Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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45. LA VITA DI FEDE45
1. Vi è grande diversità tra gli uomini. Essi si potrebbero dividere in due categorie: quelli che non credono e quelli che credono, a queste due se ne può aggiungere una terza: quelli che credono poco. Quelli che non credono ai beni eterni che Dio ha creati, non credono che nella vita, e quindi non si curano che di star bene e di evitare di soffrire; vivono una vita egoista, pensano solo a questo mondo e si chiamano mondani.
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2. Ci sono quelli che credono al fine per cui sono creati, al giudizio, all'eternità, e lavorano per guadagnarsi il paradiso ed evitare l'inferno: questi si chiamano uomini d'eternità. Anche tra noi vediamo tanti che vivono senza fede ed altri che vivono con fede. Vi sono poi di quelli, e sono parecchi, che hanno un po' di fede, ma è languida, superficiale, non sentita; e questi nella vita producono pochi meriti. Vivacchiano così: vediamo di non perderci, dicono. Non è una fede che li porti a vivere tutta la giornata per il cielo.
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3. Si può anche stare inginocchiati, e invece di pregare essere distratti. Ci sono persone che hanno ricevuto la fede, ma non la vivono; recitano qualche formula di fede e basta. La fede viva produce i frutti. Ma anche nella vita religiosa la fede può illanguidirsi.
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4. «Una volta avevate cominciato bene perché ora siete così tiepidi e trascurati?», dice il Signore. una fede debole non produce più la carità. La fede è nel cuore e non si vede, non si tocca, è nascosta, ma i frutti non sono nascosti: dalle opere conoscerete i frutti del cuore. Gesù diceva: «La tua fede ti ha salvato» (Lc 7,50). C'è molta differenza tra avere solo un po' di fede ad avere una fede sentita.
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5. Mentre ringraziamo Dio di averci infuso questa virtù nel battesimo, ci interroghiamo se in noi essa è viva o semi-viva o morta. «Beati i poveri di spirito perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3). Chi non ha fede, dà una dottrina contraria.
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6. Pensiamo Gesù a Betlemme, quando lavorava a Nazaret, quando era privo di tutto nella sua vita pubblica. Amiamo la povertà? La desideriamo, la pratichiamo? Siamo convinte che la povertà ci fa veramente ricchi, che ci darà il cielo?
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7. «Beati i miti perché possederanno la terra» (Mt 5,5). Non conservano rancore, non rispondono male, accettano volentieri le correzioni, non si credono qualche cosa. Il popolo viene volentieri da chi parla con franchezza ma con bontà; non col bastone si attirano le anime, ma con la persuasione.
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8. «Beati quelli che piangono perché saranno consolati» (Mt 5,4). Chi piange i propri peccati li cancella. Beati coloro che piangono sopra le anime che camminano male, per le anime tiepide.
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9 «Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati» (Mt 5,6). Quando si ha veramente voglia di farsi santa, il Signore dà la santità: non guarderò a destra o a sinistra cosa succede, mi farò santa. La mia fame e sete di giustizia, che è la santità, saranno satollate. Ci sono delle persone che non hanno più fede di farsi sante, sono disperate; ma anche con una sola ora ci si può far sante. Quando ha fede di potersi fare santa, l'anima è piena di fervore e si scuote. Quando si ha fede, si è molto diversi.
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10. San Francesco d'Assisi aveva un'educazione fine, appena convertito non riusciva a vincere se stesso, ad esempio non riusciva ad avvicinare un lebbroso, ne aveva grande ripugnanza. Quando vide il primo, per istinto sentì di scappare, poi tornò indietro, gli diede l'offerta e gli baciò le mani. Chi non ha fede non sente e non stima la vita comune, lontana dagli occhi fa tante eccezioni. Non ci siano tante eccezioni, ma volontà ferma, decisa. Con umiltà si fanno piccoli meriti nella vita comune, si raccolgono tesori per la vita eterna.
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11. «Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). Chi non ha fede vuole vendicarsi, vuole avere la rivincita, non cura il sacrificio per sollevare chi soffre. Ma se noi usiamo misericordia, sarà usata con noi.
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12. «Beati i mondi di cuore» (Mt 5,8), coloro che vigilano sul loro interno, mente, cuore, fantasia. Se hai il cuore mondo, vedrai Gesù. Quando c'è la mondezza interna si capiscono le meditazioni, le visite al santissimo Sacramento.
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13. «Beati i pacifici perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9).«Io sono il Dio della pace». Il poeta Dante, quelli che suscitano discordie li fa dividere nelle loro membra. Chi ama la pace è figlio beniamino di Dio «Pax vobis» (Gv 20,19).
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14. «Beati quelli che soffrono persecuzione per la giustizia» (Mt 5,10), il premio è grande.
La fede deve essere viva, sentita, ferma costante manifestata, praticata Quando vi è fede, la vita religiosa è vissuta bene.

San Pietro - Massa Martana (PG)
4 ottobre 1953

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45 S. Pietro - Massa Martana (PG), 4 ottobre 1953