Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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40. IL NOME DI MARIA *

Nel giorno della nascita della santa Madonna si è pregato e si è lavorato e si è scritto per l'opera delle opere, cioè l'opera delle vocazioni. È utile adesso che legga i nomi dei paesi da cui in questi giorni vennero accettati dei fanciulli: Biolo, Corneliano, Coarezza, Castel Pagano, Castelletto d'Erro, Cavallermaggiore, Caisole, Faeto, Fubine, Follonica, Fraelacchio, Govone, Loiano, Monterosso, Piossasco, Ponte a Egola, Pietragalla, Roccadebaldi, Staffolo, S. Giuliano Sannio, S. Lazzaro, Saint Pierre, Saluzzo, S. Benedetto Po, Tetti Dronero, Trezzo Tinella, Torre Bormida, Saluggia, Villa S. Sebastiano, Villadossola.
E ancora leggiamo le borse di studio costituite in questo tempo, dall'ultima volta. Complete: S. Giovanna, Famiglia Pusineri, Preziosissimo sangue di Gesù, Visitazione di Maria SS., S. Antonio da Padova, Angelo Custode, S. Cuore di Gesù, S. Elisabetta, N.S. di Lourdes, Barberis Adele, SS. Salvatore, SS. Benigno e Lucia, S. Teresa d'Avila, N.S. delle Grazie, SS. Pietro e Ferdinando. Poi quelle incominciate: Immacolata, S. Giovanni Battista, Gesù Bambino, Divin Redentore e Madonna del Carmine, Passione di N.S. Gesù Cristo, SS. Aurelia e Teresina, S. Antonio da Padova. Completate: Addolorata (2.a), S. Sebastiano, SS. Pietro Francesco e Giorgio, S. Caterina. In tutto ho letto il nome di ventisei.
È utile ricordare che il mese di settembre è il tempo più prezioso per il lavoro delle vocazioni e, quello che comincia adesso e continua nei mesi successivi, è anche il tempo più prezioso per l'altro lavoro delle borse di studio.
Abbiamo celebrato l'altro ieri la festa della natività di Maria santissima cum gaudio, con gioia. E dopo la nascita, alla Madonna venne imposto un nome e fu chiamata Maria: «Et nomen Virginis Maria»1. La festa del nome di Maria si celebra il 12 c.m.,
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ma è utile che preveniamo questa cara solennità, tanto più che quest'anno è solennità speciale per il motivo che vi dirò in seguito. Maria è nome che porta luce alla mente, forza alla volontà, grazia ed affetto per il cuore. Sopra il nome di Maria, S. Bernardo, S. Bonaventura, S. Alfonso dicono delle cose bellissime.
È un nome potente, è un nome dolce, è un nome caro: potente per le grazie che ci ottiene, dolce per la consolazione che infonde nei nostri cuori in questa valle di lacrime, caro perché questo è il nome della Madre. Il nome di una madre non si può mai pronunziare senza sentire qualche commozione. Caro, e abbiamo appreso questo nome della nostra Madre celeste da due altre madri che ce lo hanno fatto sentire dolcissimo e carissimo: dalla madre Chiesa, che ci insegna la devozione, il rispetto, la venerazione a Maria; dalla nostra madre terrena la quale, appena eravamo capaci di pronunziare qualche parola, ci mise subito sulle labbra il nome di Maria, invitandoci a ripeterlo con frequenza. Caro, e lo ripetiamo ogni giorno; caro, e speriamo invocarlo in punto di morte, e sia questa l'ultima parola che pronunceremo.

1. Il nome di Maria è luce alla mente. Quando un'anima si trova ottenebrata dal dubbio, quando è sconvolta dalla tentazione, quando si trova nell'ignoranza, quando la mente incontra difficoltà nello studio, chiami Maria: Maria è la madre del buon consiglio, Maria è madre della Sapienza, Maria è regina degli apostoli. Non abbiamo ancora finito di pronunciare questo nome che torna la serenità nella nostra anima. Ecco, press'a poco come avviene al marinaio che si trova là in mezzo alle tempeste e alle burrasche e guarda la stella. Maria è la nostra stella in questa vita. Ricordiamo l'esempio, che torna sempre molto a proposito, del santo dottore S. Alberto Magno. Nella sua fanciullezza, nonostante molta buona volontà, incontrava tali grandi difficoltà nello studio che aveva deciso di abbandonare la carriera intrapresa. E mentre stava già per lasciare quel luogo, si fermò a salutare un'immagine della Madonna di cui egli era assai divoto, dicendo press'a poco così: Vi saluto, o Madre, dacché qui non son potuto riuscire, me ne allontano; beneditemi, assistetemi nella mia vita. Ma una voce dolcissima, che fu tutta luce alla sua mente, si fece sentire: Alberto, torna indietro, tu avrai la sapienza che desideri. Vuoi la sapienza terrena o la sapienza celeste?.
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E siccome al fanciullo sembrava superbia chiedere la sapienza celeste, domandò la sapienza terrena.
Voi sapete che S. Alberto Magno è diventato il Dottore universale, così è salutato negli Atti pontifici, e fu anche maestro di S. Tommaso d'Aquino. La Madonna era diventata la luce della sua mente.

