Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

24. FESTA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ *

Introduzione. Canto del Benedictus, O Gesù Maestro..., Regina Apostolorum..., Sancte Paule Apostole..., Atto di carità, Gloria Patri…, ecc.
Questa sera dobbiamo innalzare il nostro pensiero molto in alto. Come S. Giovanni evangelista incomincia il suo Vangelo parlandoci della santissima Trinità, così è bene che questa sera noi incominciamo, almeno per un'ora, ad unirci agli angeli ed ai santi del paradiso che stanno cantando e rispondendosi eternamente il Sanctus: «Sanctus, Sanctus, Sanctus Dominus Deus Sabaoth»1. Questa sarà anche la nostra occupazione eterna, sarà questo il nostro gaudio, sarà questo il nostro riposo. Ebbene, adesso, in mezzo alle miserie ed alle vicende tristi di questa terra, è bene pensare alla visione paradisiaca, e con la mente almeno, illuderci quasi, o meglio, per dire la parola più propria, prevenire e pregustare le eterne bellezze, dolcezze ed occupazioni che avremo in paradiso.
Il Signore nel mondo ha dimostrato una grande tesi, una tesi che domina e sovrasta tutta la filosofia, tutta la teologia e tutta la mistica e, direi ancora, tutta l'eternità. La grande tesi è: «Ego bonus: Io sono buono»2: è buono il Padre, è buono il Figlio, è buono lo Spirito Santo.
Questo sia l'argomento. E cominciamo subito a glorificare la bontà di Dio, subito incominciamo a ripetere quello che diciamo spesso, ma distrattamente, diciamo tutti assieme: Gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo; come era nel principio e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Così sia.

1. Il Signore è buono. È buono e noi consideriamo oggi il mistero della santissima Trinità che egli nella sua infinita carità ci ha voluto rivelare. «Caritas est Pater: il Padre è carità; Gratia
~
Filius: grazia il Figlio; Communicatio Spiritus Sanctus: comunicazione, cioè santificazione lo Spirito Santo»3.
Provvidenza generale. Il Padre è provvido, è buono. Veramente sta bene dire: «Ego alpha et omega»4, il Padre è il creatore. La sua provvidenza generale si manifesta prima di tutto nella creazione, poi nel governo del mondo, e nel coronare e nel colmare di felicità il giusto.
«Bonum diffusivum sui»5: egli ha creato il mondo, buono di sua natura; non sapeva, diciamo così, trattenere il cuore dal comunicare la felicità ai suoi figliuoli. E li ha cavati dal nulla, li ha creati e li ha messi in una prova, al fine di riceverli un giorno nella casa paterna, comune, del paradiso. Intanto egli governa con infinita sapienza il mondo, guida le nazioni e i popoli, egli è veramente: «initium et finis»6.
Provvidenza particolare. Il Padre non solo in generale manifesta la sua provvidenza, ma in modo particolare per ciascuno di noi. Noi ci affanniamo dicendo: «Cosa mangeremo, di che ci vestiremo? Sa il Padre vostro celeste che avete bisogno di queste cose». Gesù ci dice: «Ecco, il giglio del campo viene vestito dal Signore e neppure Salomone nella sua sapienza trovò colori più vaghi. L'uccello dell'aria non semina e non miete, eppure non gli manca nulla: il Padre celeste lo provvede. Quanto più voi, o uomini di poca fede, sarete provveduti del necessario! Vedete: voi non avete pensato a contare i capelli del vostro capo, ma il Padre vostro celeste li ha contati e non ne cade uno senza che egli lo permetta»7. Oh, la bontà di Dio! Quel buon Padre ama i suoi figli, come il Figlio ama noi. E non è allora il caso di cantargli un bel Gloria in excelsis Deo?
E pensiamo: qual è il primo dovere verso la santissima Trinità, verso la bontà del Padre? «Nosse, credere et profiteri»8. Conoscere la bontà di Dio è il primo dovere. Sovente noi dimentichiamo la infinita, santissima, sapientissima, minutissima cura che Iddio ha di noi. È Dio Padre, infinita sapienza, che tutto
~
dispone in numero, peso e misura9, secondo i nostri bisogni. Quando in cielo si manifesterà a noi il Padre e la delicatissima sua provvidenza a nostro riguardo, esploderà dal nostro cuore una immensa gioia che metterà sulle nostre labbra il gran cantico, il cantico della gloria. E preveniamo adesso e cantiamo il Gloria in excelsis Deo, il Padre nostro, il Gloria Patri.
Vangelo della santissima Trinità. «In quel tempo disse Gesù ai suoi discepoli: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque ad ammaestrare tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutte quelle cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla consumazione del mondo»10.
Frutto: istruzione religiosa. È necessario che ognuno studi Dio: «Noverim te»11, nei catechismi, nelle prediche, nella teologia, nella natura. Dio è il grande dimenticato, egli entra in tutto, come principio, mezzo, fine, eppure l'uomo egoista fa centro a sé e dimentica il Signore. Il primo amor di Dio sta nell'unirci, aderire a lui con la mente: «Amerai il Signore Dio tuo con tutta la mente»12, dice il divino Maestro, questo è il primo e massimo comandamento. Infatti siamo creati per conoscere Dio. Leggere dunque la Bibbia, studiare e leggere le cose sacre, aderirvi con la mente. Dio non creò solo esseri irragionevoli, ma volle fare l'uomo, che avrebbe servito Dio più perfettamente, dandogli un culto sapiente, «rationale obsequium»13.

