Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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14. IL SANTO ROSARIO*


[I. Il rosario orientamento per la vita]

L'argomento per il ritiro mensile è già determinato dalle circostanze. Siamo in ottobre, mese del rosario, quindi parliamo del rosario.
In questo mese le nostre intenzioni a Roma sono particolarmente dirette ad ottenere queste due grazie: 1) purificazione nostra, togliere i difetti; 2) apostolato: che il Signore ci dia l'intelligenza dell'apostolato, che il Signore ci dia la grazia di dedicarci all'apostolato con coraggio, con energia.
Parlando del rosario bisogna dire tante cose. Il rosario è la preghiera di tutti, serve a tutto: nella Messa se si recita il rosario, la Messa è ben sentita; per ottenere la pace si dice il rosario. Il rosario serve per tutto.
Il rosario come primo frutto è indirizzato a orientarci nella vita, a capire che cosa è la vita. Il frutto maggiore del rosario è lì: la nostra vita è una lotta, ci prepara l'eternità, è il nostro viaggio al paradiso.
Molte sono le vicende nella vita: un po' si è sani, un po' malati; un po' in una casa, un po' in un'altra, un po' nella tristezza, un po' nella gioia, un po' nelle difficoltà, un po'... Alle volte sono cose liete che succedono, alle volte abbiamo persone favorevoli, a volte nemici, persecuzioni, però tutto è per il paradiso. A destra e a sinistra possiamo raccogliere frutti di vita eterna.
Roma in questi giorni è piena di uomini di Azione Cattolica, centocinquantamila convenuti da tutte le parti d'Italia per il trentesimo anniversario [della fondazione del ramo dell'Azione Cattolica:
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Uomini Cattolici]1, e per rendere omaggio al Papa. La nostra vita è un pellegrinaggio. Siamo partiti da Dio, siamo usciti dalle mani di Dio e facciamo il nostro viaggio per tornare a Dio. Ecco cosa è la vita. Molti credono che la vita sia fatta per godere, per guadagnare stima, invece no: la vita è per guadagnare il paradiso. Una ha un ufficio, una ne ha un altro; chi è sempre serena e chi è soggetta a tormenti interiori o fisici, ma quelli sono tutti mezzi per il paradiso.
Se volete fare buone meditazioni state sempre a quello che è fondamentale. Immaginate un candeliere con tre piedi e su di esso una candela che arde davanti al Tabernacolo; i tre piedi sono: io sono creato da Dio, vado a Dio, sono per strada.
Arrivare al paradiso. L'Istituto accoglie tante figlie, le indirizza alla vita religiosa, prepara le anime per il cielo. Qui state in un'ottima casa, in una posizione che non se ne potrebbe sperare una migliore, [però] non ci attaccate il cuore perché dobbiamo andare altrove.
Chi è osservante della povertà, castità e obbedienza, chi ha pazienza, [e questa] bisogna che alloggi in tutte le case perché è la pazienza che fa i santi, chi ha umiltà, bontà con tutte è sulla strada del paradiso. Il tempo è un fiume che butta nell'eternità; che cosa? Le suore che sono come tante gocce.
La via per andare in paradiso per noi è la vita religiosa ben vissuta. Chi lascia la vita religiosa si mette in condizioni ben più difficili, difficilmente potrà raggiungere la santità.
La Figlia di San Paolo che osserva bene la vita religiosa raggiunge il paradiso. Questa è la via del cielo. Il rosario serve per tenere in mente questo pensiero.
Quando vengono le prove e ci lagniamo, è perché non abbiamo in mente il fine, altrimenti non ci lamenteremmo, perché la via è stretta e l'abbiamo scelta noi dopo averci ben pensato. Alla religiosa è promesso un paradiso bello. Alla religiosa fedele si può dire con certezza che per lei non vi sarà purgatorio. Il rosario ci tiene sempre in mente quello che è la vita.
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La Madonna ha conosciuto la sua missione specifica il giorno dell'annunciazione. Anche per noi c'è stato un angelo, il confessore o il superiore o la superiora [che ci ha detto]: Va' avanti.
Per quante difficoltà passò la Madonna! Nessuna di noi passerà mai per le difficoltà per le quali è passata la Madonna. Ella è Regina martyrum! Gesù nacque in una grotta, che pena per Maria! Fuggì in Egitto, [ricevette la] profezia di Simeone, smarrì [Gesù] nel tempio, stette tanti anni a Nazaret come una donna comune. Quali vicende, quali difficoltà! Non le possiamo nemmeno immaginare. E dopo, la passione che fu più dolorosa. Maria fu sempre accanto a Gesù, che strazio per lei, che pena!
La vita è così! Sappiamo che la vita è una milizia2, è una prova, vedendo come ha fatto Gesù. Nel taccuino dei propositi non le abbiamo mai scritte le difficoltà che avremmo trovate…
Qualcuna alle volte ha la tentazione di dire: Se avessi saputo, previsto… Ma ricorda che dopo c'è il paradiso.
Dopo i misteri gaudiosi e dolorosi ci sono i misteri gloriosi. «Ricordati che sei polvere e che in polvere ritornerai»3: Voglio che si dica anche: Ricordati che sei spirito e che ritornerai con gli spiriti celesti.
La Figlia di San Paolo ha un apostolato che merita il paradiso: uscita da Dio, passa per una strada difficile, dove però è passata la Madonna, per tornare a Dio dove c'è la Madonna seduta alla destra di Gesù. Come risplende Maria in paradiso, perché è la Regina dei martiri! Vicino alla Madonna c'è un posto per te se sei osservante dei voti.
Le anime che meditano bene il rosario non perdono il senso della vita anche se qualche volta non sono state fedeli.
Quando in una famiglia si recita il rosario, anche se ci sono dei figli cattivi, questi o presto o tardi tornano a Dio.
Facciamo il proposito di dirlo sempre bene quanto è possibile, recitarlo per i lettori dei nostri giornali, per gli spettatori dei cinema, per chi ascolta la radio, per le famiglie, per i defunti, per tutti. La religiosa che recita il rosario è sempre
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lieta, perché ha davanti a sé una luce: Passerò per i misteri gaudiosi, passerò per i misteri dolorosi, ma arriverò ai misteri gloriosi.

