Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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INTRODUZIONE
Una chiara dimostrazione di come Don Giacomo Alberione desiderava che le Apostoline si indirizzassero bene verso il carisma vocazionale, si può cogliere dall’abbondante predicazione dell’anno 1961; non tutta, però, raccolta in questo testo, dato che alcune meditazioni sono andate smarrite o non sono state registrate (abbiamo gli appunti delle sorelle allora presenti). Il Fondatore incoraggiava molto le prime Apostoline a credere nella missione vocazionale e ad avere fiducia che l’Istituto era voluto da Dio, sollecitandole a camminare con decisione in questa via: «Coscienza vocazionaria avere! E poi formarla negli altri questa coscienza vocazionaria. Naturalmente, per questo e per la vita di apostolato, occorre che ci sia lo spirito di iniziativa. Non pensare sempre che si debba aspettare che venga l’ordine, che si suggerisca un mezzo: invenzione! Invenzioni di vie, di mezzi per operare! […] Creare delle attitudini, che non si creano solo con il dire: Fate! No, no! Bisogna sentirle, infonderle e soprattutto viverle! E muoversi, muoversi, muoversi… dopo aver lungamente pregato! E il Signore questa grazia la dà sicuro, perché l’Istituto viene dal Signore Gesù e vuole che prenda la sua via, la via decisa» (pp. 192, 194).
Così le Suore Apostoline, nelle rispettive comunità di Castel Gandolfo e di Torino, continuano ad essere accompagnate dal Primo Maestro (PM): egli predica, ascolta e confessa il piccolo gruppo, che inizia a crescere con l’arrivo di nuove vocazioni nella casa di Mole; nello stesso tempo, egli indica le iniziative apostoliche da intraprendere e le segue passo passo… Mentre prosegue l’esperienza lavorativa negli uffici della SAIE a Torino, le Apostoline lì presenti portano avanti anche i ritiri vocazionali per ragazze, ai quali partecipa a volte lo stesso Fondatore che tiene le riflessioni e si rende disponibile all’ascolto delle partecipanti. Infatti, in questo anno egli è particolarmente presente in Piemonte tra Torino ed Alba. Poiché, però, molte meditazioni da lui dettate alla SAIE (tra luglio 1960 e settembre 1963) non hanno datazione, a volte è risultato difficile collocarle cronologicamente.
Delle 62 registrazioni qui pubblicate, oltre ai commenti sulla liturgia domenicale e ai ritiri mensili, figurano le istruzioni degli Esercizi Spirituali tenuti a Castel Gandolfo, e la Relazione tenuta il 15 settem-
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bre ai sacerdoti della diocesi di Alba, in occasione della prima Mostra delle Vocazioni.
Gli Esercizi Spirituali delle Suore Apostoline iniziarono il mattino di domenica 6 agosto e terminarono il 12 agosto. Il PM tenne complessivamente 17 meditazioni, più una breve comunicazione la mattina dell’ultimo giorno; don Carmelo Panebianco1 tenne le 6 restanti meditazioni. Il Fondatore fu sempre presente, o di mattina o di pomeriggio, anche per le confessioni e il dialogo con le suore, tranne l’8 agosto, giorno in cui si trovava a Verona per l’incontro delle superiore delle Figlie di San Paolo dell’Italia settentrionale. Tra gli audio degli Esercizi, manca gran parte della I Istruzione del 4° giorno e non risulta registrata la II. Nella comunicazione dell’ultimo giorno, di cui abbiamo parziale registrazione, il PM - pur restando responsabile diretto dell’Istituto (cf p. 207) - informa le Apostoline della decisione che fossero seguite da don Panebianco, poiché i suoi numerosi impegni lo tenevano «spesso fuori per altre Case che si trovano anche in necessità di essere guidate» (p. 276), e perché occupato anche nella formazione degli Istituti aggregati. In verità, da ciò che ci risulta, questa consegna non ebbe di fatto seguito, anche se don Panebianco collaborò con l’Istituto nell’apostolato vocazionale.
