Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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13. DARE GESÙ AL MONDO, COME MARIA
L’apostolato diretto e l’apostolato indiretto

Meditazione, Torino (SAIE), maggio 19601


Siamo ancora nella novena a Maria Regina Apostolorum2. Dopo il titolo che si dà a Maria, Madre di Dio, il titolo migliore che le è più gradito e che è più antico: Regina degli Apostoli.
Maria è la madre di Gesù, madre naturale... è la madre per parentela. Rispetto a noi Maria è madre di adozione, cioè noi siamo stati adottati da lei come figli e, nello stesso tempo, noi l’abbiamo scelta, l’abbiamo nominata nostra madre. Quella figliola che aveva perso la mamma, dopo aver pianto alquanto, ecco la risoluzione: Adesso andrò in chiesa e domanderò a Maria che mi prenda, mi accetti come sua figlia.
Si usa anche ai nostri giorni questo e si usa sempre più largamente: qualche figliolo, qualche figliola viene adottata da coniugi che non hanno prole, molte volte; e capita che orfani... per esempio orfani di quei minatori che sono stati sepolti nelle miniere3, sono stati adottati da americani. E se vi
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è l’adozione legale, il figlio acquista dei diritti verso il padre e il padre acquista dei doveri, contrae dei doveri verso il figlio adottato.
Così noi abbiamo certi diritti verso Maria di dirle: Orsù, Maria, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi4; ecco, Guardaci, o Maria, soccorrici o Maria: siamo peccatori, ma figli tuoi5.

Oh! La chiamiamo poi Regina degli Apostoli perché ella ha compiuto l’apostolato intiero. Non ci sarà mai più un apostolo che compia6 un apostolato così intiero, così sublime, così totale quanto Maria. Perché apostolato vuol dire dare Gesù, e Maria lo diede in una maniera mirabile, che non può esser superata, e cioè lo diede come Figlio, lo diede come Maestro dell’umanità, come Redentore dell’umanità, come Ostia dell’umanità, come Sacerdote dell’umanità, mediatore fra il cielo e la terra. Sì, Maria diede Gesù.
Oh! Gli apostolati sono tutti nel dare Gesù, tutti. E siccome noi non possiamo far tutto, ognuna non può far tutto, si fa una parte di apostolato, sì. E così vi è l’apostolato delle edizioni, e vi è l’apostolato delle missioni, e vi è l’apostolato delle opere sociali, vi è l’apostolato missionario, vi è l’apostolato della scuola, eccetera: vi sono tante specie di apostolati, però sono sempre nel dare qualche cosa di Gesù. Se si insegna in scuola, si fa qualche cosa dell’apostolato di Gesù, cioè come Gesù era Maestro; e se si dà qualche cosa perché si attende alle opere caritative, e allora si compie l’ufficio di Gesù che era medico delle anime e anche medico dei corpi: quanti miracoli ha compiuto per gli infermi, ad esempio!
L’apostolato poi che dà Gesù pieno al mondo, è l’apostolato che dà Gesù Cristo Via, Verità e Vita... quello che dà Gesù
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Cristo Via, Verità e Vita. Ora, nelle edizioni, e in generale nelle pubblicazioni che escono da[lla] San Paolo, si tende a dare Gesù Cristo com’è, e cioè si predicano le sue verità e si mostrano i suoi esempi, le sue virtù, i comandamenti... come vivere la vita cristiana; e si spiegano i modi di ricevere la grazia, i modi per santificarsi e come bisogna usare dei sacramenti e di tutti gli altri mezzi di santificazione, di salvezza.
Ecco, vi può essere questo apostolato diretto e vi può essere questo apostolato indiretto, come è precisamente quello che fate voi: l’uno può essere direttamente sulle anime, l’altro è più indietro, è in un ufficio... e cioè, è prima. Non che sia più, che sia meno, poi, ma perché è in un ufficio, più lontano dalle persone... e tuttavia è sempre apostolato; e tutto l’insieme porta a un unico apostolato: e chi fa il libro e chi lo diffonde e chi ne fa l’amministrazione, perché tutte le cose sulla terra devono essere amministrate bene e l’apostolato finirebbe se non si facesse un’amministrazione ragionevole, un’amministrazione prudente. Perciò il vostro apostolato [è necessario].

