Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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INTRODUZIONE


L’annuncio dell’imminente celebrazione del Concilio Vaticano II produsse, negli anni 60, dopo una iniziale sorpresa, grande vitalità ed entusiasmo in molti ambiti ecclesiali. In ogni occasione, con lo scritto o la parola, Giovanni XXIII mai mancava di parlare del Concilio che si stava preparando; e sempre invitava a pregare per l’evento, da cui si attendeva con fiducia e speranza un vivo rinnovamento per la Chiesa universale e per il mondo. Nel 1960 furono istituite le Commissioni preparatorie per il Concilio, e si iniziò a delineare e impiantare la struttura e l’organizzazione dell’evento. All’inizio del 1960 si svolse anche il Sinodo Romano (24-31 gennaio), che il Papa volle celebrare per dare maggiore organicità alla istituzione diocesana di Roma.

Don Giacomo Alberione aveva avvertito che in questi fermenti nuovi vi era una grande possibilità di bene che i suoi figli e le sue figlie avrebbero potuto continuare ad offrire alla Chiesa e alle anime. Ricordiamo qui brevemente due ben noti eventi voluti e concretizzati in questo anno dal nostro Fondatore.
Il Mese di Esercizi Spirituali della Pia Società San Paolo, tenuto nell’aprile 1960 ad Ariccia (Casa Divin Maestro), in cui erano convenuti sacerdoti e discepoli paolini da tutto il mondo, «come giorni di preghiera e di aggiornamento», di incoraggiamento e di verifica sulle ruote della vita paolina1. L’Anno Biblico, indetto dal 30 giugno 1960 al 30 giugno 1961 per ricordare la venuta di san Paolo
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a Roma, con settimane bibliche, conferenze e corsi biblici, insieme alla diffusione di più di un milione di Vangeli e di Bibbie grazie anche alla riuscita iniziativa della Bibbia a mille lire2.

Per quanto riguarda il cammino del nostro Istituto, mentre al gruppo iniziale di Apostoline cominciano ad unirsi altre ragazze, nasce la rivista vocazionale Se vuoi... vieni e seguimi. Il primo numero del trimestrale per tutte le vocazioni e per tutti gli apostolati, che Don Alberione ha voluto al fine di servire i giovani e gli educatori vocazionali, esce l’11 febbraio 1960. Con questa rivista comincia a prendere forma per le Suore Apostoline l’apostolato con i mezzi della comunicazione sociale e viene dato un importante impulso alla specifica missione vocazionale verso cui le prime sorelle venivano orientate dal Fondatore. Egli stesso incarica sr. Nazarena De Luca di iniziare e portare avanti la rivista; e scrive il primo Editoriale illustrando ai lettori lo spirito e la finalità che muove questa nuova pubblicazione: «Questa rivistina darà istruzione per l’orientamento della vita; parlerà di tutte le vie di Dio; suggerirà i mezzi per distinguere chi ha la vocazione ed in quale vita; consiglierà sante industrie perché sia seguita e difesa. Il Se vuoi, vieni e seguimi non vi stancherà; parlerà in modo semplice, amichevolmente. Mi scriverete, se vorrete, la vostra impressione» (SE VUOI, n.1/1960, p. 1).
Anche se nelle meditazioni di questo volume non si trovano cenni da parte del PM sulla nascente rivista, in realtà, in base agli appunti di sr. Nazarena, egli ne parlò in più occasioni; per ora, però, non abbiamo trovato nessun audio sull’argomento che corrisponda agli appunti trascritti.
Nel presente volume le meditazioni e istruzioni del Fondatore sono 52. Compaiono in questo anno alcune registrazioni provenienti dalla comunità di Torino (SAIE), nelle quali si nota una certa accentuazione di temi legati al lavoro apostolico; ed anche una predicazione più generica lì dove il PM si rivolge ad un uditorio più ampio. Infatti, dal ricordo di sr. Maddalena Verani, quando il
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Fondatore si recava alla SAIE di Torino, poteva succedere che egli facesse una meditazione a tutti i membri della Famiglia Paolina che risiedevano lì (Paolini, Pie Discepole, Apostoline, Gabrielini e Annunziatine), i quali si radunavano nella cappella della cosiddetta SAIE n. 2; altre volte egli predicava ai membri dei singoli Istituti o a qualche gruppo insieme: ad esempio, poteva succedere che predicasse per noi insieme con le Annunziatine. Certamente egli si fermava anche per confessare o parlare con le singole sorelle. Per le meditazioni tenute alla SAIE, dal tono della predica si può tentare di risalire al tipo di uditorio a cui il PM si stava rivolgendo: quando ci è sembrato che non si riferisse solo a noi Apostoline, lo abbiamo segnalato in nota all’inizio del testo.

