Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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48. LA COMUNIONE SPIRITUALE
Il raccoglimento abituale dell’anima con Dio
Santa Tecla, Ritiro Mensile, 2a Meditazione, Torino (SAIE), 23 settembre 19611

[…] E allora ecco la preghiera, ecco la Confessione, ecco la Raccomandazione della nostra anima2 al Signore e cioè mediante la preghiera per la buona morte…
Due sono i compiti nostri per la santificazione, per la purificazione e per il progresso.
Primo: la Confessione che toglie il male; secondo: la Comunione che mette il sommo bene in noi, Gesù. Sono i due mezzi sacramentali che il Signore ha istituito per il religioso, per la religiosa, affinché con questi due mezzi possano progredire, corrispondendo così alla vocazione.
La Confessione è sacramentale, e tuttavia può farsi anche la confessione spirituale… anzi è più facile; e la Comunione è sacramentale, un sacramento, ma si può fare la comunione spirituale, che è più facile [perché] si può ripetere più volte nella giornata.
Che cosa è la Comunione sacramentale? Tutti lo sapete… l’istituzione di questo grande sacramento: Il pane che io vi darò dal cielo [cf Gv 6,31-51], ecco, il mio corpo è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda [cf Gv 6,55]. Allora, ecco, noi ci nutriamo di che cosa? Il corpo [si nutre] di cibo
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materiale e lo spirito, l’anima, di Dio stesso: «Panem de caelo praestitisti eis. Omne delectamentum in se habentem»3 [cf Sap 16,20]. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita, la vita eterna [cf Gv 6,54]: la vita di grazia che è su noi, che si può conservare sulla terra e nutrire, alimentare e crescere; e poi la vita eterna in cielo, la quale sarà vita beata.
Ma oltre alla Comunione sacramentale [che] si può fare una volta al giorno, la comunione spirituale. Che cos’è la comunione spirituale? Comunione vuol dire unione, l’anima unita a Gesù, unione con Gesù… comunione. Ma poi si dice Comunione sacramentale quando si riceve Gesù come egli è: corpo, sangue e divinità. Comunione spirituale è di nuovo con Gesù, ma non più Gesù in stato sacramentale ma Gesù in stato spirituale, il quale entra nella nostra anima, nel nostro spirito, ma in quanto egli si comunica e comunica le forze alla nostra anima… e cresce nella grazia il merito, e [Gesù] viene a stabilire la sua dimora, non sacramentale ma spirituale, nei nostri cuori. Allora l’anima con Gesù, unione con Gesù.
Questa comunione spirituale che disposizione può avere e deve avere? Per la Comunione sacramentale tutti gli atti che si fanno si riducono a tre, tutto quel che si dice è lì4… sempre si riduce a tre, cioè atto di fede, di speranza, di carità. Fede: chi c’è nell’ostia divina, quale Pane è quello; e poi speranza: che si possano ottenere i frutti della Comunione; e poi l’amore a Gesù… e quindi la Comunione è l’atto in cui l’anima si unisce a Gesù.
Il ringraziamento è pressappoco uguale, solo che prima della Comunione la fede si rivolgeva a Gesù che è nell’ostia, che si stacca dal cielo5; dopo, l’atto di fede a Gesù che è nel nostro cuore. Prima l’atto di speranza, cioè che con Gesù ci siano in noi tutte le grazie, e che egli porti tutte le grazie a tutti gli uomini per noi che le abbiamo ricevute, cioè aumento di grazia, di merito, di santità, di luce soprannaturale, di
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virtù, eccetera… beni che già oramai possediamo. E poi la carità, la quale ci porta a stabilire questa unione definitivamente, non transeunte: le sacre specie si consumano in un tempo abbastanza limitato, ma la presenza di Gesù spiritualmente continua, continua finché Gesù non lo si caccia con il peccato grave. Quindi ancora si ama Gesù con il cuore… a cui si è uniti con la mente, con la volontà, con il cuore. E per la comunione spirituale [si compiono] gli stessi atti… e prima di invitare Gesù a venire in noi e dopo che Gesù è venuto in noi: fede, speranza e carità.
Però la fede può essere brevissima, l’atto di amore generalmente contiene anche l’atto di fede e l’atto di speranza. Perciò fede, speranza e carità, che si possono riassumere in poche espressioni, anzi: Gesù è con noi e noi siamo con Gesù6… la comunione spirituale è già fatta. Però ci sono delle formule anche più lunghe: per esempio, abbiamo stampato un libro con il titolo Trenta comunioni spirituali7, cioè trenta formule o maniere di fare la comunione spirituale, ecco. E questa comunione spirituale quando si può fare? Di notte e di giorno, fuori in strada e in casa, all’apostolato o anche un momento che uno si trasferisce da posto a posto: sale le scale, le discende, va a fare un lavoro, eccetera… la comunione spirituale può essere ripetuta tante volte nella giornata. Tuttavia vi sono persone che determinano: Voglio farne quattro quest’oggi, due al mattino e due alla sera, per rinnovare la mia unione con Gesù, quella unione che si è stabilita fra me e Gesù nella Comunione sacramentale… rinnovarla. Oh!, può bastare quindi una semplice espressione, può bastare anche un sospiro! Gesù, tu sei tutto mio… io dono e consacro tutto a te. Dire: Io tutto mi dono, offro e consacro8 è già fare la comunione spirituale.
