Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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agonia. Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l'anima mia. Perché sono indulgenziate queste giaculatorie, e perché sono spesso recitate dai fedeli? Perché Gesù, la Madonna e S. Giuseppe fecero la morte più santa. E se saremo assistiti da loro faremo una morte santa: Spiri in pace con voi l'anima mia, fra le braccia di Gesù, presentati al cielo da S. Giuseppe.
Per questo che diciamo almeno mattino e sera a S. Giuseppe: O S. Giuseppe, padre putativo, ecc.2. Chi sa quando sarà la nostra ora! La morte è separazione dell'anima dal corpo. La morte è la fine della vita. La morte non distrugge né corpo né anima, li separa, e l'anima se ne va all'eternità a ricevere quelloche è giusto. È possibile che si abbia da morire con tutti quei progetti che avete? La morte è certa. S. Giacomo dice: «Dì sempre così: Faremo questo e quello se saremo vivi; se piacerà al Signore»3. L'orgoglioso sembra sfidare il cielo e la terra e poi basta un microbo per ucciderlo. Vedete come i carri funebri continuano a portare salme, salme, salme.
La morte è certa. Coraggio, un po'! Guardiamoci bene anche le mani e consideriamo quello che sarà di noi un giorno: freddi cadaveri su un letticciolo, senza vista, senza udito e il cuore senza palpiti. I vivi ci porteranno presto al cimitero perché non possiamo più vivere tra di loro. Beata la vita spesa per il Signore! Beata specialmente la vergine che porta l'integrità all'eternità! La morte è anche incerta: è incerto se morirai quest'anno o un altro anno, se morirai di questa malattia o di un'altra, se avrai tempo a prepararti o se morirai all'improvviso. Giorni fa domandavo come stava il vescovo di Sherbrooke4 e mi si rispondeva che ormai stava meglio, che
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si era ristabilito e aveva ricominciato in macchina le visite pastorali. La sera stessa che si diceva questo, il vescovo5, colpito da congestione cerebrale, moriva all'improvviso.
Che cosa siamo noi? State preparati! Sempre pronti, perché non sapete quando verrà la morte. Verrà come un ladro di notte, quando meno te l'aspetti. State pronti! Chi è pronto a morire? Quando la morte viene istantanea, ma l'anima è preparata, non è improvvisa. Chi è pronto? Chi non ha peccati gravi sulla coscienza o se li ha commessi poi li ha confessati; chi ha radunato molti meriti, perché parte con essi. Non vale niente allora che uno sia stato stimato o no, che sia vissuto in condizioni facili o difficili, ciò che importa è partire con i meriti.
«È preziosa al cospetto del Signore la morte dei suoi santi»6. «La morte dei peccatori è pessima»7. Ci sono due specie di morte: quella dei santi e quella dei peccatori. La prima viene con una chiavetta d'oro e ti apre la porta del paradiso, suggerendoti che Gesù in cielo ti aspetta e ti chiama. Come sarà invece la morte del peccatore ostinato? La grazia di Dio può aspettare, ma l'ostinato che non si decide a convertirsi, tema di morir male. E vi sono persone che vivono in fervore e muoiono in tiepidezza, altre vivono in tiepidezza e muoiono in tiepidezza. Vivere in fervore! Non crediamo che alla fine si cambi così facilmente: com'è la vita, così è la fine della vita. Pensiamo allora come è morto Gesù. Gesù morì sulla croce: «Non la mia volontà sia fatta, ma la tua, o Padre»8. Accettiamo la morte con tutte le pene che l'accompagneranno e acquisteremo quell'indulgenza speciale9 che vi è annessa.
La morte di Maria fu una beatissima morte. Come l'angelo le portò la notizia dell'incarnazione del Figlio di Dio,
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così l'angelo venne ad annunziarle che Gesù l'attendeva in paradiso. Voi non avrete l'angelo, ma avrete persone buone. Se si vive bene, il Signore dispone bene. Pregare di cuore la Madonna: Santa Maria, prega per noi adesso e nell'ora della nostra morte, in modo che la nostra anima spiri tra le braccia di Gesù e di Maria come l'anima di S. Giuseppe.
