Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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10. VIA BREVE PER ESSERE VERA PAOLINA*

[I. Santità paolina]

Adesso, quanti santi e sante avete in Brasile?... Allora dovete farvi voi. Chi di voi? Tutte? Meglio. In realtà tutte potete farvi [sante]. Come è possibile, come potete riuscirci? Fare dei miracoli? Non è necessario. Ma almeno con delle visioni […]1? Questo non è necessario certamente. Di queste cose il merito è solo di Dio, gli uomini non c'entrano, e non aumentano il merito: è Dio che manifesta la sua bontà.
Il modo di farci santi è molto chiaro, ben determinato; non potete sbagliare ed è anche facile: essere buone paoline. La via vostra è questa, non ce ne può essere altra. È chiara nelle Costituzioni. […]2. È facile perché mentre guadagnate per voi, ancora esercitate l'apostolato; doppia serie di meriti: la pratica dei voti e l'apostolato. Ciascuna può raccogliere per l'eternità. Chiunque può essere una buona paolina, però arrivare ad essere una Paolina perfetta! Il Signore quando vuole ci dà la luce e ci fa conoscere le cose necessarie per farci sante: «Ti ringrazio perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate agli umili»3.
Non è necessario molto impegno, ma molta luce, sì. Non è necessario aver salute, dar nell'occhio alle altre con particolarità di orario, ma [avere] la luce di Dio e la delicatezza in tutto.
Leggere le Costituzioni da cima a fondo e poi ricominciarle e domandare la grazia di praticarle. Accettare e compiere bene gli uffici. Fare le cose bene.
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Carità vicendevole la prima penitenza, l'apostolato la seconda, la vita comune la terza. La via è facile, breve e tale che tutte possono percorrerla.
Tenere in mente quattro cose per essere perfette paoline: imitare S. Paolo nella sua alta spiritualità; dopo il Vangelo non c'è altra spiritualità. Imitare S. Paolo nello studio; ha studiato assai, è andato a scuola dal più saggio maestro di allora. Imitarlo nell'apostolato, nell'organizzazione.
Curare lo spirito, e questo significa amare la preghiera, fare bene l'apostolato, le pratiche di pietà quotidiane e settimanali. Il divino Maestro si onora sotto il titolo di Sacro Cuore e nell'Eucarestia. Il ritiro dia uno sguardo al passato e uno al mese che viene, confidenza e preghiera. Si veda di stare sempre alle nostre divozioni: S. Paolo, Regina Apostolorum e divino Maestro. Adorazioni, lettura del Vangelo e Costituzioni. Essere totalmente di Gesù: mente, cuore e vita. Che gli studi e anche l'apostolato siano ispirati a questa divozione.
Da una parte la verità: catechismo, Vangelo, Bibbia, non possono mai mancare, sono il pane che non può mancare, appunto perché questo piace tanto.
Voi fate la casa: no, non facciamo solo una costruzione, noi facciamo una cosa sacra. Le cose nostre sono così unite che non si [possono] separare. La casa che costruite è della Chiesa. Noi facciamo la «Domus Dei et porta coeli»4, è il luogo della nostra santificazione. Quattro caratteri deve avere la vostra casa: [è] abitazione di Gesù e quindi sacra. Poi è casa di santificazione vostra: «porta coeli», al giudizio di Dio i muri parleranno della vostra fede, diligenza, osservanza. Voi fate la casa come se faceste la tovaglia dell'altare. [È] casa di preghiera, casa di apostolato, da dove parte l'apostolato: lì si stampa e poi si portano specialmente le nostre cose. Voi avete tanto fervore e libri buoni. Domus sanctificationis et apostolatus5.
