Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

BREVI LEZIONI SULLA SACRA BIBBIA *

1. CENNI GENERALI

Con il nome di Bibbia si intende il complesso di libri che, scritti dagli uomini per ispirazione divina, hanno Dio per autore. La Bibbia è quindi la Lettera di Dio ai suoi figli.
Noi abbiamo diffuso finora la Bibbia delle Famiglie che comprende solo i punti più facili e le cose più popolari che possono interessare di più ed essere capite da tutti. La nuova Bibbia, stampata ora e che si diffonde, è invece completa, c'è proprio tutto ed è stata stampata in italiano, spagnolo, inglese, latino, francese, oppure con ogni pagina divisa in due colonne: latino-italiano, latino-spagnolo, ecc. Si è poi stampata divisa anche in volumetti tascabili, per evitare il peso di un volume troppo grosso; l'insieme dei volumetti corrisponde perfettamente alla Bibbia completa. Si sono stampati anche gli estratti, che sono dei volumi tascabili, staccati, che riportano uno o più episodi tra i più importanti di un libro o un libro completo, ma l'insieme degli estratti [non] fa la Bibbia completa. Perciò se si dovesse dare un solo libro, si può dare un estratto, ma non un volumetto, perché resterebbe a noi una Bibbia incompleta. Gli estratti che si stampano in maggior numero sono i più popolari, come: Tobia, Sapienza, Giuditta, ecc., che sono letti più volentieri dal popolo; mentre, ad esempio, Il Cantico dei Cantici si dà di preferenza ai sacerdoti o a persone che hanno già letto tutta la Bibbia, perché l'interpretazione è difficile; di questo se ne stampano pochissime copie.
La differenza fra volumetti ed estratti è visibilissima, perché i volumetti hanno sulla copertina, in grande, il titolo Sacra Bibbia e sotto, in piccolo, il titolo del contenuto particolare,
~
riportato anche sul dorso del libro; gli estratti invece hanno scritto, in grande, il titolo particolare e sul dorso niente. I volumetti sono otto.

Se ci chiedono chi è l'autore della Bibbia, dobbiamo rispondere che l'autore principale è lo Spirito Santo, e autori secondari sono, per il Vecchio Testamento: Mosè, Giosuè, ecc., e per il Nuovo gli Evangelisti.
Lo Spirito Santo diede la luce e furono scritte le profezie; mosse la volontà, perché [gli autori secondari] scrivessero solo ciò che dovevano scrivere; guidò la mano, perché non sbagliassero. In tutti i libri il senso è quello ispirato dallo Spirito Santo, mentre lo stile è proprio e dovuto alla capacità dei vari autori secondari. La Bibbia è tenuta dalla Chiesa come base di ogni sua definizione e tutto ciò che decreta o approva è basato, cioè trova la conferma sulle rivelazioni della sacra Scrittura.

Capita, specialmente in propaganda, che la Bibbia che si offre sia talvolta guardata con diffidenza, perché ve ne sono in giro moltissime protestanti; è facile però rassicurare [la gente] facendo risaltare la differenza: sulla Bibbia cattolica, la nostra, c'è l'approvazione ecclesiastica e [ci sono] le note che riguardano la fede, mentre sulla Bibbia protestante non vi è nessuna approvazione ecclesiastica e le note sono solo scientifiche, oltre ad avere figure profane. C'è sempre da temere quando l'edizione è inglese e stampata da L'Araldo della verità1. Inoltre i protestanti tolgono alla Bibbia le parti che a loro non vanno a genio, e le traducono in modo da farne risultare il senso che più garba loro, potendo, secondo loro, ciascuno interpretare la Bibbia a modo suo. È naturale che essi facciano questo, perché base della loro religione è: Credere e poi fare ciò che si vuole, la fede basta. Mentre S. Paolo dice: «La fede senza le opere è morta»2.

Il Vecchio Testamento che va dalla creazione del mondo fino alla venuta di Gesù Cristo, il Messia, è scritto in lingua ebraica e fu tradotto la prima volta in greco da settanta dotti del tempo; questa traduzione è detta perciò: la traduzione dei Settanta. Questa
~
venne poi tradotta in latino da S. Gerolamo, traduzione chiamata: Volgata latina, volgata, perché tradotta nella lingua parlata anche dal volgo o popolo.
Il Nuovo Testamento fu scritto in greco e quando Gesù riportava qualche cosa della sacra Scrittura, la citava in greco, basandosi sulla traduzione dei Settanta.
La Bibbia che noi stampiamo è tradotta in italiano dal Padre Eusebio Tintori, dalla Volgata, che è la migliore traduzione latina, ritoccata in qualche parte da Papa Sisto V e Clemente VIII. Per questo si dice che la nostra Bibbia è tradotta dalla Volgata Clementina.

Divisione della Bibbia

La Bibbia si divide in Vecchio Testamento e Nuovo Testamento.
L'Antico Testamento fu scritto per ispirazione divina, da Mosè e dai Profeti; dà al popolo eletto la conoscenza dell'unico vero Dio da adorare; è il patto fra Dio e il popolo eletto, ne mantiene la fede e la speranza, mediante le profezie sulla venuta del Messia. Quindi l'Antico Testamento è tutto rivolto verso il Salvatore.
Il Nuovo Testamento comprende i libri scritti dopo la venuta di Cristo ed è la conferma del patto di Dio con il popolo eletto, il perfezionamento della Legge antica suggellato con il sangue del Figlio di Dio. I due Testamenti hanno per oggetto Gesù Messia, Redentore e Giudice.

La sacra Scrittura o Bibbia si compone di 72 libri, dei quali 45 appartengono al Vecchio Testamento e 27 al Nuovo.

I 45 libri del Vecchio Testamento si dividono in:
Libri legali: il Pentateuco che è un'opera sola composta di 5 libri: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio.
Libri storici: Giosuè, Giudici, Rut, i quattro Libri dei Re, Tobia, i due libri dei Paralipomeni, Esdra, Ester, Giuditta, i due libri dei Maccabei, Neemia.
Libri didattici o sapienziali: Giobbe, Salmi, Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei Cantici, Sapienza, Ecclesiastico.
Libri profetici. Profeti maggiori: Geremia, Isaia, Ezechiele, Daniele. Profeti minori: Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Nahum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia.
~
I 27 libri del Nuovo Testamento si dividono in:
Libri storici: Vangelo di S. Matteo, di S. Marco, di S. Luca, di S. Giovanni, Atti degli Apostoli.
Libri profetici: Apocalisse di S. Giovanni.
Libri didattici: 14 Lettere di S. Paolo, 1 Lettera di S. Giacomo, 2 Lettere di S. Pietro, 3 Lettere di S. Giovanni, 1 Lettera di S. Giuda.

I Libri storici sono quelli che hanno carattere narrativo, raccontano cioè i fatti avvenuti in ordine di tempo.
I Libri profetici sono quelli che contengono le profezie, ossia predicono per ispirazione divina le cose che hanno da avvenire.
I Libri didattici sono quelli che hanno lo scopo di insegnare, di istruire.

