Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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10. SOLENNITÀ DI SAN GIUSEPPE

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 19 marzo 19681

Lettura del santo Vangelo secondo Matteo.
Maria, madre di Gesù, essendo promessa sposa di Giuseppe, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo prima di abitare assieme. Giuseppe, suo sposo, essendo giusto e non volendo esporla all'infamia, pensò dl lasciarla segretamente. Mentre egli stava sopra pensiero per queste cose, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua consorte, perché ciò che è nato in lei viene dallo Spirito Santo. Partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù, poiché sarà lui che salverà il suo popolo dai peccati»2.
Questa è la prima manifestazione dell'angelo a Giuseppe, perché Giuseppe poteva e doveva unirsi a Maria. Prima manifestazione. Seconda manifestazione, quando l'angelo si mostrò a Giuseppe: partire e andare in Egitto perché altrimenti... quello che cercava la morte del Bambino3. E allora la manifestazione a Giuseppe, e col viaggio di otto giorni arrivare in Egitto, camminando. Poi la terza volta, quando Erode era morto, allora apparve l'angelo a Giuseppe, e cioè: Torna pure nella terra d'Israele perché non avrà (...). Allora Giuseppe, come Maria e il Bambino sono partiti e sono ritornati nella terra d'Israele. Viaggio lungo, come è andato, così del ritorno. E poi, temendo di abitare vicino a Gerusalemme che ci sarebbe qualche pericolo, allora Nazaret4. Si sono allontanati da Gerusalemme, quindi a Nazaret. La manifestazione, sì, la manifestazione della voce di Dio. Così il Bambino è cresciuto. E poi, quando il Bambino è diventato a 12 anni, anche lui con Maria e con Giuseppe andò al giorno, a 12 anni, e sono stati a Gerusalemme. E poi al ritorno, le donne erano da una parte, gli uomini dall'altra, e il Bambino, e il Fanciullo poteva stare dall'una e dall'altro, e allora, uno credeva che fosse dall'altra e viceversa; allora hanno conosciuto che non era con loro, né l'uno, né l'altra. Quindi per tre giorni sono ritornati a Gerusalemme e hanno incontrato il fanc... il bamb... il fanciullo Gesù, incontrato con i sacerdoti ebrei, e come avevano risposto, e ha dimostrato una grande scienza, sapienza. Allora l'incontro con Maria, Giuseppe e il Fanciullo. Allora partirono, tornarono a Nazaret5. Questo è tutto quel che è detto di san Giuseppe, quello che è la vita della Sacra Famiglia. Allora non si è più parlato di Giuseppe.
Poi, Gesù, la sua predicazione, la morte sulla croce, e poi la risurrezione, sì. Dopo, la morte di Gesù Cristo e la risurrezione.
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Per circa 14 secoli, circa, non si parlava di san Giuseppe, non si parlava (...) 14 secoli. E allora, secondo il Papa di allora, allora ha voluto glorificare san Giuseppe con la Messa [nel] 1476; 14 secoli, il Breviario e la Messa a san Giuseppe (...). Allora adesso sono circa sei secoli con cui e in cui la divozione a san Giuseppe si allarga sempre di più. E quello che è stato detto dal Sommo Pontefice: Giuseppe, protettore della Sacra Famiglia. E adesso: protettore di tutta la Chiesa. Questo specialmente da Leone XIII con otto documenti, sì, per onorare san Giuseppe. E così anche poi i Pontefici hanno sentito e glorificato: san Pio X, Pio XI, Pio XII e poi Giovanni XXIII e il Papa anche attuale1.
Bisogna che noi ricordiamo la glorificazione a san Giuseppe. Come Giuseppe ha costituito la Famiglia Sacra, adesso la famiglia della Chiesa, e quindi è il protettore di tutta la Chiesa. San Giuseppe, chiamato dal Vangelo: «uomo giusto»; sì, così è stato chiamato: «l'uomo giusto», che vuol dire... giusto è il santo. Fu prescelto dal Signore a compiere l'ufficio nobile e singolare di vero sposo di Maria Vergine, di padre putativo e di custode di Gesù Cristo, il capo della sacra Famiglia. Per questi motivi fu dichiarato: Patrono della Chiesa universale. Prima, la Sacra Famiglia; ora la sacra Chiesa. E quindi il mese, marzo, di san Giuseppe; e poi le due feste: oggi, e poi di nuovo la festa di Giuseppe il 1° giorno di maggio.
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La Chiesa riconosce l'alta dignità ed eccellenza di san Giuseppe onorandolo con un culto particolare, detto di protodulia, come il primo fra i santi; può ottenere qualunque grazia. E cioè, dopo la persona più santa in paradiso, Maria, e subito dopo Maria, sopra tutti gli altri santi, in mezzo tra Maria e tutti i santi, sta in mezzo san Giuseppe. E allora, ottenere qualunque grazia. E a un santo si può domandare una grazia che uno ha un certo bisogno, ma per tutte le grazie si può chiedere a san Giuseppe, qualunque bisogno che ci sia. Allora, prima la Vergine Santissima che (...) le grazie, che Maria qualunque grazia, e così anche di san Giuseppe, sì, seguendo. Il capo dei santi, dopo la Vergine Maria. E adesso nella Chiesa, il culto a Maria, e subito vicino, cioè dopo, san Giuseppe. E il papa Leone XIII, grandi documenti di gloria. E poi san Pio X ha stabilito le litanie di san Giuseppe, come Leone XIII ha fatto la preghiera: «A te, [beato] Giuseppe, ecc.»1.
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Allora ricordiamo che noi, primo: lodarlo per quanto è stato egli glorificato, san Giuseppe. Secondo, imitare san Giuseppe, imitarlo nell'umiltà, sempre silenzioso, attivo, lavoratore e amante di Gesù fanciullo, giovane, che ha lavorato poi insieme a san Giuseppe; e con Gesù lavorare, a piallare nella bottega dove si lavorava falegname. E così Gesù è stato falegname fino a 30 anni.
Quando sia la data di morte non lo sappiamo; ma adesso, secondo gli insegnamenti, degli studi, si dice che san Giuseppe sarebbe stato fino a Gesù sui 25 anni, verso i 30 anni; allora sarebbe passato all'eternità, san Giuseppe.
Quindi tre frutti: primo, lodare il Signore e glorificare Giuseppe; secondo, considerare gli esempi che ha lasciato a tutti, Giuseppe, specialmente l'umiltà e la preghiera. Gesù che [Giuseppe] prendeva fra le sue braccia, il Bambino Gesù, già quando l'ha portato in Egitto, di ritorno in casa.
Quindi chiedere le grazie, e seguire gli esempi di san Giuseppe. E poi pensare che è il Patrono della Chiesa universale, sì. E il Concilio Vaticano II... è stato dichiarato dal papa Giovanni XXIII, protettore, nel Concilio che ci è stato. Bisogna portare un grande amore a san Giuseppe. Oh, se vogliamo essere santi, seguire le condizioni di Giuseppe, sì; specialmente i religiosi che non predicano o che non scrivono; ma si segue quello che è l'esempio di Giuseppe, allora.
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La giornata, quindi, sia buona, e ciascheduno si chieda le grazie di cui ciascheduno ha bisogno. E poi, proposito: in che cosa io imito Gesù? imito Giuseppe? Ecco, l'umiltà, la silenziosità, la silenziosità. Anche ieri sera ho fatto la meditazione ad Ariccia1, ho insistito sopra la silenziosità. E allora, mentre che noi abbiamo la silenziosità, allora il Signore parla a noi. Quando chiacchieriamo noi di cose inutili allora, di cose inutili, che cosa bisogna dire? Quello che è inutile... Allora pensare al Signore nella silenziosità; e se si deve parlare, parlare di cose che sono utili, necessarie. Va bene. E poi, voi avete questo impegno nelle Costituzioni2. Sono, alle volte, sono un po' curiose in quanto alle altre cose degli altri. Pensare a noi, a Dio, ai nostri impieghi, ai nostri doveri quotidiani.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 155/d (= cassetta 249/a.2). Per la datazione, cf PM: «...il mese di marzo a s.Giuseppe; e poi le due feste: oggi [19]... e il 1° maggio». Le meditazioni nn. 7.8.9.10 sono registrate sullo stesso nastro. Per il dato certo della presente (n 10) ci pare che anche le altre su ricordate possano offrire garanzia che siano dello stesso anno (1968). - dAS,19 marzo 1968 (S. Giuseppe): «Celebra [il PM] in cappella CGSSP e tiene la meditazione alle PD della comunità».