Del resto, chi fa bene la Visita ne fa diverse di comunioni spirituali, e cioè: con la prima parte della Visita, per cui aumentiamo la nostra fede; la seconda parte della Visita, con cui
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alimentiamo la nostra volontà, il servire bene Dio, osservare la sua legge e i consigli evangelici; e poi la comunione spirituale si può specialmente fare con degli atti di amore. Se svegliandosi uno si ricorda di Gesù che è in chiesa, nel tabernacolo, e magari volta la testa verso la chiesa - è per là il tabernacolo - con un sospiro, un sentimento di amore: Gesù è con noi.
Oh! Però bisogna dire che non tutte le anime fanno allo stesso modo la comunione spirituale. Vi sono comunioni spirituali più intellettuali, vi sono comunioni spirituali più sentimentali e vi sono comunioni spirituali più volitive.
Intellettuali: è proprio il testo del catechismo e nel suo spirito, ecco, la risposta è che si è incarnata la seconda Persona della Santissima Trinità, che ha preso un corpo ed un’anima come abbiamo noi nel seno della Vergine. Oh, la comunione di intelletto: credo Gesù. Cioè il consenso della intelligenza e della mente a Dio: comunione più intellettuale. E vi sono persone che amano di più fare atti di fede… e supponiamo di fede nella Santissima Trinità, nel sacramento di amore che è l’Eucarestia, nella redenzione operata da Gesù sulla croce, e poi tutti gli articoli del Credo e tutte le verità che insegna la dottrina cristiana, la santa Chiesa.
Invece vi sono persone che fan piuttosto atti di amore - più sentimento - perché sono più inclinati a questo, a fare atti di amore: alle volte per loro un bacio al crocifisso un po’ prolungato, sul costato di Gesù, oppure sopra le ferite dei chiodi, ecco, o sul capo incoronato di spine. Vi sono comunioni spirituali molto vive… l’anima che si stabilisce in Gesù. Oh, ecco allora il gran bene della comunione spirituale! E così l’anima procede, va avanti in questa unione fino a dire: «Vivit vero in me Christus» [Gal 2,20], e cioè Gesù Cristo è in me… e io tutto mi dono, offro e consacro: son suo!
Poi vi è la comunione spirituale volitiva. Volitiva vuol dire in cui predomina la volontà, non tanto il ragionamento o la mente, l’intelletto, e non tanto il sentimento del cuore, quanto più la volontà. Questa persona che sta combattendo contro quella passione e che dice: Piuttosto la morte che il
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peccato… voglio solo ciò che vuole Gesù… sia fatta la sua volontà, così in terra come è in cielo [cf Mt 6,9-10], allora, questa persona è tutta con la volontà di Dio, volitiva… comunione spirituale.
Perciò, persone che fan la comunione spirituale più in un senso e persone che fan la comunione più spirituale in altro senso. Però tutte si riducono poi a uno, perché l’uomo non è solamente intelligenza, non è solamente sentimento, non è solamente volontà: l’uomo è tutto insieme, è uno! Ecco… E allora è tutto l’uomo che si unisce a Dio e la comunione spirituale è completa.
Bossuet9, grande scrittore e grande predicatore, diceva: noi abbiamo da adorare la Trinità creatrice, Padre, Figlio e Spirito Santo, ma noi abbiam da riconoscere una trinità [anche] in noi stessi, e cioè: abbiamo tre facoltà, che è la mente, che è il sentimento, che è la volontà, e tuttavia mente, sentimento e volontà sono in un individuo solo. In Dio vi è un’unica natura, ma vi sono tre Persone; perciò l’uomo non è fatto ad immagine soltanto di Dio in quanto esiste - è un uomo, è una persona -, ma è ancora immagine della Trinità, Dio uno e Trino, Padre, Figlio e Spirito Santo. La nostra volontà risponde alla potenza di Dio, il nostro sentimento risponde all’amore di Dio, e poi invece la nostra fede risponde alla sapienza di Dio, cioè al Figlio di Dio; e allora vi è come una trinità incarnata in noi: un uomo, una persona con le tre facoltà, immagine di Dio uno e immagine di Dio Trino.
Oh, ma sia che noi ci rivolgiamo al Padre, come quando ci rivolgiamo al Figlio, come quando ci rivolgiamo allo Spirito Santo, sempre ci rivolgiamo a Dio, perciò: Dio è con noi… Gesù è con noi, noi siamo con lui… Dio è con noi, noi siamo con il Signore. Ecco.