2. VECCHIO TESTAMENTO

Libri legali

Il Pentateuco. È formato dai primi cinque libri della sacra Scrittura e fanno un'opera sola. (Se quindi qualcuno volesse leggere uno di questi libri che lo compongono, Esodo, Levitico, ecc., non bisogna dargli un volumetto, che appartiene alla Bibbia completa, ma un estratto).
Il Pentateuco comprende: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio.
È stato scritto da Mosè, esclusi gli ultimi due capitoli, scritti da altri dopo la sua morte. Quest'opera comprende la storia del genere umano dalla creazione del mondo fino all'uscita degli ebrei dall'Egitto o Esodo (da qui il titolo del libro: Esodo). Poi [vi sono] i libri che riportano le leggi date da Mosè: Numeri e Deuteronomio. Mosè è il simbolo del Salvatore, perché ha salvato il popolo ebreo dalla schiavitù dei Faraoni e dopo tante peripezie lo fece giungere alla Terra promessa. Così il Redentore Divino ci ha liberati dalla schiavitù del demonio e ci ha riaperte le porte del paradiso.
Nessuno di quelli che uscirono dall'Egitto entrò nella Terra promessa; per attraversare il deserto impiegarono quaranta anni, mentre l'avrebbero potuto attraversare in quaranta giorni, ma il Signore volle così per castigarli dell'ingratitudine a tanti benefizi.
~
Nel deserto gli Ebrei si nutrivano con la manna, che aveva tutti i gusti che volevano ed è figura dell'Eucaristia: «Omne delectamentum in se habentem»3.
Nel Pentateuco è narrata prima di tutto la creazione, indi la caduta dell'uomo e la uscita dal paradiso terrestre dove Adamo ed Eva furono sottoposti alla prova. Se essi non avessero peccato, tutti saremmo stati sottoposti a una prova, forse alla stessa, come anche gli angeli ebbero la loro prova. Adamo aveva una grande scienza e diede il nome ad ogni pianta e ad ogni animale. I primi figli di Adamo ed Eva furono Caino ed Abele, questo era molto buono ed amato dai genitori e dal Signore, Caino per invidia lo uccise ed Eva conobbe così il castigo che il Signore le aveva minacciato: la morte. Adamo ebbe un altro figlio buono chiamato Set, da cui noi discendiamo; ma i figli di questo diventarono cattivi e furono sterminati dal diluvio universale, a cui scampò, per volontà di Dio, Noé con la sua famiglia. Si ripopolò pian piano tutto il mondo, ma gli uomini divennero di nuovo cattivi e Dio prese solo Abramo, discendente di Sem, uno dei figli di Noé (Sem, Cam, Jafet). Da Abramo nacque Isacco, da Isacco Giacobbe, il quale ebbe dodici figli, tra i quali Giuseppe. Gli Ebrei andarono in Egitto con Giuseppe e vi rimasero quattrocento anni, finché perseguitati, ricevettero ordine di buttare tutti i figli nel Nilo. A questa strage scampò Mosè, che divenne il liberatore del popolo ebreo. Egli andò dal Faraone ad annunziargli il Dio a cui doveva sottomettersi e adorare, ma alla risposta superba: «Chi è questo Signore a cui devo ubbidire, io non lo conosco!»4, il Signore per punizione mandò in seguito le dieci terribili piaghe d'Egitto.
Mosè divise il suo popolo in tribù, costruì per ordine del Signore l'arca dell'Alleanza, elesse il primo Sacerdote: Aronne, finché un giorno mentre predicava sul monte al popolo, scomparve e Dio lo tolse così, perché il popolo, inclinato com'era all'idolatria, non lo adorasse come Dio, dato che aveva fatto miracoli strepitosi, e aveva due raggi luminosi sulla fronte, per cui era impossibile fissarlo.
Tutto il Vecchio Testamento è simbolo del Nuovo.
~
Cenni sull'arca dell'Alleanza

Il santuario mobile, trasportabile di cui Dio aveva dato i disegni a Mosè sul monte Sinai, era un'armatura di assi coperta da tende, recinta da tutti i lati, fuorché di dietro da uno spazio chiuso da teli sostenuti da sei colonne d'acacia a regolari distanze. Aveva due parti: l'atrio e il Tabernacolo. L'atrio non era coperto, era un recinto di teli, sostenuto da colonne; stava davanti al Tabernacolo, aveva nel mezzo gli altari degli olocausti ed a sinistra la conca di rame che serviva per la purificazione.
Il Tabernacolo, armatura di assi coperta quattro volte, aveva davanti delle cortine mobili, che lo dividevano dall'atrio. Era diviso in due parti da un velo preziosissimo, e al di là del velo vi era il Sancta Sanctorum: Santo dei Santi e al di qua il Santo. Nel Santo c'era l'altare d'oro dei profumi, la tavola dei pani della proposizione, il candelabro d'oro. Nel Santo dei Santi c'era l'Arca, dentro la quale stavano le tavole della Legge, un vaso di manna e la verga di Aronne. Sopra l'Arca vi era il propiziatorio, o coperchio d'oro, sormontato da due cherubini, che stese le ali coprivano l'arca dell'Alleanza, dalla quale il Signore in tutta la sua potenza e maestà, per mezzo dei cherubini, faceva udire la sua voce che comandava. Là sopra si offrivano i sacrifici.

Pentateuco

Genesi. Il Genesi è il primo libro del Pentateuco e parla della creazione, fino agli ebrei in Egitto. In antico questo libro venne chiamato con il solo nome di Legge, e Gesù stesso, citandone qualche tratto, diceva: «È stato detto nella Legge»5 e con questo voleva intendere quel libro.
Dal Genesi noi sappiamo tutta la generazione da cui verrà il Salvatore; altro scopo per cui è stato scritto, è di decidere gli israeliti a lasciare l'Egitto per andare nella Terra promessa.

Esodo. Vuol dire uscita. Questo libro racconta la schiavitù degli ebrei in Egitto, le tirannie sofferte e come furono liberati da Mosè. I re Egiziani, o Faraoni, sotto i quali gli ebrei soffrirono di più, furono: Ramesse, Menefta, Seti. Il Re sotto il quale gli
~
ebrei uscirono dall'Egitto fu Menefta. La prima parte dell'Esodo parla degli ebrei nel deserto, della manna, della nube di quaglie che venne a ripararli dai raggi del sole, dell'acqua scaturita miracolosamente; Mosè riceve le dodici tavole.
Nella seconda parte parla delle feste: la Pasqua, che ricordava il passaggio del Mar Rosso; la Pentecoste, che si celebrava cinquanta giorni dopo la Pasqua; la festa dei Tabernacoli, che ricordava il soggiorno nel deserto, in cui gli ebrei stettero sotto le tende (tabernacoli); la festa dell'Espiatorio. Si celebrava per espiare i peccati e come sacrificio per i peccati del popolo si uccideva un montone, per quelli dei sacerdoti si offriva un capro (capro espiatorio) che si abbandonava nel deserto a morirvi di fame.
Mosè fece l'elezione dei ministri del culto, eleggendo a sommo Sacerdote suo fratello Aronne e, nella discendenza di questi, tutti i figli primogeniti sarebbero stati sommi Sacerdoti, e gli altri figli ministri del culto. Quelli della tribù di Levi erano gli aiutanti, detti Leviti.

Levitico. Parla della legge relativa al culto e si suddivide in legge sacerdotale e legge dei sacrifici. Viene descritto il modo con cui dovevano vestire i sacerdoti, ecc.
Riguardo ai sacrifici, prescrive gli animali da sacrificare e dice che essi sono i ruminanti con unghia fessa (pecore, buoi, ecc.). Questi erano detti animali mondi e gli altri animali immondi e [gli ebrei] non potevano cibarsi delle loro carni. Offrivano poi al Signore le primizie della terra.
Quando per esempio sacrificavano un agnello, una parte di esso veniva bruciata e l'altra la mangiavano i sacerdoti. In questo libro viene molto ripetuta la necessità della mondezza dei sacerdoti, interna ed esterna: «Siate santi, voi che toccate cose sante!»6. Parla dei castighi e dei premi riguardo all'osservanza della Legge e narra di due figli d'Aronne che misero sull'altare del fuoco non consacrato e il Signore ordinò che fossero arsi vivi.
Il Levitico fu pubblicato nel secondo anno dopo l'uscita dall'Egitto.

Numeri. Questo libro è detto Numeri, perché parla della divisione del popolo ebraico il quale contava seicentoquattromila
~
uomini atti alle armi ed era diviso in dodici tribù. Il libro è diviso in tre parti:
Nella prima sono narrati i fatti e le divisioni delle tribù, nel tempo in cui il popolo si manteneva fedele a Dio.
Nella seconda sono narrati i fatti avvenuti al popolo ebreo costretto ad errare per trentotto anni nel deserto.
Nella terza parte narra i fatti avvenuti durante il viaggio verso la Terra promessa.