2. Il nome di Maria è virtù, cioè forza della nostra volontà. Maria ci appare creatura debole, infatti appartiene al sesso debole, eppure il suo nome ha tale potenza che attirò dal cielo il Figliuolo di Dio. Il suo nome ha tale potenza che incute spavento anche ai demoni. Il suo nome è più potente di un esercito in guerra, schierato in campo. Quanto serve l'invocare il nome di Maria, specialmente se si tratta di praticare le virtù più fondamentali della nostra vita: la fede, la speranza, l'amore di Dio! Allorché si tratta di fuggire il peccato, per farci sante è necessario passare attraverso molti sacrifici. Ebbene, chi ci sosterrà nel cammino? Dobbiamo fare come hanno fatto i santi: invocare Maria.
Quest'anno si celebra il duecentocinquantesimo anniversario della liberazione di Vienna dai turchi2. E proprio in questi giorni sono radunati colà, in congresso solenne, con il Legato pontificio tanti cattolici, tanti vescovi e sacerdoti. Onorano la Madonna, parlano di Dio, di questo Dio che in questo periodo di tempo, deve riportare una grande vittoria: vincere l'ateismo.
L'ateismo infatti si muove organizzato, più potente dello stesso esercito dei turchi di duecentocinquanta anni fa. Questo esercito trova degli alleati anche nelle popolazioni che pure adorano Iddio e lo pregano, come allora i turchi hanno trovato degli alleati persino in mezzo a coloro che si dicevano cattolici. I cristiani erano settantacinquemila, mal preparati, poco armati. I turchi erano duecentocinquantamila, armati, organizzati, condotti da capitani che avevano preparato l'assalto a Vienna da lunga data. Vienna era il baluardo che essi volevano abbattere per marciare direttamente contro l'occidente cristiano, europeo. Innocenzo XI3 era riuscito ad indurre Giovanni Sobieski4 a mettersi a capo delle milizie cristiane. Quella mattina fu celebrata la santa Messa che
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fu servita dal Re di Polonia. Un'immagine della Madonna fu esposta pubblicamente per opera dei padri Barnabiti. Si invocava il nome di Maria: i turchi combattevano forti delle loro armi e del loro numero, i cristiani invece combattevano forti della forza con cui combatté Davide quando atterrò il gigante Golia. L'esercito turco fu pienamente sbaragliato: ottantamila di essi rimasero sul campo, gli altri si diedero a precipitosa e disordinata fuga. Sobieski scrisse al Papa: «Venimus, vidimus, Deus vicit»5. E siccome si era invocato il nome di Maria, a ricordo dell'insigne vittoria fu istituita la festa del santissimo Nome di Maria, che si celebra appunto il 12 di questo mese. Maria era stata la virtù, la forza di Innocenzo XI, di Giovanni Sobieski e dell'esercito cristiano. E Lepanto6 e Vienna sono due vittorie ottenute in nome e con l'invocazione della Madonna, vittorie che arrestarono definitivamente i turchi nella loro marcia verso Roma. Maria è virtù per la volontà: Turris davidica, turris eburnea, domus aurea, foederis arca, ianua coeli, stella matutina7.