II. [Disposizioni per chiudere bene la vita]

Nel ritiro mensile fra le grazie da chiedere c'è questa importantissima: la buona morte. Per fare una buona morte cos'è necessario? Per fare una santa morte bisogna essere preparati sempre, perché per la morte non si fissano orari di partenza.
Che cosa occorre per essere sempre pronti alla morte? Per essere sempre pronti alla morte occorre:
[a)] Essere puri, mondi da ogni peccato grave. Domandare quindi questa grazia: essere sempre mondi da ogni peccato grave.
b) Aver scancellato il purgatorio, cioè aver fatto penitenza dei peccati passati, avere il cuore puro anche dai peccati veniali, in modo da non passare in purgatorio.
c) Trovarsi in stato di fervore e cioè in un giorno in cui siamo tanto uniti a Dio e compiamo bene il volere di Dio. Aver adunato nella nostra vita tanti meriti. Per questo bisogna che ogni anima che arriva alla fine della vita possa dire: Ho compiuto bene il volere di Dio.
Accettare in spirito di adorazione la sentenza di morte che il Signore ha pronunciato sopra di noi, essere rassegnati e accettare quelle circostanze e pene che accompagneranno il nostro trapasso: questo dà l'indulgenza plenaria.
Avere il desiderio di morire come figlie devote della Chiesa, cioè avere in quel momento le migliori disposizioni di fede, di speranza e di carità, di dolore dei peccati.
È vero che la morte può essere improvvisa, ma se noi queste disposizioni le abbiamo sempre, le avremo anche in punto di morte. Chiedere di averle, che possiamo almeno col cuore, se non è possibile con la bocca, rinnovare la professione [religiosa].
Accettare l'umiliazione del sepolcro come riparazione dei nostri peccati; intendere di offrire al Signore quegli stessi dolori e quelle umiliazioni in ringraziamento della grazia immensa della vocazione religiosa.
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Per fare una santa morte uniformarsi ai tre modelli della santa morte: Gesù crocifisso, Maria e S. Giuseppe. Chiediamo che ci vengano ad assistere. Intendiamo di morire con i sentimenti di Gesù sulla croce, con i sentimenti di amore che ebbe Maria. Intendiamo invocare S. Giuseppe affinché ci ottenga una santa vita, per avere una santa morte.
Invocare Gesù agonizzante, la Madonna, S. Giuseppe [per queste grazie]:

1) Che possiamo ricevere tutti i sacramenti e anche l'indulgenza plenaria, se è volontà di Dio che non siamo sorpresi da morte improvvisa.

2) Essere fedeli al ritiro mensile e alla confessione settimanale, così si è sempre in regola con Dio.

3) Corrispondere pienamente a tutti i disegni che Dio creandoci aveva su ciascuno di noi.

4) Spendere bene tutti i talenti: intelligenza, tempo, cuore, tutto, sempre per il Signore. In particolare, corrispondere a tutte le grazie particolarissime con le quali acquistiamo il maggior numero di meriti.

5) [Che il Signore] ricompensi tutti quelli che ci fecero del bene: confessori, predicatori, maestri, genitori, ecc., e accetti l'offerta della vita per coloro ai quali siamo stati di cattivo esempio, o che per causa nostra avessero commesso peccati. Non avendo noi tanti meriti, che Gesù ci applichi i meriti della Passione.

6) [Che il Signore] esaudisca in vita le offerte del Cuore Divino.
Per ottenere queste grazie facciamo il proposito di assistere con premurosa sollecitudine [coloro] a cui siamo tenuti per ragioni di carità o di dovere. La carità verso i morenti è ricompensata da Dio con particolari grazie. Suggerire giaculatorie brevi che contengano atti di fede, speranza e carità necessari in punto di morte. Ecco le disposizioni per avere la grande grazia di chiudere bene la nostra vita. Una volta che si muore santamente, avremo un'eternità felice.
Diciamo tutte assieme la preghiera della buona morte4.
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* Ritiro mensile, in dattiloscritto, su carta varia, copia, 3 fogli: il primo foglio è carta vergata (22x28); il secondo e il terzo sono la volta di un registro delle Poste (22x27). Don Alberione ha tenuto le prime due prediche l'11 ottobre 1952, la terza è stata tenuta da don Lamera il mattino del 12 ottobre, XIX domenica dopo Pentecoste. Non è indicato il luogo, ma dalla macchina da scrivere usata, si deduce che il ritiro sia stato tenuto a Grottaferrata. In questa casa, dal mese di aprile, si era trasferito il gruppo delle suore scrittrici e le studenti di teologia (cf CN, 2 [1952] 7).

1 La fondazione degli Uomini Cattolici avvenne nell'ottobre del 1922. Pio XI nella lettera enciclica Ubi arcano Dei, 23 dicembre 1922: AAS 14 (1922), pp. 673-700, fa largo riferimento alla «santa battaglia» dell'Azione Cattolica.

2 Cf Gb 7, 1.

3 Cf Gen 3, 19.

4 Cf Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, p. 156.