Deuteronomio. È chiamato anche il libro dei rimproveri, perché riporta i rimproveri che Dio rivolge al popolo ebreo.
La prima parte parla dei luoghi e delle circostanze in cui si tennero i discorsi di Mosè. Questi, in un suo primo discorso, ricorda al popolo gli immensi benefici ricevuti da Dio, i miracoli del deserto, le vittorie contro i nemici, ricorda il dovere della riconoscenza e della fedeltà a Dio.
La seconda parte riassume la Legge; Mosè ricorda i comandamenti di Dio, enumera i doveri verso Dio, esorta a celebrare sempre le tre feste principali e rimette il potere a Giosuè.
La terza parte è detta anche delle maledizioni, delle benedizioni e dei rimproveri. Mosè innalza un inno di ringraziamento, profetando la venuta del Messia, sale sul monte e scompare.
Il Deuteronomio chiude degnamente il Pentateuco e può dirsi il Vangelo del Vecchio Testamento. È il testamento che Mosè lascia agli Israeliti, prima che essi entrino nella Terra promessa.

Libri Storici

Giosuè. Giosuè è il successore di Mosè e si può considerare il primo dei Giudici. Mosè è celebrato come il liberatore del popolo ebreo, Giosuè il conquistatore della Terra promessa.
Questo libro è scritto da Giosuè eccetto gli ultimi capitoli. Egli divise la Terra promessa fra le tribù, l'ultima città la tenne per sé ed ivi morì. Questo libro comprende la storia di quasi cento anni del popolo ebreo e fu scritto circa 1442 anni a.C.
Fine per cui è stato scritto è di mostrare che il Signore aveva mantenuto perfettamente tutte le promesse fatte.
Nella prima parte narra la conquista della Terra promessa. Nella seconda parte, la divisione di essa fra le dodici tribù. La prima parte della conquista, è piena di miracoli strepitosi: per
~
entrare nella Terra promessa [gli ebrei] dovevano attraversare il Giordano, confine della Terra promessa, e dopo aver pregato, scesero i sacerdoti con l'arca dell'Alleanza e le acque si divisero, così a piedi asciutti passarono sacerdoti e popolo.
Presero per prima la città di Gerico, che era circondata da alte mura; gli ebrei, per ispirazione divina, girarono per sei giorni attorno alle mura della città, facendo un giro al giorno, il settimo giorno fecero sette giri, suonando le trombe, le mura della città si abbatterono miracolosamente e gli ebrei poterono penetrarvi e conquistarla. Un ebreo, Acan, si impossessò di qualche oggetto dei pagani, mentre il Signore aveva ordinato che non prendessero niente, e allora cominciarono a rimanere sconfitti nelle successive battaglie. Giosuè seppe per ispirazione divina quanto era avvenuto e fece uccidere Acan.
Seconda parte: divisione delle tribù. Giosuè voleva conquistare tutta la Terra promessa e poi dividerla in tribù, ma il Signore gli ordinò, essendo già assai avanzato in età, di dividere subito le terre conquistate in dodici tribù. La tribù di Giuda ebbe centoventicinque città, fra cui Gerusalemme, e le altre tribù in proporzione dei loro abitanti. Ad alcune tribù affidò la conquista del rimanente della Terra promessa e alla tribù di Levi diede poche città sparse, per abitarvi, e campagne per i suoi armenti perché essi dovevano vivere dei benefici del culto a cui attendevano.
Giosuè parlò ancora al popolo, fece fare la promessa di fedeltà a Dio e morì a cento anni.
Giosuè, che introduce gli Israeliti nella Terra promessa, è una bellissima figura di Gesù, che introduce il popolo eletto nel santo paradiso.

Giudici. Il libro dei Giudici parla dei capi militari che Dio suscitava per liberare il suo popolo dagli oppressori. Dio li suscitava ora in una tribù, ora in un'altra, ma esercitavano potere giudiziario e legislativo su tutte le tribù. Quantunque Giosuè fosse il primo dei Giudici, è messo da parte, per l'opera sua tutta particolare.
I Giudici sono quattordici: Ottoniele, Aod, Samgar, Débora, Barac, Gedeone, Jefte, Sansone, Tola, Jair, Abesan, Aialon, Eli, Samuele (di questi ultimi due se ne parlerà nei libri dei Re).
Il libro dei Giudici si dice che sia stato scritto da Samuele e il fine è di dimostrare che il Signore mantiene le sue promesse,
~
finché il popolo è fedele. La parola Giudice, com'è [usata] nella sacra Scrittura, non ha il significato che le si dà oggi, allora erano capi di tutto il popolo e venivano suscitati dal Signore, quando il popolo traviava o era in pericolo. Di qualche Giudice si sa solo il nome, di altri le imprese più importanti.
Ottoniele: liberò il popolo ebraico dalla tirannia di Cùsan re di Mesopotamia.
Aod: liberò Israele dall'oppressione di Eglon re dei Moabiti.
Sàmgar: uccise seicento filistei con un vomere, perché devastavano i campi.
Debora e Barac: Debora era una profetessa, suscitata da Dio a reggere il popolo ebraico, che era in pericolo per le minacce dei cananei, capitanati da Sisara. Debora mandò a chiamare Barac, perché la aiutasse e prendesse il comando degli eserciti, ma Barac le disse: «Se vieni tu, ci vado, ma se tu non vieni non ci vado neanche io!». Debora acconsentì ad andare alla battaglia, ma si fece prima promettere che, se vincevano, la vittoria sarebbe stata sua. Combatterono e vinsero. Sisara sconfitto si diede alla fuga e si rifugiò sotto la tenda di una donna ebrea, Giaele, il che era severamente proibito. Mentre Sisara dormiva su una stuoia, Giaele gli piantò un chiodo in una tempia, conficcandolo a terra e lo uccise.
Gedeone: combatté contro gli Amaleciti che avevano un esercito di centotrentamila soldati, mentre l'esercito di Gedeone era di circa quarantaduemila soldati, ma il Signore gli disse che erano troppi anche questi e allora Gedeone ne tenne solo tremila, ma erano ancora troppi. Per ispirazione divina, fece passare questi soldati davanti ad una fontana e tutti quelli che bevvero senza chinarsi, erano trecento, li tenne con sé. Con l'aiuto di Dio vinse la battaglia, usando anche vari stratagemmi.
Tola e Jair: di questi non si sa niente.
Jefte: era capobanda di briganti, perché i suoi familiari, non potendolo vedere, lo avevano scacciato da casa. Andò in un bosco e si unì ad altri briganti e quando la patria si trovò in pericolo, egli ed i suoi compagni andarono a difenderla. Trovandosi nel pericolo di essere sconfitti, Jefte fece voto al Signore [che gli avrebbe sacrificato] la prima persona che avrebbe trovato rientrando in patria. Vinta la battaglia, la prima persona che incontrò avviandosi a casa fu sua figlia e, per mantenere il voto, la sacrificò. Egli non avrebbe dovuto fare quel voto, perché la legge
~
ebraica proibiva i sacrifici umani, non era quindi neanche tenuto a mantenerlo, ma lo fece in buona fede, temendo poi il castigo del Signore se non l'avesse adempiuto.
Sansone: fin da bambino ebbe una forza prodigiosa; apparteneva ai Nazarei, i quali facevano penitenze speciali: non bevevano vino, portavano i capelli lunghi, ecc. La sua forza veniva tutta dall'osservanza del nazareato. Sansone, benché la legge ebraica lo proibisse, sposò una filistea che però allora non era nemica; forse il Signore permise questo, per dar modo a Sansone di conoscere i filistei, che avrebbe poi dovuto combattere. Difatti urtatosi con i filistei, li combatté e con la sua forza prodigiosa li sconfisse. Dalila, sua cugina, gli strappò il segreto della sua prodigiosa forza e mentre egli dormiva gli tagliò i capelli, così Sansone divenne debole. Non potendosi più difendere, fu accecato dai filistei, ma poi essendo tornato ad osservare gli obblighi del nazareato, la forza gli tornò, si fece un giorno condurre nel tempio e scuotendone le colonne, vi morì sotto con tremila filistei.

