Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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23. ORAZIONE ATTIVA - II23
1. Offriamo questa meditazione alla Madonna come ossequio.
Continuiamo l'argomento già cominciato. Quando si parla con una persona mettiamo in attività tutte le nostre facoltà. La memoria: vi sono alcune che difettano di memoria e dicono sempre le stesse cose.
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2. L'intelligenza: capire quello che si dice. Volontà: quando si vuole agire. Regolare il nostro parlare, il sentimento, il cuore. Alcune cose ci entusiasmano, altre cose ci rattristano, quindi il sentimento varia. Si succedono sentimenti di speranza e di sconforto. Ora anche nella meditazione sono in atto queste facoltà, però in certi momenti agisce più la volontà e specialmente il cuore.
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3. Aiutarsi con la fantasia. Se lasciamo la fantasia fantasticare, allora diviene una macchina cinematografica. Nella preghiera aiutarsi con la fantasia. Ci sono delle persone che hanno la fantasia viva. Pensare che si è alla presenza di Dio. Poi fare intervenire la fantasia, per esempio leggendo il Vangelo della Samaritana. Farsi l'immagine del pozzo, vedere Gesù stanco, sudato. Era mezzogiorno. Immaginare che si siede; e poi vedere la donna che arriva vicino al pozzo. Ricostruire questa scena come in un quadro. Raccogliere la fantasia, altrimenti disturba.
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4. Alle volte sarà facile, alle volte no. Per esempio: lo Spirito Santo è più difficile rappresentarselo. Se non si riesce a pregare così si passa ad utilizzare le altre facoltà.
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5. Memoria - quando si è incominciata la meditazione si ricorda il soggetto scelto. Qualche volta è bene farla senza libro, chi fa fatica prende il libro. Quando la materia è già divisa si segue questa. Se non è divisa, allora si prende una pagina di Vangelo o di sacra Scrittura. Ma non bisogna che la meditazione si riduca ad una lettura. Quanto bisogna leggere? Non molto. In principio una mezza pagina, poi si ritorna sopra e si riflette, fermandosi su quella frase che ci colpisce di più.

Luglio 1953

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23 Luglio 1953