Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

56. PREPARARE UN PRESEPE A GESÙ NEL CUORE NOSTRO
Domenica I di Avvento, Meditazione, Castel Gandolfo, 3 dicembre 19611

[…] E il disastro, la distruzione di Gerusalemme è simbolo di quello che avverrà alla fine del mondo… lo sconquasso, perché sarà la fine del mondo. Oh! Allora leggiamo il Vangelo. Gesù, continuando il discorso sopra il giudizio universale, dice:
«Vi saranno dei prodigi nel sole, nella luna e nelle stelle, sulla terra vi sarà sgomento di popoli smarriti per il rimbombo del mare, sconvolto dai flutti. Gli uomini tramortiranno dallo spavento e dal presentimento delle cose imminenti alla terra, poiché le forze dei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi dal cielo con grande potenza e maestà. Quando cominceranno ad accadere queste cose, sollevate l’animo e alzate il vostro capo, perché è vicina la vostra liberazione - quando accadranno queste cose, vicina la liberazione dal peccato, dal male, dalle pene della vita, dagli errori per essere liberi eternamente -. E disse loro una similitudine - per far capire quando avverran queste cose, quando verrà la fine -. Osservate il fico e tutte le altre piante: quando germogliano - cioè mettono le gemme -, conoscete che l’estate è vicina: così anche voi quando vedrete accadere quelle cose sappiate che il regno di Dio è vicino - il regno eterno; poi ricorda ciò che sarà di Gerusalemme -. In verità vi dico che non passerà questa generazione prima che tutto ciò sia avvenuto - e cioè quello che aveva preveduto prima nell’altra parte del suo discorso, la distruzione di Gerusalemme.
~
E Gesù fissa la sua dottrina, il suo pensiero… e che questo è quel che vale -. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»2.

Quel che aveva predetto, avverrà. Oh! E allora la Chiesa ci prepara, nelle altre parti della Messa, a ricevere bene Gesù nella sua prima venuta, cioè al presepio. E nell’Introito si dice: Tutti quelli che sperano in te, non resteranno mai delusi, e cioè tutti i popoli che aspettavano la redenzione, non saranno delusi3. Verrà, perché era stato promesso nelle profezie, era stato promesso il liberatore da Dio stesso nel paradiso terrestre. Allora la Chiesa ci invita a prepararci e l’Oremus dice: Risveglia, o Signore, la tua potenza e vieni, affinché con la tua protezione, con il tuo aiuto meritiamo di essere salvati dai pericoli che ci sovrastano a causa dei nostri peccati4. E perciò san Paolo nella sua Epistola ci invita a far bene questa preparazione:
«Riflettiamo che è già l’ora di svegliarsi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando siamo diventati credenti. La notte è passata e il giorno si avvicina. Lasciamo le opere cattive e seguiamo le opere virtuose […]. Ma rivestitevi della virtù del Signore Gesù Cristo»5.

