Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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14. LA MORTIFICAZIONE *

Questa mattina come meditazione ci fermeremo sopra due argomenti che sono della medesima importanza. Ma siccome non faremo a tempo a vederli tutti e due ci fermeremo sul primo, lasciando a stasera la spiegazione del secondo.
1) Che cos'è la mortificazione. 2) Quale l'apostolato vostro [riguardo] alle vocazioni.

La mortificazione è il rinnegamento, il dominio delle nostre passioni e dei desideri cattivi della natura. Noi siamo un composto di bene e di male. Dio aveva creato l'uomo buono, retto, santo, gli aveva dato doni superiori alla sua natura, ma l'uomo si è guastato e allora si sono scatenate le passioni; ora ha ancora tendenze buone, ma anche delle cattive. Mortificarsi vuol dire dominare, reprimere queste passioni. L'uomo è come un orto che bisogna lavorare, concimare, innaffiare per far crescere gli ortaggi e per far venire buoni frutti, ma ci vuole fatica e, nonostante questa, vengono fuori anche erbacce. Ci vuol fatica, molta fatica nello spirito e dopo questa crescono ancora brutte erbe. Mortificarsi vuol dire togliere le erbe cattive e lavorare per l'anima. Innanzitutto bisogna fare bene la meditazione, offrire bene il cuore al Signore svegliandosi, stare raccolte alla Visita, star ritirate, non pensare al mondo e mettersi con tutte le forze al lavoro. Ci vuol fatica: «In sudore vultus tui vesceris panem»1, col sudore dobbiamo acquistarci il paradiso. «Il regno dei cieli patisce violenza e solo i violenti lo guadagnano»2. Passate nella vigna del pigro in autunno: tutto sembra seccato, disordine, erbacce; in quella vigna si potevano fare cento miriagrammi di uva, e non se ne sono fatti dieci. Ecco la figura del pigro. Il Signore dice: «Sono passato per il campo del pigro e non ho trovato che ortiche e spine»3. Voi avete già fatto tanto facendo il
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primo passo, seguendo la vocazione avete già fatto violenza al mondo distaccandovi dai vostri e opponendovi alla loro resistenza. È già qualcosa, ma è ancor poco, non ci vuol tanto a fare questo perché il Signore dà la grazia anche senza chiederla, invece è proprio ora che ci vuole violenza, ora che incominciate il secondo passo: chiedetela la grazia e chiedetene tanta, perché è qui che ci vuole la violenza nel frenare la fantasia, il cuore e soprattutto nel fare bene l'esame di coscienza: Su, testa pazza, mettiti lì e pensa a quello che hai fatto questa mattina. S. Luigi4 diceva: Voglio fare un'ora di orazione senza distrazioni. Se dopo mezz'ora queste venivano, ricominciava da capo e se tornavano dopo un quarto d'ora, ricominciava ancora, tanto che alle volte rimaneva in ginocchio tre o quattro ore, da mezzanotte alle cinque del mattino. In fin di vita ha potuto dire di non aver avuto delle distrazioni neppure per lo spazio di un'Ave Maria. Non occorre che voi arriviate sin qui, ma a buon punto, sì. Fate come S. Bernardo che entrando in chiesa diceva: Pensieri miei, attendetemi qua, vi riprenderò nell'uscire.
L'esame di coscienza richiede tanta violenza perché il diavolo tenta. Vi sono delle anime che non arrivano a fare bene perché non si sforzano mai di fare l'esame di coscienza. Chi lo fa cammina sicura ed è serena, non bisogna escludere però che questo non sia un tormento, anzi chi lo fa bene vede sempre di più internamente e le pare di fare sempre peggio, di vedere sempre più peccati. Gridano queste anime perché si sentono quasi tormentate da questa paura, ma si lascino gridare perché vuol dire che lavorano. Questo è il grido dell'anima che chiede a Gesù forza per portare la croce e per salire il Calvario. Si chiami la santa Madonna in aiuto e si dica a Gesù che sia il divino Cireneo, che porti la nostra croce, e poi avanti sempre. Tu non digiuni? Ma l'esame di coscienza l'hai migliorato? Guai se manca la mortificazione di spirito! Mi pare che non vi accorgiate di essere in quaresima. C'è più raccoglimento o più l'occhio in giro? Attente, altrimenti non siete dei violenti che rapiscono il regno di Dio! Dunque, il primo è uno sforzo che si compie facilmente, ma il secondo è più meritorio e più violento.
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Gli Apostoli, quando Gesù domandò loro se lo avessero seguito sempre, risposero: Sempre. Quando domandò loro se avessero potuto bere il calice suo fino in fondo, risposero: Possiamo. Ma quando egli saliva il Calvario e si volse per vederli, più nessuno vi era: tutti erano fuggiti. Chiedete dunque la grazia per compiere questo passo. Vi fate violenza interiore? Offrite bene il cuore al mattino? Fate bene e con impegno l'apostolato? Fate violenza nel raccogliervi alla Visita? Piegate di più la volontà alle esortazioni e agli avvisi? Vi sforzate per capire di più lo spirito di purezza, di obbedienza, di carità? Avete fatto un po' di progresso in questa quaresima? Vi fate violenza nelle cose di pietà, di spirito, prendendo bene tutto? Il catechismo lo studiate bene? La confessione la intendete nella sua forma? Il regno di Dio come si conquista? Bisogna reprimere la sensibilità, dominare la fantasia, le irriflessioni e le impulsività del cuore; non parlate nelle agitazioni del cuore, ma aspettate che passino, poi parlerete. Gli occhi li mortificate? Non tenete tanto gli occhi sulle altre, ma su voi; ci sono di quelle che vedono tutto ciò che fanno le altre, ma non loro stesse. Mortificate la lingua astenendovi [dal parlare] contro la carità, o per invidia, o mancando al silenzio? Parlate quando è tempo, dicendo le preghiere bene e forte, cantando bene quando potete, esprimendo bene le cose al Signore. Astenetevi da certe soddisfazioni. Ci sono alcune che hanno industriose mortificazioni, senza dare al corpo ciò che non si può dare, e negando al corpo ciò che non deve avere. E la sensibilità, la pigrizia, la gola? E l'obbedienza di cuore?
La quaresima cammina e va avanti, siamo alla domenica di Passione, poi delle Palme, quindi di Pasqua il 16 aprile, e noi? Ci siamo accompagnate con Gesù al Calvario? O abbiamo lasciato che lui cammini da solo? Non facciamo come i due fratelli Giovanni e Giacomo... Abbiamo accompagnato Gesù nella sua passione? Coraggio dunque, il Signore benedica!
«Chi vuol venire con me, ha detto Gesù, rinneghi se stesso»5, cioè rinunzi alla gola, invidia, pigrizia, ecc., prenda la croce. Per tanti la croce viene dalla salute, ad altri dal carattere, ad altri dalle passioni, e noi? Seguiamo Gesù? Chi non segue Gesù, non potrà trovarsi con lui nel Regno.
[Recitare:] Eccomi, o mio amato e buon Gesù.
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* Meditazione, in ciclostilato, fogli 2 (22,5x34,5), tenuta [ad Alba], il 26.3.1933, dal “Primo Sig. Maestro”.

1 Cf Gen 3,19: «Con il sudore del tuo volto mangerai il pane».

2 Cf Mt 11,12.

3 Cf Pr 24,30-31.

4 Luigi Gonzaga (1568-1591), nato a Mantova, giovane gesuita. Morì a Roma nell'esercizio della carità contraendo la peste.

5 Cf Mt 16,24.