Oltre alle meditazioni della predicazione ordinaria (commento al Vangelo o all’Epistola, ritiri mensili...), sono raccolte in questo testo anche le istruzioni degli Esercizi Spirituali, tenuti nella Casa di Castel Gandolfo a tutte le Apostoline, riunite insieme per la prima volta dopo la partenza del gruppo andato a Torino (24/25 giugno 1959)3. Gli Esercizi Spirituali iniziarono il pomeriggio del 7 agosto e si conclusero la mattina del 14 agosto. Per risalire all’ordine delle meditazioni, abbiamo consultato il quaderno di sr. Nazarena De Luca (qND), anche se al riguardo non riporta una datazione. Abbiamo potuto però ricavare con certezza la progressione delle istruzioni e dei predicatori che le hanno tenute, e quindi ipotizzare con una certa sicurezza anche le date relative.
Don Alberione tenne complessivamente 14 istruzioni, riportate in questo volume (pp. 140-249). Padre Domenico Turco, abate del monastero trappista delle Tre Fontane in Roma, tenne 6 istruzioni, anch’esse registrate, e il paolino don Carmelo Panebianco ne predicò 5 o 6. Il totale delle istruzioni risulta dunque di 25 o 26.
Nel qND è riportato anche l’orario della giornata, dal quale risulta chiaro che - come era consuetudine - venivano predicate 4 istruzioni al giorno, escludendo il primo giorno introduttivo e l’ultimo giorno conclusivo, in cui vi fu una sola istruzione dettata dal PM. Da una frase del PM nella sua prima istruzione dell’8 agosto (p. 147) risulta, però, che l’orario degli Esercizi non è stato sempre lo stesso; per questo motivo, soprattutto per ciò che concerne i primi due giorni, non è possibile darne con certezza le coordinate cronologiche...
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Per tornare al testo delle nostre meditazioni, come sua consuetudine, Don Alberione ha citato di frequente i santi piemontesi come il Cafasso, il Cottolengo, Don Bosco, l’Allamano...
Particolarmente in questo anno 1960, egli aveva avuto più motivi per ricordare qualche fatto o pensiero di san Giuseppe Cafasso (pp. 189; 292-293), perché ricorreva il centenario della morte che fu celebrato, soprattutto a Torino, con una serie di eventi organizzati per l’occasione4, tra cui il primo Congresso nazionale dei seminaristi, dal tema: «La spiritualità del seminarista alla luce di san Giuseppe Cafasso»5. Inoltre, la Pia Società San Paolo ripubblicò i suoi Esercizi spirituali al clero6 e una nuova biografia7. Lo stesso Comune di Torino commemorò il centenario erigendo un monumento nel luogo dove il santo Cafasso, chiamato anche l’apostolo dei carcerati, usava accompagnare e confortare i condannati a morte che venivano impiccati8.
Non sorprende, dunque, ciò che il PM scrisse nel mese di ottobre 1960: «Fiducia totale nel Signore secondo i santi torinesi qualunque cosa chiederete..., impegnandomi per le due ore di adorazione - saper trattare con Dio in spiritu gratiae et precum: e docilità totale al Signore»9.
Senza dimenticare che in quegli anni egli si stava adoperando per l’apertura dei processi per le cause di beatificazione del canonico
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Chiesa10, di don Timoteo Giaccardo, di Maggiorino Vigolungo e di fratel Andrea Borello, dei quali parla anche alle Apostoline (pp. 203-204; 228), e che certamente egli annoverava già tra i santi della sua terra d’origine.

Pur non potendoci addentrare nei contenuti esposti dal Fondatore nella sua predicazione, che tocca moltissimi argomenti, in questo anno 1960 si nota chiaramente che i temi trattati sono più approfonditi e sviluppati rispetto a quelli degli anni precedenti. In particolare, ciò che riguarda la vita di santificazione come continuo cammino di conformazione a Gesù Maestro, gli impegni della vita religiosa e la missione vocazionale.
In questo contesto ci preme brevemente sottolineare che quando egli usa espressioni lontane dalla sensibilità attuale, come ad esempio i concetti di premio e merito, occorre che siano compresi non solo in relazione alla teologia del merito del suo tempo, ma anche in relazione al pensiero complessivo di Don Alberione, sempre incentrato sulla fiducia e sulla misericordia di Dio.