Ricordiamo brevemente alcuni importanti eventi che interessarono la Famiglia Paolina in questo periodo: era in corso l’Anno biblico, indetto dal 30 giugno 1960 al 30 giugno 1961, per celebrare il 19° centenario della venuta di san Paolo a Roma, che diede grandi frutti apostolici2; le Figlie di San Paolo, sulla scia del Mese di Esercizi della Società San Paolo (Ariccia, aprile 1960), celebrarono i loro Esercizi Spirituali straordinari (Ariccia, 15 maggio – 5 giugno), nei quali il PM tenne due istruzioni al giorno sulle Costituzioni3; vi fu l’iniziativa della prima Mostra delle Vocazioni in Alba, di cui parliamo più avanti; inoltre, il 12 dicembre si tenne, sempre ad Alba, l’apertura del processo diocesano per la canonizzazione di Maggiorino Vigolungo (cf pp. 380-381).
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A livello ecclesiale, l’anno 1961 ha il suo culmine nell’indizione, il giorno di Natale, del Concilio Ecumenico Vaticano II da parte di Giovanni XXIII4. Il clima che si respira nella Chiesa in questo tempo è evidentemente di grande attesa per un evento che si va scoprendo e preparando; come pure di presa di coscienza che i cambiamenti sociali e culturali, politici ed economici dei popoli si riflettono nella vita stessa delle comunità ecclesiali e chiedono risposte concrete alle nuove sfide da affrontare5. In ogni caso, il Concilio, con la sua ventata di novità, ha ricevuto una preparazione remota che si recepisce sia dai documenti del Magistero precedenti sia dagli studi e dai trattati dei teologi; inoltre dalla esperienza ecclesiale liturgica, ecumenica, missionaria e laicale di Chiese locali e di nuove e antiche Congregazioni religiose, che con le loro iniziative hanno dato impulso all’apostolato e hanno influenzato non poco l’ecclesiologia del Vaticano II6.
Tra la fine degli anni ’50 e gli inizi degli anni ’60, con una consapevolezza sempre più chiara, si realizzò in tutta la Chiesa una grande fioritura di iniziative a livello vocazionale, legata certo alla crisi del reclutamento vocazionale che in alcune nazioni più secolarizzate era già molto evidente, ma favorita anche dal risveglio missionario e dai passi che l’ecclesiologia stessa stava muovendo. La Sacra Congregazione dei Seminari, attraverso il lavoro della Pontificia Opera Vocazioni Ecclesiastiche (POVE), promosse l’incremento delle Opere per le Vocazioni Ecclesiastiche (OVE), ad essa collegate, e dei Centri Nazionali e Diocesani Vocazioni; assunse in proprio, nel 1960, la direzione della rivista Seminarium7 che, con il primo numero del 1961, cambiò veste: ampliò i suoi temi attraverso documenti e studi sul sacerdozio, anche su questioni dibattute di attualità; e diede molto spazio alle segnalazioni di proposte, attività, esperienze vocazionali e formative da tutto il mondo, come pure alla recensione di testi e sussidi. Tra il 1960 e il 1961, dopo una consultazione dell’Episcopato, la Congregazione dei Seminari convocò in Italia, nelle proprie rispettive regioni, i rettori di Seminari e i direttori delle Opere per le Vocazioni Ecclesiastiche «allo scopo
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di approfondire i problemi delle Vocazioni come si presentano nelle singole Regioni»; promosse poi il Primo Congresso Nazionale Italiano per le Vocazioni Ecclesiastiche La scelta e la cura delle Vocazioni nell’attività pastorale di oggi (Roma, Domus Mariae, 17-21 aprile 1961)8, che in qualche modo anticipò quello internazionale del 1962 su Le Vocazioni ecclesiastiche nel mondo moderno9.
In questo clima di ripensamento e rinnovamento, anche la Congregazione dei Religiosi da parte sua, attraverso la Pontificia Opera Vocazioni Religiose (POVR), organizzò il Primo Congresso Internazionale su Le vocazioni agli stati di perfezione nel mondo di oggi (Roma, 10-16 dicembre 1961) al fine di «suscitare un interesse di portata universale» sulla vocazione alla vita consacrata, inscritta dentro la «vocazione universale dei cristiani alla perfezione»10.
Queste e molte altre iniziative contribuirono alla presa di coscienza che, insieme alla ininterrotta preghiera per le vocazioni, diventava sempre più necessario un serio e accurato lavoro pastorale, non solo con bambini e ragazzi, ma anche con coloro che seguono la loro crescita e formazione: genitori, insegnanti, parroci, religiosi/e… Inoltre, cresceva la consapevolezza che i chiamati andavano seguiti e formati in tutto l’arco della loro vita.