Un certo giovane diceva: Che io abbia una buona fine. Il superiore lo corresse: Vivi la vita del giusto e farai la morte del giusto. Non si è mai sentito dire che sia morto male chi è vissuto bene. In questi Esercizi proponiamo di vivere una vita religiosa buona, una santa vita e allora ci assicuriamo una buona morte. Gli Esercizi spirituali in principio appaiono un po' pesanti e la ragione si è perché si tratta di rientrare in noi stessi, si tratta di esaminare noi stessi, si tratta di meditare le verità eterne, eppure sono state le verità eterne che ci hanno fatto decidere di abbracciare la vita religiosa per guadagnare di più per la vita eterna.
Anche l'esame di coscienza ha la sua particolare importanza perché non si può risorgere dal male se non lo si conosce e neppure si può aggiungere il bene se non riflettiamo e lo consideriamo. Fare l'esame di coscienza in principio, non bisogna [però] credere che gli Esercizi finiscano con la confessione, finiscono invece con la conversione. Esaminiamoci bene su tutto il complesso dei doveri che abbiamo: 1) fede: seguire Gesù Maestro Verità; 2) vita paolina: seguire Gesù Maestro Via; 3) unione di mente e di cuore con Gesù: seguire Gesù Maestro Vita. Se resta difficile, si può fare l'esame sulla pietà. Non si manchi però al dovere d'istruirsi, c'è sempre bisogno
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d'istruzione perché, nessuna si offenda, sapete poco e i tempi progrediscono. Esame sull'istruzione, sulla pietà, sulla vita paolina, sull'apostolato. Sempre si veda anche se si cammina sulle vie indicate da Casa Madre, perché Casa Madre si sforza di camminare sulle vie indicate dalla Chiesa, perché Casa Madre segue il Papa. Per grazia di Dio abbiamo sacerdoti a servizio della santa Sede che comprendono lo spirito del Papa nel miglior modo. Voi assecondate l'indirizzo che viene da Roma. Mi hanno detto in un posto: Non parli di Roma nelle Filippine, perché non ammettono che ci sia altro di meglio che le Filippine. Ci saranno migliori aratri, mezzi più comodi e più celeri, e sono contento, ma quanto a fede, morale e spirito religioso non c'è di meglio che Roma: attingiamo da Roma. Noi cerchiamo di uniformarci alla guida del Vicario di Cristo, voi cercate per quanto potete di uniformarvi all'insegnamento della Casa generalizia (ora si deve dire Casa generalizia). Le grazie passano di lì. Esame dunque sulla romanità10, che significa seguire l'indirizzo della Casa generalizia.
S. Gregorio dice: Voglio presentarmi al giudizio di Dio già giudicato e non trovarmi con delle sorprese11. I pensieri, la pratica dell'apostolato, la vita quotidiana, sono giusti? Esame non tanto per piangere i peccati, per cadere nella malattia degli scrupoli, ma per vedere che cosa possiamo far di meglio per la gloria di Dio, per la salvezza delle anime, per la nostra santificazione: non presentarci a Dio per esser giudicati, ma esame per trovarci giudicati. Propongo per condannare ciò che non va bene e per essere più di vita interiore, di vita paolina. Duplice esame: uno alla luce di ciò che vi dice la Prima Maestra e un secondo ai piedi del confessore quando vi dirà: Basta. E allora: basta, camminare sempre di più verso la perfezione.
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2 Cf Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, p. 27.

3 Cf Gc 4, 15.

4 Sherbrooke, città nella provincia del Québec, di lingua francese, dove la SSP ha stabilito la sua residenza in terra canadese fin dal febbraio 1947.

5 Mons. Desranleau, vescovo canadese che invitò i Paolini a stabilirsi nella sua diocesi (cf 50 anni a servizio della Chiesa coi mezzi di comunicazione sociale, Ed. Paoline, Roma 1964, pp. 184-185).

6 Cf Sal 116, 15.

7 Cf Sal 33, 22 (Volgata).

8 Cf Lc 22, 42.

9 Cf “Per la buona morte” in Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, pp. 156-157.

10 Romanità o universalità è una delle note caratteristiche del carisma paolino (cf Barbero G., Il Sacerdote Giacomo Alberione..., o. c., p. 221).

11 Cf Gregorio Magno, Lettere, Libro III, Epistola 29: “Ai presbiteri, ai diaconie al clero di Milano”.