Rut
. È un libro molto ben scritto. È un vero capolavoro, sebbene assai breve. Descrive un episodio di vita familiare al tempo dei Giudici.
Scopo principale di questo libro è dimostrare l'universalità della redenzione, poiché, se il Signore aveva dato le sue promesse al popolo ebraico, non ne aveva con ciò escluso gli altri. Secondo scopo è di mostrare la genealogia di Davide, perché gli ebrei non avrebbero certo voluto ammettere che Davide, il loro re più glorioso, discendesse dai moabiti. Con la genealogia di Davide, ci dà pure quella di Maria santissima e quindi di Gesù. Terzo fine è di inculcare l'osservanza della legge del Deuteronomio, detta del Levirato, che riguardava la protezione delle vedove. Rut, donna moabita, è una bella figura di Maria santissima.

I quattro Libri dei Re

Primo Libro dei Re. Per circa trecentoventi anni gli ebrei furono governati dai Giudici, e il penultimo di questi fu Eli, sommo Sacerdote e giudice. Eli, per se stesso era buono, ma non fu capace di ben educare i figli che erano sacerdoti. Questi, quando il popolo faceva offerte per il tempio, cioè vittime da sacrificare, essi ne prendevano la parte migliore e la mangiavano. Il popolo
~
ne era scandalizzato e non portava più offerte per i sacrifici, e sebbene Eli li ammonisse, non lo ascoltavano più. Allora il Signore parlò a Samuele, un fanciullino che viveva presso Eli e lo aiutava nel tempio, e gli disse che avrebbe castigato Eli e i suoi figli. Venuti in guerra con i nemici, i due figli di Eli furono uccisi ed Eli dal dolore cadde a terra morto. I nemici si presero l'Arca, ma poiché ovunque la portavano avvenivano dei danni, la riportarono [agli ebrei] con altri doni. Samuele fatto adulto, fu eletto sommo Sacerdote e giudice. Era un uomo secondo il cuore di Dio. Un giorno il popolo mentre era radunato per il sacrificio chiese insistentemente un re, allora Samuele entrò nel tempio per consultare la volontà di Dio e licenziò il popolo, promettendo di accontentarlo. Nel frattempo passò da Samuele Saul con i suoi parenti, ed invitato, si fermò a cena in casa di Samuele, il quale presolo in disparte gli disse che il Signore voleva farlo re di Israele. Lo consacrò re e lo rimandò a casa; tirato poi a sorte, constatò che il re di Israele doveva proprio essere della tribù di Beniamino, della famiglia di Cis e tra i figli di questo, Saul. Il popolo accolse bene Saul, nuovo re, e lo portò in trionfo. Saul per un po' di tempo governò bene, perché ascoltava i consigli di Samuele ed era timorato di Dio, ma poi avendo disubbidito a Samuele, fu vinto in una battaglia dai filistei, ai quali dovette cedere una parte della Palestina. In seguito alla sua disobbedienza, Saul fu punito dal Signore con uno spirito maligno che lo angustiava continuamente, mettendogli una profonda malinconia che si attenuava solo con la musica. Gli misero perciò a fianco un pastorello chiamato Davide, il quale traeva dall'arpa dolcissime melodie. Davide era figlio di Isai, Isai era figlio di Obed, Obed di Rut e Booz. Intanto gli israeliti dovettero di nuovo combattere con i filistei capitanati dal gigante Golia. Davide, reso forte dal Signore, uccise Golia e il popolo lo acclamò; questa vittoria però procurò a Davide l'odio di Saul, invidioso del trionfo, e fu causa per Davide di continue persecuzioni da parte di Saul. Davide, per sfuggire all'odio di Saul, si allontanò dalla corte e si rifugiò presso i sacerdoti, i quali non avendo di che sfamarlo, gli diedero da mangiare i pani della proposizione. Saul, [saputolo] montò sulle furie e fece uccidere tutti i sacerdoti, distruggendo anche Nobe. I pani della proposizione erano dodici e rappresentavano le dodici tribù di Israele; di essi potevano cibarsi solo i sacerdoti.
~
Gionata, figlio di Saul, amava tanto Davide e cercava di proteggerlo. Gli israeliti vennero a nuova battaglia con i filistei e mancando il braccio forte, Davide, furono pienamente sconfitti, perché con essi era ormai la maledizione del Signore a causa del loro re Saul. Gionata e gli altri figli di Saul morirono in battaglia, tranne Isboset. Saul per non cadere vivo nelle mani dei nemici, si buttò sulla sua spada e vi morì infilzato.

Secondo Libro dei Re. Il secondo libro dei Re parla del regno di Davide. Prima che Samuele e Saul morissero, Davide era già stato eletto re, senza che nessuno lo sapesse, quindi appena morto Saul, Davide chiese al Signore cosa voleva che facesse e il Signore lo mandò ad Ebron, ove Davide fissò la sua capitale. Davide dovette sostenere lotte contro i seguaci di Isboset e Abner, consigliere di Saul, che parteggiava per Isboset. Venuti poi in discordia Abner e Isboset, i loro seguaci si sottomisero a Davide. Gerusalemme fu scelta da Davide come capitale e poiché era abitata dai Gebuseni, li vinse; ordinò poi che vi fosse portata l'Arca, ma Oza, che la toccò, morì, allora la fece portare in casa di Obedan e visto che ivi portava tante benedizioni la fece trasportare in Gerusalemme.
In questo tempo Davide si insuperbì per la grandezza del suo regno e commise degli atti che non piacquero al Signore che gli mandò il Profeta Natan ad annunziargli che lo avrebbe castigato. Vennero infatti tre giorni di peste, che Davide stesso aveva scelto invece della fame o della guerra. Alla fine del terzo giorno Davide vide un angelo volare su Gerusalemme e lo pregò di fermarsi; l'angelo toccò con la spada la terra e in quel momento la peste cessò. Davide pensò di costruire in quello stesso punto un tempio, ma il Signore non glielo permise, perché aveva le mani imbrattate di sangue e gli concesse solo di preparare il materiale per la costruzione del tempio, a cui altri avrebbe atteso. Altro castigo che il Signore mandò a Davide, fu la lotta fra i suoi figli: Assalonne e Amon; quest'ultimo rimase ucciso da Assalonne. Il castigo del Signore però lo aspettava, difatti mentre Assalonne tentava di sfuggire all'ira dei nemici contro cui combatteva, dandosi alla fuga, rimase impigliato per i capelli in un ramo sporgente, nel frattempo lo raggiunse uno dei nemici e gli mozzò la testa.

Terzo e Quarto Libro dei Re. Argomento di questi due libri è dapprima la morte di Davide, che morì bene ed ebbe per successore
~
Salomone, suo terzogenito, il quale nel tempio chiese al Signore la saggezza per governare bene e Dio in premio gli diede oltre la saggezza, la sapienza e la ricchezza. Con i preziosi materiali preparati da suo padre, fece costruire il Tempio, attorno al quale lavorarono centocinquantamila persone, assistite da più di quattromila capomastri. Salomone fu onorato da tutti e sotto il suo regno Israele raggiunse il massimo splendore; fu visitato dai sovrani di altri regni e fece costruire una reggia grandiosa. Il giorno destinato alla dedicazione del Tempio, in segno della benevolenza di Dio, scese dal cielo il fuoco sacro a consumare migliaia e migliaia di vittime preparate per il sacrificio.
Salomone per un po' di tempo, essendo timorato di Dio, governò bene, ma poi a causa delle sue relazioni con popoli pagani, cadde anch'egli nell'idolatria, innalzò statue e templi alle divinità pagane e si crede che sia anche morto idolatra.
A Salomone successe il figlio Roboamo, a cui il popolo, esausto dalle tasse imposte da Salomone per poter mantenere lo splendore della sua corte, chiese una diminuzione. Roboamo chiese consiglio ai giovani e questi gli consigliarono di aumentare le tasse; chiese consiglio anche ai vecchi, che gli risposero che era bene diminuirle, ma Roboamo si rimise al consiglio dei primi e disse al popolo che le tasse invece di diminuire sarebbero aumentate. Il popolo oppresso si ribellò e avvenne allora uno scisma politico-religioso; rimasero fedeli a Roboamo solo le tribù di Giuda, Beniamino, Simeone ed i Leviti, che formarono tutte insieme il regno di Giuda. Le altre tribù si separarono ed eletto a loro capo Geroboamo, costituirono il regno di Israele. Geroboamo, per impedire che il suo popolo andasse a Gerusalemme e si riconciliasse con Roboamo, fece costruire un tempio pagano. I successori di Roboamo furono quasi tutti buoni, eccetto qualcuno, e governarono bene; invece i successori di Geroboamo furono tutti cattivi e crudeli e morirono tutti di morte violenta. Il regno di Israele guerreggiava continuamente con il regno di Giuda e con altri popoli vicini. Durò solo cento anni, perché fu vinto dagli Assiri che condussero gran parte degli ebrei schiavi, fra i quali il re Osea. Ebbe maggior durata il regno di Giuda, che si mantenne fedele a Dio, ma poi anch'esso cadde in potere di stranieri e precisamente di Nabucodonosor, re di Babilonia, che li condusse schiavi nel suo regno, compreso il loro re Sedecia. Il Tempio e le principali
~
costruzioni della città di Gerusalemme furono distrutte e così cadde anche il regno di Giuda.

