Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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5. IL GRANO E LA ZIZZANIA
Che siamo sempre buon grano!

Domenica V dopo l’Epifania, Meditazione, Castel Gandolfo, 7 febbraio 19601


Il Vangelo è preso da san Matteo, capo tredicesimo.

«In quel tempo: disse Gesù alle turbe questa parabola: Il regno dei cieli è simile ad un uomo il quale seminò nel suo campo buon seme. Ma nel tempo che gli uomini dormivano, il suo nemico andò e seminò della zizzania in mezzo al grano e partì. Cresciuta poi l’erba e venuta a frutto, allora comparve anche la zizzania e i servi del padre di famiglia, accostatisi, gli dissero: Signore non hai tu seminato buon seme nel tuo campo? Donde adunque è venuta la zizzania? Ed egli rispose loro: Qualche nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi tu che andiamo a coglierla? Ed egli rispose: No, per timore che cogliendo la zizzania non sradichiate, con essa, anche il grano. Lasciate che l’uno e l’altra crescano sino alla messe e al tempo della messe dirò ai mietitori: Strappate in primo luogo la zizzania e legatela in fasci per bruciarla, il grano poi radunatelo nel mio granaio»2.

Questa parabola indica la Chiesa presente, la Chiesa militante. Il regno dei cieli è simile ad un uomo il quale seminò nel suo campo buon seme. Nella Chiesa militante dove ci troviamo, sempre il sacerdote a nome di Gesù Cristo predica quello che è la via del cielo. Il sacerdote ripete in sostanza il
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messaggio di Gesù Cristo al mondo: ciò che bisogna credere, ciò che bisogna fare, ciò che bisogna domandare e ciò che ci aspetta.
Ma mentre che questo seme buono è stato gettato nel terreno e i servi erano andati a riposare, che cosa accadde? Che un nemico andò e seminò della zizzania in mezzo al grano e partì. Tante volte in Chiesa si predica la divina Parola, ma poi fuori tante persone mondane, qualche volta anche cattive, e poi tanti giornali e certe volte anche la stessa radio e la stessa televisione - non tanto in Italia, ma è piuttosto in altre nazioni -, seminano della zizzania, cioè insegnano altre dottrine, insegnano altro modo di vivere e certamente non aiutano la preghiera e il culto che si deve a Dio; e allora ecco: nello stesso campo è stata gettata la semente buona, mentre che dopo viene gettata la semente cattiva che è chiamata zizzania... cioè ogni sorta di erbacce.
I servi del padrone si accorsero quando... tanto il grano come la zizzania erano nati e già un po’ cresciuti, si accorsero che vi era tanta erbaccia - cioè zizzania - insieme al buon grano, e allora domandarono: Chi è che ha fatto questo?. Un mio nemico3, il sommo. Ma volete - dissero al padrone - che noi andiamo a strapparla, a sradicarla?. E no! Perché sradichereste insieme alla zizzania anche il buon grano... e allora non ci sarebbe più il raccolto, voleva dire. Lasciate dunque che crescano e la zizzania e il buon grano assieme; quando poi viene la messe, cioè la mietitura, dirò ai servitori: prima raccogliete la zizzania, fatene dei fasci e buttatela come erba secca, cattiva, sul fuoco; e poi il grano, invece, raccoglietelo nel mio granaio. Questo vuol dire che nella Chiesa di Dio con i buoni vi sono sempre anche i cattivi: i cattivi che possono essere gli eretici, quelli che han dottrine contrarie a Gesù Cristo, e quelli che vivono malamente e cioè seguono i vizi, seguono i peccati capitali, l’uno o l’altro dei peccati capitali o anche più peccati capitali... ecco l’erbaccia, la zizzania. Il Signore lascia che vivano assieme nel mondo,
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in questo campo che è il mondo, e i buoni e i cattivi, finché avverrà la separazione. Alla fine del mondo il Signore manderà gli angeli e metterà a destra i buoni... e metteranno a sinistra i cattivi [cf Mt 13,37-43; 25,31-34.41]. E allora i cattivi riceveranno la sentenza di condanna nel fuoco eterno e i buoni riceveranno la sentenza di salvezza, l’invito al cielo; ecco, il cielo che qui è raffigurato nel granaio, il cielo, dove tutti si raccolgono i buoni: e i martiri, e gli apostoli, e i confessori, i vergini e tutti i buoni cristiani, quei che han fatto bene, quelli che hanno seguito Gesù.
Che cosa dobbiamo fare vedendo che nella stessa Chiesa e nella stessa nostra diocesi, nella stessa Roma, insieme a quei buoni fedeli crescono altri che non sono buoni fedeli e che mai si incontrano in Chiesa, ad esempio, e non vivono secondo i precetti di Gesù Cristo? Cosa dobbiamo fare? Noi dobbiamo dire: Così permette il Signore. In primo luogo dobbiamo pregare perché i buoni non si lascino attirare dagli esempi cattivi e dalle cattive dottrine; pregare ma non seguirli i cattivi, mai: pregare anche per i cattivi, ma non seguirli; compatirli, pensando che non hanno ancor la luce celeste, non hanno capito bene e non riflettono che la vita nostra finisce e che un giorno saremo al giudizio di Dio e allora avverrà la separazione. Pregare perché si faccia la luce nella loro anima. Molti poi vorrebbero fare il bene, ma si lasciano trascinar dalle passioni, dai cattivi esempi, e peccano: allora preghiamo che si convertano.
