Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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18. TRASCORRERE TUTTA LA GIORNATA SOTTO LO SGUARDO DI MARIA
La preghiera dell’Angelus Domini
Meditazione, Torino (SAIE), 17 (?) giugno 19611

Oggi è sabato, giorno consecrato a Maria. Maria ci ha portato Gesù, il sabato ci porta la domenica… il sabato Maria, la domenica Gesù: il sabato è consecrato a Maria, la domenica è il giorno del Signore. Come l’aurora ci porta il sole, Maria è l’aurora, il sole Gesù: «Sol justitiae, Christus Deus noster»2. E allora il sabato ci prepara a celebrare bene la domenica, santamente, [a] santificare cioè la domenica con la pietà e con opere buone, opere di carità. Chi passa bene il sabato, specialmente se si confessa o se fa qualche ossequio particolare a Maria, avrà più grazia nel giorno seguente, cioè il giorno di domenica: mai lasciar passare il sabato senza qualche ossequio a Maria!
L’ossequio dell’Angelus, tra gli altri che possiamo fare. Questo [è l’ossequio] che la Chiesa desidera che sia presentato a Maria tre volte al giorno: quindi le campane tre volte al giorno suonano, per invitarci a dire l’Angelus, l’«Angelus Domini nuntiavit Mariae: et concepit de Spiritu Sancto».Ecco, è il gran fatto dell’umanità, è il giorno più grande della storia umana! Il giorno in cui il Figlio di Dio s’incarnò nel
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seno della Vergine; e allora, ecco ogni bene che abbiamo: Dio venne ad abitare con noi, Dio incarnato… e fu quindi il grande Maestro, il grande Sacerdote, l’Ostia di propiziazione, il redentore che riaprì a noi il paradiso, ci portò la grazia, la vita soprannaturale, i massimi beni.
L’arcangelo Gabriele, che è detto l’arcangelo dell’Incarnazione, fu mandato da Dio a una vergine a Nazaret, sposata a Giuseppe, e il nome della vergine era Maria, dice il Vangelo. Maria volle spiegazione di quanto diceva, annunziava l’arcangelo Gabriele; ma quando ebbe la spiegazione per cui si assicurò che quello che diceva l’angelo era verità e che quello era un vero angelo e non un’illusione, non quasi un inganno che potesse preparare il diavolo, Maria accettò, anche dopo che si era assicurata che poteva rimanere vergine e diventare una madre, la Madre di Dio. L’arcangelo aveva detto: Lo Spirito Santo discenderà su di te, la virtù dell’Altissimo ti adombrerà e colui che nascerà da te sarà il Figlio di Dio, cioè il santo [cf Lc 1,35]. Così intervennero il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo: il Padre creatore dell’anima di Gesù, di Gesù […], lo Spirito Santo che santifica il Cristo che si incarna, la vita che allora si è incarnata, e il Figlio di Dio incarnato; ecco, allora abbiamo avuto la rivelazione della Trinità di Dio, e abbiamo avuto conoscenza di questo: il Figlio di Dio incarnato, cioè due nature, la divina e l’umana, in una sola persona che è seconda persona della Santissima Trinità. Che grande mistero che si è compiuto in quell’umile casetta!
Ma il Signore Gesù non ha voluto comparire in un palazzo o in una casa di persone nobili, distinte. Gesù, il Figlio di Dio guarda le virtù, la santità di un’anima… non guarda la scienza, non guarda la salute, non guarda le ostentazioni umane: guarda la virtù e la santità. «Invenisti gratiam» - aveva detto l’arcangelo a Maria -, «gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus»3 [Lc 1,30.28]: che grande elogio a chi vuole fare piacere a Dio, non restare a cose esteriori, stare alla santità interiore.
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Quella è la prima parte dell’Angelus, che diciamo: cioè, ci sono le giaculatorie, i versetti intercalati da tre Ave Maria, e poi si conclude con: «Ora pro nobis, sancta Dei Genitrix»4, eccetera…
Allora, viene la seconda parte dell’Angelus. La seconda parte è costituita dall’Oremus: «Gratiam tuam, quaesumus, Domine, mentibus nostris infunde», eccetera…, Signore infondi la tua grazia, la grazia che hai portato dal cielo, infondila nella nostra anima, perché noi che abbiamo conosciuto la tua Incarnazione per la rivelazione dell’angelo, per la passione, morte di Gesù Cristo, arriviamo alla gloria della risurrezione: «…ad resurrectionis gloriam perducamur».