Ricordiamo che rispetto ad altre nazioni - come ad esempio la Francia, il Canada e gli Stati Uniti - la Chiesa in Italia non fu tra le prime a mettersi in movimento nell’ambito vocazionale, fatto che anche Don Alberione, nella sua Relazione del 15 settembre ai sacerdoti di Alba, mise in evidenza: «La pastorale, che prima si affacciò timidamente
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alle porte d’Italia, oggi ha l’ingresso libero, anzi, obbligato! Non temiamo di imparare da altre nazioni. Confessiamolo innanzi a Dio: siamo un po’ ritardatari. Ma non esser pronti a piangere perché l’ovile si è svuotato… ma pregare ed operare secondo lo zelo ed un sano ottimismo» (p. 299).
Occorre sottolineare, comunque, che sia le iniziative delle Congregazioni dei Seminari e dei Religiosi, sia quelle dei religiosi o del clero locale, puntavano ad un lavoro di reclutamento nelle proprie fila, mentre il Fondatore - uomo di ampie vedute qual era - comprese subito abbastanza chiaramente la necessità di un lavoro a largo raggio, un lavoro unitario, un lavoro orientato a tutte le vocazioni, al loro reclutamento come alla loro formazione: ciò che, di fatto, trasmise alle prime Apostoline, orientandole decisamente nella preghiera, nell’offerta della propria vita e nell’apostolato. Ogni nuova iniziativa da lui proposta al nascente Istituto verteva su questa ampiezza di vedute, come l’idea della Mostra delle Vocazioni, in cui il clero diocesano e gli Istituti religiosi avrebbero potuto collaborare tra loro.
Riguardo la missione specifica dell’Istituto, come il 1960 fu l’anno di esordio dell’apostolato stampa con la nascita della rivista SE VUOI, così il 1961 segnò l’inizio di un nuovo apostolato: quello delle Mostre Vocazionali. In una riunione tenuta da Don Alberione, presente don Panebianco, che risulta datata al 13 agosto 1957, il Fondatore introduce il discorso sulle Mostre Vocazionali come uno degli ambiti in cui si svilupperà la nostra missione, specificando che queste esposizioni, già in uso in alcuni luoghi come «propaganda solo per la propria vocazione», dovessero essere realizzate dalle Apostoline per tutte le vocazioni. Nella suddetta riunione, che prendeva in esame i primi due articoli delle future Costituzioni dell’Istituto, veniva spiegato in dettaglio come attuare la missione specifica vocazionale con i mezzi tradizionali e moderni, arrivando anche a particolari concreti e spiccioli. Nella fattispecie, Don Alberione arrivò addirittura ad indicare in quali agenzie acquistare le foto per queste Mostre Vocazionali11!
Il PM aveva iniziato a concretizzare l’evento della Mostra delle Vocazioni pensando alla città di Alba perché, come dice egli stesso, ad Alba tutto aveva avuto inizio (cf pp. 76, 77). E certamente perché era più semplice proporre una nuova iniziativa in una realtà dove la Famiglia Paolina era ben radicata e dove i rapporti con il clero locale erano di cordialità. Interessante anche la location scelta per l’evento, il Seminario
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diocesano di Alba, dove il PM era stato formato, in cui da sacerdote fu direttore spirituale e professore di storia civile ed ecclesiastica, e che dal punto di vista affettivo era uno dei luoghi a lui più cari. L’Esposizione era inserita nella Settimana della Vocazione, organizzata come omaggio al vescovo di Alba, Carlo Stoppa, in occasione del suo 80° compleanno.
Don Carmelo Panebianco, a cui il PM aveva affidato la direzione della Mostra (cf pp. 75-76), scrive un lungo e dettagliato articolo dell’evento sul San Paolo: La prima Mostra delle Vocazioni in Italia (10-17 settembre 1961). Rifacendosi anche al lavoro e alle esperienze di altre nazioni in campo vocazionale, motiva la necessità delle Mostre delle Vocazioni - e anche della fondazione delle Suore Apostoline - come risposta ai bisogni più urgenti della Chiesa: «Un po’ da per tutto, poi, si sono diffuse le cosiddette Mostre delle Vocazioni: in Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Cuba, America Latina… In Italia sono state poste le basi per un lavoro vocazionario organizzato con la fondazione dell’Istituto Regina Apostolorum per le vocazioni, piccolo seme che, se piacerà al Signore, dovrà svilupparsi in grande albero, su tutti i continenti. L’iniziativa delle Mostre Vocazionarie è sembrata non solo conforme allo spirito dell’Istituto, ma rispondente in questi ultimi tempi ai bisogni più urgenti d’Italia nel campo vocazionario»12.