Allora: Mostraci, o Signore, la tua misericordia e donaci il tuo Salvatore6. E finalmente nel Postcommunio avete letto:
~
Fa’, o Signore, che noi riceviamo la tua misericordia nel tuo tempio, affinché prepariamo con i dovuti onori le vicine solennità della nostra redenzione7, che significa: le vicine solennità del Natale e dei giorni che seguirono immediatamente al Natale, quando Gesù si trovava in quella grotta, quando Gesù fu adorato dai pastori, fu adorato dai magi…
Oh! Allora, ecco, orientare il cuore, da questa prima domenica di Avvento, orientarlo verso il Bambino. Sì, si prepareranno i presepi, ma bisogna preparare il presepio nel cuore nostro, un presepio a Gesù, un presepio fatto dalla nostra fede in lui, Bambino ma Dio. Un Bambino che sembra povero e dimenticato, ma che è il Re del cielo e della terra; un Bambino che è debole, ma porta la salvezza di tutti gli uomini, la salvezza di tutti gli uomini; un Bambino che sembra tacere, ma è il gran Maestro dell’umanità… e parlerà; un Bambino che si mostra impotente, e intanto darà la virtù e aprirà il paradiso a tutti gli uomini e comunicherà, a tutti quelli che vogliono accettare, la sua grazia. La fede, quindi, e la fiducia che ci porti molte grazie… e l’amore, perché quel Bambino è tanto amabile.
Allora, ecco: chi riceverà bene il Signore in questa prima venuta, lo accoglierà con gioia nel giorno della seconda venuta, quando si realizzerà di là ha da venire a giudicare i vivi ed i morti8. Noi lo aspettiamo, noi vorremmo andargli poi incontro con gioia, festosamente, partecipare al suo trionfo, entrare nel suo regno eterno del cielo. Ma questo richiede una buona preparazione alla prima venuta… E la preparazione è triplice veramente, e cioè di fede: chi è quel Bambino, cosa viene a fare dal cielo questo Bambino?, che cosa posso sperare da questo Bambino?, che cosa vuole da me questo Bambino? Ecco, ci dà l’esempio di umiltà nel presepio.
L’Avvento. Per celebrarlo bene, è utile passarlo in unione con Maria che aspettava il Bambino. Ella aveva avuto fede, Madre di Dio e Vergine, aveva avuto fede nelle parole
~
dell’angelo [cf Lc 1,38]; e santa Elisabetta poi le aveva detto: Beata te che hai creduto, perché si compirà tutto quel che ti fu annunziato [cf Lc 1,45]. Fede ci vuole: la fede di Maria! Credete alla vostra missione ed abbiate la fede. Sì, credere che il Signore porta la sua grazia, la sua santità… fede.
E amore. Quanto amava, Maria, il suo Dio incarnato: benedetto il frutto del suo seno, Gesù! Oh, questo sì! Vediamo di essere ben disposti al Natale…
Oltre che questa fede e questo amore e, anzi, per avere proprio l’amore, togliamo i difetti, le imperfezioni, il peccato. Come potrebbe Gesù trovarsi bene nel nostro cuore se gli preparassimo delle spine, cioè delle venialità? Preparargli un cuore docile, cuore umile, cuore disposto a tutto il suo volere: docile, cuore docile! E poi abbandonarsi in lui.
Là non si vedeva nulla di grandioso, nel presepio, fuori che il canto degli angeli, la venuta dei pastori; ma il resto era una stalla, il posto delle bestie: [Gesù] messo in una greppia, rivestito di poveri pannilini confezionati da Maria… e tuttavia crediamo, crediamo: fede. La nostra fede vien messa a prova, oh! Allora un mese di maggior vigilanza per non commettere imperfezioni volontarie, per detestare tutto il passato che abbia potuto dispiacere a Gesù, per aver fiducia, per la sua grazia, che siamo stati perdonati e che l’anima nostra è diventata bella. E avanti serenamente, serenamente.
Non ci sono molte penitenze da fare per noi nell’Avvento, ma questa docilità della volontà, sì; e questa attenzione in quello che diciamo con le parole; e in quello che pensiamo nella mente; e nella docilità del cuore, e cioè cuore rivolto a Gesù, che ama Gesù, cuore svuotato dell’orgoglio, delle invidie, degli attaccamenti… così, con la fede e l’amore… e preparare il lettino a Gesù nel nostro cuore.
Sia lodato Gesù Cristo.
~

1 Nastro originale 113/61 (Nastro archivio 103c. Cassetta 103bis, lato 1. File audio AP 103c). Titolo Cassetta: “La venuta di Gesù”.

2 Vangelo: Lc 21,25-33.
3 Missale Romanum, Dominica Prima Adventus, Introitus: «Ad te levavi animam meam: Deus meus, in te confido, non erubescam: neque irrideant me inimici mei: etenim universi, qui te exspectant, non confundentur», «A te ho innalzato l’anima mia: Dio mio in te confido: che io non rimanga deluso, né i miei nemici abbiano a deridermi; poiché quelli che sperano in te non saranno confusi».
4 ID., Oratio: «Excita, quaesumus, Domine, potentiam tuam, et veni: ut ab imminentibus peccatorum nostrorum periculis, te mereamur protegente eripi, te liberanti salvari…», «Desta, Signore, te ne preghiamo, la tua potenza, e vieni: affinché, dai pericoli che ci sovrastano per i nostri peccati, meritiamo di essere liberati per la tua protezione e salvati per il tuo soccorso…».
5 Epistola: Rm 13,11-14. Il PM legge la parte iniziale e finale del brano.
6 ID., Alleluja: «Ostende nobis, Domine, misericordiam tuam: et salutare tuum da nobis», «Mostraci, Signore, la tua misericordia: e donaci la tua salvezza». Il Messale Romano Quotidiano delle Edizioni Paoline traduce: «…e donaci il tuo Salvatore».

7 ID., Postcommunio: «Suscipiamus, Domine, misericordiam tuam in medio templi tui: ut reparationis nostrae ventura solemnia congruis honoribus praecedamus…».
8 Dal Credo (Simbolo degli Apostoli).