostra?
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Fissare bene le quattro parole: «Sono uscito dal Padre». Il giorno che il Signore creò la nostra anima.
Secondo, (...) questa anima: «Sono venuto nel mondo», cioè, alla persona, anima e corpo. «Sono venuto nel mondo». E quindi seguire il Signore Gesù e seguire la vocazione di ciascheduno.
E non solo che si è fatto la Professione, ma quello è il principio, ma bisogna sviluppare la Professione, e cioè, di giorno in giorno, nelle Costituzioni, e come si è compiuto.
Allora pensare al giorno di dovere lasciare il mondo per passare all'eternità. E ciascheduno deve un po' considerare e meditare: se ho fatto tutta la mia strada che dovevo fare.
E vi sono persone che hanno fatto bene la Professione, ma poi erano meno perfetti e magari, e alle volte, dimenticano i doveri che ci sono nelle Costituzioni. Bisogna che siano seguiti bene. E bisogna...
Le Costituzioni sono la strada, la strada. Ma in che cosa? Alla vita religiosa. Dopo il Vangelo ci son le Costituzioni, se si vuole fare la santificazione.
Se invece non si segue le Costituzioni, e tanto meno il Vangelo. E poi, quando vanno più avanti negli anni, e allora potrebbe... dovrebbero pensare: E tanto abbiam già fatto di questo, di quello. È bello quello che sarà compiuto, cioè compiuta la vocazione. Oggi può essere avviato bene, e qualche volta poi con la difficoltà delle anime che non sono più fedeli così, e non sono così perfette.
«E torno al Padre». E torno al Padre, se noi siamo (...) pronti, perché bisogna arrivare al Padre. Ma quando la vita nostra è ancora poco perfetta, allora bisogna che sia fatta la perfezione in purgatorio, purgatorio, per potere arrivare al Padre.
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Quindi sono i quattro punti da fissare nella mente, specialmente in questi tre giorni: «Uscito dal Padre». «Venuto nel mondo». La vita presente, della vita presente. «Di nuovo lasciare il mondo». Cioè, se si è nati e «di nuovo lascio il mondo». Quindi segui... «E torno al Padre».
Benedetto colui il quale è così purificato e santificato; quando l'anima si distacca dal corpo, allora può entrare immediatamente nel gaudio eterno. «Torno al Padre».
Venire in questi punti, e cioè, quando si fanno delle buone meditazioni, riflessioni, fissare nei taccuini... E pensare a fissare bene nella mente quello che crediamo e che dobbiamo, che (...) debba essere seguito. Qui ognuno deve pensare a se stesso cominciando da chi predica e poi tutti gli altri che sentono. Ma la meditazione dev'essere per tutti.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 156/a (= cassetta 249/b.2). Per la datazione, cf PM: «...meditare nella giornata attuale e specialmente in questi ultimi tre giorni, dei 40 giorni» [prima dell'Ascensione]. - dAS, 19 maggio 1968 (domenica): «m.s. cappella CGSSP e Apostoline» (cf dAS in c1).

2 Gv 16,23-30.

1 Cf Gc 1,22-27.

2 Cf At 1,9.

1 Gv 1,14.