Oh! Poi preghiamo che i predicatori possano ottenere più frutto con la loro predicazione; e preghiamo perché vi siano tante persone a compiere l’apostolato della parola, dell’esempio, della sofferenza, delle edizioni, delle vocazioni... tutti gli apostolati... preghiamo: affinché possano mettersi sulla buona via - per quanto è possibile - tutti, tutti gli uomini. Vedete che anche Gesù ha sopportato nel suo collegio apostolico - che pure erano gli apostoli, erano i suoi discepoli, i dodici -, ha sopportato, in mezzo ai dodici, l’apostolo il quale non era un buon discepolo, il quale si lasciò trasportare dal vizio capitale dell’avarizia. E Gesù lo vedeva questo: egli, come
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Dio, conosceva tutto, anche il cuore di quell’infelice, il quale di giorno in giorno diventava sempre più avaro, finché compì il tradimento per far soldi, il tradimento a Gesù. Sopportò, pregò per lui, lo avvertì più volte... ma non lo tolse mica né dal mondo né dal numero dei suoi discepoli più cari, quelli a cui aveva dato una vocazione: l’aveva chiamato lui apertamente con il suo invito! Sopportò... Guai però - disse Gesù - a colui che darà scandalo [Mt 18,7]; e lo scandalo avvenne appunto da Giuda.
Allora Gesù sopportò, come si sopportano i cattivi nel mondo, quelli che hanno le dottrine contrarie a Gesù Cristo, quelli che fanno una vita contraria ai comandamenti, contraria alla pietà... quindi disprezzano il culto, la preghiera. Oh!, ma poi bisogna sempre aver la fede e pensare: cosa avverrà infine? Infine, chi persevera sarà salvo... chi persevera nel bene. E chi non persevera? Chi non persevera, dopo che già si era messo sulla buona strada, avrà una sentenza ben rigorosa al giudizio di Dio. Non invidiare mai i cattivi.
Però tra i predicatori ci sono anche tutte le persone che danno buoni consigli, suggerimenti, e anche i buoni esempi: seguiamo questi. Bisogna sempre che siamo buon grano. E sempre pregare perché possiamo evitare il male, evitare gli errori: perché se ci stiamo sulla buona strada, questa è già grazia di Dio; però bisogna chiedere ancora l’altro dono: la perseveranza... perseverare nel bene giorno per giorno, sempre. E qualche volta ci derideranno e vorranno attirarci con altre dottrine e con cattivi esempi, eccetera... ma il nostro Maestro è uno, unico Gesù Cristo, e dobbiamo seguire lui che ci parla per mezzo della Chiesa, per mezzo dei sacerdoti. Non sono incaricati d’insegnare coloro che non sono con Gesù e non vivono con Gesù, secondo [come] Gesù vuole, e non sono maestri: bisogna evitarli.
Non esser neppur superbi perché noi siamo sulla via buona: è misericordia di Dio! A noi [sta] perseverare. Ecco tutto. Perseverare e istruirsi sempre di più per camminar sempre meglio. Oh! I santi sempre meditavano, sempre leggevano libri buoni per migliorare, per farsi più santi. Così facciamo
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noi: ogni giorno progredire un pochettino nell’istruzione religiosa, e imparare sempre meglio la via di Dio, e affezionarci sempre di più alla preghiera. Questo vuol dire essere buon grano e portare a suo tempo i frutti, ed essere un giorno lassù in cielo felici, lassù in cielo felici. E se anche il Signore ci dà altri giorni di vita, ecco, ci arricchiremo di più di meriti e arriveremo ad un premio maggiore.
Dunque fare i propositi: compatire i cattivi e non seguirli; pregare ma non prestare orecchio ai loro discorsi, ai loro insegnamenti, né imitarli nella loro condotta. D’altra parte in umiltà sempre chiedere la perseveranza: vi sono persone, vi sono i giovani che incominciano bene e poi magari non continuano bene... la perseveranza ci vuole. Non guardiamo mai agli esempi che non son buoni e tutti i momenti cadono sotto i nostri occhi! Guardiamo a quello che vuole Gesù, a quello che dice Gesù: egli ci ha insegnato bene... e poi ci assiste con la sua grazia... e poi ci darà anche il premio. Avete cantato una bella lode: paradiso! È il canto della letizia, di coloro che si avvicinano al cielo. Sì, avanti: là ci sarà la gioia eterna.
E per gli infelici ostinati che cosa possiam pensare? Preghiamo per loro più che giudicare, preghiamo per loro.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 61/60 (Nastro archivio 63.1. Cassetta 63.1, lato 1. File audio AP 063d). Titolo Cassetta: “Il buon grano e la zizzania”.

2 Vangelo: Mt 13,24-30. Il brano viene citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.

3 Sembra che il PM dica: amico. L’espressione è, comunque, poco chiara.