Al divino Maestro piacerà tanto questo impegno: sempre catechismo, corrispondente al Centro catechistico di Roma6,
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[mirando a un] Centro catechistico mondiale corrispondente nelle varie nazioni. Si sta preparando una rivista a questo fine, il carattere di questa è pratico e ispirato al divino Maestro.
Il Vangelo, la sacra Scrittura, fino a un certo tempo, erano letti più dai protestanti che dai cattolici, voi, leggendo il Vangelo, sappiate interpretarlo come lo interpreta la Chiesa.
Devozione alla Regina. Le Figlie di San Paolo devono portare ovunque la Regina. Questo titolo, [Regina degli Apostoli], è tanto antico, ma ai nostri tempi è più venerato e non bisogna dimenticarlo. Con questo titolo la Vergine deve essere invocata tanto più perché mancano sacerdoti e apostoli. In Brasile sono tanto scarsi, occorrerebbe almeno un sacerdote ogni mille anime ed invece ve n'è uno ogni diecimila. Per vocazioni si intendono anche le femminili: occorrerebbero almeno sei milioni di suore nel mondo. Il numero di sacerdoti diminuisce. Nel 1870 in Italia c'erano centomila sacerdoti, ora ve ne sono quarantamila. Questa nostra Madre benedetta è stata data da Gesù a tutti gli apostoli nella persona di Giovanni, e Maria ha preso con sé gli apostoli.
Bisogna sviluppare la divozione alla Regina degli Apostoli! I Padri Pallottini7 hanno stampato un bel libro8 il quale fu
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tradotto in italiano. Troverete difficoltà perché non è compresa, ma… anche non si poteva comprendere che una suora potesse lavorare alla macchina e andare in propaganda, [organizzare] le Giornate del Vangelo…, ora si capisce.
La devozione a S. Paolo ci otterrà la grazia della fedeltà alla vocazione, la generosità; leggere la vita di S. Paolo, le Lettere in continuità. In qualche luogo appare nuova, ma il cuore di
S. Paolo è un cuore di padre e di madre. Chi amava di più di luii figli? Certo non li voleva freddi... e come li spingeva avanti, avanti! Ci sono delle Figlie che si nutrono solo di Vangelo e di
S. Paolo e sono sempre più forti e illuminate. Una figlia leggesse solo la lettera ai Romani in un anno, avrebbe fatto molto. Così qualche cosa ho detto sopra il primo punto.
Badare molto allo spirito interiore, al lavoro spirituale. Tutti i giorni correggersi un po', progredire un poco. Camminate sempre, non c'è bisogno [di fare] grandi passi, ma [andare] avanti sempre. Perciò potete farvi tutte sante. Nella pietà troverete pace e tutte le altre virtù.
Pensiamo sempre anche alle defunte. La Chiesa si divide in: militante, purgante e trionfante. Noi siamo tutte della Chiesa militante […]9. Pregare per le sorelle che sono ancora in purgatorio. Sentirci unite, invocare le sorelle defunte e si avrà molto aiuto. L'Istituto con la morte non si scioglie, anzi […]10 il vincolo di unità ora si perfeziona e si perpetua nello scambio del suffragio e dell'intercessione: «Ut professione fidei, ita suffragiis et intercessione jungamur».
Sentirvi unite molto, a tutte. Avere questa grande comunicazione: pregare per le sorelle che sono in purgatorio e per le altre che [ne] hanno bisogno. La carità ai defunti è grande merito. Così, amandoci strettamente anche con le sorelle passate all'eternità, si sentirà sempre di più lo spirito di unità e si capirà che grazia è la vocazione. Appartenendo all'Istituto si hanno tante sorelle.
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II. [Mentalità, cuore, virtù paoline]

