Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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costruire per i secoli: edifici robustissimi. Nella stessa osservanza religiosa ci può essere un presentarsi molto bene, ma che poi si manifesta piuttosto poco solido1. Così sono in generale gli istituti che avevo la tentazione di nominare, ma che non nomino. Diventare ben profonde. La profondità è la solidità vostra. Infatti siete venute per gli Esercizi, e il meglio mi pare questo: profondità e solidità.
La profondità rappresenta l'obbedienza, ma a Dio con le dovute condizioni. Come condusse la sua vita Gesù? Obbedì in tutto. Come obbedì? Guardava che Maria era buona? Guardava che Giuseppe comandava quel che piaceva a lui? Guardava solo il Padre celeste. Obbediva a Dio, non all'uomo. Non che sempre la indovinassero Maria e Giuseppe! Eppure il più Santo e il più Sapiente obbediva! Non è la scienza che fa, non è l'età: Ma quella una volta era mia scolara... Se noi vediamo sempre Iddio, allora non ci è difficile obbedire. Quando al Figlio di Dio fu comandato di stendersi sulla croce, quando Pilato, una creatura sozza, condannò il suo Creatore, Gesù si lasciò condannare, si stese sulla croce. Gesù obbedisce: neppure un lamento. Poteva guardare quelle persone e ribellarsi... Eppure obbedisce.
Il primo fondamento dell'obbedienza è considerare solo il Signore. Certo, tra le religiose non deve mai avvenire questo: obbedire perché quella persona è simpatica, perché ha tante belle qualità. Non perdiamo le belle occasioni di meriti! Il merito principale della vita religiosa è lì, nell'obbedienza. Vedete, è abbastanza facile che in realtà non si obbedisca credendosi magari affezionatissime ai superiori. Mi fanno tanto pena certe suore, fanno tanti sacrifici e poi il diavolo le gioca, [perché] tutto è fatto umanamente.
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Obbedire al Signore, osservare le Costituzioni, accettare e fare i propri uffici, è obbedienza, e si evitano tante pene interiori e si gode una profonda pace. Tutto quello che facciamo per capriccio nostro o per fini umani, non è per Iddio. Gesù si rivolgeva al Padre: «Padre, non la mia, ma la tua volontà sia fatta»2.
Perché Iddio paga la vera obbedienza, cioè quella fatta a lui? Se voi chiamate un muratore per costruire un muro, e quel muratore va invece a lavorare nell'orto del vicino, per amore del vicino, voi lo pagate? Ma lui ha lavorato! Ma voi pagate chi lavora per voi! Sia che tu devi stare a letto, sia che suoni bene, ecc., è una sola cosa: la religiosa ha un solo padrone, Iddio. Vi sono religiose che passano tempi notevoli senza lavorare per il Signore, entra tanto di naturale. Dunque la prima condizione: l'obbedienza sia fatta a Dio; fare bene quel che dobbiamo fare, per amore di Dio. Un servitore di cattivo garbo dispiace sempre, bisogna che siamo servitori di Dio con bel garbo; alle volte una figlia si distingue se ha vocazione dal suo bel garbo. Seminare il rispetto per le persone e indurre gli altri col buon esempio a obbedire, rispetto che è fattivo però, non fatto di complimenti. Riverenza per i superiori fatta di stima, obbedienza fatta di opere, che sa indovinare i desideri, e non farsi avanti solo nelle feste per fare i complimenti in modo da ingannare i superiori i quali sono anche di carne ed ossa. Su questo fondamento dell'obbedienza voi potete costruire la santità. E se la vostra vita sarà spesa tutta per fare il santo volere di Dio, sarà tutta pagata.
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1 Originale: di cartone.

2 Cf Lc 22, 42.