Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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11. VOCAZIONE E APOSTOLATO*

Dobbiamo ringraziare il Signore, perché in Brasile avete già raggiunto un bel numero di vocazioni. Dicono che per formare le vocazioni qui ci vuole più tempo, ma se è più lunga la formazione sarà anche più efficace, più forte. Noi non siamo ancora in Africa1. In Africa c'è una pianta che dura secoli, gli anni si contano dai circoli [del tronco] che tutti gli anni aumentano. Quando […]2 si taglia la pianta si contano gli anni. Quelle che sono in formazione, [anche] se la formazione è più lunga, non si stanchino. Voi che andate in tanti posti dove c'è tanto male, avete bisogno di una formazione più forte, di una fede, una speranza, una carità più forte, e quando ci sarà questa formazione forte, ognuna farà anche di più e vi farete più sante.
Voi siete congregate, radunate in Congregazione per due fini: l'apostolato e la santità. Perché siete venute fra le Figlie di San Paolo? Per farvi sante, perciò fra voi e il mondo c'è un muro: l'abito che costituisce il muro di difesa. Però l'abito non è sufficiente, serve per difendere qualche cosa, ma se dentro non c'è nulla, cosa difende? L'abito va bene, ma nell'interno vi deve essere la vera virtù: grande fede, grande speranza, grande carità, la povertà, la castità, l'obbedienza. L'abito va bene, ma bisogna curare l'interno.
La Figlia di San Paolo non è una suora claustrale; se le suore di clausura hanno la grata, voi invece uscite, voi andate nell'interno [del paese], ma dovete portare Dio nell'anima e cercare di portare le anime a Dio. Le virtù religiose, la povertà, la castità, l'obbedienza, la vita comune ci vogliono, ma oltre queste virtù voi dovete avere le virtù dell'apostolato che si riassumono
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tutte nello zelo: «Caritas Christi urget nos»3, le virtù interne e le virtù esterne, le virtù che servono non solo ad amare il Signore, ma a farlo amare: Ho la vita religiosa per far conoscere, amare, servire Dio, per andare io a godere Dio in eterno, in cielo e [perché] le anime [possano] andare a godere Dio in eterno, in cielo.
Duplice il vostro fine e molto chiaro: la santità vostra e le anime; lo stesso motivo per cui il Figlio di Dio si è fatto uomo, ha predicato alle anime, ha sofferto per le anime, è morto per le anime, è risuscitato per le anime e ora dal Tabernacolo nutre le anime e nel cielo aspetta le anime.
[Ecco] la vocazione delle Figlie di San Paolo: la santità vostra e la salute delle anime! Fatte e chiamate per farvi sante, perciò siete religiose. L'Istituto è una fabbrica di santi, ma se la fabbrica rimane chiusa, se non lavora, non fa i santi e voi volete farvi sante, vero? Avete anche i mezzi per farvi sante.
Anzitutto il Signore vi ha elette dal mondo e vi ha trapiantate nella Congregazione onde siate un giardino di gigli, di rose e di viole. Primo passo uscire dal mondo: «Exi ex cognatione tua... et faciam tibi in gentem magnam»4… e ti darò anime. Il mezzo, in primo luogo, è la vocazione che è come una mensa ben imbandita dove uno può nutrirsi e nutrire: c'è il Vangelo, l'Eucarestia, la Messa, il confessionale, i sacramenti, i superiori che vi amano e cercano non se stessi, ma le anime, cercano da Dio anime sante: «Da mihi animas, cetera tolle»5. Avete [ancora] l'autorità, l'assistenza, la correzione, l'istruzione, il complesso dei mezzi della vita religiosa.
Voi avete le Regole come le possono avere le Congregazioni più austere, avete le pratiche di pietà che sono le più belle, la vostra ora di Visita, di conseguenza tutti i mezzi di santificazione, niente dunque da invidiare ad altre congregazioni. Qualche volta viene a qualcuna la voglia di una vita più austera, ma se volete, potete aumentare il vostro lavoro, se ciò fosse possibile perché