2. Ego bonus: ha voluto dimostrare il Signore; l'attributo della bontà ha voluto manifestare di preferenza. Cantiamo la bontà del Figlio di Dio, la sua provvidenza.
Provvidenza generale. La provvidenza del Figlio si conosce in generale: egli è la luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo, e quindi è come la lampada dell'intelligenza per insegnare la verità a ogni creatura ragionevole: «Cuius providentia conditi sumus»14.
~
La sua provvidenza generale si conosce molto bene dall'incarnazione, perché in quel giorno ricevette dal Padre celeste il corpo e l'anima, ed egli abitò tra di noi. Venne a noi esempio di ogni virtù, venne a noi Maestro della più sublime dottrina, egli, la sapienza del Padre, egli, Maestro di diritto e di natura, egli, Maestro di fatto: «Scimus quia magister a Deo venisti: sappiamo che sei maestro venuto da Dio Padre»15.
Ed in terzo luogo si conosce ancora dalla sua redenzione. Egli ha pagato per noi tutti i debiti che avevamo con il Padre, sopportando e soffrendo tutto quanto ha dovuto soffrire e sopportare noi, peccatori. La sua croce, attraverso i secoli, è il segno della bontà del divin Figliuolo.
In particolare. La bontà di Gesù si conosce dalla istituzione dei sacramenti e dalla grazia di averli noi ricevuti. Per essi egli dà: con il Battesimo una nuova vita soprannaturale all'anima, con la Cresima la fortifica, la nutre con l'Eucaristia, la ripara con la Penitenza; e, come autore dei sacramenti dell'Ordine, dell'Estrema Unzione, del Matrimonio, interviene nei bisogni principali dell'uomo, come individuo, come figlio della Chiesa e come membro della civile convivenza.
Provvido in tutto, fino agli ultimi nostri momenti, in cui egli ci santifica con tre sacramenti: il Viatico, preceduto dalla confessione ossia dal sacramento della Penitenza e seguito da quello dell'Estrema Unzione. Oh, come è buono Gesù! Lo dicevano: «Maestro buono»16. Oh, il cuore di Gesù è di una bontà non solo paterna e materna, ma di una bontà essenziale. Le Litanie del Cuore di Gesù lo spiegano, ma noi stessi, ciascuno di noi, discendendo nella propria anima, trova che la sua vita è una storia di amor di Dio, della carità di Dio per lui. È bene quindi cantare adesso alla divina sapienza di Gesù, alla sua divina bontà, il Credo. E compiamo appunto il secondo dovere che abbiamo verso la santissima Trinità: credere, credere alla bontà di Gesù! Oh, dolcissimo comandamento che noi abbiamo: credere che Gesù è buono! Chi veramente lo crede e vuole eccitare il cuore pio a corrispondere alla sua bontà, non ha che da accostarsi alla santissima Eucaristia: Ego bonus, ci dice Gesù. Venite e mangiate a questa mensa: la mensa che la sapienza eterna di Dio ha saputo
~
inventare. «Memoriam fecit Deus mirabilium suorum, misericors et miserator Dominus, escam dedit»17, diede una mensa, preparò una mensa celeste.
Vangelo. Battesimo di Gesù: «Or mentre tutto il popolo si faceva battezzare e Gesù, già battezzato, pregava, si aprì il cielo e discese lo Spirito Santo su di lui in forma corporea a guisa di colomba, e venne dal cielo una voce: Tu sei il mio Figliuolo diletto; in te mi sono compiaciuto»18.
Frutto: fede. «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato come per aggiunta»19. «Non ho visto il giusto abbandonato, né il suo figlio privo del pane»20. Non temiamo, Dio è con noi, facciamo solo e sempre la volontà di Dio!
Dio non patisce crisi, non va soggetto a mutazioni. Dice lo Spirito Santo: «In quo non est transmutatio, nec vicissitudinis obumbratio»21. Giudichiamo gli avvenimenti storici secondo fede: tutto viene da Dio, eccetto il male morale; tutto è governato sapientemente da Dio, tutto mira alla gloria di Dio ed alla felicità eterna dell'uomo. La condotta della divina Provvidenza su questa terra in alcuni punti è misteriosa, ma chi crede che tutto nasce dalla paterna, infinita bontà del cuore di Dio Padre, guadagna merito, si acquista il cielo, un giorno vedrà in paradiso ogni cosa e la infinita sapienza e bontà di Dio.
Canto del Credo, Vi adoro, Gloria Patri.