I Paralipomeni (2 libri). Il titolo significa: cose omesse, oppure tramandate. Il contenuto dei libri è press'a poco quello de I libri dei Re, con alcune aggiunte e nuove particolarità. Autore dei due libri è Esdra profeta.
Il primo libro riporta la genealogia da Adamo fino a Giacobbe, da Giuda a Davide, delle altre tribù e di Saul. Parla di Davide che prepara i materiali per la costruzione del tempio. Il fine di questo libro è di far vedere che Dio è unica fonte di felicità, mentre l'idolatria e l'infedeltà a Dio rovinano le anime ed i regni.
Il secondo libro ripete ciò che si è detto nel Terzo e Quarto Libro dei Re e verso la fine parla un po' più diffusamente della schiavitù di Babilonia; dell'editto di Ciro, re dei persiani che, vinti i babilonesi, per attirarsi la benevolenza dei popoli, lasciò che ognuno adorasse i propri dei; così gli ebrei poterono ricostruirsi il loro tempio tornando a Gerusalemme.

Esdra (2 libri). Si crede che questi due libri siano stati scritti da Esdra.
Il primo libro parla del ritorno degli ebrei in Palestina, guidati da Zorobabele, dopo l'esilio in Babilonia, durato settanta anni. Gli ebrei, appena tornati in Gerusalemme, cominciano a ricostruirsi il loro tempio, ma essendo continuamente molestati dai samaritani, popolo formato da israeliti e pagani, si divisero in due squadre e una attendeva ai lavori del tempio, l'altra alla difesa della città. Esdra fece molte riforme riguardanti il matrimonio, i sacrifizi, il culto, ecc.
Il secondo libro viene anche detto di Nehemia. Questi ritorna a Gerusalemme con il permesso di Artaserse e con l'autorizzazione di servirsi del tesoro regio per la ricostruzione delle mura di Gerusalemme. Egli attende specialmente alla riforma di molti abusi introdottisi nella città.

Tobia. Fine di questo libro è di dimostrare che la Provvidenza del Signore prova i giusti, ma non li abbandona mai e dà loro il premio della fedeltà, rendendoli poi felici anche in questa vita. È un libro fatto di episodi che si leggono volentieri, ed è un vero gioiello d'arte.
~
Narra di Tobia, uomo giusto e timorato di Dio che, visitato dal Signore, diventa povero e per di più cieco. Ma anche nella sventura, egli mai si lamenta e non cessa di benedire il Signore. Un giorno trovandosi in estrema miseria, ricorda di aver prestato a dei parenti lontani una grossa somma, manda a riscuoterla il figlio Tobiolo, il quale nel lungo viaggio è accompagnato da un giovane sconosciuto, che lo difende dai pericoli, lo aiuta, lo consiglia e, riscossa la somma, lo riaccompagna alla casa paterna. Tobia riacquista la sua agiatezza e la vista, perché Tobiolo gli unge gli occhi con il fiele tolto ad un pesce. Lo sconosciuto compagno si manifesta un arcangelo mandato dal Signore a Tobia, in premio della sua fedeltà. Il libro fu scritto nel 600 a. C. da Tobia.

Giuditta. L'autore di questo libro è sconosciuto e l'argomento si riferisce al tempo in cui gli ebrei si trovavano in Palestina e non erano ancora sotto la schiavitù in Babilonia. Il re d'Assiria, Nabucodonosor, avendo vinto tutti gli eserciti dei paesi vicini, voleva ora sottomettere anche la Palestina, a tale scopo mandò un esercito capitanato da Oloferne, che assediò prima la città di Betulia. Gli ebrei ricorsero per consiglio al loro sommo Sacerdote Eliachim, che li esortò a radunarsi tutti dentro la città, ché non sarebbero caduti. Furono assediati per lungo tempo finché, costretti dalla fame, stavano ormai per arrendersi, ma Giuditta, nobile matrona, radunò attorno a sé il popolo e lo invitò a piangere i peccati, a digiunare e a far penitenza per tre giorni. Al terzo giorno ella si presentò ad Oloferne, che la tenne presso di sé, invitandola ad un banchetto, in cui egli bevette tanto, finché si addormentò sotto la tenda. Giuditta, profittando del momento, gli tagliò la testa liberando così la Palestina dall'assedio.
Fine del libro è dimostrare la grande potenza della preghiera e della mortificazione, e come Dio non abbandona il popolo che si pente.

Ester. Si riferisce al tempo in cui gli ebrei erano schiavi in Babilonia. Assuero ripudia sua moglie, la regina Vasti, e sposa un'ebrea, Ester, nipote di Mardocheo, amato da Assuero. Uno dei sapienti del regno, consigliere di Assuero, chiamato Aman, diventa primo ministro, e l'ha a morte con gli ebrei e specialmente contro Mardocheo, che non si inchina al suo passaggio. Con le sue arti Aman riesce a far pubblicare un editto dal re, per cui tutti gli ebrei che si trovavano schiavi dovevano essere uccisi.
~
Il popolo ebreo atterrito si rivolge alla regina Ester per mezzo del suo zio Mardocheo, scongiurandola di far annullare l'editto. Ester invita il popolo a digiunare per tre giorni e a fare penitenza per i peccati; con fiducia in Dio, poi si presenta al re, accusa Aman come traditore e difende il popolo ebreo innocente. Il re riconosce la sincerità delle accuse, condanna Aman ad essere impiccato al palo che questi aveva preparato per Mardocheo. Il popolo ebreo è libero dall'eccidio, anzi Mardocheo è innalzato alla dignità di primo ministro.
Il libro scritto, pare, dallo stesso Mardocheo, ci dimostra come tutti gli ebrei non furono maltrattati in Babilonia, anzi molti di essi salirono a grandi onori. Ester è un'altra bella figura di Maria santissima.

Libri Sapienziali

Giobbe. Questo libro può stare fra i libri storici, sapienziali, didattici, ma è anche un libro poetico per i concetti alti e sublimi che esprime.
Il fine per cui fu scritto è di mostrare la sapienza e la giustizia di Dio nel governare il mondo e la pazienza nel soffrire.
Giobbe non era ebreo, ma si sa che adorava il vero Dio. Egli era ricco e felice, e il Signore volle provare la sua fedeltà permettendo che il diavolo lo tormentasse con fargli perdere tutte le ricchezze, riducendolo alla miseria e mandandogli una schifosissima malattia. Giobbe venne abbandonato da tutti, lasciato solo in un letamaio. Andarono a trovarlo tre amici che presero a dirgli, da prima velatamente, poi più apertamente, come i mali fossero un castigo di Dio per i peccati. Giobbe innocente si difese animatamente e chiamò in testimonio della sua innocenza lo stesso Dio, il quale si fece sentire, rimproverò agli amici il loro falso modo di giudicare, e poi allo stesso Giobbe la sua difesa troppo viva. Il Signore, però, per premiare la fedeltà di Giobbe, lo fece guarire e tornare felice e ricco più di prima.
L'insegnamento che questo libro ci dà è che il dolore purifica, rende virtuosi, e che le sventure non sono sempre in punizione dei peccati, ma spesso il Signore le permette per trarne poi maggior bene all'anima provata. Giobbe è una persona storica e la Chiesa lo onora tra i santi; egli è una figura del Redentore.
~
Salmi. La maggior parte dei 150 salmi raccolti in questo libro furono scritti da Davide, alcuni da Core, altri da Asoc, altri da autore ignoto.
Si conoscono sotto il nome di Salterio davidico, perché la maggior parte dei salmi che lo compongono sono di Davide e anche dal nome dello strumento, che si chiamava salterio, su cui gli antichi accompagnavano il canto.
Il Salterio è l'anima del Breviario, è il giardino della vera devozione e deve tornare ad essere il libro comune di preghiera per tutti7, come era al tempo dei padri, in cui tutti del popolo, gli agricoltori, i pastori, ecc., santificavano il loro lavoro con il canto dei salmi.