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le nostre forze sono limitate, potete osservare una povertà più stretta, una castità più perfetta, più delicata, una obbedienza più completa, dunque potete farvi sante.
Un altro ordine di meriti: l'apostolato. Se uno salva un'anima, salva la sua, perché è un atto di carità. Oggi alla porta dei conventi non è più sufficiente distribuire il pane, bisogna distribuire quello che salva l'anima, quello di cui c'è bisogno, cioè Dio. Il mondo manca di Dio; bisogna dare la verità: questa è la carità migliore. Gesù Cristo venne a dare l'esempio di una vita buona e santa e predicò il suo Vangelo: «Pauperes evangelizantur»6, e S. Paolo dice: «Omnia facio propter Evangelium»7, (oggi avevate la Bibbia aperta a questo punto) e: «Vae autem mihi si non evangelizavero»8: sono obbligato a fare l'apostolato, perché il Signore questo mi ha affidato, questo devo compiere. Ecco, la Figlia di San Paolo deve essere come il padre: avere gli stessi pensieri, gli stessi sentimenti, gli stessi desideri del padre: l'apostolato. S. Paolo diceva di essere pastore, apostolo, dottore dei pagani; che stava in catene perché faceva l'apostolato, perché evangelizzava.
Beati i passi di coloro che portano il Vangelo, il bene, Dio. Ogni passo è contato dall'angelo custode; tanti passi, tanti meriti. Specialmente quelle che fanno l'apostolato più faticoso, la propaganda, quante gemme aggiungono alla corona!
Due ordini di meriti: la vita religiosa e l'apostolato fin dove si può arrivare.
Altri meriti: quelli di chi incammina una casa, di chi stabilisce la Congregazione in una nazione dove prima non c'era, di chi raccoglie vocazioni, ecc. Quando tutto è da fare in un posto, è Iddio che fa, è vero, ma il Signore suscita [noi] e noi siamo cooperatori di Dio, i ministri di Dio; e quelli che aiutano l'apostolo avranno il premio dell'apostolo e parteciperanno della stessa gloria.
Scoraggiarsi? Mai. Istruirsi. Aumentare la fede. Altra è la fede del cristiano, altra dell'anima religiosa, altra dell'apostolo.
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Con un pochino più di virtù in una casa, quante piccole questioni si scioglierebbero presto! Ma quando manca la virtù, Signore, datemi una fede più ferma, una speranza più ferma, una carità più ardente!
Studiate il catechismo, no? Prima di diffondere il Vangelo, dovete viverlo voi. È necessario istruirsi; non potrete leggere tutti i libri che escono, ma bisogna cercare di conoscerli un po', vedere cosa contengono, istruirsi, crescere nella fede. Le più belle virtù le hanno quelle che si istruiscono, che chiedono umilmente al Signore la grazia di progredire nella fede, di capire sempre più le cose spirituali.
In secondo luogo [far] gran conto delle piccole virtù: piccoli atti di carità, di pazienza, di obbedienza, piccoli atti di virtù che toccano la mitezza, l'umiltà, la castità, ecc. [Far] gran conto dei piccoli difetti da correggere e delle piccole virtù da acquistare. La santità non consiste nel voler fare tutto in una sola volta. La vita si può paragonare a una tela: questa tela bisogna tesserla ad ogni istante, ad ogni istante aggiungere un filo che sono i nostri atti. Questi fili possono essere di oro, di argento o anche, purtroppo, di cotone e di ortiche. Un giorno, due giorni, una settimana, due, i mesi, gli anni e la vita passa. E S. Paolo conchiude: «Il fuoco proverà com'è la tela»9.
Fare opere d'oro, mirare lì. Vi è tanta diversità anche fra le suore riguardo ai meriti. Vi sono suore che sono delicatissime, fanno tutto bene, benché s'intende non siano perfette, perché solo Dio è perfetto. Vi sono invece suore che arrivano a questo punto: le superiore devono inchinarsi davanti a loro e domandare: Cosa vuoi? Cosa desideri? Questo è amor proprio, non amor di Dio.
La vita paolina è vita di semplicità, di santità; dopo la fede, le piccole virtù e poi lo zelo: la santità e lo zelo.