3. Ego bonus: lo Spirito Santo è buono e cantiamo in terzo luogo la sua bontà.
Provvidenza generale. La sua provvidenza in generale si manifesta specialmente in tre cose: anzitutto nell'ispirare la divina Scrittura, la Bibbia, e nel lume che egli ha dato ai profeti dell'Antico Testamento. Si manifesta in secondo luogo nella creazione per volontà di Gesù Cristo, nella Chiesa che egli assiste affinché sia maestra infallibile ed indefettibile attraverso i secoli a tutti gli uomini. In terzo luogo nella consumazione delle anime, dopo la predica, consumazione; egli inonderà l'anima
~
di tale amore e di tale luce che la renderà felice ed unita eternamente alla santissima Trinità per mezzo della incorporazione in Gesù Cristo.
In particolare. La provvidenza dello Spirito Santo si manifesta poi in particolare a riguardo delle anime nostre. Noi difficilmente riusciamo a comprendere quanto sia delicata l'azione della grazia in noi. Ma intanto da quel momento in cui per mezzo del santo Battesimo fummo elevati all'ordine soprannaturale, è una continua alimentazione della vita divina nelle anime nostre. Noi godiamo le dolci, consolantissime comunicazioni come il ramo che è unito alla vite, il tralcio che finisce col fiorire, rivestirsi di foglie e produrre frutti dolcissimi. Lo Spirito Santo provvede a noi tutti i mezzi di santificazione. La sua provvidenza si manifesta nel mandarci le ispirazioni e le emozioni del cuore, negli inviti divini, nei propositi degli Esercizi e delle meditazioni. La sua provvidenza si manifesta nel fortificarci nei momenti difficili, si manifesta anche in questo: nel dare a ciascuno di noi quel tanto di occasioni, nel permettere quel tanto di tentazioni, difficoltà e dolori di cui abbiamo bisogno per corrispondere alla nostra vocazione e santificarci. Ognuno di noi deve essere certissimo che come il Padre non gli lascerà mancare il pane, il Figlio non gli lascerà mancare l'Eucaristia ed il lume della verità, così lo Spirito Santo non gli lascerà mancare la grazia, quando è necessaria per santificarsi.
Profiteri: professare altamente questa bontà dello Spirito Santo è il terzo dovere. Professarla: noi dobbiamo predicarla, dobbiamo parlarne. Non dobbiamo avere più dubbio, ma credere che la preghiera ci ottiene la grazia, e la grazia di pregare l'abbiamo sempre e se preghiamo, vinciamo, e se preghiamo, ci santifichiamo. Egli è la purezza per il vergine, è la sapienza per il dottore, è la fortezza per il martire, è l'ardore per l'apostolo, è ogni virtù per il confessore. Lo Spirito Santo non manca mai: «Si quis diligit me, ad eum veniemus et mansionem apud eum faciemus»22, professare adunque la bontà dello Spirito Santo. Cantiamo il Sanctus in unione con gli angeli e con i santi del paradiso; Atto di speranza, Gloria Patri.
~
E concludiamo con il glorificare la bontà del Padre, la bontà del Figlio, la bontà dello Spirito Santo, che non sono tre bontà, ma un'unica, essenziale, eterna bontà. Il Te Deum comprende appunto tutti i sentimenti e verità meditate.
Vangelo. Trasfigurazione: «Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni suo fratello, li condusse sopra un alto monte, in disparte. E si trasfigurò in loro presenza e il suo viso risplendé come il sole e le sue vesti divennero candide come la neve. Ed ecco, loro apparvero Mosè ed Elia a conversare con lui. E Pietro prese a dire a Gesù: Signore, è un gran piacere per noi lo stare qui; se vuoi, facciamo tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia. Mentre egli ancora parlava, ecco una nube lucida avvolgerli ed ecco dalla nuvola una voce che diceva: Questo è il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto, ascoltatelo. Udito ciò i discepoli caddero bocconi per terra, ed ebbero gran timore. Ma Gesù accostatosi a loro, li toccò e disse: Levatevi, non temete. Ed essi, alzati gli occhi, non videro altro che Gesù»23.
Frutto: professione della bontà di Dio. «La carità è diffusa nei nostri cuori per lo Spirito Santo che vi abita»24. La vita dei voti è la vera, pubblica professione della nostra speciale carità verso Dio, è una carità che noi professiamo in tutta la pratica dei consigli evangelici: castità, povertà, obbedienza, persino nelle cose più esterne di vitto, vestito, abitazione, occupazioni. Viviamo da veri religiosi: non solo di parole, ma professione di opere.
L'apostolato è una professione di carità continua, esterna, della intera vita, verso le anime. Esso è frutto della carità interiore: questa mira a portare la pace, la gioia, la felicità eterna. Sia vivo, sia soprannaturale, sia forte il nostro zelo. «Pone me, ut signaculum super cor tuum, ut signaculum super brachium tuum, quia fortis est ut mors dilectio, dura sicut infernus aemulatio»25.
~