2 Mt 1,18-21.

3 Cf Mt 2,13-14.

4 Cf Mt 2,19-23.

5 Cf Lc 2,42-52.

1 Per completare e approfondire la storia del culto a s. GIUSEPPE si può consultare Documenti Pontifici su S. Guseppe, Treviso, Edizione Trevigiana, (1965) (N. 20 di Verba Vitae - Associazione Biblica Italiana) - Da Sisto IV a Paolo VI.

1 Vedi opera citata alla nota del numero marginale 63. Inoltre, su s. Giuseppe è utile leggere quanto scrive il sac. GIACOMO ALBERIONE in San Paolo, nel mese di febbraio 1968. Il Primo Maestro lesse e raccomandò la lettura del trattato di MARRANI ADELMO, San Giuseppe nella Scrittura e nella vita della Chiesa, Francavilla a Mare (Chieti), EP, 1967. - Il volume di G. BARBERO SSP, San Giuseppe negli insegnamenti pontifici, è rimasto inedito. - Si cf GUIDO PETTINATI, SSP, Indice analitico delle idee basilari di don Giacomo Alberione contenute in «Carissimi in San Paolo» (1933-1969]. Roma, Santuario Divino Amore, 1981, alla voce: Giuseppe (santo).

1 Questa meditazione fatta ad Ariccia (Roma), il 18 marzo 1968, non si trova in questa raccolta, perché non ci è pervenuta.

2 Cf Costituzioni delle PDDM, (1960), articoli. 214-216.