Pur avendo affidato questo nuovo apostolato alle Suore Apostoline, il PM si servì di tutta la Famiglia Paolina per la preparazione e la realizzazione di questo primo esperimento (cf pp. 76, 307-308). Riferisce sr. Nazarena De Luca che, nel precedente mese di marzo, il PM la invitò dalle Pie Discepole per vedere con loro un documentario inglese su una Mostra vocazionale. Ella ebbe poi dal Fondatore l’incarico di occuparsi di questo apostolato. Secondo le cronache, tutte le Congregazioni paoline, e soprattutto la Società San Paolo e le Figlie di San Paolo, contribuirono alla riuscita della Mostra, e della Settimana della Vocazione ad essa collegata, in diversi modi: spesa economica, organizzazione e collaborazione con la diocesi di Alba e con gli Istituti religiosi presenti, stampa della Guida della Mostra, preparazione dei pannelli e montaggio, presenza agli stand, addobbo delle sale, adorazione eucaristica continuata durante la settimana, speaker agli altoparlanti, registrazione di discorsi, inviti, ecc. Non mancò l’apporto della Sampaolo Film, che ebbe il compito delle proiezioni e di far conoscere l’evento attraverso i
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mezzi di comunicazione13. L’esposizione dei pannelli si presentava con una prima parte generale, che introduceva al tema della vocazione (i contenuti redatti da sr. Daniela Baronchelli, la realizzazione e l’allestimento ad opera di sr. Sergia Ballini, aiutata da altre Figlie di San Paolo) e con una seconda parte specifica sul Seminario, le diverse Congregazioni religiose presenti in diocesi e gli Istituti della Famiglia Paolina.
Per le successive Mostre, le Apostoline assunsero l’organizzazione e la direzione; anche il PM si interessò personalmente perché altre diocesi aderissero a questa iniziativa. Ricordiamo che in seguito furono realizzate anche un centinaio di mostre parrocchiali, in formato ridotto, che contenevano principalmente i pannelli con la parte generale sulla vocazione.
Degna di nota è l’articolata Relazione di Don Alberione sull’apostolato vocazionale, pronunciata il 15 settembre davanti al vescovo e ai sacerdoti di Alba (cf pp. 289-306). All’interno della Settimana della Vocazione, in quel giorno si celebrava la Giornata Sacerdotale, dove tutto il clero della diocesi rende[va] omaggio al vescovo, prima con la Celebrazione Eucaristica in Cattedrale e poi riunendosi in Seminario per ascoltare il PM. La Relazione venne a suo tempo pubblicata, ma era incompleta, forse perché il dattiloscritto da cui si attinse non aveva la parte aggiunta e pronunciata in quel momento dal PM; e anche perché un pezzo era già uscito in stampa (cf p. 303, nota 24). Il testo ora sbobinato, confrontato anche con le altre versioni pubblicate, meriterebbe un approfondimento ulteriore per la sua ricchezza e complessità…
Ci limitiamo in questa sede a rilevare che il PM presenta le Suore Apostoline, e spiega la missione dell’Istituto parafrasando le parole della Preghiera di Offerta per le vocazioni. Egli apre così il discorso:
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«Per iniziativa della Santa Sede si è incominciato un Istituto vocazionario Regina Apostolorum per tutte le vocazioni» (p. 304). I testi scritti, corretti dal PM di suo pugno, riportano invece: «Per insistenza della S. Sede…». Rimandiamo alle relative note del testo attuale per un confronto, non solo su queste, ma anche su altre espressioni che non coincidono. Entrando un po’ nella psicologia di Don Alberione, pur con la dovuta cautela nel giudizio, possiamo ritenere che egli abbia voluto legittimare con forza – e questo si evince anche dal tono della Relazione e dai continui riferimenti al magistero dei Papi e dell’Episcopato – la fondazione di un nuovo Istituto, utilizzando la più convincente parola: iniziativa. Invece, il perché poi la sostituisca con il termine insistenza nello scritto, può trovare una spiegazione o nella sua preoccupazione che non vi fossero fraintendimenti sulla sua paternità fondazionale, oppure nel timore di aver utilizzato un termine improprio, visto che - di fatto - la Santa Sede non ha dato inizio all’Istituto. Ciò non toglie che il PM abbia ricevuto realmente sollecitazioni dalla Santa Sede, visto che egli stesso ne parla in diverse occasioni14.