E quanto può essere, questo, apostolato?
Se uno dà dieci lire a un povero - ecco, bene - ha fatto una carità verso uno; se uno invece ne dà cento, cioè dieci a un povero, dieci a un altro povero, in sostanza a dieci poveri, fa dieci opere di carità, sì; e se uno, supponiamo, lascia centomila lire ad un istituto di orfani, sono cento: e allora si vede subito come è più largo, quanti giovani benefica. Primo è il numero: e voi quanto ne diffondete di libri? quanto contribuite alla diffusione... sebbene vi sembri un po’ indiretta quest’opera?
Di più: se si dice apostolato della scuola, apostolato della carità materiale, tutto questo è per la vita presente... che è buono e santo, e lodiamo tutti quelli che fanno un apostolato o di istruzione o apostolato della scuola o apostolato delle opere caritative. Ma chi lavora per le anime, lavora per quel che è più nobile nell’uomo: l’anima. E nutre l’anima di quel che è più importante, e cioè il cibo che va all’intelligenza:
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sì, perché l’uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio [cf Dt 8,3; Mt 4,4], cioè della verità.
E poi si lavora per l’eternità. Tantissimi apostolati sono indirizzati alla vita presente, come i servizi sociali in generale, ma quello che è indirizzato all’eternità supera immensamente, immensamente! Forse è meno stimato, alle volte, perché poco si capisce; ma se gli altri lavorano per la vita presente, voi lavorate per la vita eterna: apostoli della vita eterna! E in questo, quanto è superiore all’altro? Quanto l’eternità è più lunga che non la vita presente! Quanto l’eternità è più lunga che non la vita presente! Oh se si capisse quello a cui il Signore vi ha scelto, quello che voi compìte ogni giorno! Sì, apostoli dell’eternità!

Oh! Allora abbiamo da contemplare l’apostolato di Maria; abbiamo da chiedere a lei la grazia di fare anche noi il suo apostolato nella maniera che ci è possibile: dobbiamo domandare la grazia di farlo con buona intelligenza e con generosa dedizione e con lo spirito soprannaturale... e cioè per Dio, per le anime, per l’eternità.
A che cosa vi ha scelto il Signore? Ecco. Elevare bene i nostri pensieri a Dio, all’eternità. Ringraziare di essere stati favoriti in quella Congregazione; e poi impegnarsi: impegnare la mente per essere sempre inventiva e fare sempre più bene, e impegnare il cuore perché ci sia l’amore di Dio e l’amore alle anime, e impegnare le forze, in quello che il tempo permette, per Dio e per le anime.
Lasciarsi condurre da Dio! Sì. Molte cose, alle volte, non si comprendono: si comprenderanno in punto di morte e si comprenderanno nell’eternità. Ma se noi ci lasciamo condurre da Dio: «Iustum deduxit Dominus per vias rectas» [cf Sap 10,10], il Signore conduce l’anima buona per le vie rette, cioè per le vie sante, le vie della santità... così impegnati che il demonio non abbia tempo a tentare con pensieri inutili. E tuttavia è necessario che l’apostolo abbia il necessario per vivere, perché l’apostolato finisce se non si potesse vivere e,
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quindi, l’amministrazione retta, prudente... quella che indica san Paolo nelle sue lettere, quella che indica Gesù nel suo Vangelo [cf Lc 10,7; 12,42-43; 19,12-27; 1Cor 4,1-2; 2Ts 3,6-13].

Allora in questi giorni chiediamo lo spirito dell’apostolo a Maria Regina Apostolorum. Da nostra parte ci impegniamo a fare le cose per Dio e per le anime, con retta intenzione.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 66/60 (Nastro archivio 65c. Cassetta 65bis, lato 1. File audio AP 065c). Titolo Cassetta: “La Regina degli Apostoli e l’apostolato”.

2 Pur non conoscendo la data esatta della meditazione, è certo che non sia stata dettata oltre il 27 maggio, visto che il 28 ricorreva la festa di Maria SS. Regina degli Apostoli. Dal tono del discorso, non sembra specifica per le Apostoline, ma indirizzata piuttosto ai membri della Famiglia Paolina presenti alla SAIE.

3 Si riferisce probabilmente al disastro nella miniera di Marcinelle in Belgio (8 agosto 1956), in cui 262 uomini, di 12 nazionalità diverse (fra cui 136 italiani) persero la vita, lasciando centinaia di vedove e di orfani. Ma, più indietro nel tempo, nel 1907, vi era stato un altro grandissimo disastro minerario a Monongah negli Stati Uniti d’America, che lasciò più di mille orfani, assistiti tramite raccolte di fondi e la generosità di associazioni statunitensi.

4 Dalla preghiera mariana: Salve Regina.

5 In queste espressioni riecheggiano le parole di preghiere e canti mariani: “Guardaci, o Maria, con occhi di pietà. Soccorrici, o Regina con la tua carità” (dalla Coroncina alla Divina Provvidenza di san Giovanni Calabria); “Siam peccatori, ma figli tuoi: Immacolata prega per noi” (ritornello del canto popolare Immacolata, Vergine bella).

6 Il PM dice: compisca.