Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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29. IL FINE DEGLI ESERCIZI29
1. Il primo pensiero è di riconoscenza al Signore. Un bel "Deo gratias" perché dagli ultimi esercizi ad oggi il Signore vi ha fatto molte grazie. Mi sembra quasi di trovarmi in un bel giardino in cui sono coltivate rose, viole, gigli.
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2. In quest'anno avete fatto molto del bene Rose di carità: c'è più carità? Viole di umiltà: siamo più umili? Gigli di purezza: siamo angeli di purezza? In questo anno si è temuto il peccato? Ringraziamento al Signore perché siete entrate a far parte definitivamente della Chiesa con il vostro apostolato, non riconosciuto ma approvato.
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3. Siete entrate nella Chiesa, per cui l'Istituto è diventato stabile. Ora si tratta di camminare bene. Tra le istituzioni approvate quest'anno, ce ne una di circa duemila membri. Siete diventate stabili ed ora le costituzioni obbligano, non si può più andare un po' di qua, un po' di là. Bisogna dipendere dalla Chiesa rappresentata da chi guida. Ora siete sicure che vi farete sante, che il vostro apostolato va bene per la salvezza delle anime. Daremo importanza particolare alle costituzioni.
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4. Due sono i fini negli esercizi: mettere a posto il passato e progredire per l'avvenire. Gli esercizi devono dare uno sguardo al passato. Mi trovo contenta dagli ultimi esercizi? Avevo fatto dei propositi, li ho mantenuti? Ho fatto dei mancamenti? Ora vi dico come regolare gli esercizi secondo le costituzioni.
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5. L'Istituto ha un cuore che è quello di Gesù buon Pastore. Si deve fare un capovolgimento in se stessi. Non dico di fare tutte la confessione generale, ma in un momento così solenne della nostra istituzione, in cui avete tante, tante domande dai cardinali, dai vescovi e dai parroci, è utile che si cominci senza nessun peccato; che Gesù buon Pastore non veda entrare nessuna pastorella che gli sia meno gradita. Sia tolto tutto il peccato, non solo, ma sia tolta la radice. Bisogna togliere in questo giorno le nove radici del peccato.
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6. Prima grande radice: la superbia; seconda l'avarizia; terza l'ira, quell'ira che fa vedere le cose per traverso, che si prolunga alle volte e fa condurre la vita triste. Togliere l'invidia di cui è pieno il mondo, specie nelle comunità. Togliere la golosità; la pigrizia; la curiosità che spinge alle volte fuori di strada. Poi dominare i nervi. Vedere di estirpare le radici, come dicono le costituzioni quando parliamo del noviziato. Per togliere l'orgoglio bisogna pregare, dimenticare noi, i nostri gusti, le nostre preferenze. Come è difficile dimenticarsi, quanto costa togliere le radici fino in fondo. Ognuna poi può esaminarsi se si è messa nelle occasioni di male, sesi è lasciata andare alla freddezza. Togliere il peccato e le radici di esso.
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7. Poi formarsi un programma di vita spirituale. Cosa voglio fare per santificarmi? Cosa voglio fare per l'apostolato? Il primo lavoro è la santificazione, non trascurare noi stesse per le opere di zelo; poi lavorare per le anime. Quando vogliamo farci santi, vogliamo il paradiso.
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8. Per vivere la nostra vocazione, quali sono i mezzi? Quest'anno vi suggerisco un proposito per tutte: studiare e praticare le costituzioni. Così potete spiegarle alle giovani che volete invitare a farsi suore, non darle, perché non si può, ma spiegare cosa contengono, specialmente certi punti. Queste costituzioni sono state studiate molto, esaminate da due cardinali poi approvate dalla Chiesa; sono già tali e quali ci vorrebbero per l'approvazione definitiva. Che cosa vi mancherebbe per l'approvazione pontificia? Manca il numero, occorre che aumentiate, poi che allarghiate il cuore.
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9. L'idea è tanto importante: si acquisti cuore e mente larga. Un anno quindi di costituzioni, leggerle e meditarle nella visita. Il vostro direttore spirituale sia il libro delle costituzioni.
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10. State alle vostre costituzioni. Nessuna pastorella si farà santa senza stare alle costituzioni. Non importa un ufficio o un altro, più intelligenza o meno, più o meno salute. Tutte potete farvi sante. Le costituzioni sono date dal Vicario di Gesù Cristo; dovrete poi leggerle ogni anno, ma la prima volta approfondirle bene. Inoltre pensare all'apostolato pastorale. Avete raccolto molti meriti già nell'apostolato. Se un anno fa avete fatto gli esercizi, avete acquistato molti meriti, non solo con la vita religiosa, ma anche con l'apostolato. Voi fate bene l'apostolato, ma si può fare meglio, si può fare ottimamente.
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11. Esaminate l'interno della casa: quando tutte sono contente, quando non ci sono ossa bloccate si va avanti bene, è come un anticamera del paradiso; non così se ci sono ossa fuori posto.
Che cosa significano i riflessi? Sono le applicazioni su ciò che si è detto. Dare più importanza ai riflessi quest'anno. Se una non riflette è come se andasse a tavola a vedere che cosa c'è per pranzo e non mangiasse, o mandando non masticasse. I riflessi sono come il masticare.
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12. Osservando l'orario, voi avete già un mezzo di progresso per far bene gli esercizi. Utilizziamo bene la grazia del Signore, che non passi inutilmente.
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13. E pregate per una organizzata, compatta, santa congregazione; che lasciate una famiglia di sante nella Chiesa. Gesù buon Pastore vi dia una larga benedizione. Avete ascoltato l'invito di Gesù: «Venite in desertum locum et requiescite pusillum» (Mc 6,31). Siete venute a riposarvi dall'apostolato e a lavorare per l'anima vostra.
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14. Posate il vostro capo, la vostra testa sopra il cuore di Gesù ed egli vi comunicherà i suoi sentimenti. Vi dirà: «Lavoriamo insieme; io lavoro, parlo alle anime, e tu lavora insieme».

San Pietro - Massa Martana (PG)
29 settembre 1953

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29 S. Pietro - Massa Martana (PG), 29 settembre 1953