Proverbi. È una raccolta di proverbi popolari e di sentenze scritte allo scopo di insegnare la sapienza, cioè come si pratica la volontà di Dio, e l'arte di ben vivere secondo Dio.
L'autore della raccolta è ignoto; forse l'ultima mano alla raccolta la diede Esdra. Il libro consta di parabole, proverbi e massime che in maggior parte sono di Salomone.

Ecclesiaste. È colui che parla ad un'adunanza. Il libro consta di pensieri filosofici messi in ordine ed esposti al popolo, ora in prosa, ora in poesia, e si può considerare diviso in due parti: la prima parte parla della vanità di tutte le cose; la seconda parte dice che la vera felicità sta nel santo timore di Dio e nel compimento dei doveri religiosi. Autore del libro è Salomone.

Cantico dei Cantici. Dall'ebraico: Il più bel cantico. Si crede che l'autore sia Salomone. Il libro canta l'amore umano come figura dell'amore di Dio per il popolo eletto, per la Chiesa, per l'anima; è dell'età dell'oro della poesia ebraica. Molte frasi, le più belle, sono state applicate, molto appropriatamente, alla santa Madonna.

Sapienza. Prende il nome di sapienza perché è un bellissimo inno di lode alla sapienza. È diviso in due parti: nella prima parte ci è presentata la sapienza dal lato intellettuale e morale, nella seconda ci è presentata dal lato storico. L'autore è ignoto, però in molte parti è Salomone che parla.
~
Ecclesiastico. Il nome gli venne dall'essere il libro più usato dalla Chiesa per l'istruzione dei catecumeni e dei fedeli, ma il suo primo titolo era Sapienza di Gesù figlio di Sirac, che ne è l'autore. Il libro è diviso in due parti: la prima è un invito alla sapienza e contiene inni alla sapienza e a Dio, la seconda è un inno a Dio creatore e ai patriarchi.

Libri profetici

Profeta, secondo l'etimologia, vuol dire non solo colui che predice il futuro, ma anche colui che parla in nome di un altro. Vi furono quattro profeti maggiori che scrissero più di tutti e dodici minori, detti così, perché scrissero meno.

Isaia. È il più grande dei profeti e viene messo per primo, sebbene non lo sia in ordine di data, per le sue alte rivelazioni che parlano tanto del Messia, per il numero considerevole dei libri scritti, per il suo stile elevato.
Nato e vissuto a Gerusalemme, nel tempo dei Re e forse egli stesso di famiglia regale, cominciò a profetare dai venti anni fino ai cinquanta. Morì sotto l'empio Manasse che lo fece segare in due con una sega di legno. Visse in tempi assai tristi, quando il regno di Israele era caduto sotto gli Assiri e il regno di Giuda, con Gerusalemme, stava anch'esso per cadere.
Il suo libro si può dividere in due parti: nella prima parte minaccia il popolo ebreo, nella seconda parla del Messia e della gloria della Chiesa. Isaia è chiamato il profeta della misericordia.

Geremia. Visse durante la caduta di Gerusalemme sotto Nabucodonosor e, piangendo la rovina di Gerusalemme, scrisse le Lamentazioni. Era molto amato dal re Sedecia che gli chiedeva spesso consigli, che poi però non praticava perché temeva l'ira dei nobili, avversi a Geremia. Il suo libro contiene: le profezie; cinque canti lugubri o Lamentazioni sopra la caduta di Gerusalemme; e la profezia di Baruc che era suo segretario.
Geremia è una profezia vivente di Gesù Cristo, dei suoi dolori e della Chiesa. Egli è detto il profeta della giustizia di Dio.

Ezechiele. Era di stirpe sacerdotale, fu condotto schiavo in Babilonia nella seconda deportazione, cioè la seconda volta che Nabucodonosor vinse Gerusalemme, portando gli ebrei in schiavitù.
~
Cominciò a profetare all'età di trent'anni, dopo la visione di una terribile teofania o manifestazione divina. Profetò per circa ventidue anni e fu sempre come il capo religioso del popolo ebraico esule. Morì in esilio, ucciso da qualche principe della stessa tribù di Giuda, forse ripreso da lui per qualche abuso. Le sue profezie si possono dividere in due parti. Nella prima: la caduta di Gerusalemme e delle nazioni idolatre. Nella seconda: consola il popolo di Israele con la profezia della restaurazione del regno e della venuta del Messia. Le sue profezie sono le più oscure e anche la lingua è oscura, perché sono scritte in aramaico, un misto di ebraico ed assiro. È il profeta della fedeltà di Dio.

Daniele. Era di stirpe reale e fu condotto prigioniero in Babilonia nella prima deportazione, ancora giovinetto. Visse sempre alla corte di Baldassarre o Nabucodonosor, ma si mantenne sempre fedele al culto del vero Dio, ed ebbe da lui la missione di difendere il popolo ebreo durante l'esilio e di preparare i pagani alla redenzione. Dimostrò la stoltezza dell'idolatria e la grandezza del vero Dio. Scrisse il libro in cui sono narrati vari fatti. Primo: il sogno di Nabucodonosor, la statua gigantesca. Secondo: i tre giovanetti nella fornace. Terzo: un altro sogno di Nabucodonosor, l'albero. Quarto: le tre parole misteriose. Quinto: Daniele nella fossa dei leoni. Sesto: la profezia delle settanta settimane d'anni. Settimo: Daniele scopre gli inganni dei sacerdoti di Belo. Ottavo: Daniele fa morire il dragone e viene gettato nella fossa dei leoni.
Non si sa come sia morto, si crede sia morto a Susa di Persia ove si venera ancora la sua tomba. È il profeta della grandezza di Dio.

Profeti minori: Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Nahum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia.

Libro Storico

I Maccabei. Dopo la caduta di Alessandro Magno il suo regno si sfasciò e si formarono così parecchi regni: l'Egitto, la Siria, la Macedonia e la Palestina, che venne contesa fra l'Egitto e la Siria, finché cadde sotto i Seléucidi della Siria. Il più crudele dei Seléucidi fu Antioco Epifane, uomo crudele e violento, che
~
deliberò di far mutare agli ebrei la loro religione e prese a perseguitarli atrocemente. Sotto di lui furono fatti crudelmente morire il vecchio Eleazaro e i sette fratelli Maccabei (che non erano della famiglia dei Maccabei, ma furono chiamati così perché vissuti al tempo dei Maccabei) e la loro madre, pur di non rinnegare la vera fede.
Giuda Maccabeo radunò gli eserciti, incominciò le guerre d'indipendenza e liberò buona parte della Palestina con grande valore. Commise il grande sbaglio politico-religioso di allearsi con i romani, che divennero poi i padroni. Morì da eroe in battaglia e gli successe il fratello Gionata, ma neppur questi riuscì a liberare tutta la Palestina dai Siri. Gli succedette Simone che riuscì a liberare tutta la Palestina e a proclamare l'indipendenza del popolo giudaico. Il figlio Giovanni Ircano gli succedette nel principato, che rese glorioso e temuto in pace e in guerra. La famiglia dei Maccabei apparteneva alla tribù di Giuda. Ben presto però il principato cadde sotto i romani e questo, secondo le profezie, era un segno che la venuta del Messia si avvicinava. L'autore del [primo] libro dei Maccabei non si sa chi sia, però il secondo libro è un sunto di un grosso volume di un certo Giasone.
Fine del primo libro è di dimostrare che il Signore pensa al suo popolo e lo libera dai pericoli della schiavitù. Il secondo è una lettera indirizzata agli ebrei, per ricordare che il centro religioso della nazione è il Tempio.