3. Il nome di Maria è grazia al cuore. In questa valle di lacrime noi abbiamo bisogno di essere condotti per mano da una madre. Nell'ordine di natura Iddio ci ha messo accanto una donna: la nostra madre terrena; è il ricordo più dolce, è il ricordo più caro della nostra vita. Quante volte anche negli studi, in mezzo alle difficoltà e ai lavori, nella preghiera ci si presenta davanti quella figura che per noi è sempre tutrice: il ricordo di nostra madre. I grandi hanno sempre avuto devozione alla loro madre. E come nell'ordine della natura, così nell'ordine della grazia Iddio ha messo accanto a noi una madre: è la Madonna. Ce la diede quando la fece Madre di Dio, la proclamò [nostra madre] quando Gesù si trovava all'ultima riga, diciamo così, del suo testamento d'amore. Già aveva lasciato se stesso in cibo e bevanda, e finalmente diede l'ultima cosa che gli rimaneva, la madre: «Ecco, o Giovanni, tua madre»8. E noi ce la siamo presa
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questa nostra madre fin dai più teneri anni. Siamo stati consacrati alla Madonna appena nati? Ricordate almeno che il nome di Maria discese nel vostro cuore il giorno della prima Comunione. Pensando, forse ci viene in mente una chiesa, un altare, una statua, un parroco che predicava, e noi diventavamo consapevolmente i figli di Maria, e ci consecravamo a lei. E tutti i passi della vostra vita, i passi più importanti, furono fatti sotto l'occhio, sostenuti, tenuti per mano anche da questa madre? È così che vi formate durante il ginnasio? Ah, se invocate la Madonna! Quel tempo è così difficile..., ma se invocate la Madonna passerà bene, Maria vi conserverà l'innocenza, mentre si irrobustirà la volontà, la virtù. Ah, un figlio che cammina da solo è un figlio orfano! Altro è il figlio che cammina da solo, altro è il figlio che cammina con la madre: quale differenza tra di loro! Iddio ci ha dato la Madre, non condanniamoci volontariamente ad essere orfani. Facciamo come S. Giovanni evangelista, prendiamola con noi: «Accepit eam discipulus in sua»9. E i passi seguenti, e il noviziato, e la professione, e il chiericato, e tutta la vita religiosa, e tutto ciò che facciamo di più importante, tutti i passi, furono sostenuti dalla Madonna? Man mano che si va avanti abbiamo maggior bisogno della Madonna perché il cammino diventa più difficile. Orbene, la devozione alla Madonna sia sempre con noi, e Maria sarà sempre per noi grazia. Sì, ella disporrà tutto perché ridondi a nostra salvezza e santificazione. Invochiamo sempre la Madonna. Prima di terminare ricordiamo bene la lode:
Le dolci note belle, / io non vi invidio, o stelle, / ho anch'io Maria sul labbro, / ho anch'io Maria nel cuor.
Maria sarà la nostra grazia in tutti i passi: «Ave, gratia plena»10, piena di grazia è la Madonna: «Invenisti gratiam»11. La Madonna ha la grazia per sé, ma l'ha anche per noi; concepita piena di grazia, ha trovato grazia anche per tutti i suoi figliuoli. Eva ha trovato grazia e l'ha rovinata e l'ha sprecata, Maria invece ha trovato grazia e l'ha aumentata ogni giorno e l'ha data a tutti i figliuoli che l'amano, che la cercano.
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Amiamo la Madonna, amiamo la Madre: sarà la nostra luce, sarà la nostra virtù, sarà la nostra grazia e dolcezza. È bello finire con il canto della Salve Regina. Oh, questo canto, come era caro al cuore dei santi! S. Vincenzo de' Paoli12, alla sera, cantava la Salve Regina in una maniera così soave e toccante che il padrone di cui era schiavo, sebbene turco, restava anche lui commosso, e si fece istruire e domandò il battesimo.
Dunque con la Salve Regina salutiamo questa nostra cara Madre.
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* Predica, alla Famiglia Paolina, in ciclostilato, fogli 3 (22,7x34,3), tenuta ad Alba il 10.9.1933. Non è indicato l'autore, ma dal contenuto si suppone sia il Primo Maestro. Copia dell'originale si trova anche nell'Archivio della SSP.

1 Cf Lc 1,27.

2 Vienna, capitale dell'Austria, fu liberata dai turchi nel 1683.

3 Innocenzo XI, Benedetto Odescalchi (1611-1689), papa dal 1676.

4 Sobieski Giovanni (1624-1696), re di Polonia, vincitore della battaglia di Vienna.

5 «Siamo venuti, abbiamo visto, Dio ha vinto».

6 I turchi nella loro spinta verso l'occidente erano giunti fino a Cipro (luglio 1571). Il papa Pio V patrocinò una lega fra gli stati occidentali. La flotta cristiana travolse quella turca presso Lepanto (7 ottobre 1571), nel mar Mediterraneo.

7 Invocazioni delle Litanie lauretane: «Torre di Davide, torre d'avorio, casa aurea, arca dell'alleanza, porta del cielo, stella del mattino».

8 Cf Gv 19,27a.

9 Cf Gv 19,27b: «Il discepolo la prese nella sua casa».

10 Cf Lc 1,28.

11 Cf Lc 1,30: «Hai trovato grazia».

12 Vincenzo de' Paoli (1581-1660), francese, sacerdote, fondatore di opere caritative. Diede inizio ai Preti della Missione e con S. Luisa de Marillac alle Figlie della Carità.