Tutte assieme abbiamo pregato e offerto il Sacrificio divino per il popolo brasiliano e per le vocazioni del Brasile. Ringraziamo il Signore di tutto il bene che già fu concesso a voi e da parte nostra riparare i peccati delle edizioni e supplicare il Signore, che «vult omnes homines salvos fieri»11, che ci dia il cuore, la mente e la fermezza di volontà di S. Paolo.
[1)] La Paolina è costituita su tre elementi: mentalità, cuore e vita o virtù paoline.
S. Paolo fu eletto a predicatore della povertà, obbedienza, castità; chi pratica queste virtù vive la vita paolina.
Il bene che facciamo sta sulla porta del cielo ad aspettarci. Sempre «ad priora»12 e con il cuore teso verso il meglio.
Il lavoro interiore: vi sono dei popoli più inclinati a riflettere su se stessi e altri all'esteriore. Pensare giustamente, correggere un po' il nostro interno. Considerare ciò che facciamo, diciamo e pensiamo. Lavoro su noi stessi: chiederlo per [le popolazioni dell'] America meridionale. Vi sono persone che dovranno fare un lungo purgatorio e altre che andranno subito in paradiso. Vi sono persone che correggono i loro difetti e altre no. Togliere [ciò] che non va tanto bene all'interno e all'esterno e poi aggiungere il meglio. Lo sforzo per umiliarsi è già umiliazione accettata. Che si pratichi l'umiltà interiormente, la si studi e si abbracci come Gesù in Betlemme, a Nazaret, nella vita pubblica, senza mettersi avanti. Ci vuole [anche] l'emendazione esterna. Essere il primo in virtù. Cosa sarebbe un'umiltà esteriore quando c'è il cuore gonfio di orgoglio? «Sed maiora calcas fastum»13.
Non c'è colore né razza sulla terra che conti: siamo tutti figli di Dio.
Lavoro interiore [anche] che si fa con l'esame di coscienza preventivo, consuntivo alla Visita, e i piccoli esami, con le confessioni, con le Comunioni mediante [le quali] uno si studia di
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nutrirsi di Gesù Cristo. Amare il Signore con tutte le forze e desiderare di farsi tanto sante.
[2)] Occorre lo studio [perché] ci manca ancora molto. Pregare che la Congregazione tenga persone che dedichino maggior tempo allo studio: questo è un dovere. Lo studiare è un apostolato. Studiare le Costituzioni perché ora la [nostra] vita religiosa è regolata dalla Chiesa, e bisogna che ubbidiate alla Chiesa che è madre di santità.
Tutte bisogna che si istruiscano. Che dire di una che non sa nulla del contenuto dei libri? Vi sono suore intelligenti: vengono a casa dalla propaganda e sanno dire tutte le necessità delle anime.
Fare un passo avanti. Sempre lo studio del catechismo, poi le conferenze. Studiare il libro che diamo, per le libreriste non è un affare semplice, ne abbiamo pochissime e pochissimi capaci, perché si tratta di conoscere le opere più importanti. Farsi pagare è di obbligo più stretto che di pagare.
Sapere! Sapere! Sapere! Conoscere i cataloghi e che cosa contengono i libri, [ad esempio] fare la conferenza sul libro che sta in tipografia: cosa dice, cosa contiene, leggere la prefazione e l'indice. [Questo] perché si sappia bene la medicina che diamo, lo stato d'animo di vizio e di virtù delle popolazioni.
[3)] È tanto difficile la propaganda! Ci vuole anche la parte tecnica. Le nostre case non prendono mai la fisionomia finché non c'è anche un po' di redazione e stampa. Le cose complete, per se stesse, formano la Paolina.
L'abitudine dell'orario e dell'apostolato e l'esame su questo, forma la Paolina.
4) L'organizzazione. Primo, la povertà e poi la cura di tutto ciò che c'è in casa, poi il buon uso delle cose. Usare bene della casa quaggiù.
[È bene] cercare la beneficenza e gli aiuti che sono necessari per i tempi di maggiori spese come i vostri. Un po' si chiede il nido e un po' gli uccelli14. Si organizzi nel modo che insegna la Prima Maestra, perché si può o perdere tempo o acquistare meriti.
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[Occorre] molta prudenza e stare attente alla sveltezza nelle cose e semplicità.
Non adulare i benefattori per non fare perdere loro i meriti, piuttosto di perdere lo spirito, perdere i soldi.
Vedete se potete ottenere di fare la propaganda collettiva [rivolgendovi] al parroco, alla superiora dell'Istituto, ai capi fabbrica. I migliori cooperatori sono i genitori che danno vocazioni all'Istituto. Anche le osservazioni fatte ieri ci aiutano a fare sempre meglio: l'abbonamento è più utile del libro. Abbiamo ancora molto da progredire nell'organizzazione, se pregate, il Signore vi ispira. Nelle conferenze ognuna dice la sua idea, poi la superiora decide. Si chiama Maestra perché deve essere tale. La Maestra, in intima comunicazione con il Tabernacolo, dice poi alle altre ciò che ha ricevuto. È superiora chi ha più virtù.
Riassumendo, [si richiede alla Paolina]: spirito, studio, apostolato, organizzazione. Siccome però ogni nazione ha delle piccole particolarità, la Maestra ispirata dalla luce del Tabernacolo, saprà guidare nelle circostanze particolari e seguire l'insegnamento di Casa Madre. Contare molto sulla luce che viene dal Tabernacolo.
Bisogna fare attenzione dove c'è tanta povertà e miseria, [perché] è molto facile che ci siano certi difetti, amicizie particolari e abitudini non buone. Fare sempre, sempre più attenzione perché l'innocenza si conservi meglio. Stampare su questo punto e fare attenzione alle figliole che si accettano. Drizzare le cose storte e se non è possibile è segno che non c'è vocazione. Quando [le persone] non si correggono subito, non si correggono più. [Si richiede] che siano anime di mentalità elevata, di sentire nobile, generose, pure, affezionate alle anime e all'apostolato. Abbiamo tanto bisogno... Il Signore è in mezzo a voi, vi illumina e vi consola. […]15. Quando ci dà un ordine, ci dà anche la grazia, il centuplo sulla terra, perché la suora buona quanti meriti si fa! E la vita eterna poi.
Tenere il santo Vangelo sempre nel posto di onore, leggerlo, portarlo sempre con voi.
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* Non è esplicitato che si tratti di un ritiro mensile, tuttavia le due meditazioni tenute a Porto Alegre dal Primo Maestro in giorni successivi, gli argomenti trattati e l'opportunità di avvalersi della visita alla comunità per un ritiro, inducono a considerarlo tale. Le due meditazioni sono pervenute in dattiloscritto, ricevute in fotocopia dal Brasile, fogli 4, con data: maggio 1952. Il dattiloscritto porta come titolo “Prediche del Primo Maestro tenute in Porto Alegre il giorno… di maggio 1952". L'originale presenta alcune espressioni incomprensibili che sono state tralasciate nel testo e riportate in nota.