Ecco, il Figlio di Dio incarnato, patì e morì sulla croce: ci meritò il paradiso; coloro che lo seguono e lo amano: paradiso… risorgeranno nel gran giorno finale quando tutti risorgeremo, quando la polvere si riunirà e formerà di nuovo le ossa e il corpo umano, e allora: «Resurrectionis gloriam»,arriviamo alla gloria della risurrezione. Vuol dire: Gesù è venuto una volta, il Figlio di Dio si è incarnato e si è mostrato come uomo semplice, visse fra gli uomini per trentatré anni circa, ma ritornerà alla fine: e chi risorgerà in gloria e chi risorgerà in ignominia, allora. «Ad resurrectionis gloriam perducamur»: che risuscitiamo in glorioso, con il corpo glorioso! Si domanda questa grazia per i meriti e la passione di Gesù Cristo, perché quando noi facciamo il bene, ci vengono applicati i meriti, ci viene applicata la grazia di Gesù Cristo… e allora l’anima diventa bella: anime che diventano bellissime! Caste, di vero candore sulla terra! Anime nere, alle volte: tante persone che son da compatire… ma si trovano su una strada sbagliata…
Poi viene la terza parte dell’Angelus, che non è proprio essenziale ma sempre si dice: tre Gloria. Il primo Gloria al Padre che intervenne: creò l’anima benedetta di Maria e creò
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l’anima benedetta di Gesù che unì così la natura umana, sì. Il secondo Gloria al Figlio che si incarnò e nacque da Maria. E il terzo Gloria allo Spirito Santo che santificò il Cristo, e poi il Figlio di Dio incarnato nacque santo: Colui che nascerà da te, sarà il santo.
Ecco. Allora, come è bello cominciare la giornata sotto lo sguardo di Maria con l’Angelus! Come è bello continuare la giornata sotto lo sguardo di Maria con l’Angelus di mezzodì! Come è bello chiudere la giornata con l’Angelus della sera, quando noi andiamo a riposo, sotto lo sguardo di Maria! Gesù fanciullo, Gesù giovane… tutto faceva sotto lo sguardo di Maria in quella casa di Nazaret, sotto lo sguardo di Maria! Abituarsi a vivere sotto lo sguardo di Maria è gran cosa: le nostre azioni, il nostro lavoro sarà sempre più santo, più diligente, fatto in spirito soprannaturale, con intenzione retta… tutto il nostro parlare, il nostro operare nella giornata sarà più santo: tutto sotto lo sguardo di Maria.
Quante volte ci ha parlato il Papa dell’Angelus! E ha esortato a recitare l’Angelus e ne ha dato tante volte l’esempio: oh, recitando l’Angelus con i fedeli che si trovano sulla piazza di san Pietro, particolarmente in domenica. Egli sovente si affaccia alla finestra del Vaticano per recitarlo con i fedeli; e tante volte lo recita quando dà udienza alle adunanze o a privati visitatori, e allora recita l’Angelus con loro5.
Teniamo questa abitudine e questa abitudine santa ci sarà di grande luce. Oggi particolarmente, sabato, giornata bianca, giornata di luce, giornata di grazie.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 95/61 (Nastro archivio 107a. Cassetta 107, lato 1. File audio AP 107a). Titolo Cassetta: “Il sabato è consacrato a Maria”.
2 «Il Sole di giustizia, Cristo nostro Dio». Missale Romanum, In Visitatione B. Mariae Virginis, Alleluia; Missae di sancta Maria in Sabbato III, Offertorium: «Felix es, sacra Virgo Maria, et omni laude dignissima: quia ex te ortus est sol justitiae, Christus Deus noster», «Tu sei felice, o santa Vergine Maria, e degnissima d’ogni lode, poiché da te è nato il sole di giustizia, Cristo nostro Dio».

3 «Hai trovato grazia». «Piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta tra le donne». Dal saluto dell’angelo, le prime parole dell’Ave Maria.

4 «Prega per noi, santa Madre di Dio».

5 Come risulta dalla cronistoria della Radio Vaticana, il 15 agosto 1954 “a mezzogiorno, per la prima volta, Pio XII recitava pubblicamente l’Angelus da Castel Gandolfo dai microfoni dell’emittente vaticana”. Dopo l’estate, il Papa proseguì questa recita pubblica domenicale dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico; a poco a poco questo appuntamento divenne “abituale” per i Papi e dal 20 gennaio 1974 prese piede in modo sistematico.