Prima erano sufficienti sei milioni di suore, adesso, dalle ultime statistiche si deduce che ce ne vorrebbero sette milioni. Il mondo ha bisogno di Maria, […]10, anche la suora, che è un'altra Maria, quando si mostra virtuosa, contribuisce a dare
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Maria al mondo. Vi sono anime che pensano solo a farsi dei meriti e a salvare le anime, questo impressiona le persone del mondo, le fa convincere che esiste davvero una vita futura e le fa rientrare in se stesse. Questo è frutto della santità e dell'apostolato.
La virtù di una suora semplice, buona, umile, tranquilla è un esempio ed è già un apostolato, ma voi portate anche il libro, il periodico. I libri che portate anche se non hanno una bella apparenza, ma hanno il contenuto buono, sono migliori che se il libro fosse d'oro. Però certi libri e pellicole non servono e allora bisogna riservarli, non diffonderli, ma a questo riguardo ora c'è ovunque la classifica. Se c'è qualcosa di errato scrivete chiaro, perché si deve correggere.
Dobbiamo arrivare a tutte le anime, perché c'è il male che dilaga in tutte le parti. È necessario che siamo più santi e allora ci opporremo di più al male: «Vos estis sal terrae, sed si sal evanuerit, in quo salietur?»11.
Sante, sante! È proprio vero che un'anima, quanto più è santa, può dare di più la luce di Dio, illuminare di più le anime. Poi la preghiera. Avete la pietà paolina? Siete fedeli a tutte le pratiche? Se voi conservate la pietà, il Signore conserverà voi e arriverete al cielo.
Avanti, dunque, con coraggio! Dite quello che dovete dire alla Prima Maestra e sentite bene quello che vi dice.
Prima di tutto la santità, santità interna, poi le virtù e siate sempre ben persuase che il Signore, il quale vi ha chiamate, sta accanto a voi, anche se alle volte qualcosa sembra non riuscire bene; ma se è fatto con buona volontà, c'è già il premio, o meglio il merito.
Piangeva Gesù quella mattina: «Gerusalemme, Gerusalemme, quante volte ho cercato di radunare i tuoi figli come la chioccia raccoglie i pulcini sotto le ali e non hai voluto»12, ma Gesù che aveva sofferto, conquistò il regno e Gerusalemme si avviò alla rovina.
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Se il mondo non si sprofonda nell'abisso della guerra o di altre tremende sciagure è dovuto alla Messa, ma anche alle anime apostoliche che consolano Gesù e tengono lontani i castighi di Dio.
Ci sono tante anime sante, apostoliche; il Signore suscita sempre nuovi mezzi e tra questi l'Istituto delle Figlie di San Paolo e se il Signore vi darà la grazia di lavorare col cinema, sarà un altro segno della sua divina compiacenza.
Primo dunque, farci santi e secondo, l'apostolato. Chiediamo nuovamente questa grazia nella benedizione eucaristica.
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* Predica del Primo Maestro, tenuta a Belo Horizonte (Brasile) il 18.5.1952, pervenuta in dattiloscritto, carta pesante, fogli 3 (20, 5x25, 5). Il dattiloscritto porta come titolo “Predica del Primo Maestro”.

1 Le Figlie di San Paolo arrivarono in Africa, nello Zaire (Congo), nel giugno 1958.

2 Originale: Cadono le foglie.

3 Cf 2Cor 5, 14: «L'amore del Cristo ci spinge».

4 Cf Gen 12, 1-2: «Vattene… dalla casa di tuo padre… e farò di te un grande popolo».

5 Cf Gen 14, 21: «Dammi le persone; i beni prendili per te». Versetto biblico assunto come motto e programma da S. Giovanni Bosco per la Famiglia Salesiana.

6 Cf Lc 7, 22: «Ai poveri è annunziata la buona novella».

7 Cf 1Cor 9, 23: «Tutto io faccio per il Vangelo».

8 Cf 1Cor 9, 16: «Guai a me se non predicassi il Vangelo!».

9 Cf 1Cor 3, 13.

10 Originale: Voi dovete darla al mondo in gran parte.

11 Cf Mt 5, 13: «Voi siete il sale della terra, ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato?».

12 Cf Mt 23, 37.