* Ora di adorazione, alla Famiglia Paolina, in ciclostilato, fogli 3 (23x34,3), tenuta ad Alba l'11.6.1933. L'autore non è indicato, ma si presume sia il Primo Maestro. Nell'originale, tra parentesi tonde è scritto: “integra”.

1 Cf Ap 4,8.

2 Cf Lc 18,19.

3 Cf 2Cor 13,13.

4 Cf Ap 1,8: «Io sono l'Alfa e l'Omega».

5 Principio filosofico: «Il bene è per sua natura diffusivo».

6 “L'inizio e il termine”.

7 Cf Mt 6,31-32; 10,30.

8 «Conoscere, credere e proclamare».

9 Cf Sap 8,1.

10 Cf Mt 28,18-20.

11 S. Agostino: «Che io ti conosca», cf Soliloqui II, 1.

12 Cf Mt 22,37.

13 Cf Rm 12,1: «Il ragionevole vostro culto» (Volgata).

14 Cf Col 1,16: «Per mezzo di lui sono state create tutte le cose».

15 Cf Gv 3,2.

16 Cf Mt 19,16.

17 Cf Sal 111,4-5: «Dio ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi: pietà e tenerezza è il Signore. Egli dà il cibo».

18 Cf Mt 3,17.

19 Cf Mt 6,33.

20 Cf Sal 37,25.

21 Cf Gc 1,17: «Nel quale non c'è variazione né ombra di cambiamento».

22 Cf Gv 14,23: «Se uno mi ama, noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».

23 Cf Mt 17,1-8.

24 Cf Rm 5,5.

25 Cf Ct 8,6: «Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione».