Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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12. IL FINE DELLA CONGREGAZIONE*

I. [Santificazione dei membri]

Abbiamo tanto piacere di essere venuti a Valenza1 dove voi da tanto tempo lavorate e lavorate bene. Di S. Tommaso2 diciamo che ha scritto bene. Voi avete diffuso bene. Il Signore benedirà e premierà.
Il fine però dell'Istituto non è solo la diffusione, ma è in primo luogo la santificazione. Siete diventate sante? Del tutto no, però la volontà sì, l'avete. Pregate il Signore che rinforzi questa volontà. Siete forse venute a San Paolo per star comode, per portare un abito? No, ma per servire il Signore.
Ho conosciuto un vescovo che aveva grandi progetti, belle idee, però ultimamente mi confidava: Temo di andare nella fossa senza averne realizzata nessuna. Anche voi avete progetti da realizzare e volontà di corrispondere. Domandarci spesso come
S. Bernardo: Ad quid venisti?3.
Di suore nel mondo ve ne sono tante; ogni istituzione ha ilsuo fine specifico, ma il principale è farsi sante. È vero che in paradiso entrano tutti quelli che sono mondi dal peccato, però i religiosi vogliono andare più in su, vicino a Gesù e perciò cercano di stargli più vicino sulla terra, di conoscerlo più profondamente, di servirlo meglio, di amarlo di più.
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Studiate il catechismo? Fate la meditazione? Leggete qui davanti a Gesù anche le circolari che vengono da Roma, la parola della Prima Maestra? Voi dovete studiare tutta la vita perché l'Istituto è docente. Nel mondo vi è tanto male perché si studia poco la religione; noi dobbiamo studiare tutto l'anno il catechismo, farlo passare intero.
In Spagna avete il più bel libro che si sia scritto sulla Madonna4. Conoscerli questi libri, non solo portarli agli altri. Essere ragionevoli, usare bene la testa, questo è dovere naturale. Alle volte sragioniamo, capiamo che la vita eterna è più importante della presente e poi non sappiamo fare un sacrificio per meritarla. Vivere di fede, istruirci, leggere libri fondamentali. Gesù alle volte ci dà qualche consolazione, ce le fa vedere come dalla finestra, poi le ritira subito per dirci che dobbiamo meritarcele. Conoscere bene Iddio per essere buone Paoline, osservanti dei voti e della vita comune; prendere bene gli indirizzi che ci vengono dati.
Bisogna saper [far] bene anche le cose personali: cucire, far pulizia e gli altri doveri. Imparare, imparare per servire meglio il Signore. Poi egli ci dirà: «Vieni, servo buono e fedele, perché mi hai servito nel poco io ti darò un gran premio»5. Non vi è proporzione fra le fatiche presenti e il premio che ci aspetta. Noi facciamo poco, ma il Signore ci dà mille.
Ricevere bene i sacramenti. Il peccato si toglie con la confessione, ricevere bene Gesù, bene la Messa, la Visita, bene le nostre devozioni, la prima settimana del mese, bene le preghiere comuni, le giaculatorie: vita di pietà!
Le case religiose hanno Gesù nel centro, i cristiani debbono andare alla parrocchia, noi abbiamo [Gesù] sempre in mezzo a noi. Una vergine può meritare di andare vicinissimo a Gesù: questo dipende dall'amore. Può una suora stare lontana da Gesù? Eh, sì! se è superba, fredda, indifferente. Sono sette i vizi capitali che con i loro figli e figlie tengono lontano da Gesù. Il nervoso è il figlio maggiore dell'ira. Starà lontano da Gesù chi ha
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l'abitudine al peccato veniale. Sapete la parabola del seminatore? Il seme può produrre il trenta, il sessanta, il cento6 secondo che la vita è tiepida, buona o perfetta.
Se vogliamo andare vicinissimo a Gesù dobbiamo tendere ad essere perfette e produrre il cento per uno.

II. [Esercitare l'apostolato delle edizioni]

Già abbiamo parlato del primo fine della Congregazione: la santificazione dei membri. Il secondo è aiutare le anime a salvarsi, esercitare l'apostolato, far conoscere Gesù Cristo affinché le anime trovino la via della salvezza, la via per arrivare al cielo.
Apostolato delle edizioni è servirsi dei mezzi che ci sono oggi per dare al mondo Gesù, diffondere il bene con i mezzi più celeri del cine, della radio, della stampa, della televisione che in alcune nazioni è già molto diffusa.
Il cinema può fare molto bene giacché il maggior bene o il maggior male si fa quando il mezzo che si usa penetra in più sensi. Ora se la stampa penetra nella fantasia e nel cuore, il cinema assorbe tutti o quasi tutti i sensi, perciò se è buono può fare un gran bene e se è cattivo un gran male.
Però noi vogliamo parlare più di tutto della stampa che è ciò di cui voi al momento vi occupate. La propaganda si può fare in diversi modi, dalla libreria che è il centro di diffusione, con il telefono, inviando cataloghi e con la propaganda a domicilio che è grandemente meritoria.
Si può cooperare all'apostolato con l'esempio, la parola e l'opera. Agli inizi della Casa alcune persone hanno offerto la vita perché potesse sorgere la Congregazione, altre per il suo sviluppo. Si diffonda l'opera delle sante Messe7 perché, oltre beneficare il cooperatore, si aiuta l'apostolato.
Cercate i migliori scrittori e pittori spagnoli perché ci siano fra i nostri libri anche quelli adatti alle classi intellettuali, così
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si eleva il prestigio della Congregazione. Larghe vedute, sempre più e sempre meglio! Quanto bene si potrebbe ancora fare con le encicliche dei papi, ignorate da molti!
Conoscere i libri, saperli presentare, fare la propaganda con sapienza. Occupare bene il tempo; alla domenica informarsi dei libri nuovi, leggere le prefazioni dove è quasi sempre contenuto ciò che l'autore vuole dire, leggere l'indice e se è necessario anche qualche capitolo per saperne poi spiegare in breve il contenuto. Leggere le recensioni che si fanno sulle riviste. Saper indicare alle persone il libro adatto, se una madre, [ad esempio] vi dice: Mia figlia tiene questa età, sta passando una crisi, ecc., indicare il libro adatto per lei. Se invitiamo una persona ad abbonarsi a La Famiglia Cristiana, non diciamo semplicemente: Vuole abbonarsi? e niente più. No, saper dire ciò che contiene, per chi è adatta, incoraggiare.
Delle cinquanta conferenze annuali, venticinque siano sull'apostolato. Se si parla meno, si troverà il tempo per far questo. S. Paolo in dodici delle sue quattordici lettere, riprende i chiacchieroni. Parlar meno e fare di più. Tradurre specialmente i libri scritti dalle Figlie di San Paolo. Ogni casa s'incarichi di una collana, delle missioni, della liturgia, ecc. Nelle case dove vi sono aspiranti è bene che ci sia oltre qualcosa di redazione, anche qualcosa da stampare, poi piegare, cucire, brossurare in casa. Tutte abbiano una grande stima della propaganda e ci sia una santa gara per farla almeno qualche ora al giorno.
Gesù predicava di preferenza al popolo, si rivolgeva ai pescatori, agli operai. Imitare il nostro Maestro. Pensare a ciò di cui il popolo può aver bisogno, provvederlo, tenerlo esposto. Conoscere i nostri libri e sostituirli agli altri. La libreria è un luogo sacro, non per chiacchiere. Sapienti e prudenti nel medesimo tempo. Alla Prima Maestra in questi giorni dite tutto, ascoltate tutto, fate tutto. La propaganda è sommamente meritoria, gli angeli contano i passi, lassù è tutto scritto. Ci sia una santa gara per la propaganda, essa giova moltissimo per la santificazione ed è di gran profitto alle anime. In casa vita religiosa profonda, regni la carità, vita ottimista, lieta e di profonda pietà. Il Signore vi benedica.
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* Il Primo Maestro, mentre visita la Spagna insieme alla Prima Maestra, il20.07.1952 tiene a Valenza due prediche. Il dattiloscritto, fogli 3, in fotocopia, sembra di battitura posteriore al 1952. Dal contenuto non si può dedurre che si tratti proprio di un ritiro, tuttavia gli argomenti trattati in due momenti diversi della stessa giornata sono così conseguenti da farli ritenere un'unità, per cui le curatrici hanno adottato la struttura del ritiro.

1 La casa di Valenza fu aperta il 24 gennaio 1947.

2 Probabilmente Don Alberione allude a Tommaso da Villanova (1488-1555), spagnolo, monaco agostiniano, vescovo di Valenza, padre dei poveri. Scrisse opere di teologia e mariologia.

3 «Per quale scopo sei venuto qui?», cf Mt 26, 50 (Volgata). Espressione usata da S. Bernardo per richiamare le motivazioni della propria vocazione. Cf Sermoni sul Cantico dei Cantici, Ser. 76, 10, in SBO, II, 260. Nel Vangelo queste parole sono rivolte da Gesù a Giuda traditore.

4 Don Alberione accenna al libro di Alastruey G., La SS. Vergine Maria, tradotto dallo spagnolo da don Dragone T., 2 voll., Edizioni Paoline, Roma 1952.

5 Cf Mt 25, 21.

6 Cf Mt 13, 8.

7 Presso la Società San Paolo, fin dal 1922 è stata istituita l'Opera delle Messe Perpetue, celebrate ogni anno dai sacerdoti della SSP per tutti i Cooperatori Paolini egli altri iscritti vivi e defunti. Tale opera è stata voluta da Don Alberione come segno di riconoscenza verso tutti coloro che aiutano l'apostolato della Famiglia Paolina.