3. NUOVO TESTAMENTO

Il Vecchio Testamento si impernia tutto sul Pentateuco, o libro della Legge della vecchia Alleanza; il Nuovo Testamento si impernia tutto sul Vangelo o Legge della nuova Alleanza. I primi libri entrati nel Canone dei libri ispirati dallo Spirito Santo si chiamano protocanonici, altri sette entrati dopo nel Canone, si chiamano deuterocanonici, e sono: la Lettera di S. Giacomo, la 2.a Lettera di S. Pietro, la Lettera di S. Giuda, la Lettera agli Ebrei di S. Paolo, la 2.a e la 3.a Lettera di S. Giovanni, l'Apocalisse. La lingua predominante del Nuovo Testamento è il greco, lingua usata anche nelle sacre funzioni.
~
Vangelo

Vangelo etimologicamente significa buona novella, buon annunzio. È una parola che gli antichi usavano per denominare il premio dato a coloro che recavano una buona notizia. I settanta dotti, che fecero la prima traduzione del Vecchio Testamento, volendo significare la speranza e la gioia che l'umanità riponeva nella venuta dell'aspettato Messia, chiamarono le profezie che si riferivano a questo con il nome di Vangelo. La parola Vangelo è la più conveniente a significare l'attesa della redenzione, perché quale migliore notizia poteva ricevere un popolo schiavo del peccato, a cui erano chiuse le porte del paradiso, che quella della prossima venuta del Redentore e, in seguito, della sua parola di pace, di perdono, di vita eterna? La terra non avrà mai una più buona novella che il Vangelo che contiene la vita intera del Salvatore e la redenzione del genere umano. Il Vangelo non ha un titolo nel senso in cui lo intendiamo noi oggi, perché anticamente non si usava dare un titolo ai libri, ma si indicavano con il nome dell'autore. Ora è rimasto come titolo la parola Vangelo, con accanto il nome dell'evangelista a cui è dovuto.
I Vangeli sono quattro, perché quattro sono gli Apostoli a cui Dio ha affidato il compito di diffondere la sua parola per iscritto. Ad essi Dio ha dato la sua sapienza ed ha guidato loro la mano. I Vangeli invece che non avevano ispirazione divina non sono stati riconosciuti neanche dagli uomini. Gli Evangelisti sono quattro: S. Matteo, S. Marco, S. Luca, S. Giovanni.

S. Matteo. Matteo dapprima esercitava il mestiere di gabelliere, cioè riscuoteva le imposte; era figlio di un noto mercante: Alfeo. Gesù lo chiamò a seguirlo di sorpresa, mentre esercitava la sua professione, ed egli, pronto alla prima chiamata, lasciò tutto lì e seguì il Maestro che già aveva cominciato la sua vita pubblica. Nel Vangelo questo episodio è riportato sotto il titolo di Vocazione di Levi, perché pare che questo fosse il suo primo nome; in seguito si chiamò Matteo, che significa dono di Dio. Matteo seguì sempre il Signore e dopo l'ascensione di lui al cielo, ispirato, scrisse il Vangelo in lingua ebraica, verso il 42 d.C. circa, in Palestina, ove cominciò la sua predicazione. Questo Vangelo ebbe qualche opposizione riguardo al tempo, perché si diceva che non era il primo, ma poi i santi Padri, dopo lunghi studi, decretarono che invece era proprio il primo.
~
Lo scopo particolare di questo Vangelo è dimostrare che Gesù è il vero Messia [promesso nelle Scritture] venuto per regnare, ma è re spirituale e il suo regno soppianterà la sinagoga, instaurando un altro regno di cui Gesù Cristo è unico, vero Re. S. Matteo voleva dimostrare come le profezie si fossero tutte avverate in Gesù Cristo ed egli dunque era il Messia aspettato, cioè l'Uomo-Dio.
Simbolo di S. Matteo è l'uomo, ovvero l'Angelo.
Il Vangelo di S. Matteo può dividersi in quattro parti principali.
Nella prima: la preparazione che va dalla predicazione del Battista a tutta la vita privata di Gesù. Parla di S. Giuseppe, della santa Madonna, dei pastori e di tutte le creature semplici che hanno accolto Gesù e l'hanno adorato e amato.
La seconda è la dimostrazione [di Gesù Messia]: S. Matteo parla di Gesù che insegna e guarisce.
La terza compendia l'istruzione che Gesù dà agli Apostoli, tutti gli insegnamenti sul modo di diportarsi nella nuova Legge.
Nella quarta, [passione, morte e risurrezione di Gesù, missione degli apostoli]. Mostra la sostituzione: abbattuta la Sinagoga, Gesù istituisce la nuova Chiesa formata dai Vescovi che erano gli Apostoli con a capo S. Pietro.

S. Marco. Marco, o meglio Giovanni Marco, è l'autore del secondo Vangelo. Della sua vita si hanno poche notizie. Si sa che visse a Gerusalemme e la sua casa era spesso aperta ad ospitare i cristiani, ed anche S. Pietro vi fu ospite dopo la sua prigionia. Alcuni dicono che non fosse discepolo del divino Maestro, ma che lo seguisse molto da vicino, specialmente nella via dolorosa, e in lui si vuole impersonare il giovane che fuggì nudo, lasciando nelle mani dei giudei il mantello. Quando gli Apostoli iniziarono la predicazione, Marco e Barnaba seguirono S. Paolo, ma essendo Marco piuttosto debole e sentendosi stanco volle tornare a casa e S. Paolo che era di carattere perfettamente opposto, fu disgustato di ciò e nel secondo viaggio, malgrado le proteste di Barnaba, non lo volle più. S. Paolo ciononostante ebbe sempre stima di S. Marco e prossimo alla fine si riconciliò con lui.
S. Marco fu sempre vicino a S. Pietro e da lui attinse quanto scrive nel suo Vangelo. Ciò si può facilmente riconoscere, date le particolarità a cui scende nel descrivere le debolezze di S. Pietro,
~
i rimproveri di Gesù, le negazioni, ecc., e le impressioni che tutti riportavano dai miracoli di Gesù.
Destinatari del secondo Vangelo, secondo le approvazioni dei santi Padri, pare siano stati i cristiani romani, infatti fu scritto a Roma, e riporta varie notizie geografiche e sugli usi propri della Palestina, del tutto superflue agli abitanti indigeni. Si riteneva che fosse stato scritto in latino, ma invece è confermato che fu scritto in greco, perché era questa lingua assai diffusa e conosciuta anche dai romani.
Scopo del secondo Vangelo è dimostrare la potenza, il dominio del Signore sui nemici dell'uomo.
Comprende un'introduzione e si divide in quattro parti.
Nella introduzione tratta della predicazione del Battista, del Battesimo di Gesù, della vocazione dei primi discepoli. Nella prima parte: il ministero di Gesù in Galilea; nella seconda: il ministero di Gesù nella Giudea; nella terza: la passione e morte di Gesù; nella quarta: la risurrezione e l'ascensione di Gesù e missione degli Apostoli.
S. Marco, essendosi proposto di dimostrare la potenza di Gesù, ha per simbolo il leone.
Il suo Vangelo fu scritto verso il 42 d. C.