Un mese prima della sua Relazione, l’11 agosto, il Fondatore disse alle Apostoline le seguenti parole, chiare e illuminanti: «Dunque, se il Signore ha voluto il vostro Istituto - e l’ha voluto! - per ispirazione, e per volontà della Santa Sede, allora cosa c’è da dubitare? Quindi, lo vuole… ma vuole che si formi, vuole lo spirito giusto, vuole che sia penetrato tutto quello che il Signore ha disposto, quello che vuole che si realizzi nel corso degli anni» (pp. 252-253).
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1 Don Carmelo Venanzio Panebianco (Caltagirone/CT, 20 luglio 1926 - Roma, 21 agosto 2010), vocazionista della Società San Paolo. Cf AP 1958/2, p. 258, nota 2.
2 Vi fu un grande impegno nella diffusione capillare della Bibbia; si allestì una mostra didattico-biblica in molte città; si realizzò una “Documentazione Paolina” sulla vita, i viaggi e il pensiero di san Paolo, in 25 pannelli; si tennero conferenze e catechesi in tutta Italia. Cf Vita Pastorale, anno 49, n. 11, Novembre 1961, p. 266; AP 1960, pp. 9-10.
3 GIACOMO ALBERIONE, Alle Figlie di San Paolo, Spiegazione delle Costituzioni, (FSP-SdC), Istruzioni degli Esercizi spirituali straordinari, 15 maggio - 5 giugno 1961, Roma 2003.

4 Cf GIOVANNI XXIII, Costituzione apostolica Humanae salutis [AAS 54(1962), pp. 5-13], 25 dicembre 1961, in Enchiridion delle Encicliche, (EnchEnc), 7, 1261-1284. Vedi il testo dell’indizione riportato a p. 361, nota 6.
5 In questo anno Giovanni XXIII promulgò l’importante enciclica sociale Mater et magistra [AAS 53(1961), pp. 401-464], 15 maggio 1961, in EnchEnc 7, 222-481.
6 Cf ad esempio, SALVADOR PIÉ–NINOT, Introduzione alla ecclesiologia, Roma 20112, pp. 18-19.
7 La rivista Seminarium, per la formazione dei responsabili e dei docenti dei Seminari, fu ideata nel 1947 dal padre spirituale del Seminario di Trento Eugenio Bernardi (1888-1957, ora Servo di Dio) e, su suo suggerimento, affidata ai Padri Venturini che proprio a Trento ne curavano la redazione.

8 Gli Atti di questo Congresso furono pubblicati nell’intero numero della rivista Seminarium 2/1961.
Ricordiamo che in Italia la POVE seguiva direttamente l’Opera per le Vocazioni Ecclesiastiche nelle varie regioni e diocesi, mentre nelle altre nazioni d’Europa e del mondo si andavano costituendo i Centri Nazionali. Cf Ibidem, p. 196. 9 Cf SACRA CONGREGAZIONE DEI SEMINARI E DELLE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI, Pontificia Opera delle Vocazioni Ecclesiastiche, Le Vocazioni ecclesiastiche nel mondo moderno, Atti del Primo Congresso Internazionale, Città del Vaticano 1962, pp. 366. 0 Cf SACRA CONGREGAZIONE DEI RELIGIOSI, Pontificia Opera delle Vocazioni Religiose, Vocazioni religiose e mondo moderno, Atti del Primo Congresso Internazionale delle vocazioni agli stati di Perfezione, Milano 1963, pp. 350. Vedi, per esempio, l’intervento di Bernard Häring, La vocazione del cristiano alla perfezione, pp. 83-97. Cf anche ID., Istruzione sulla scelta e formazione dei candidati allo stato di perfezione e ai sacri ordini, Roma 1961. Senza addentrarci in merito, ricordiamo che a dicembre del 1950 vi fu a Roma il I Congresso Internazionale per gli Istituti di Perfezione, in cui Don Alberione tenne una relazione, presentando l’Opus Vocationum (cf CONGRESSUS GENERALIS DE STATIBUS PERFECTIONIS, Acta et documenta congressus generalis de statibus perfectionis, Roma 1950, 4 voll., Roma 1952-1953; l’intervento del PM è nel vol. 3, pp. 615-619).