Come per i precedenti volumi, anche in questo testo i brani biblici della liturgia del giorno (Vangelo e/o Epistola), che Don Alberione commenta liberamente e cita in latino o in italiano all’interno della stessa meditazione, vengono indicati in nota solo la prima volta.
Abbiamo riportato in nota la traduzione italiana delle citazioni latine solo nel caso in cui non vengano tradotte esplicitamente da Don Alberione. Queste traduzioni sono conformi al testo della Bibbia CEI, edizione 2008. Per l’edizione latina della Bibbia, abbiamo seguito la Vulgata Sisto–Clementina [Biblia Sacra Vulgata Editionis, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 2003]. Il testo latino è sempre in corsivo.
Mentre ricordiamo che in Don Alberione alle Apostoline il criterio adottato per la trascrizione di meditazioni e istruzioni è sempre quello della FEDELTÀ AL PARLATO, rimandiamo al volume AP 1958/1, pp. 11-13, per indicazioni più precise sulle scelte redazionali.
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1 Cf GIACOMO ALBERIONE, Ut perfectus sit homo Dei, (UPS), Mese di Esercizi Spirituali, Aprile 1960, Roma 1997, Prefazione, pp. 15-32.

2 Sull’Anno Biblico, vedi il San Paolo, n. 5, Agosto-Settembre-Ottobre-Novembre 1960, pp. 1-2 (CISP, pp. 662-663); n. 6, Dicembre 1960, pp. 1-5 (CISP, pp. 503-511), in cui è riportato anche il Decreto dell’Erezione Pontificia della Società Biblica Cattolica Internazionale (14 ottobre).
Vedi anche GIACOMO ALBERIONE, Alle Pie Discepole del Divin Maestro, (APD), 1960, Roma 1986, pp. 89-95; 118-124; 177-183. ID., Alle Figlie di San Paolo, Spiegazione delle Costituzioni, (FSP-SdC), 1961, Roma 2003, p. 222, nota 22.
In questo volume, pp. 66-71.

3 Vedi AP 1959, pp. 11-12.

4 Cf GIOVANNI XXIII, Lettera Magnopere Nobis, al Cardinal Maurilio Fossati, Arcivescovo di Torino, in occasione del primo Centenario del transito di san Giuseppe Cafasso, 16 dicembre 1959, in Acta Apostolicae Sedis, (AAS), 52(1960), pp. 81-82.

5 Nei giorni del Congresso (5-8 settembre), svoltosi al Santuario della Consolata di Torino, i 1500 seminaristi partecipanti furono ospitati in vari collegi ecclesiastici e istituti... Cf CARLA CASALEGNO, Vitalità spirituale a Torino. Dal 1901 i Padri Sacramentini in Santa Maria in Piazza, Cantalupa/TO 2008, pp. 189-191.

6 S. GIUSEPPE CAFASSO, Esercizi spirituali al clero, Edizioni Paoline, Alba 1955 (1960), pp. 610. Era questa una nuova edizione, con correzione del linguaggio, dei due volumi pubblicati dal nipote del Cafasso, il canonico Giuseppe Allamano nel 1892 [G. CAFASSO, Meditazioni per Esercizi Spirituali al Clero, pubblicati per cura del can. Giuseppe Allamano, Tipografia Fratelli Canonica, Torino 1892, pp. 321] e nel 1893 [ID., Istruzioni per Esercizi Spirituali al Clero, pubblicate per cura del can. Giuseppe Allamano, Tipografia Fratelli Canonica, Torino 1893, pp. 310].

7 ALFIO GIACCAGLIA, S. Giuseppe Cafasso, Edizioni Paoline, Bari 1960, pp. 199.

8 Il monumento A San Giuseppe Cafasso (1960) è situato nel cosiddetto Rondò della Forca, all’incrocio tra corso Regina Margherita, corso principe Eugenio e corso Valdocco, a circa due chilometri dalla sede della SAIE di Torino.

9 GIACOMO ALBERIONE, Taccuini (1930-1969), taccuino n. 3, ottobre 1960, p. 66 in OOA on line, codice 64975.

10 In questo anno si proseguì nel processo diocesano per la beatificazione e canonizzazione del Canonico Francesco Chiesa, iniziato il 4 febbraio 1959: anche il PM rese la sua testimonianza; e a fine anno vi fu la traslazione e la nuova tumulazione della salma nel Tempio di San Paolo in Alba (31 ottobre-3 novembre): cf San Paolo, n. 5, Agosto-Settembre-Ottobre-Novembre 1960, pp. 5-7 (CISP, pp. 409-415); n. 6, Dicembre 1960, pp. 6-8.