S. Luca. Luca è l'autore secondario del terzo Vangelo. Egli non era ebreo, ma greco, sebbene non fosse pagano. Ebbe strettissima relazione con S. Paolo, che lo chiama «medico carissimo»8. Lo seguì nella sua prigionia a Roma ed ebbe sempre per lui le più amorose cure. S. Luca è l'unico [evangelista] che abbia scritto il Vangelo dedicandolo ad una persona, infatti egli lo dedica «all'eccellentissimo Teofilo»9, persona certo a lui cara, che considerata nel senso simbolico, impersona tutti gli amanti di Dio, cari a S. Luca, discepolo di S. Paolo, che aveva nel cuore tutte le anime.
Il Vangelo di S. Luca è indirizzato in particolar modo ai gentili, per i quali ha belle espressioni, in modo da attirarli, senza inasprirli.
Il fine per cui fu scritto è dimostrare la misericordia di Dio, attraverso le più delicate parabole e i fatti più toccanti della bontà del divin Maestro verso i peccatori.
~
Il Vangelo di S. Luca è il Vangelo di S. Paolo, perché da esso lo prese. Si divide in cinque parti, più il prologo, che è la dedica a Teofilo.
Prima parte: [infanzia e giovinezza di Gesù], preparazione alla vita pubblica; seconda parte: ministero di Gesù in Galilea; terza parte: ministero di Gesù in Giudea e istruzione agli Apostoli; quarta parte: [viaggio a Gerusalemme], passione e morte di Gesù; quinta parte: resurrezione, apparizione, ascensione di Gesù.

S. Giovanni. Giovanni è l'autore del quarto Vangelo. Figlio di Zebedeo e di Salòme, fratello di Giacomo, era ebreo e apparteneva a famiglia agiata di pescatori, mestiere comune e lucroso in quel tempo. Fin da giovinetto seguì Giovanni Battista, perché trovò nella dottrina che questi annunziava quanto poteva soddisfare l'anima sua. S. Giovanni aveva già imparato dal precursore a conoscere il Messia e la prima volta che lo vide, bastò uno sguardo di Gesù, e quei due cuori si intesero completamente. Giovanni divenne discepolo di Gesù e lo seguì fino ai piedi della croce, e meritò di avere in dono quanto di più caro Gesù avesse sulla terra, la santa Madonna.
Appena morto Gesù, S. Giovanni prese con sé Maria santissima e stette con lei, prima a Gerusalemme e poi ad Efeso. Si recò poi a Roma, ove subì il martirio della caldaia d'olio bollente, da cui uscì perfettamente illeso. Attribuito ciò ad arti magiche, fu da Domiziano esiliato nell'isola di Patmos, ove compì miracoli e conversioni innumerevoli; scrisse il Vangelo e vi morì centenario.
Se tutti gli altri evangelisti hanno seguito un ordine cronologico nella narrazione dei fatti, S. Giovanni si distaccò da essi, non seguendo il filo storico, e scrisse il Vangelo per confutare le eresie sorte in quel tempo che negavano la divinità del Messia, dicendolo figlio di Maria e di Giuseppe e niente più. Il Vangelo di S. Giovanni vuol dimostrare la divinità di Gesù, Figlio di Dio, e difatti, fissando come aquila direttamente gli occhi in Dio, prende direttamente dal seno di lui il Figlio e lo porta all'uomo. S. Giovanni ha perciò come simbolo l'aquila. S. Giovanni, oltre a mostrare che Gesù è Dio, volle anche mettere in evidenza da chi fu accolto e da chi non fu accolto. Il suo Vangelo fu destinato in particolare ai fedeli oppressi dall'eresia e in pericolo di allontanarsi dalla fede.
~
Il quarto Vangelo fu scritto in lingua greca verso il 96, ed è diviso in tre parti oltre il prologo, che compendia tutto, e l'epilogo. Nella prima parte: la luce è ricevuta dai buoni, cui segue la narrazione della lotta fra Gesù luce e il nemico, il regno delle tenebre. La seconda parte narra le opposizioni dei farisei e le [loro] arti subdole per cogliere in fallo Gesù: la luce è combattuta dalle tenebre. Nella terza parte si descrive Gesù trionfante ed amato, e contemporaneamente il tradimento di Giuda, la condanna a morte di Gesù: momentaneo trionfo delle tenebre; quindi la risurrezione: il trionfo e la gloria del Figlio di Dio. Il quarto Vangelo è proprio il Vangelo dello Spirito Santo.

Atti degli Apostoli

Il libro degli Atti degli Apostoli fa parte dei libri storici del Nuovo Testamento. Essi narrano quanto hanno detto e fatto alcuni Apostoli. Autore di quest'opera che completa il Vangelo e serve di introduzione alle Lettere di S. Paolo si ritiene sia S. Luca.
Fine di questo libro è dimostrare la grande misericordia del Signore e l'unione fraterna fra S. Pietro e S. Paolo, poiché alcuni volevano far credere che fossero in disaccordo. La prima parte comprende dieci capitoli e riporta i fatti avvenuti per opera di S. Pietro a beneficio degli ebrei. La seconda parte comprende i fatti avvenuti in favore dei gentili per opera di S. Paolo.

S. Paolo nacque a Tarso in Cilicia e gli fu posto nome Saulo, che significa desiderato. Essendo cittadino romano, il nome di Saulo venne poi mutato in Paolo. Ricevette educazione giudaica e seguendo l'uso dei tempi apprese il mestiere di fare tende, che poi gli fu tanto utile. Tutto acceso di zelo per la Legge mosaica, si diede a perseguitare la nuova Chiesa, ma il Signore da lupo rapace lo mutò in agnello, e ne fece un ardentissimo apostolo. Egli compì quattro lunghi viaggi, fondando nuove Chiese, istruendo i popoli e confermandoli nella fede con varie lettere. In ultimo recatosi a Roma vi subì il martirio nel 67 d.C.
S. Paolo scrisse 14 Lettere, che fanno parte della sacra Scrittura; esse sono: 1 ai Romani, 2 ai Corinti, 1 ai Galati, 1 agli Efesini, 1 ai Filippesi, 1 ai Colossesi, 2 ai Tessalonicesi, 2 a Timoteo, 1 a Tito, 1 a Filemone, 1 agli Ebrei.
~
Le Lettere si dividono tutte in tre parti: prologo, corpo, epilogo. Il prologo comprende il nome di chi scrive e i destinatari. Il corpo è di solito diviso in due parti: una dogmatica e una morale, in cui dà avvisi pratici. L'epilogo contiene le notizie personali.
Nelle Lettere di S. Paolo non vi è tutta la sua dottrina che egli possedeva vastissima; esse si limitano a dare i necessari insegnamenti alle Chiese a seconda dei bisogni di esse. S. Paolo generalmente dettava le sue lettere e vi apponeva in calce la firma. Egli scrisse in lingua greca ed in stile pastorale, non studiato, ma forte e deciso. S. Pietro dice che le Lettere di S. Paolo contengono cose difficili10 e realmente sono oggetto di continui studi profondi. La dottrina di S. Paolo può compendiarsi in questi tre punti:
Gesù è il Salvatore del mondo; ci ha redenti con il suo sangue; tutti i fedeli formano con Cristo un solo corpo mistico.
Egli predicava Gesù e Gesù crocifisso, centro e base della sua ferrea dottrina, fatta di amore forte, robusto. Il nome del Salvatore si trova nelle sue lettere trecento volte, duecentoquaranta volte quello più dolce di Gesù e più di quattrocento volte quello più forte di Cristo.
Le Lettere di S. Paolo miravano a combattere i tre grandi avversari: i cattivi cristiani, i giudaizzanti e gli gnostici, eretici che negavano la divinità di Cristo.

~

* Testo ciclostilato, fogli 14, senza data. L'autore non è indicato e non si honno elementi per attribuirlo a Don Alberione.

1 Periodico iniziato nel 1920 dai protestanti Avventisti.

2 Cf Eb 11,17. In realtà l'affermazione citata corrisponde a Gc 2,20: «La fede senza le opere è senza valore».

3 «[Cibo] avente in sé ogni delizia». Versetto, dal rito della Benedizione eucaristica.

4 Cf Es 5,2.

5 Cf Lc 10,26.

6 Cf Lv 11,44.

7 Don Alberione anticipa di circa trent'anni quanto verrà disposto dalla Chiesa nel Concilio Vaticano II con la Costituzione Sacrosanctum Concilium, cf nn. 24, 35, 91.

8 Cf Col 4,14.

9 Cf Lc 1,3.

10 Cf 2Pt 3,16.