11 Cf Don Alberione alle Apostoline, anno 1957, uso manoscritto, [Velletri 1992], pp. 284-286.

12 San Paolo, Novembre 1961, p. 1; cf pp. 1-7. Riportato anche in Regina Apostolorum, Circolare interna delle Figlie di San Paolo, Novembre 1961, pp. 1-7. Inoltre, una dettagliata lettera del 22 settembre, inviata da sr. Redenta Commentucci, allora superiora delle FSP ad Alba, alla Prima Maestra Tecla Merlo, offre un’idea dell’impegno richiesto per la riuscita di questo evento, realizzato effettivamente in grande stile.

13 Anche la Settimana Incom (Industria Cortometraggi Milano), cinegiornale settimanale italiano, realizzò un breve video informativo sulla Mostra (ARCHIVIO STORICO LUCE, Esposto, “Italia – La mostra delle vocazioni”, La Settimana Incom 02218, 05/10/1961, 37 secondi, DVD). L’Osservatore Romano (24-25 settembre, p. 6) ne diede notizia accennando anche alla possibilità che la Mostra raggiungesse altre città: «Diverse Diocesi d’Italia hanno già chiesto alla direzione della mostra di poterla ospitare nella propria città, nella certezza, da noi condivisa, ch’essa potrà suscitare un nuovo fermento di vocazioni». Altre riviste fecero lo stesso, comprese naturalmente le riviste paoline e Gazzetta d’Alba che, prima, durante e dopo la Settimana della Vocazione, pubblicò parecchi articoli sull’evento. Per l’occasione, furono stampati: la Guida alla Mostra delle Vocazioni (45 pagine), Preghiere e Canti per la Settimana della Vocazione (16 pagine, a cura della Commissione Liturgica Diocesana), poster, cartoline, preghiere varie… Molte iniziative fecero da cornice all’Esposizione vera e propria: celebrazioni, convegni per diverse categorie di persone, relazioni, visione di film, spettacoli e concerti, processioni, ecc.
Cf Archivio Storico Generale della Famiglia Paolina (0 – 0032); Suore Apostoline, Archivio Casa Madre Castel Gandolfo (APOS 05).

14 Cf p. 304, nota 30. Vedi, come esempio, il testo sbobinato del file audio, estratto dalla meditazione del PM durante la Celebrazione del suo 50° di sacerdozio, pronunciata il 29 giugno 1957 nella Basilica Regina degli Apostoli (Roma):
«E ringraziamo il Signore, benediciamolo perché l’Istituto Regina Apostolorum che per ora è, quanto a persone e quanto a manifestazione, ancora in una vita modesta, oh!, [è] indirizzato a contribuire in quanto permettono le forze alla soluzione del massimo problema che ha la Chiesa oggi: le vocazioni! Arrivano tante disposizioni, sentiamo tanti indirizzi, tante cose belle, tanti consigli di opere da farsi… ma ci voglion le persone, le opere le fanno le persone! Quindi ecco che è necessario che questo Istituto si sviluppi e contribuisca con la preghiera e con l’azione allo sviluppo, al desiderio della Chiesa… allo sviluppo della loro azione e al desiderio della Chiesa: vocazioni! Le due Opere Pontificie per le Vocazioni Ecclesiastiche del clero secolare e l’altra Opera [per] lo sviluppo delle Vocazioni Religiose, stanno a fianco e sono tutte due egualmente necessarie…
E il carattere della loro azione è: per tutte le vocazioni, con tutti i mezzi; e tutti i cristiani invitati a considerare questo problema grande. Del resto il Maestro Divino ci ha dato l’esempio: prima di iniziare il ministero ha raccolto attorno a sé un bel nucleo di vocazioni, quelli che ha destinati un giorno a continuatori della sua opera». Cf anche l’edizione trascritta, che si discosta in parte dal parlato, nel San Paolo, Luglio 1957, p. 3 [GIACOMO ALBERIONE, Carissimi in San Paolo, (CISP), Roma 1971, p. 181].