Adesso viene anche la domanda: e quando fare questa comunione spirituale? Non vi è un obbligo per nessuno, però è un mezzo che ci aiuta. Quando abbiamo noi fatto un breve esame di coscienza: Adesso ho sbagliato… questo non
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dovevo dirlo… questo non devo pensarlo… quello non dovevo farlo… Mi dispiace… Gesù, perdonatemi. Non lo faccio più… voglio la vostra volontà, voglio compiacervi… ecco la comunione spirituale! La quale serve per continuare bene la giornata, e d’altra parte per condannare tutto ciò che ci fosse di male. Quando Gesù viene in noi, purifica il cuore, purifica il nostro interno, la nostra fantasia, i nostri sentimenti, la nostra intelligenza, purifica… e porta i suoi beni e le sue grazie. Perciò, nessuna comunione spirituale comandata; invece il consiglio, sì. E perché? Perché è un mezzo di perfezionamento, un mezzo di progresso.
Oh, tuttavia non dobbiamo precisare subito tante comunioni spirituali al giorno… e no! Può servire anche qualche volta quel ripiego, ma generalmente cercare l’unione nostra con Dio… così; e di tanto in tanto ristabilirla questa unione nostra con Dio. La meditazione e più ancora la Visita al Santissimo Sacramento non sono atti che finiscono lì, no! Lì noi ricaviamo quei pensieri, quei desideri, quei propositi che influiscono poi su tutta la giornata. Non è che fare la meditazione voglia dire: Eh, devo farla perché devo adempiere per bene la mezz’ora per questo e basta; ma lo stesso può essere che uno dica della Visita. Però non è così che si deve fare! E cioè, sentire tanta influenza della Visita, tanti pensieri ricavati nella lettura spirituale della Visita, tanto amore a Gesù nella Visita, tanto impegno per continuare in quei propositi già stabiliti… ecco poi tutta la giornata deve essere informata, ispirata a quei pensieri lì. Altrimenti diviene un formalismo fare la meditazione, fare la Visita al Santissimo Sacramento; i formalismi non stan mai bene, tanto meno stanno bene nella pietà.
Oh! Vi sono persone che continuando in questo esercizio di comunioni spirituali e rimettendosi tante volte nella giornata in Dio, in Gesù, abituandosi a sentire Gesù nel cuore, e quasi che i nostri palpiti siano i suoi e i suoi si riflettono nel nostro cuore… allora a poco a poco si viene all’abituale raccoglimento: l’anima abitualmente raccolta in Dio; pur attendendo alle varie cose che ha da fare, ma si sente sempre
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sotto l’influsso di Dio, sente sempre che Gesù è con essa, e sente sempre che comunica la sua grazia e che ispira, guida l’anima e l’anima finisce per essere guidata. Da chi? Da Gesù, dalla seconda Persona della Santissima Trinità, che guida. Si dice personalità, ma personalità non ce ne può essere una maggiore che quella in Cristo, perché se noi abbiamo una personalità, il Figliolo di Dio che è la seconda Persona della Santissima Trinità dominerà anche la nostra personalità! E allora la vita diviene molto superiore, la vita viene già come una pregustazione di paradiso; pure la vita che ci presenta delle croci, dei dispiaceri… ma noi allora ci uniamo a Gesù: quando siamo nell’umiliazione ci uniamo a Gesù Bambino nel presepio, e quando noi siamo lieti ci uniamo a Gesù sul Tabor, e quando noi soffriamo ci uniamo a Gesù crocifisso, e quando preghiamo ci uniamo a Gesù orante, là nella notte, sul dorso della montagna; e quando Gesù faceva l’apostolato dei bambini, ecco, ci uniamo a Gesù in quel suo apostolato, e possiamo rappresentarci Gesù che perdona alla Maddalena, che perdona l’adultera, che perdona Pietro. Ci possiamo rappresentare Gesù quando si intrattiene con la samaritana, si intrattiene con Nicodemo, quando si intrattiene intimamente con gli apostoli; nell’ultima settimana della vita sua, quando Gesù prega nel Getsemani, quando è flagellato… Comunioni sotto vari aspetti. Dipende anche molto dallo stato dello spirito nel giorno e nell’ora in cui queste comunioni vengono fatte.
Punto di arrivo: Gesù è con noi. Abito, o meglio abitudine dell’unione con Dio: un raccoglimento abituale dell’anima con Gesù e in Gesù.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 111/61 (Nastro archivio 101a. Cassetta 101, lato 1. File audio AP 101a). Titolo Cassetta: “Unione con Dio. Mente-volontà-sentimento: la persona è immagine della Trinità”.
2 Vedi AP 1958/1, p. 126, nota 4.

3 «Hai dato a loro un pane dal cielo. Che ha in sé ogni dolcezza». Dalla formula della Benedizione Eucaristica.
4 Espressione incerta.
5 Espressione incerta.

6 Vedi AP 1959, p. 159, nota 10.
7 Vedi AP 1960, p. 64, nota 11.
8 Vedi p. 23, nota 8.

9 Vedi p. 231, nota 7.