1 Originale: Rivelate.

2 Originale: È facile perché ce le avete nelle occupazioni.

3 Cf Lc 10, 21.

4 Cf Gen 28, 17: «Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo».

5 Casa di santificazione e di apostolato.

6 Il Primo Maestro si era occupato del catechismo ancor prima della fondazione della FP e l'aveva sempre considerato come “la prima e fondamentale opera apostolica” (cf AD 78-81). Dal 1938 l'opera catechistica fu affidata alle FSP. Nel dopoguerra essa riprese vigore e, a tale scopo, si riunì a Grottaferrata (febbraio 1952) un gruppo di FSP preparate. Nacque allora (ottobre 1952) anche la rivista catechistica mensile: Via Verità e Vita, per la conoscenza e l'insegnamento della dottrina cristiana e quale organo di un movimento che doveva estendersi alle famiglie, alle parrocchie, alle scuole, agli Uffici diocesani, alle varie nazioni. Il metodo, indicato dallo stesso Fondatore, mirava alla formazione cristiana di tutta la persona: mente, volontà e cuore, presentando Gesù Maestro Via, Verità e Vita, attraverso la sacra Scrittura, la dottrina della Chiesa e la liturgia (cf Boffa G., L'apostolato delle Figlie di San Paolo nel periodo fondazionale (1915-1953), Figlie di San Paolo, Casa Generalizia, Roma 1994, pp. 188-189; Boffa G., Gli studi e la redazione delle Figlie di San Paolo nel periodo fondazionale (1915-1971), Figlie di San Paolo, Casa Generalizia, Roma1994, pp. 139-144).

7 Società dell'Apostolato cattolico, congregazione clericale, con accentuata devozione mariana, fondata nel 1834 dal sacerdote Vincenzo Pallotti (1795-1850) a Roma, per la cura delle anime e per le missioni.

8 Dalla scheda bibliografica ricevuta da P. J. Kupka, bibliotecario dell'Istituto S. Vincenzo Pallotti - Casa Generalizia, Roma, risulta che presso la Libraria Cristo-Rei Editora, Sao Paulo 1944, in lingua portoghese, fu pubblicato il libro: Erasmo Raabe sac., Nossa Senhora Rainha dos Apostolos protetora de todo Apostolato, esposiçao doutrinal-pratica para uso do Mes de Maria. E in una nota aggiunta, è scritto che il suddetto libro fu inviato a Don Elpidio Felici per una eventuale traduzione.

9 Originale: E, aumentate il vostro numero.

10 Originale: “E ha lo scopo di perfezionare le abitatrici nel cielo”. Questa frase che per le curatrici risultava poco chiara, è stata sostituita, per completare il pensiero del Fondatore, con l'espressione che a modo di fregio si trova sulla facciata della prima cappella mortuaria della Famiglia Paolina nel cimitero di Alba.

11 Cf 1Tm 2, 4: «Il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati».

12 Cf Fil 3, 13: «[Dimentico quello che ho dietro le spalle e mi slancio] sempre in avanti».

13 «Ma per le cose più grandi tu devi piegare l'orgoglio».

14 Probabilmente con questa espressione il Fondatore invita a chiedere aiuti materiali per le nuove iniziative e a pregare per le vocazioni.

15 Originale: E a suo tempo ci prende.