Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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santità. Se l'anima è guidata dallo Spirito Santo raccoglierà i dodici frutti2, se l'uomo è carnale in lui ci saranno frutti carnali. Che cosa sono i frutti dello Spirito Santo? Quando si raccolgono i frutti dello Spirito Santo? Quando si è talmente piene di Spirito Santo, come chi fa atti di fede abituali, e vive di fede. Allorché un'anima ha lo Spirito Santo opera diversamente: ha una tale bontà, custodisce talmente la castità che la suora può passare in mezzo a tutti i pericoli senza che nessuno l'offenda. Quando non c'è abbastanza Spirito Santo, c'è molta attività esteriore, ma si stenta a far atti di fede, le giaculatorie sono rare. Vi sono anime che attingono tutto da Dio e sono più operanti di chi si affanna attorno a tante cose. Occorre questa unione dei cuori nostri con Gesù, e questo vuol dire possedere lo Spirito Santo il quale nella Scrittura è paragonato al venticello e non al temporale3.
Quando un'anima è ripiena di Spirito Santo ha un modo di ragionare, di comportarsi e di operare che sembra presti la bocca e le mani a Dio. Mi ha commosso di nuovo la visita in Cile dove sono andato a pregare sulla tomba di don Costa4. Quel prete toccava appena con la punta dei piedi la terra, ed è stato un martire delle sue pene. Lo spirito in alto, verso Dio! E non stare a dire: Se non fosse per carità....
Ufficio dei superiori è specialmente sostenere, incoraggiare, rendere sereni! (Maestro Giaccardo)5. Pazienza: qualche volta diciamo che ci scappa la pazienza, bisogna che prendiamo alla buona questa santa pazienza. Gesù ebbe pazienza con i carnefici, con gli Apostoli duri, pazienza nelle sue agonie. Benignità: Gesù Cristo non faceva udire clamori, non finiva di rompere la canna incrinata. Vi sono persone che
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incoraggiano: questo è rispetto per la libertà umana; che uno lasci agire, che uno lasci sviluppare le iniziative. Vi sono di quelli che darebbero fuoco a tutto, no! Infiammate le anime, ma con la bontà, morendo sulla croce. Mansuetudine: neppur con noi essere impazienti! Togliamo la fiducia da noi e mettiamola in Gesù, in Maria, in S. Paolo. Fede: quella che ci fa vedere tutte le cose con spirito di fede. Modestia: moderazione nell'uso degli occhi, della lingua, del riposo, del cibo, dell'apostolato; modestia nel giudicare. Continenza: contenere la nostra lingua, contenere i pensieri. Come possiamo giudicare gli altri? Ci penserà Iddio. Talvolta però la superiora deve giudicare la vocazione di qualcuna, cioè vedere se è fatta per l'Istituto, ma non giudicare l'interno. Oh, perché è irritata, lo fa pesare su tutti!, e certi silenzi fanno star più male di certe parole. Castità: castigare il corpo perché non c'impedisca di fare il bene; mettere il corpo e il cuore sotto la fede. Fortezza: se non riesco ad entrare dalla porta entrerò dalla finestra. Temperanza: Gesù Cristo non ha fatto discendere il fuoco sui samaritani; e se Gesù avesse ascoltato la madre dei figli di Zebedeo, avrebbe sconvolto tutto il suo piano. Il «castigo corpus meum e lo costringo a servire»6 di S. Paolo, è più della purezza. In sostanza quando un'anima èripiena dello Spirito di Dio, fa i frutti più belli, più di un'altra che pure fa tutte le pratiche, perché ogni suo atto è amor di Dio. Se avremo lo Spirito Santo, tutto l'Istituto sarà rinnovato.
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2 Cf Gal 5, 22-23 (Volgata).

3 Cf 1Re 19, 12.

4 Don Giuseppe Gabriele Costa (1915-1949), fondatore della casa paolina in Cile (cf Barbero G., Il sacerdote Giacomo Alberione…, o. c., pp. 600-601).

5 Beato Timoteo Giuseppe Giaccardo (1896-1948), nato a Narzole (Cuneo).Chierico nel Seminario di Alba dal 1908 al 1917, seguì Don Alberione nella Pia Società San Paolo. Primo sacerdote paolino, ordinato nel 1919, collaboratore fedelissimo del Fondatore, morì a Roma il 24 gennaio 1948.

6 Cf 1Cor 9, 27: «Tratto duramente il mio corpo…».